vanessa
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sabato 1 settembre 2007
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l'ultima pazzia cinematografica del maestro "pulp"
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Ho visto l'ultima pazzia del mio registra preferito,il mitico Quentin,esattamente un mese fa e ciò che mi è rimasto impresso nella mente sono innumerevoli cose,sì perchè iL film che il maestro(mi permetto di definirlo così)ha tirato fuori può essere criticato quanto lo si vuole,può piacere e no,può venir preso in considerazione come una grande rivoluzione per il cinema mondiale o cacciato nell'archivio flop...Ma non si può dire che non lascia innumerevoli immagini nella mente del pubblico.
A me sono rimaste sopratutto le provocazioni,nella prima parte,delle intriganti belle fanciulle sempre pronte al divertimento e i loro culetti e i piedida sottilineare,(chi è appasionato di Quentin ha già capito!),il volto ipnotico di kurt russell,la povera fine della biondina incappata nella bestia-mike,i dialoghi lunghi mezz'ora dove il sesso ne fa da protagonista,la forza delle due stunt"woman"(si dice così.
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Ho visto l'ultima pazzia del mio registra preferito,il mitico Quentin,esattamente un mese fa e ciò che mi è rimasto impresso nella mente sono innumerevoli cose,sì perchè iL film che il maestro(mi permetto di definirlo così)ha tirato fuori può essere criticato quanto lo si vuole,può piacere e no,può venir preso in considerazione come una grande rivoluzione per il cinema mondiale o cacciato nell'archivio flop...Ma non si può dire che non lascia innumerevoli immagini nella mente del pubblico.
A me sono rimaste sopratutto le provocazioni,nella prima parte,delle intriganti belle fanciulle sempre pronte al divertimento e i loro culetti e i piedida sottilineare,(chi è appasionato di Quentin ha già capito!),il volto ipnotico di kurt russell,la povera fine della biondina incappata nella bestia-mike,i dialoghi lunghi mezz'ora dove il sesso ne fa da protagonista,la forza delle due stunt"woman"(si dice così..nn so)e sopratutto la fine..quella sì che mi è rimasta impressa lasciandomi uscire dal cinema a bocca aperta e contenta...devo ammetterlo avevo passato la prima ora a chiedermi:"dovè la violenza e l'atrocità che tutti parlano in questo film?"stavo già pensando che Quentin avesse fatto un film sul rapporto donne-sesso-alcol...invece la violenza c'é...grazie Quentin
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(di reiver)
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oblivion7is
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sabato 17 settembre 2011
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da grande fan di tarantino, sono rimasto deluso...
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Noioso, ripetitivo, ma ben girato. Stereotipato, poco creativo, ma ben interpretato. Trito, ritrito... ma non posso dire altro. Se non che Tarantino, regista degno di questo appellativo, le cui idee stilistiche sono geniali e uniche, qui dirige, seppur bene, un lavoro quasi sperimentale con una struttura narrativa che potrebbe addirittura ricordare quei film che sono noti, nell'ambito dell'horror soprattutto estremo, come R&R, ovvero Rape & Revenge, Stupro & Vendetta, film in cui una vergina viene stuprata (e spesso anche uccisa) e poi si vendica lei stessa o chi al suo posto, uccidendo lo stupratore. Film banali ma dai quali si può ricavare qualcosa, tipo cult quali "Non Violentate Jennifer!".
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Noioso, ripetitivo, ma ben girato. Stereotipato, poco creativo, ma ben interpretato. Trito, ritrito... ma non posso dire altro. Se non che Tarantino, regista degno di questo appellativo, le cui idee stilistiche sono geniali e uniche, qui dirige, seppur bene, un lavoro quasi sperimentale con una struttura narrativa che potrebbe addirittura ricordare quei film che sono noti, nell'ambito dell'horror soprattutto estremo, come R&R, ovvero Rape & Revenge, Stupro & Vendetta, film in cui una vergina viene stuprata (e spesso anche uccisa) e poi si vendica lei stessa o chi al suo posto, uccidendo lo stupratore. Film banali ma dai quali si può ricavare qualcosa, tipo cult quali "Non Violentate Jennifer!". Ma qui la storia non è così simile. 45 minuti di cazzeggio tra donne, 10 minuti di pura violenza, altri 40 minuti di cazzeggio tra ALTRE donne, e poi 20 minuti di violenza ancora più forte, o qualcosa del genere. I primi 45 minuti vedono come protagoniste Jungle Julia e le sue amiche che passano la serata in un bar in periferia ascoltando musica. C'è qualcosa di strano? Poco poco, sembra. I loro amici ci provano con loro, Julia non riesce a contattare quello che dovrebbe essere il suo ragazzo e quasi per spregiarlo bacia un altro, uno stuntman si offre di dare un passaggio ad una ragazza bionda (interpretata da Rose McGowan che cambierà colore dei capelli per dominare il cast di Planet Terror) vecchia rivale di Julia, il barista (interpretato bene da Tarantino) chiacchiera con tutti... 45 minuti noiosi e senza alcun cavolo di scopo, benché sia deliziosa la lap dance intermedia. Lo stuntman però è il brutale Mike che con la sua macchina "a prova di morte" (da cui il titolo), che è tale solo per l'autista, uccide la bionda che voleva un passaggio e ha uno scontro muso contro muso con la macchina di Jungle Julia & co. Volano gambe, delle facce vengono trapassate dalle ruote, e Mike si fa molto molto male. In compenso ha avuto un orgasmo! E questa scena di minuti ne dura 5 che passano veloci come un rumore organico. Altri 5 minuti in ospedale, dove sceriffo e figlio interrogano sulla situazione di Mike una dottoressa che, come si scoprirà in Planet Terror, è anche figlia dello sceriffo (interpretato da un attore stra-abusato da Tarantino e Rodriguez, nei cui film appare sempre nello stesso ruolo, benché in "Dal Tramonto all'Alba" muoia, quasi per creare una continuità del personaggio la cui fine è certa). Dopo dei mesi, stuntman Mike ha delle nuove vittime, ancora più carine e simpatiche. Sono 4, e 2 di loro sono stuntman come lui, ma lui non lo sa, mentre l'altra è attrice. Altri 40 minuti di dialoghi inconsistenti tra queste 4 ragazze, e poi il caos. In macchina, una delle quattro fa un gioco pericoloso sulla macchina, e c'è un inseguimento di quasi dieci minuti con Mike che vuole far casino. Il casino lo fanno, ma tutti sono vivi e vegeti... anzi, una delle stuntman spara a Mike, e poi lo inseguono per infine picchiarlo e ucciderlo con un tacco nell'occhio. In questo film del 2007, che mi ha fatto sbadigliare e mi ha fatto chiedere davvero "perché?", posso notare che, oltre a molti tributi al cinema più anziano a cui Rodriguez e Tarantino sono molto affezionati, c'è uno zampino dell'influenza di due film più recenti, ma solo per piccole idee, ovvero "Crash" di Cronenberg (tratto dal libro di Ballard) e "Elephant" di Van Sant (tratto dal vero evento), il primo per il concetto della persona che si attizza con un incidente d'auto, dal secondo l'idea di mostrare 40 minuti di vuoto per poi passare alla carneficina. Ma mentre "Elephant" usa quest'idea con uno stile unico e lasciando altissima la tensione, "A Prova di Morte" no! Gli unici pregi sono l'inseguimento finale (quasi divertente), la regia e il cast (ricco, non banale, e soprattutto ottimamente recitato - sia donne che uomini). Il piano sequenza della merenda tra amiche è il massimo della noia e soprattutto della banalità possibile... film da guardare quando non si deve far nulla. Comunque è un film con dei pregi, benché sia il peggiore mai girato da Tarantino, e consiglio molto ma molto di più "Planet Terror" di Rodriguez: il paragone sorge spontaneo dato il collegamento tra i due film (personaggi o almeno attori in comune, collegamenti piccoli di trama tra l'uno e l'altro... ovviamente apposta), però sono proprio due cose diverse.
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(di l''uomodellasala)
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peter patti
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venerdì 28 dicembre 2012
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follia marca anni 70
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Non basta qualche citazione di B-movies per fare un gran film; nemmeno per fare un film di serie B che imita film di serie B e furbescamente proiettarsi così nella serie A. Tarantino assembla qui diverse belle ragazze e cerca di far superare allo spettatore i primi 45 minuti munendole di un turpiloquio che dovrebbe risultare sexy ma è in realtà semplicemente penoso e... antierotico. Poi accade qualcosa (siamo confrontati con notevoli riprese "orrifiche", come già siamo ben abituati da lui e da altri registi del suo rango). Poi, di nuovo niente o quasi fino al rushdown finale.
Se sul grande schermo (o sullo schermo del DVD player) scorre sangue, non occorre necessariamente acclamare. E ai signori traduttori dico questo: non lasciate nella lingua originale termini ed espressioni incomprensibili a chi ha poca confidenza con la cultura televisiva, sportiva e gossippara del mondo anglosassone; fate uno sforzo e cercate gli equivalenti nella lingua di Dante.
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Non basta qualche citazione di B-movies per fare un gran film; nemmeno per fare un film di serie B che imita film di serie B e furbescamente proiettarsi così nella serie A. Tarantino assembla qui diverse belle ragazze e cerca di far superare allo spettatore i primi 45 minuti munendole di un turpiloquio che dovrebbe risultare sexy ma è in realtà semplicemente penoso e... antierotico. Poi accade qualcosa (siamo confrontati con notevoli riprese "orrifiche", come già siamo ben abituati da lui e da altri registi del suo rango). Poi, di nuovo niente o quasi fino al rushdown finale.
Se sul grande schermo (o sullo schermo del DVD player) scorre sangue, non occorre necessariamente acclamare. E ai signori traduttori dico questo: non lasciate nella lingua originale termini ed espressioni incomprensibili a chi ha poca confidenza con la cultura televisiva, sportiva e gossippara del mondo anglosassone; fate uno sforzo e cercate gli equivalenti nella lingua di Dante. I primi tre quarti d'ora del film risultano indigesti anche per questo.
Con 'Grindhouse - A prova di morte', Tarantino ha imboccato una strada simile a quella dei due Kill Bill: manca il fascino - e, direi, l'eleganza, sia pure in chiave trash - che caratterizzò 'Pulp Fiction' e 'Jackie Brown'.
Una curiosità per gli amanti dell''opus' di questo regista: c'è una scena in cui lo psicopatico (Kurt Russell) accarezza, con un dito umido di saliva, i piedi di una delle ragazze, facendole provare un brivido. E' una sorta di 'come back' dell'ossessione di Tarantino per i piedi femminili; tutti ricordano il famigerato massaggio ai piedi di Mia in 'Pulp Fiction', e scene simili si ripetono in 'Bastardi senza gloria' e 'Dal Tramonto all'Alba'.
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toxycat
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giovedì 28 giugno 2007
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l'america di tarantino
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leggevo una recensione in cui si lamentava la durata dei dialoghi femminili, ma credo che ciò non dovrebbe né sorprendere né annoiare se partiamo dallo spirito ironico con cui Tarantino ha sempre acutamente presentato i "fenomeni" americani,sia che si tratti di un nostalgico passato sia che si tratti della moda del momento. Molti spettatori si annoiano davanti ai dialoghi del film, ma sono gli stessi che seguono le interminabili serie TV come Sex and the city o desperate housewife...e credo che nel caso di Tarantino ci sia un riferimento"spietato" a tutta questa ondata televisiva-cinematografica infarcita di banali psicologismi e"coquetterie" newyorkesi.Partendo da questo presupposto, se i dialoghi annoiano o se si ha difficoltà a seguire le interminabili paranoie e battute scontate di queste ragazze cool.
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leggevo una recensione in cui si lamentava la durata dei dialoghi femminili, ma credo che ciò non dovrebbe né sorprendere né annoiare se partiamo dallo spirito ironico con cui Tarantino ha sempre acutamente presentato i "fenomeni" americani,sia che si tratti di un nostalgico passato sia che si tratti della moda del momento. Molti spettatori si annoiano davanti ai dialoghi del film, ma sono gli stessi che seguono le interminabili serie TV come Sex and the city o desperate housewife...e credo che nel caso di Tarantino ci sia un riferimento"spietato" a tutta questa ondata televisiva-cinematografica infarcita di banali psicologismi e"coquetterie" newyorkesi.Partendo da questo presupposto, se i dialoghi annoiano o se si ha difficoltà a seguire le interminabili paranoie e battute scontate di queste ragazze cool...credo fermamente che sia stata la vera intenzione (provocatoria) del nostro Quentin.I riferimenti al trash-splatter ani 70-80, ai road movie,al giustiziere della notte e alle fantastiche charlie's angels sono chiari, ma, come sempre, non acritici...non abbiamo una semplice ripsoposizione di modelli"demodé": basta pensare allo stridente inserimento di OGGETTI ultra moderni (cellurari in primo piano, I-pod,red bull...)in un contesto che potremmo definire"nostalgico" per ambientazioni,costumi e colonna sonora.Tarantino, come già Lynch e(una volta) Truffaut, inserendo queste "interferenze"(quasi anti-estetiche) ribadisce un principio di straniamento che sta alla base della sua lettura critica di un'epoca e di una cultura cinematografica. Unico neo: l'inizio del secondo tempo in bianco e nero:in "kill bill" il bianco e nero aveva una funzione struttrale(se vogliamo simbolica), qui non ha letteralmente senso...se non su un piano prettamente estetico...il che lo rende a conti fatti comunque accettabile.
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rosso werner
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venerdì 10 agosto 2007
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al professor egizio domenico
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Vede, SIGNOR E. D.,.... Trattasi di operazione culturale. Forse troppo fine per chi del cinema, al massimo, abbia subodorato qualche noto fotogramma senza per questo addentrarsi nei meandri bui ed esaltanti della sotto- produzione.
C'era una volta un regista tecnicamente irraggiungibile ed incomparabile di nome Russ Meyer, i cui film, fatti veramente con due lire incassavano in modo incoraggiante, tanto che continuò a fare i suoi filmacci fin quasi alla morte.
Trama, situazioni, montaggio dell'ultimo lavoro di Tarantino, riprendono in parte questi B- movie Biker con occhio ironico e sapiente... Male che lei e gli altri poco eruditi della sua fatta non sappiano quanto detto. Male, male in quanto non sospettate neppur lontanamente dell'importanza dell'arte popolare nel patrimonio culturale umano.
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Vede, SIGNOR E. D.,.... Trattasi di operazione culturale. Forse troppo fine per chi del cinema, al massimo, abbia subodorato qualche noto fotogramma senza per questo addentrarsi nei meandri bui ed esaltanti della sotto- produzione.
C'era una volta un regista tecnicamente irraggiungibile ed incomparabile di nome Russ Meyer, i cui film, fatti veramente con due lire incassavano in modo incoraggiante, tanto che continuò a fare i suoi filmacci fin quasi alla morte.
Trama, situazioni, montaggio dell'ultimo lavoro di Tarantino, riprendono in parte questi B- movie Biker con occhio ironico e sapiente... Male che lei e gli altri poco eruditi della sua fatta non sappiano quanto detto. Male, male in quanto non sospettate neppur lontanamente dell'importanza dell'arte popolare nel patrimonio culturale umano. E via, potrei citarvi Goethe ed il suo Faust, Pirandello ed i suoi giganti della montagna... Ma non lo farò. Fiato sprecato per chi decide di non dover meritare neppure ( e sottolineo neppure) un minimo di attenzione.
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matteo saudino
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venerdì 17 agosto 2007
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tarantino gran guignol del cinema
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Grindhouse- death Proof: ovvero 116' minuti di cinema. Un tarantino minore che ci regale un film-divertissement che solo lui sapeva e poteva fare. Un godimento audio-visivo imperdibile per tutti gli amanti del genere e per chi è stufo di family-movie all'italiana, di preti, avvocati, carabinieri e trentenni in crisi che popolano il piccolo e grande schermo con tanto di benedizione vaticana: Kurt Russel monumentalmente canuto, bolso e misogino, omaggio appassionato ai b-movie anni 70, dialoghi ironici e strabordanti, critica al cinema industriale degli effetti speciali, citazione splendida dell'uccello dalle piume di cristallo dl Dario-comunque-il-grande, giusto e tardivo riconoscimento agli stuntman (gli antieroi del cinema che finalmente escono dalla zona oscura della pellicola), inseguimento in auto di oltre 15 minuti che entra di diritto nella storia del cinema, e poi donne, tante e stupende donne che da vittime di un violento macismo automobilistico, dialetticamente rovesciano i rapporti di forza, riuscendo così ad autodeterminarsi.
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Grindhouse- death Proof: ovvero 116' minuti di cinema. Un tarantino minore che ci regale un film-divertissement che solo lui sapeva e poteva fare. Un godimento audio-visivo imperdibile per tutti gli amanti del genere e per chi è stufo di family-movie all'italiana, di preti, avvocati, carabinieri e trentenni in crisi che popolano il piccolo e grande schermo con tanto di benedizione vaticana: Kurt Russel monumentalmente canuto, bolso e misogino, omaggio appassionato ai b-movie anni 70, dialoghi ironici e strabordanti, critica al cinema industriale degli effetti speciali, citazione splendida dell'uccello dalle piume di cristallo dl Dario-comunque-il-grande, giusto e tardivo riconoscimento agli stuntman (gli antieroi del cinema che finalmente escono dalla zona oscura della pellicola), inseguimento in auto di oltre 15 minuti che entra di diritto nella storia del cinema, e poi donne, tante e stupende donne che da vittime di un violento macismo automobilistico, dialetticamente rovesciano i rapporti di forza, riuscendo così ad autodeterminarsi.Libertà on the road e finale girl-power!
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[+] ex sezione cif ls m. curie
(di alessio la bella )
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angela cinicolo
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giovedì 15 maggio 2008
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bang crash blooooooood
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Lontani i tempi in cui il pulp scandalizzava i critici puristi e i cinephile remissivi, questo è il tempo del cool, del trash che si fa cult nel segno di Tarantino. Death proof non è una pellicola debordante, che fa chiudere un occhio per la paura mentre l'altro si fa coraggio per sbirciare, non è un film in cui il sangue rosso sembra sgorgare dal grande schermo e annebbiare la vista del pubblico. Non sorprende, almeno non per quegli aspetti stilistici cui eravamo già abbondantemente preparati. Il contenitore (poppissimo) predomina sul contenuto e non importa cosa si voglia dire, ammesso che ci sia un'intenzione propositiva: conta solo la modalità descrittiva, la smania di dire e di mostrare qualcosa di.
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Lontani i tempi in cui il pulp scandalizzava i critici puristi e i cinephile remissivi, questo è il tempo del cool, del trash che si fa cult nel segno di Tarantino. Death proof non è una pellicola debordante, che fa chiudere un occhio per la paura mentre l'altro si fa coraggio per sbirciare, non è un film in cui il sangue rosso sembra sgorgare dal grande schermo e annebbiare la vista del pubblico. Non sorprende, almeno non per quegli aspetti stilistici cui eravamo già abbondantemente preparati. Il contenitore (poppissimo) predomina sul contenuto e non importa cosa si voglia dire, ammesso che ci sia un'intenzione propositiva: conta solo la modalità descrittiva, la smania di dire e di mostrare qualcosa di... impressionante, perfino demodé. Tarantino sfodera tutta la sua arte collezionistica in un film che può deludere solo chi aveva riposto aspettative de gener-at-e e ipnotizza i suoi fan strizzandogli l'occhio dal primo all'ultimo frame. E si esce dalla sala con la sola amarezza di non veder (ancora) conclusa questa "miniserie" che i due amiconi marpioni si sono divertiti a girare e infarcire del loro gusto così sfacciatamente splatter ma mai disgustoso.
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bella earl!
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venerdì 29 luglio 2011
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omaggio al b-movie da quentin con amore.
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- Pam: Hey, Warren! Chi è questo qua?
Warren: Stuntman Mike.
Pam: E chi cazzo è Stuntman Mike?
Warren: Uno stuntman. -
Otto ragazze incontreranno l'uomo più distruttivo della loro vita. Quattro moriranno, quattro invece, vivranno.
Quentin Tarantino perde lo smalto dei bei tempi e rende omaggio ai B-Movie anni settanta con un'opera infarcita di autocitazionismo e di dialoghi incalzanti. Certo forse i dialoghi sono un po' esagerati, nonostante siano fatti da belle figliole, e l'azione ridotta all'osso anche se quando presente lo è in quantità tarantiniana. Film per i nostalgici e per chi si deve affiancare per la prima volta al B-Movie.
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- Pam: Hey, Warren! Chi è questo qua?
Warren: Stuntman Mike.
Pam: E chi cazzo è Stuntman Mike?
Warren: Uno stuntman. -
Otto ragazze incontreranno l'uomo più distruttivo della loro vita. Quattro moriranno, quattro invece, vivranno.
Quentin Tarantino perde lo smalto dei bei tempi e rende omaggio ai B-Movie anni settanta con un'opera infarcita di autocitazionismo e di dialoghi incalzanti. Certo forse i dialoghi sono un po' esagerati, nonostante siano fatti da belle figliole, e l'azione ridotta all'osso anche se quando presente lo è in quantità tarantiniana. Film per i nostalgici e per chi si deve affiancare per la prima volta al B-Movie. Sennò seguire anche la serie di "El Mariachi".
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monicelliano
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mercoledì 11 gennaio 2012
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un universo di forti passioni in un film
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Il film inizia come se fosse una bozza, una pellicola di serie B, un collage di scene tagliate, ma ben presto nascono i personaggi, i dialoghi, la trama, il tutto ben miscelato per creare un universo di passioni che il regista ci sbatte quasi in faccia, come per ricordarci delle cose belle della vita.
Primo fra tutti emerge l'universo femminile che racchiude la sua psicologia ( i lunghi e mai noiosi dialoghi delle ragazze sono talmente realistici da sembrare "rubati" da possibili intime chiacchierate tra amiche ),
il dualismo tra bellezza e aggressività ( Tarantino ci ricorda che le donne possono essere tanto belle quanto pericolose ),
la sensualità emanata dalle ragazze attraverso tutte le parti del loro corpo, partendo dai piedi, per passare alle gambe, ai glutei, al ventre, al seno, alle labbra, agli occhi fino ai capelli,
le "sane" ( anche se un pò eccessive ) bevute al bar con gli amici ( tra cui compare il Tarantino attore ) in contrapposizione con le "analcoliche" paranoie di Stuntman Mike che soffre di evidenti complessi di inferiorità.
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Il film inizia come se fosse una bozza, una pellicola di serie B, un collage di scene tagliate, ma ben presto nascono i personaggi, i dialoghi, la trama, il tutto ben miscelato per creare un universo di passioni che il regista ci sbatte quasi in faccia, come per ricordarci delle cose belle della vita.
Primo fra tutti emerge l'universo femminile che racchiude la sua psicologia ( i lunghi e mai noiosi dialoghi delle ragazze sono talmente realistici da sembrare "rubati" da possibili intime chiacchierate tra amiche ),
il dualismo tra bellezza e aggressività ( Tarantino ci ricorda che le donne possono essere tanto belle quanto pericolose ),
la sensualità emanata dalle ragazze attraverso tutte le parti del loro corpo, partendo dai piedi, per passare alle gambe, ai glutei, al ventre, al seno, alle labbra, agli occhi fino ai capelli,
le "sane" ( anche se un pò eccessive ) bevute al bar con gli amici ( tra cui compare il Tarantino attore ) in contrapposizione con le "analcoliche" paranoie di Stuntman Mike che soffre di evidenti complessi di inferiorità.
Ma le passioni che Tarantino condivide con il pubblico davanti allo schermo si estendono ai motori, alle macchine d'epoca e ai paesaggi che si perdono a vista d'occhio, al mondo del cinema e ai personaggi che vi lavorano: stuntman, attrici, truccatrici, ecc.
Per non parlare poi della ricca colonna sonora: musiche azzeccatissime incollate quasi una sull'altra per formare un insieme adrenalico ed esplosivo con gli scenari, come lo si può apprezzare in "Arancia Meccanica" di Kubrick.
Degno di nota è anche l'omaggio ai film ed alle sonorità italiane degli anni settanta ( non "anni 80" come qualcuno ha scritto ), quando il nostro cinema, le nostre canzoni, le nostre auto erano merce preziosa da esportare in tutto il mondo.
Per finire c'è tanta violenza, sangue e scene spettacolari, ma questo ovviamente non poteva mancare ( e non delude mai ) in un film firmato Tarantino/Rodriguez.
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vic vega
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martedì 5 giugno 2007
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genio ribelle di una società padrona
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Tarantino non finirà mai di stupirci, e non perchè abbia girato il suo film capolavoro, ma perchè riesce con la sua straordinaria voglia di evasione a metterci sullo schermo quello che gli pare e piace anche con un budget tutt'altro che oneroso. Grindhouse non è certo un capolavoro ma colpisce molto le persone, illuminate da cotanta cultura circa i B-movies(dei quali anche io sono un appassionato) e da una regia che io ritengo assolutamente geniale. Tarantino fa quel che vuole con la macchina da presa tanto da non essere mai scontato, e non lo è stato neanche questa volta perchè ,ad esempio, in Grindhouse i dialoghi sono interminabili(ma intriganti), mentre nei suoi precedenti film tanto per citarne uno "Pulp fiction" i dialoghi erano veloci, ironici, sarcastici a dir poco fantastici.
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Tarantino non finirà mai di stupirci, e non perchè abbia girato il suo film capolavoro, ma perchè riesce con la sua straordinaria voglia di evasione a metterci sullo schermo quello che gli pare e piace anche con un budget tutt'altro che oneroso. Grindhouse non è certo un capolavoro ma colpisce molto le persone, illuminate da cotanta cultura circa i B-movies(dei quali anche io sono un appassionato) e da una regia che io ritengo assolutamente geniale. Tarantino fa quel che vuole con la macchina da presa tanto da non essere mai scontato, e non lo è stato neanche questa volta perchè ,ad esempio, in Grindhouse i dialoghi sono interminabili(ma intriganti), mentre nei suoi precedenti film tanto per citarne uno "Pulp fiction" i dialoghi erano veloci, ironici, sarcastici a dir poco fantastici. La sceneggiatura ne risente abbastanza per via dei lunghi dialoghi ma sopperisce a ciò con giochini con la macchina da presa per stuzzicare lo spettatore che si chiede se è pazzo.
Anche in questo film, e forse più che mai, le donne hanno un ruolo chiave, dapprima deboli, ingenue, dedite alla bella vita;in seguito vere e proprie stunt, caparbie, quasi rudi ma con la femminilità che non manca di certo(notare gli shorts). Per non parlare dei piedi sempre al centro dell'attenzione nei suoi film in cui le donne la fanno da padrone(pulp fiction, jackie brown, kill bill).Insomma il genio è tornato e la sua pazzia mi stuzzica e mi invoglia sempre di più a diventare un regista. Ammiro Tarantino e tutti i suoi fan che come me adorano tutti(indistintamente) i suoi film
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[+] scontao e ripetitivo
(di dr sardonicus)
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