marcobarile
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lunedì 18 gennaio 2010
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moltomoltobello
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Giorni e nuvole 08/11/2007
Un film sull’ angoscia della nostra generazione. Viene trasformato in realtà uno degli incubi dei nostri giorni, la perdita del lavoro, quindi del reddito e quindi di quello che serve per farci apparire persone di cervello.
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Giorni e nuvole 08/11/2007
Un film sull’ angoscia della nostra generazione. Viene trasformato in realtà uno degli incubi dei nostri giorni, la perdita del lavoro, quindi del reddito e quindi di quello che serve per farci apparire persone di cervello. Il tutto avviene anche furbescamente e un poco semplicisticamente da parte dell’ autore ma con una mano pesante che non ci risparmia niente. Vere è proprie tegole in testa. Si soffre a vedere questo film. Viene finalmente data una dimensione complessa e oggettiva del denaro, cioè del benessere economico. Su di esso, purtroppo e fastidiosamente, attecchiscono cultura, istruzione, possibilità di scelte ed anche rispetto di coppia e opportunità per la prole. Il degrado economico, quello profondo s’intende, smantella e lascia poco spazio al resto, porta gli istinti a prevalere sul viver civile. Era necessaria un’analisi complessa di questo tipo. Troppe volte in una visione semplice, il denaro è solamente “sporco” ed il benessere è soltanto comodità, il lavoratore è un egoista ed il padre di famiglia è solo un rincoglionito dal lavoro. In questo film la personalità maschile viene mortificata. Essa ai giorni nostri è ancora tutta legata alla capacità di sostenere la famiglia. Il maschio con leggerezza diseducato a questo ruolo soccombe pateticamente e senza scampo. Viene ucciso dentro. La donna viene ferita forte, ma dal di fuori, e quindi sopravvive. A lei questo ruolo viene richiesto da comprimaria, ma non è nelle sue prerogative. Lei è quella che sopporta. Lui è “il fallito”. Albanese è bravo, eccome se è bravo. Margherita Buy è adatta a questo ruolo. Belli anche i personaggi minori. Genova è ripresa all’alba in uno sguardo di solitudine, come in una resa di conti con se stessi. oooo.
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nicorex
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sabato 12 dicembre 2009
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la vita e l'amore oltre gli ostacoli
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L'avevo perso 2 anni orsono quando era uscito con poco battage pubblicitario nelle sale cinematografiche o l'ho scoperto ora durante la grave crisi recessiva e lavorativa che costituisce la grande tragedia degli anni 2009/2010, dei nostri tempi.Un film stupefacente, misuratissimo e difficilissimo da controllare nelle sue infinite sfumature nel rapporto tra l'uomo 40-50enne che perde il proprio lavoro di alto contenuto economico-sociale, la moglie che vive una seconda giovinezza nel laurearsi a 40 anni alla scoperta di un grande capolavoro e la figlia,Alice, fuori degli schemi sociali della famiglia, felicemente "incasinata" a far la mezza-padrona cameriera in un locale e con il suo ragazzo che vende cellulari.
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L'avevo perso 2 anni orsono quando era uscito con poco battage pubblicitario nelle sale cinematografiche o l'ho scoperto ora durante la grave crisi recessiva e lavorativa che costituisce la grande tragedia degli anni 2009/2010, dei nostri tempi.Un film stupefacente, misuratissimo e difficilissimo da controllare nelle sue infinite sfumature nel rapporto tra l'uomo 40-50enne che perde il proprio lavoro di alto contenuto economico-sociale, la moglie che vive una seconda giovinezza nel laurearsi a 40 anni alla scoperta di un grande capolavoro e la figlia,Alice, fuori degli schemi sociali della famiglia, felicemente "incasinata" a far la mezza-padrona cameriera in un locale e con il suo ragazzo che vende cellulari.Cosa succede quando Michele perde ogni prospettiva di lavoro? C'é'il sovvertimento di un classico schema sociale, che prima era l'eccezione ed ora é la regola, con Elsa (Margherita Buy) che prende nelle proprie mani le redini della famiglia e Michele, che dopo averle tentate tutte, soccombe, resta in casa, non ce la fa, rivolge il suo astio verso la moglie e la figlia per ritrovarne, alla fine, la positività,quella della figura femminile impersonata dalla moglie e dalla figlia.In una Genova grigia e metallica, struggente nella sua riposta bellezza,il finale non é per niente scontato, non é salvifico come vuole la regola del film che deve finire felicemente.E' invece il ritrovarsi di due persone diverse, con la stanchezza sempre avanti e che comunque nel contemplare l'affresco appena scoperto, sanno di non poter non stare insieme, nei giorni, questi si, delle nuvole, della vita che non sorride sempre come nei giorni lieti e normali. Elsa che dice a Michele che non avrebbe voluto altra persona accanto a sè nel momento dell'incanto dell'affresco, é una normale e nondimeno esaltante "lezione" del vivere quotidiano della nostra vita, delle stagioni irreversibili del nostro divenire,l'autentica lezione d'amore nella tristezza di una vita che sarà sempre e comunque ad ostacoli sempre più difficili da superare, nella lotta tra sentimento e ragione, nella costanza della nostra mente raziocinante che unitamente alle stimmate del sentimento e dei sensi costituiscono il dna del nostro vivere quotidiano.Superbi Antonio Albanese ed ancora di più Margherita Buy non più stereotipata nevrotica,felicemente ed intensamente espressiva nel rapporto con il marito e la figlia.Splendidi accompagnatori Giuseppe Battiston e Alba Caterina Rohrwacher. Peccato che questo film di Soldini, che si discosta di molto da Pane e Tulipani e da Agata e la Tempesta, non abbia avuto quel successo che meritava e per il quale non ho temuto di attribuirgli doverosamente 5 stelle. Nicorex
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gianluca stanzani
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sabato 21 marzo 2009
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amore precario
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Mentre Elsa (Margherita Buy) collabora al restauro di un antico affresco, argomento di tesi per la sua imminente laurea in storia dell'arte, Michele (Antonio Albanese) lavora come dirigente presso una società nautica da lui stesso creata con altri due soci. A Genova la coppia sembra vivere serenamente le gioie di un rapporto consolidato, con l'ausilio di quell'agiatezza economica che non guasta a farne da collante. Un bell'appartamento di proprietà, la domestica, un piccolo natante attraccato in porto, il mantenimento della moglie agli studi universitari, le cenette con gli amici, una figlia già fuori di casa... insomma quella tranquillità che la sicurezza di un buon posto di lavoro può giustamente dare.
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Mentre Elsa (Margherita Buy) collabora al restauro di un antico affresco, argomento di tesi per la sua imminente laurea in storia dell'arte, Michele (Antonio Albanese) lavora come dirigente presso una società nautica da lui stesso creata con altri due soci. A Genova la coppia sembra vivere serenamente le gioie di un rapporto consolidato, con l'ausilio di quell'agiatezza economica che non guasta a farne da collante. Un bell'appartamento di proprietà, la domestica, un piccolo natante attraccato in porto, il mantenimento della moglie agli studi universitari, le cenette con gli amici, una figlia già fuori di casa... insomma quella tranquillità che la sicurezza di un buon posto di lavoro può giustamente dare. Ma Michele è appena stato estromesso dagli altri soci della sua ditta tenendone all'oscuro la moglie per oltre due mesi; improvvisamente si rompe quell'armonia che pareva immutabile. Improvvisamente piomba la tensione tra i due, cala quel senso di oppressione e impotenza di fronte alla messa in discussione dei capisaldi familiari (economici e non solo). L'amore non può tutto, l'amore non può sopperire alla mancanza di un posto di lavoro; ma mentre Elsa non si perde d'animo e si rimbocca le maniche, Michele dopo un po' crolla, incapace di reagire al personale senso di fallimento e imbarazzo sociale. Il film racconta un dramma di strettissima attualità, trasmettendo quelle umane emozioni e riflessioni che poche pellicole al giorno d'oggi sono in grado di dare. Sul finale, Soldini pare incapace di dare all'opera la degna svolta che meriterebbe.
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dony 64
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martedì 3 febbraio 2009
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bravo albanese e buy
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Film commedia italiana sul precariato ai giorni nostri.Ottima accoppiata Albanese Buy.Ottima interpretazione,buona la trama.Da vedere.Voto 7+
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jacaranda
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venerdì 7 novembre 2008
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un uomo e una donna, di fronte alle difficoltà di
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In una Genova deserta e inconsueta si muove una coppia formata da due persone sole che cercano, ciascuno a proprio modo, di entrare in una nuova dimensione.
I due attori protagonisti sono misurati , e così pure lo è il tono di tutto il film.
Potremmo dire che l'unica imperfezione di questo film è.. la sua perfezione!
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juan
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venerdì 10 ottobre 2008
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silvio soldini ha girato uno straordinario film
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Bel film, dove tutti sono in stato di grazia, compreso, ovviamente, il regista stesso. Premi meritati per Giorni e Nuvole ( forse ne meritava qualcuno di più, vedi alla voce Giuseppe Battiston, da standing ovation ).
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daniele
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giovedì 14 agosto 2008
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bel film, ma se fosse la fine, il vero inizio?
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Purtroppo non riesco a convincermi, nella vita di tutti i giorni, che sia l'amore a "produrre" valore e realizzazione personale; sarebbe interessante veder iniziare un film dalla scena finale di Giorni e nuvole.
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chiari alessandro
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venerdì 4 luglio 2008
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viaggio all'inferno (andata e ritorno)
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Silvio Soldini è un regista maturo e costante che riesce sistematicamente a sfornare opere validissime; questa non fa eccezione. Margherita Buy, d’altro canto, è una sicurezza, una regina del grande cinema nostrano e ce lo dimostra (se mai ce ne fosse stato bisogno) con un’altra interpretazione azzeccata e calibrata, in cui prevale uno splendido senso di spontaneità. Accanto a lei altri attori che forse qualcuno ci invidia: un Albanese in splendida forma, una Rohrwacher che migliora di volta in volta ed un Battiston che diventa sempre più “grande”. Più che ad un film, sembra di assistere a scene di vita vera, ad una discesa agli inferi prima della resurrezione che giunge dopo essere arrivati vicinissimi al punto di non ritorno, grazie a quegli affetti che talvolta, nel corso della vita, non vengono quasi mai scalfiti da niente e da nessuno e che rappresentano metaforicamente la nostra ancora, la nostra scialuppa di salvataggio.
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Silvio Soldini è un regista maturo e costante che riesce sistematicamente a sfornare opere validissime; questa non fa eccezione. Margherita Buy, d’altro canto, è una sicurezza, una regina del grande cinema nostrano e ce lo dimostra (se mai ce ne fosse stato bisogno) con un’altra interpretazione azzeccata e calibrata, in cui prevale uno splendido senso di spontaneità. Accanto a lei altri attori che forse qualcuno ci invidia: un Albanese in splendida forma, una Rohrwacher che migliora di volta in volta ed un Battiston che diventa sempre più “grande”. Più che ad un film, sembra di assistere a scene di vita vera, ad una discesa agli inferi prima della resurrezione che giunge dopo essere arrivati vicinissimi al punto di non ritorno, grazie a quegli affetti che talvolta, nel corso della vita, non vengono quasi mai scalfiti da niente e da nessuno e che rappresentano metaforicamente la nostra ancora, la nostra scialuppa di salvataggio. Il tutto sovrastato dalla stupenda Genova fotografata con un tratto livido che la rende ostile ed oppressiva. Decisamente bello.
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giuseppe
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martedì 3 giugno 2008
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idoneo a chi pensa che lavoro e amore siano eterni
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Ottima prova degli interpreti principali.
E' dura da sopportare la perdita del lavoro e con esso lo disfacimento della tua famiglia.
Commovente.
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alex
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martedì 6 maggio 2008
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causa realtà contingente torna il neorealismo
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torna il neorealismo e i ns migliori registi, da mazzacurati a tavarelli, da tornatore a quest'ultimo bravissimo soldini onorano la ns migliore tradizione cinematografica. un film che mi ha toccato, soprattutto per la sua misura, per l'interpretazione dei protagonisti: un albanese sempre + sorprendente (mi ricorda sempre più l'ultimo grande tognazzi) e una buy che ormai è un riferimento assoluto.
ottimo nella scrittura: mai banale, mai sopra le righe e soprattutto vero. la fotografia e nn ultima la location: un'aspetto sempre molto trascurato nel cinema (mondiale) quando in realta è il protagonista aggiunto. bellissima la scena della visita del protagonista al socio per cercare, attraverso una decorosa umiliazione di ricucire lo strappo: estremamente vera e drammatica nella sua semplicità; così come la scena della "fuga" dall'appartamento dove albanese tenta di attaccare la carta da parati: la disperata frustrazione dell' inadeguatezza; e scusate ma nn posso nn soffermarmi sulla scena, devastante, dove la buy entrando in casa trova albanese che schiaccia seduto per terra le bottiglie di plastica e relativo scontro verbale.
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torna il neorealismo e i ns migliori registi, da mazzacurati a tavarelli, da tornatore a quest'ultimo bravissimo soldini onorano la ns migliore tradizione cinematografica. un film che mi ha toccato, soprattutto per la sua misura, per l'interpretazione dei protagonisti: un albanese sempre + sorprendente (mi ricorda sempre più l'ultimo grande tognazzi) e una buy che ormai è un riferimento assoluto.
ottimo nella scrittura: mai banale, mai sopra le righe e soprattutto vero. la fotografia e nn ultima la location: un'aspetto sempre molto trascurato nel cinema (mondiale) quando in realta è il protagonista aggiunto. bellissima la scena della visita del protagonista al socio per cercare, attraverso una decorosa umiliazione di ricucire lo strappo: estremamente vera e drammatica nella sua semplicità; così come la scena della "fuga" dall'appartamento dove albanese tenta di attaccare la carta da parati: la disperata frustrazione dell' inadeguatezza; e scusate ma nn posso nn soffermarmi sulla scena, devastante, dove la buy entrando in casa trova albanese che schiaccia seduto per terra le bottiglie di plastica e relativo scontro verbale.
a margine, una cosa che mi ha fatto sorridere è stata l'espressione di albanese scoperto dalla figlia a fare il pony: un residuo del buon epifanio.
questi sono i film che dobbiamo spingere ai concorsi internazionali, nn vinceremo nulla ovviamente, ma facciamogli vedere di cosa siamo ancora capaci.
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[+] ottima recensione
(di kleo)
[ - ] ottima recensione
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