Giorni e nuvole

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Un film di Silvio Soldini. Con Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Carla Signoris.
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Drammatico, durata 116 min. - Italia, Svizzera 2007. - Warner Bros Italia uscita venerdì 26 ottobre 2007. MYMONETRO Giorni e nuvole * * * - - valutazione media: 3,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

il racconto moderno dell'identità riconquistata Valutazione 4 stelle su cinque

di Antonio Panariello


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giovedì 15 novembre 2007

Ciò che s’impone all’occhio in questo film sono Genova e il suo mare, questa culla in cui piace stare ai due protagonisti (Elsa e Michele) perché perde d’identità, non più topos letterario dell’avventura e del riscatto: lo sa bene Michele, che vende la barca; ma se ne accorge Elsa, che finirà per castigare il sogno in un ufficio (guarda caso, di trasporti navali) tra le avances del titolare. Ma procediamo per gradi: l’incipit della storia. Unico e felice traguardo, il primo e l’ultimo di una discesa verso la sostanza densa del racconto: la laurea di Elsa. La sua tesi, motivo di una passione che contornerà a intermittenza la (dis)avventura di questa famiglia, parla di un’annunciazione la cui paternità artistica è di lì da accertarsi: il soggetto in questione è una madonna, la stessa che Elsa suppone sia nascosta sotto le rovine di un restauro in atto. Soldini ci indica così l’andamento narrativo, il motore della storia: la ricerca delle certezze, l’annunciazione di un cambiamento in atto. Da qui in poi,nonostante una breve parentesi di festa,Elsa si sveglia nell’inferno suo e di Michele, la perdita della prima e fondamentale certezza del mondo ordinario di una famiglia: il lavoro. Comincia da questo momento il roboante procedere di domande sotto una pressione tale che ridimensionerà e sposterà il nido familiare: chi guarda, vive impassibile l’improduttività, la regressione a stato infantile di Michele (simbolo di uno stato di patetica disoccupazione, con compagni minacciosamente comici, se non dolcemente violenti – vedi, ad es., “il buco nel muro portante” della nuova casa); ma si partecipa anche alla lotta disarmante di Elsa, al sacrificio del suo tempo speso per l’arte: lo stile realista del film ci riporterà anche all’attuale sconforto sociale, ma la simbologia e la metafora estetica sono così nette da restituire allo spettatore un’annunciazione via via più evidente della catastrofe. Soldini su una grande impalcatura luminosa e acquatica, rapisce Elsa fino a spegnerne l’amore; priva Michele del suo sogno ricorrente e visivo dell’evasione (la barca “Izmir”) fino ad umiliarlo sotto gli occhi distratti di una figlia volutamente o involontariamente a parte nel caos cittadino; ma c’è un altro universo del racconto, più simbolico ed efficace, quello di cui scrivevo prima: la Genova della madonna e del mare, l’universo al cui vertice compare il padre di Michele - ex marinaio, isolato in una stanza dell’ospizio che ha le fattezze di una claustrofobica sala cinematografica con un acquario come finestra. In questi, lo spettatore esterno,trova il contatto di una narrazione che si smonta,s’ingolfa e s’ingrigisce contagiando lo stesso Michele: nella sintesi marina si sottolinea la deriva dei due eroi, in quell’acquario Michele impara dal padre a leggere l’impassibile sofferenza di Elsa, leggera e volubile come la madonna dell’affresco anche sotto forma di pesce. Qui comincia il climax della storia di Michele, di un racconto fatto di decisa in-azione; ma, per quanto riguarda Elsa? Nel finale del racconto filmico, la donna arriva, spiata dal marito, alla cappella per ammirare il restauro finito. l’intera sequenza sblocca finalmente l’inquadratura, che si fa leggera scivolando sulle ali di un angelo del dipinto per cadere da un’altezza vertiginosa in una metafora visiva,Elsa e Michele/Madonna e Arcangelo.La vischiosità amorfa del racconto ci rende finalmente due personaggi nuovi, visti con distacco eppur distinti,padroni di una nuova identità.

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anonimo892901 mercoledì 12 dicembre 2007
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e bravo antonio!

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