Titolo originale Eastern Promises.
Thriller,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Canada 2007.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 14dicembre 2007.
MYMONETROLa promessa dell'assassino
valutazione media:
3,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
A Londra la vita di un’infermiera (Watts) si incrocia con quella di una famiglia di mafiosi russi: infatti la donna ha fatto partorire una prostituta quindicenne, morta durante il parto, e ha trovato il diario della ragazza, in cui diceva di essere stata picchiata e violentata dal capo-famiglia mafioso (Mueller-Stahl) e da suo figlio Kirill (Cassell). L’infermiera nella sua ricerca di verità arriverà a rischiare la vita e farà conoscenza con Nikolai (Mortensen) misterioso autista della famiglia… Scritto da Steven Knight (Piccoli affari sporchi) La promessa dell’assassino è uno dei capolavori di David Cronenberg e uno dei migliori film di quest’anno.
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A Londra la vita di un’infermiera (Watts) si incrocia con quella di una famiglia di mafiosi russi: infatti la donna ha fatto partorire una prostituta quindicenne, morta durante il parto, e ha trovato il diario della ragazza, in cui diceva di essere stata picchiata e violentata dal capo-famiglia mafioso (Mueller-Stahl) e da suo figlio Kirill (Cassell). L’infermiera nella sua ricerca di verità arriverà a rischiare la vita e farà conoscenza con Nikolai (Mortensen) misterioso autista della famiglia… Scritto da Steven Knight (Piccoli affari sporchi) La promessa dell’assassino è uno dei capolavori di David Cronenberg e uno dei migliori film di quest’anno. È una storia semplice ma, come nei film di Clint Eastwood, questo thriller mafioso è l’occasione, per Cronenberg e Knight, di toccare molti temi importanti e creare dei personaggi indimenticabili. Fondamentalmente è un film su una microsocietà e Cronenberg ne indaga le sfaccettature con straordinaria attenzione ai dettagli e trasforma il film in un requiem per la speranza e per la promessa: temi importanti affrontati nel film, attraverso la storia della prostituta russa morta nel parto e in particolare nella agghiacciante scena in cui Nikolai, costretto da Kirill, violenta la prostituta; donne portate in Europa con la speranza di una vita migliore e ridotte schiave. Interessante è la lunga parte dedicata allo studio della tradizione dei tatuaggi. È un film di sangue La promessa dell’assassino, comincia con una gola tranciata e finisce con un bambino che viene salvato, ma l’ultima scena è preceduta da una delle scene più violente della Storia del Cinema: quella del bagno turco. Ed è un film di schiavi, come dice Nikolai a proposito delle prostitute: Gli schiavi generano altri schiavi. E se il film è così riuscito è senza dubbio merito, oltre che di Cronenberg, che dirige con classicità e eleganza, anche degli straordinari interpreti: la bionda Watts, il glaciale, magistrale Mueller-Stahl, Cassell, carogna come al solito, e soprattutto di Mortensen (candidato all’Oscar) che crea un personaggio indimenticabile attraverso quella che è, fino ad ora, la sua performance più intensa, riuscita ed estrema. Eccezionale! [-]
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Attenzione:la recensione contiene spoiler,Allora:il film non è male,ma è proprio questo il neo,ossia che è solo niente male.Mi spiego meglio:se da una parte abbiamo delle grandi prove recitative dell'intero cast e anche un gran lavoro del regista (ma essendo Cronenberg non c'è da stupirsi),per non parlare dell'olltimo lavoro di Stephan Dupuis;dall'altra abbiamo una sceneggiatura abbastanza sterile.I personaggi sono quasi bloccati da dei dialoghi e delle situazioni che non danno modo di uscire dalla banalità in cui a poco a poco cascano.Inoltre credo che qualche scena sia stata proprio mal scritta in senso "umano".Mi riferisco,ad esempio,alla scena in cui il protagonista viene picchiato nella sauna:viene picchiato da due persone armate,le quali,anzichè sfruttare i momenti in cui lui cerca di riprendersi dalle botte o mentre cerca di difendersi da uno dei due scagnozzi per tagliargli la gola,si limitano ad aumentare la dose di botte.
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Attenzione:la recensione contiene spoiler,Allora:il film non è male,ma è proprio questo il neo,ossia che è solo niente male.Mi spiego meglio:se da una parte abbiamo delle grandi prove recitative dell'intero cast e anche un gran lavoro del regista (ma essendo Cronenberg non c'è da stupirsi),per non parlare dell'olltimo lavoro di Stephan Dupuis;dall'altra abbiamo una sceneggiatura abbastanza sterile.I personaggi sono quasi bloccati da dei dialoghi e delle situazioni che non danno modo di uscire dalla banalità in cui a poco a poco cascano.Inoltre credo che qualche scena sia stata proprio mal scritta in senso "umano".Mi riferisco,ad esempio,alla scena in cui il protagonista viene picchiato nella sauna:viene picchiato da due persone armate,le quali,anzichè sfruttare i momenti in cui lui cerca di riprendersi dalle botte o mentre cerca di difendersi da uno dei due scagnozzi per tagliargli la gola,si limitano ad aumentare la dose di botte.E ho citato questa scena proprio perchè è un errore abbastanza grave,a mio modo di vedere.Non fraintendetemi:è un buon film,ma la sceneggiatura non esce mai dagli schemi,rimanendo impantanato ad una storia che a tratti risulta banale.Peccato:con una sceneggiatura migliore ne sarebbe venuto fuori un capolavoro [-]
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Il racconto di una tenera storia umana dentro il vuoto della stessa, l'eterno scontro fra bene e male in vicende di misero potere, cronenberg attraverso i suoi bravi interpreti ci mostra senza filtri un mondo infernale fra il nulla l'addio trovando in nikolai una speranza ambigua buona però per un sequel, straordinario il doppiaggio e ottima la scena di lotta nella sauna credibile però, solo per esigenze di copione! Saluti.
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bel noir diretto dal bravo cronenberg e girato a Londra ove un'ostetrica, sempre sul pezzo la watts, indaga su una tossicodipendente morta dopo il parto. questo la porterà a ficcare il naso nella mafia russa e saran dolori. solo l'animo gentile di un sicario, alla fine, la salverà. nel cast anche cassel. una bella storia ben girata ed interpretata pur senza regalare allo spettatore veri sussulti o colpi di scena ma cmq riesce a tenere il ritmo dall'inizio alla fine senza sbavature o punti morti.
voto: 7
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L'ostetrica Anna, (Naomi Watts) assiste agli ultimi istanti di vita della sfortunata quattordicenne Tatiana, che prima di morire, darà alla luce un bambino, frutto di un'efferata violenza di un boss della mafia russa. Da lì in poi, Anna dovrà fare i conti con un mondo pericoloso in cui le persone normali vengono spazzate via in un secondo; a meno che, ci sia l'ambiguo Nikolai (Viggo Mortensen)a fargli da angelo custode.
Un noir umido e oscuro, come la Londra descritta da Croneberg, dove qui lascia stare il tema della mutazione corporea per raccontarci in modo particolare ed emozionante cose che sentiamo dai tg e che onestamente, sono da evitare a tutti costi di finirne coinvolti, mettendo al centro il valore morale di un uomo (Nikolai) che differisce dalla sua occupazione di Chaffeur/Killer.
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L'ostetrica Anna, (Naomi Watts) assiste agli ultimi istanti di vita della sfortunata quattordicenne Tatiana, che prima di morire, darà alla luce un bambino, frutto di un'efferata violenza di un boss della mafia russa. Da lì in poi, Anna dovrà fare i conti con un mondo pericoloso in cui le persone normali vengono spazzate via in un secondo; a meno che, ci sia l'ambiguo Nikolai (Viggo Mortensen)a fargli da angelo custode.
Un noir umido e oscuro, come la Londra descritta da Croneberg, dove qui lascia stare il tema della mutazione corporea per raccontarci in modo particolare ed emozionante cose che sentiamo dai tg e che onestamente, sono da evitare a tutti costi di finirne coinvolti, mettendo al centro il valore morale di un uomo (Nikolai) che differisce dalla sua occupazione di Chaffeur/Killer.
La sceneggiatura è il fiore all'occhiello del film, la quale si lega perfettamente ad una trama avvincente e stimolante, capace anche di metterti la giusta tensione che ti permette di appassionarti fortemente alla vicenda ed ai suoi personaggi.
Viggo Mortensen compie un interpretazione magistrale, e sebbene sia ben poca la sua espressività, il suo modo di agire e quello interlocutorio ce lo rendono un personaggio coinvolgente e misterioso; notevole. Non male anche Vicent Cassel nella parte dell'amico/capo di Nikolai, sebbene la parte dell'instabile pazzoide sia un cliché un po' troppo usato da parte sua.
Brava anche la Watts, anche se devo dire che l'ho vista un po' troppo in ombra, ma le sue doti sono incontestabili.
A dare valore al film ci sono un'atmosfera sinistra data dalle luci scure mischiate al rosso e una scenografia adattissima al genere del film, e non scordiamoci un gran montaggio e le magnifiche inquadratura sull'unica e direi, eccezionale scena d'azione.
“La promessa dell'assassino” rappresenta la versatilità e scrupolosità di Croneberg nel suo cimentarsi a un nuovo genere, e si distingue certamente tra tutte le altre uscite di quel 2007.
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Un film che fa pensare un pò su tutto , dai ristoranti ai tranquilli vecchietti... eppure non è così. Una pellicola così era da tanto che non la vedevo ma d'altronde quando c'è di mezzo Croneberg il successo è quasi assicurato , forte di un trama senza nessuna pecca ed un grande Viggo Mortensen che impersonifica al meglio la parte dell' '"autista"che risolve i problemi , sempre un bravissimo Vincent Cassel che nella parte dello psicopatico si integra alla perfezione. Gli altri attori ci mettono il loro con buone prestazioni e dialoghi accattivanti. Il mio voto è 8. Vedetelo anche se è DANNATAMENTE INSENSIBILE.
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L'uomo e la sua identità.E la naturale tendenza alla mutevolezza.Nel corpo e nella mente.Da sempre i cardini dell'intera opera di David Cronenberg.Ma se inizialmente questi si concentrava sull'esteriorità,dando vita alle più singolari,sorprendenti,se non inquietanti mutazioni corporee -visionari,allucinanti processi di contaminazione e fusione tra carne,sangue e materia circostante- col tempo,ha evoluto il suo modo di fare cinema,restando fedele ai contenuti ma cambiando,quasi radicalmente,la forma e lo stile: le metamorfosi/deformazioni anatomiche si fanno irreversibili mutamenti interiori,dell'animo,della psiche.La ‘mutazione’ è,perciò,astratta per gli occhi ma manifesta per lo spirito.
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L'uomo e la sua identità.E la naturale tendenza alla mutevolezza.Nel corpo e nella mente.Da sempre i cardini dell'intera opera di David Cronenberg.Ma se inizialmente questi si concentrava sull'esteriorità,dando vita alle più singolari,sorprendenti,se non inquietanti mutazioni corporee -visionari,allucinanti processi di contaminazione e fusione tra carne,sangue e materia circostante- col tempo,ha evoluto il suo modo di fare cinema,restando fedele ai contenuti ma cambiando,quasi radicalmente,la forma e lo stile: le metamorfosi/deformazioni anatomiche si fanno irreversibili mutamenti interiori,dell'animo,della psiche.La ‘mutazione’ è,perciò,astratta per gli occhi ma manifesta per lo spirito.Così,il nostro 'chirurgo',pur partendo dalla corporeità,si libera della materia,la sublima elevandola a puro concetto.Amalgama,sintetizza,essenzializza il suo cinema,semplificandolo e rendendolo più accessibile proprio quando abbandona le sue estreme visioni (horror) degli inizi per addentrarsi,con naturalezza,in territori ancora per lui inesplorati,in generi differenti e più complessi (dramma,melò,noir:Inseparabili,M.Butterfly,Spider,Ahistoryofviolence) rispettandone i canoni e al contempo non ‘tradendo’ la sua particolarissima poetica per immagini.Esempio dell' evoluzione cronenberghiana è il personaggio incarnato dall'attore Viggo Mortensen in quest'ultimo lavoro,il mutante per eccellenza,il punto più alto del pensiero dell'autore/regista canadese: uomo alle prese con la sua privata,totalizzante metamorfosi,che lo coinvolgerà nel corpo come nell'anima,in un processo 'osmotico',lento,ma inesorabile,definitivo e irreversibile.'Rinascerà' identico nelle fattezze ma diverso dentro,cosciente del suo cambiamento eppur estraneo rispetto a ciò che era in precedenza.Divide la scena con l'altrettanto magnifico,anch'egli 'mutante',Vincent Cassell,uguale a lui e di lui perfetto contrario,in questo noir cupo, vibrante,ipnotico,che scandaglia,asciutto e feroce,le personalità e identità umane,dipingendone,in progressione,un ritratto mai monocromatico,ricco di sempre nuove sfumature e netti vivacissimi contrasti, cesellando sfaccettature,esaltando zone d'ombra,giocando sull'enorme potenziale di emozioni,azioni e reazioni di cui ogni essere umano è fatto.Film/elogio dell'apparenza e dell'ambiguità,ambientato in una Londra che tale non sembra.Anonima,raggelante,immobile,pregna di disincanto e squallore,riflesso dei suoi protagonisti,uomini scolpiti nella loro palpabile indefinibilità,che trasudano crudezza,esibiscono facce di levigata impassibilità,sfoderano sguardi gelidi e penetranti,si muovono freddi ed indifferenti ma emanano calore,riempiono i loro occhi di brucianti lacrime e si caricano di compassionevole emotività.Opera eccellente,che s'insinua dentro restandoci,poi,ben oltre la visione.Fredda e ardente,brutale e rassicurante,seducente e repulsiva,triste,disperata e insieme colma di speranza,amara e commovente,si congeda inquietante e terribile,muta ma mai così eloquente. [-]
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Un Cronenberg d'annata. Regia essenziale, potente e vitale. L'inizio splatter del film richiama con un forte simbolismo (il sangue) la morte (un omicidio) e la vita (emorragia della prostituta da cui nasce la bambina). La mafia russa (stile mafia italiana americana)"tentacoleggia" Londra con le sue regole, nascoste dietro una parvenza di legalità. Ognuno gioca con le proprie regole: l'ostetrica che vuole giustizia per la bambina e la madre, il capomafia russo che gestisce la comunità e i suoi affari secondo il codice che gli appartiene e nel mezzo c'è Viggo Mortensen. Che regole ha Viggo Mortensen?. Quelle del suo corpo completamente tatuato da ex carcerato russo, dove sembra non esserci più spazio per la pietà o quelle di momenti di redenzione dove può, a volte permettersi, di salvare vite umane?.
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Un Cronenberg d'annata. Regia essenziale, potente e vitale. L'inizio splatter del film richiama con un forte simbolismo (il sangue) la morte (un omicidio) e la vita (emorragia della prostituta da cui nasce la bambina). La mafia russa (stile mafia italiana americana)"tentacoleggia" Londra con le sue regole, nascoste dietro una parvenza di legalità. Ognuno gioca con le proprie regole: l'ostetrica che vuole giustizia per la bambina e la madre, il capomafia russo che gestisce la comunità e i suoi affari secondo il codice che gli appartiene e nel mezzo c'è Viggo Mortensen. Che regole ha Viggo Mortensen?. Quelle del suo corpo completamente tatuato da ex carcerato russo, dove sembra non esserci più spazio per la pietà o quelle di momenti di redenzione dove può, a volte permettersi, di salvare vite umane?. Una speranza forse c'è, per gli altri ma non per Viggo. Molto bella la scena finale in cui Viggo rimane solo al ristorante seduto al tavolino, che fa il paio con la stessa scena ma in cui il capomafia russo impartisce ordini a Viggo. Da vedere assolutamente
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Un Viggo Mortensen straordinario, un Cronenberg essenziale nella regia. Un inizio splatter del film che non deve trarre in inganno: il sangue elemento comune di un omicidio e di una emorragia che permette la nascita di una bambina (forte il simbolismo legato alla morte e alla vita). Ognuno gioca la propria esistenza con le proprie regole: l'infermiera che vuole giustizia per la madre della bambina morta, la mafia russa emula della mafia americana italiana, e Viggo Mortensen che a fronte di non si sa di quante vite tolte, ne salva alcune. Ma ormai per lui è troppo tardi come lo spazio rimasto non tatuato sul suo corpo. E rimane solo nella scena finale al tavolino del ristorante a meditare.
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Un Viggo Mortensen straordinario, un Cronenberg essenziale nella regia. Un inizio splatter del film che non deve trarre in inganno: il sangue elemento comune di un omicidio e di una emorragia che permette la nascita di una bambina (forte il simbolismo legato alla morte e alla vita). Ognuno gioca la propria esistenza con le proprie regole: l'infermiera che vuole giustizia per la madre della bambina morta, la mafia russa emula della mafia americana italiana, e Viggo Mortensen che a fronte di non si sa di quante vite tolte, ne salva alcune. Ma ormai per lui è troppo tardi come lo spazio rimasto non tatuato sul suo corpo. E rimane solo nella scena finale al tavolino del ristorante a meditare. M a su che cosa?. Forse Cronenberg un giorno lo dirà.
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Il misterioso e carismatico russo Nikolai Luzhin (Viggo Mortensen), è l’autista di una delle famiglie esteuropee più famigerate di Londra, che fa parte della fratellanza criminale nota come Vory V Zakone.
La famiglia è capeggiata da Semyon (Armin Mueller-Stahl), l’impeccabile proprietario dell’elegante ristorante transiberiano, la cui cortesia nasconde in realtà una natura fredda e brutale; le sue fortune sono amministrate dal figlio Kirill (Vincent Cassel), un uomo capriccioso e instabile, che è in realtà più legato a Nikolai che non al suo vero padre.
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Il misterioso e carismatico russo Nikolai Luzhin (Viggo Mortensen), è l’autista di una delle famiglie esteuropee più famigerate di Londra, che fa parte della fratellanza criminale nota come Vory V Zakone.
La famiglia è capeggiata da Semyon (Armin Mueller-Stahl), l’impeccabile proprietario dell’elegante ristorante transiberiano, la cui cortesia nasconde in realtà una natura fredda e brutale; le sue fortune sono amministrate dal figlio Kirill (Vincent Cassel), un uomo capriccioso e instabile, che è in realtà più legato a Nikolai che non al suo vero padre.
La vita di Nikolai, da lui condotta con estrema prudenza, viene scossa quando, il giorno di Natale, incontra per caso Anna Khitrova (Naomi Watts), un’ostetrica di un ospedale a nord di Londra.
Anna è molto turbata dalla tragica vicenda di una adolescente morta dando alla luce il suo bambino, e intende rintracciare la famiglia d’origine della ragazza affinché si prenda cura del piccolo orfano. Il diario personale della ragazza, scritto in russo, potrebbe aiutare Anna nella sua ricerca della verità... David Cronenberge Viggo Mortensen possiedono l'innegabile merito ed intelligenza di essersi voluti e saputi fortemente rinnovare: il primo, regista cult di Scanners, Videodrome, La Zona Morta, La Mosca e Inseparabili, si reinventa con A History of Violence e Eastern Promises in raffinati thriller molto crudi e sofisticati alla vecchia maniera, allargando se possibile la sua fascia di pubblico e di estimatori, il secondo cerca di liberarsi dalle indimenticabili vesti tolkeniane di Aragorn de Il Signore degli Anelli dimostrando di volta in volta di essere un attore davvero solido, abbastanza versatile e soprattutto talmente espressivo da bucare lo schermo conquistando immancabilmente lo spettatore.Dopo la beffa per la mancata quanto dovuta Nomination all'Oscar per Il Signore degli Anelli, come se il merito dello sconfinato successo della trilogia capolavoro non appartenga anche al cast, Viggo Mortensen si è riproposto in acclamate e carismatiche interpretazioni sotto la sapiente regia di David Cronenberg, a sua volta tacciato di aver dato sfogo alla sua inclinazione per il cinema "commerciale" accantonando parzialmente il suo marchio di fabbrica ed il suo cinema più visionario, critica che a nostro avviso si poggia su ingiuste fondamenta.La Promessa dell'Assassino è un appassionante thriller, torbido e ricco di sanguinaria violenza, dallo spiccato realismo e dal ritmo sostenuto che non si limita a rispettare alla perfezione tutti i crismi del genere, regalando inoltre allo spettatore la gradita presenza di un character eccellente, il misterioso e carismatico Nikolai Luzhin interpretato dal formidabile Viggo Mortensen attorno al quale si stringe la sanguinosa ed appassionante storia che ci viene narrata.E' proprio l'enigmatica ed impenetrabile figura di Nikolai ad arricchire il film rispecchiando la maestria del regista: Cronenberg tiene lo spettatore con il fiato sospeso intrigando e caricando la narrazione di suspense senza mai peccare in alcuna sbavatura e celando fino alla conclusione della pellicola l'ambigua, reale essenza del personaggio di Luzhin e la verità che cela alle sue spalle.David Cronenberg ci omaggia di un thriller sorprendente e ad effetto arricchito da un ottimo cast nel quale spiccano anche la bravissima Naomi Watts, Vincent Cassel e la grande esperienza di Armin Mueller-Stahl, ruolo chiave nelle vesti di Semyon, spietato patriarca della famiglia criminale Vory V Zakone.
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