Il dolce e l'amaro |
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Un film di Andrea Porporati.
Con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Toni Gambino, Gaetano Bruno, Gioacchino Cappelli.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- Italia 2007.
- Medusa
uscita mercoledì 5 settembre 2007.
MYMONETRO
Il dolce e l'amaro ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un buon prodotto made in Italy
di ziogiafoFeedback: 0 |
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lunedì 17 settembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
ziogiafo – Il dolce e l'amaro - Italia 2007 - “Ricordati che nella vita c’è il dolce e c’è l’amaro!” Questo è l’ultimo messaggio che il padre lascia a Saro prima di essere ammazzato, salutandolo con un intenso sguardo dal carcere dell’Ucciardone in piena agitazione. Saro Scordia (Luigi Lo Cascio), poco più che un ragazzino già pensa di diventare un temibile “uomo d’onore”, come naturale prodotto dell’ambiente in cui è nato. Un uomo qualunque che segue una sorta di protocollo imposto dalla Kalsa il difficile quartiere in cui vive, a volte disorientato dai suoi buoni sentimenti ma lucido e spietato nelle sue azioni di mafioso rampante. Saro incontra l’amore conoscendo Ada (Donatella Finocchiaro), che pure amandolo profondamente vive con estrema sofferenza questo rapporto, che ben presto lei stessa chiude, trasferendosi in una città del nord, odiando e temendo l’ideologia mafiosa. Una vita di violenze su commissione andate a buon fine, fanno di Saro Scordia un autentico “uomo di rispetto” che segue tutte le classiche trafile di cosa-nostra, ma si accorge che alla fine non era quella la vita che voleva. Comincia allora a ravvedersi per le sue scelte sbagliate e per il cruento cammino intrapreso, si ribella al volere dei vecchi capi mafia e quando gli propongono di ammazzare Stefano - un suo amico d’infanzia (Fabrizio Gifuni) - che intanto era diventato un autorevole giudice, sparisce letteralmente dalla circolazione per salvarsi, accettando un “programma di protezione” da questo stesso amico che è l’unica risorsa sincera che gli è rimasta. Stefano gli ricorda ancora che nella vita esiste “il dolce e l’amaro”… ed i momenti in cui bisogna decidere in fretta. Un violentissimo Lo Cascio in perfetta forma che dà vita a questo complesso personaggio in eterno conflitto con se stesso, grazie all’intensa espressività del brillante attore siciliano il personaggio viene fuori in tutta la sua sconvolgente contraddizione. L’intesa che riescono a trovare gli altri attori sul set di questo film è ammirevole, riuscendo a donare alla storia un taglio scorrevole e realistico, non omettendo i vecchi schemi rituali che costituiscono l’antica base da cui partono questo tipo di vicissitudini. Grande feeling tra Lo Cascio e Fabrizio Gifuni, inseparabili compagni di accademia, già hanno collezionato parecchi successi insieme. La storia è ben scritta e ben interpretata, manca la necessaria tensione questo è vero, ma le musiche sono indovinate, un buon prodotto made in Italy tutto sommato; diretto discretamente dal promettente giovane regista Andrea Porporati, ma il filone ormai è più che saturo. Tante buone risorse impiegate per un risultato non ancora all’altezza probabilmente degli irraggiungibili modelli del passato e della filmografia di questo genere, sempre viva nella nostra memoria, specialmente nel panorama cinematografico italiano degli anni settanta, un solo nome: Damiano Damiani, maestro incontrastato del filone in oggetto. Evviva il buon cinema italiano comunque che è in crescente ripresa. Buon visione! Cordialmente ziogiafo
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