kondor17
|
mercoledì 5 agosto 2015
|
una denuncia a metà
|
|
|
|
Mi piace Linklater e il suo stile narrativo, ma qui fa un pò di confusione. Non ho letto il libro di Schlosser ma la denuncia è monca, perché non sfiora minimamente molti altri aspetti dell'impatto ecologico che la produzione intensiva di carni, soprattutto bovine, ha sull'intero pianeta. In questo film, infatti, vengono messi in risalto principalmente l'aspetto economico e quello igienico-etico, oltre al danno che la globalizzazione imposta dalle lobbie ha causato ai "poveri" cowboy americani, costretti a vendere le bestie a 80 cent al chilo. Niente a confronto al consumo di acqua, alla produzione di gas tossici che alimentano l'effetto serra, al depauperamento dei terreni e alla loro esclusiva destinazione per produzione dei mangimi.
[+]
Mi piace Linklater e il suo stile narrativo, ma qui fa un pò di confusione. Non ho letto il libro di Schlosser ma la denuncia è monca, perché non sfiora minimamente molti altri aspetti dell'impatto ecologico che la produzione intensiva di carni, soprattutto bovine, ha sull'intero pianeta. In questo film, infatti, vengono messi in risalto principalmente l'aspetto economico e quello igienico-etico, oltre al danno che la globalizzazione imposta dalle lobbie ha causato ai "poveri" cowboy americani, costretti a vendere le bestie a 80 cent al chilo. Niente a confronto al consumo di acqua, alla produzione di gas tossici che alimentano l'effetto serra, al depauperamento dei terreni e alla loro esclusiva destinazione per produzione dei mangimi. Solo per citarne alcuni.
Il film ci racconta invece la storia parallela di alcuni clandestini messicani, carne alla carne, di un marketing manager redento inventore d3l big one e della famigerata fabbrica che lo produce. In parallelo un goffo quanto simpatico gruppo di attivisti tenta in qualche modo di fare qualcosa, interrogandosi sul senso della vita e del presente, ma linklater lo conosciamo. Da lui però mi aspettavo sinceramente di più, una critica più approfondita, non limitata magari agli states ma globale. Ottimi gli attori. Voto 6
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
domenica 13 aprile 2014
|
junk food nation
|
|
|
|
Dirigente del marketing di una (immaginaria) catena di fast food viene incaricato di verificare qualità e rispetto delle norme igieniche nella filiera di lavorazione della carne da parte del loro principale fornitore. Il suo viaggio dalla California al Colorado, sede della società di produzione, lo aiuterà a scoperchiare una realtà che ,sotto le apparenze di legalità e rispetto delle regole, cela uno sconvolgente intreccio di contaminazioni alimentari e sfruttamento della manodopera messicana, ma anche le oscure trame di una politica aziendale con cui è meglio non fare i conti.
Dal best seller di Eric Schlosser e da quest'ultimo sceneggiato insieme all'autore, Richard Linklater si misura con un racconto corale che ha il sapore (sintetico?) della docu-fiction senza esserlo veramente, cercando di mettere molta carne al fuoco nella rappresentazione romanzata di una realtà sociale ed economica dove si intrecciano e intersecano le vicende di personaggi (dagli allevatori ai produttori, dai venditori agli esperti di marketing, dai mercanti di schiavi tex-mex alla manodopera 'low price') che ruotano attorno al fiorente mercato di una 'colazione dei campioni' che fa degli Stati Uniti la patria indiscussa di quello stile alimentare che dallo 'junk food' transita insensibilmente verso lo 'shit food'.
[+]
Dirigente del marketing di una (immaginaria) catena di fast food viene incaricato di verificare qualità e rispetto delle norme igieniche nella filiera di lavorazione della carne da parte del loro principale fornitore. Il suo viaggio dalla California al Colorado, sede della società di produzione, lo aiuterà a scoperchiare una realtà che ,sotto le apparenze di legalità e rispetto delle regole, cela uno sconvolgente intreccio di contaminazioni alimentari e sfruttamento della manodopera messicana, ma anche le oscure trame di una politica aziendale con cui è meglio non fare i conti.
Dal best seller di Eric Schlosser e da quest'ultimo sceneggiato insieme all'autore, Richard Linklater si misura con un racconto corale che ha il sapore (sintetico?) della docu-fiction senza esserlo veramente, cercando di mettere molta carne al fuoco nella rappresentazione romanzata di una realtà sociale ed economica dove si intrecciano e intersecano le vicende di personaggi (dagli allevatori ai produttori, dai venditori agli esperti di marketing, dai mercanti di schiavi tex-mex alla manodopera 'low price') che ruotano attorno al fiorente mercato di una 'colazione dei campioni' che fa degli Stati Uniti la patria indiscussa di quello stile alimentare che dallo 'junk food' transita insensibilmente verso lo 'shit food'. A metà tra denuncia civile e dramma sociale, il regista americano evita gli abusati clichè da turgore oratorio del cinema indipendente per la messa in scena di una molteplicità di vicende che, tra ironia e tragedia, si apprezzano per la freschezza del linguaggio e l'efficacia del montaggio facendo viaggiare in parallelo le trasferte 'on the road' tanto di una manodopera poverissima e sfruttata (dai mercanti di carne umana prima e da quelli di carne bovina poi) quanto dei facoltosi manager di una industria dell'alimentazione di massa che dovrebbero garantire qualità del prodotto e rispetto dell'etica lavorativa.
Forse eccessivamente didascalico nell'intreccio di vicende esemplari che restituiscano il quadro di una diffusa illegalità e di tematiche precipue (il traffico umano,lo sfruttamento del lavoro, le frodi alimentari, le strategie di marketing, le politiche ambientali, i compromessi politici e chi più ne ha più ne metta) convince più sul versante narrativo, riuscendo a calare personaggi e situazioni sulla breccia di un convincente realismo psicologico e riportando la questione generale nel dominio indiscusso di una inesorabile strategia della mistificazione quale sconsolata e cinica presa d'atto di un sistema consumistico che risponde al famoso detto che 'se occhio non vede, cuore non duole' e passando allegramente dal 'Big one' al 'Barbecue Big One' che, sebbene contengano merda oltre i valori consentiti, almeno sono cotti a puntino.
Buoni protagonisti (Greg Kinnear e Avril Lavigne su tutti) il film inanella una serie di camei eccellenti da Patricia Arquette a Ethan Hawke, da Bruce Willis a Kris Kristofferson per un film forse sottovalutato e presentato in concorso al Festival di Cannes 2006 insieme al notevole 'A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare', trasposizione fumettistica del capolavoro di P.K.Dick.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
marcos1999
|
venerdì 27 dicembre 2013
|
film di valore,sottovalutato e snobbato dalla crit
|
|
|
|
Ottimo film. Vedere questa pellicola non può che aprire gli occhi con una visione diversa delle cose che ci stanno attorno. Ben interpretato, ottimamente diretto, scorrevole e poco retorico (molto meno di mille altre baggianate spacciate come colossal). Indegna è stata la distribuzione in Italia, pare quasi boicottato. Vedere per credere.
|
|
[+] lascia un commento a marcos1999 »
[ - ] lascia un commento a marcos1999 »
|
|
d'accordo? |
|
sinkro
|
domenica 26 dicembre 2010
|
parliamo di quello che ci sta dietro
|
|
|
|
Ecco una ulteriore buona ragione per diventare vegetariano.
Di seguito alcune cose che il film non dice:
22kg di cibo per un kg di carne. 22kg sfamano 5 persone per un mese.
33% del pianeta utilazzato per allevare bovini. IL MAGGIOR INQUINANTE AL MONDO (Gas, liquami, feci, parti non edibili e inquinanti)
Con un consumo di carne che si è decuplicato negli ultimi 20 i casi di tumore al colon battono i tumori causati dal fumo.
Meno carne = Più salute = Meno spesa per la sanità pubblica = più soldi per altre spese.
Meno carne = Meno inquinamento
E a livello etico non c'è che dire.
Speriamo che film del genere vi aprano gli occhi.
GO VEG!
|
|
[+] lascia un commento a sinkro »
[ - ] lascia un commento a sinkro »
|
|
d'accordo? |
|
lucido71
|
martedì 2 novembre 2010
|
doveva/poteva esser fatto meglio
|
|
|
|
credevo di trovarmi di fronte ad una gran bella denuncia, ben confezionata e dettagliata, alla Moore tanto x intenderci, ma devo dire che purtroppo sono rimasto deciamente deluso. I gravi problemi vengono solo in parte affrontati, cosi come certi "pericolosi discorsi".. mi aspettavo sicuramente qualcosa in più, xché questa pellicola, resta come un hamburger mezzo crudo e mezzo cotto... inutili le comparse di LaVigne e di Willis. Su internet, si trovano filmati più corti e meglio realizzati che aiutano a capire molto neglio la vera Fast Food Nation Global.
|
|
[+] lascia un commento a lucido71 »
[ - ] lascia un commento a lucido71 »
|
|
d'accordo? |
|
francescol82
|
domenica 24 ottobre 2010
|
interessante ma poteva essere fatto meglio
|
|
|
|
Due gravi problemi dei giorni nostri vengono trattati in questo film, il primo è quello degli immigrati clandestini sfruttati dalle grosse aziende - in questo caso messicani impiegati nei macelli - le quali approfittano dell'estremo bisogno di queste persone facendole lavorare in condizioni disumane, il secondo argomento trattato é quello delle cattive abitudini alimentari di tutti noi legate alla diffusione dei fast food che a prezzi stracciati vendono panini appetitosi ma contenenti le sostanze peggiori che si possano ingurgitare.
Senz'altro un film originale ma con troppe scene inutili e dialoghi troppo lunghi, per conoscere meglio cosa si cela dietro le grosse catene di f.
[+]
Due gravi problemi dei giorni nostri vengono trattati in questo film, il primo è quello degli immigrati clandestini sfruttati dalle grosse aziende - in questo caso messicani impiegati nei macelli - le quali approfittano dell'estremo bisogno di queste persone facendole lavorare in condizioni disumane, il secondo argomento trattato é quello delle cattive abitudini alimentari di tutti noi legate alla diffusione dei fast food che a prezzi stracciati vendono panini appetitosi ma contenenti le sostanze peggiori che si possano ingurgitare.
Senz'altro un film originale ma con troppe scene inutili e dialoghi troppo lunghi, per conoscere meglio cosa si cela dietro le grosse catene di f.f. ho trovato decisamente più interessante super size me. Inutile la partecipazione di Bruce Willis.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francescol82 »
[ - ] lascia un commento a francescol82 »
|
|
d'accordo? |
|
rescart
|
domenica 6 giugno 2010
|
cala la maschera sul sogno americano
|
|
|
|
Contro ogni ipocrisia. A partire da quella degli incensatori dei fast food, che avrebbero permesso a tutti l'accesso a un pasto a base di carne a prezzi stracciati. Fino a quella dei movimenti animalisti che pretenderebbero di importare un modello ascetico di matrice induista che poggia la sua forza solo sulla truculenza delle immagini di macellazione, documentate nel film con dovizia di particolari. Richard Linkater non si smentisce e lancia senza mezzi termini il suo monito per mettere in guardia chi dipinge un'America a stelle e strisce luccicante, capace di attirare dal Messico migliaia di immigrati clandestini, che rischiano la vita per inseguirne il sogno.
|
|
[+] lascia un commento a rescart »
[ - ] lascia un commento a rescart »
|
|
d'accordo? |
|
kaspar.hauser
|
sabato 5 giugno 2010
|
dimenticanza
|
|
|
|
Nel cast non compare Bruce Willis
[+] neanche in pulp fiction
(di rescart)
[ - ] neanche in pulp fiction
|
|
[+] lascia un commento a kaspar.hauser »
[ - ] lascia un commento a kaspar.hauser »
|
|
d'accordo? |
|
hatecraft
|
mercoledì 24 marzo 2010
|
there's shit in the meat.
|
|
|
|
Da grande regista quale è Linklater, ne viene fuori una pellicola di lucida denuncia condita in salsa piccante, che raggiunge il suo scopo narrando la vicenda attraverso personaggi tratteggiati col lapis, e le musiche sospese dei Friends of Dean Martinez. Il piatto è servito.
|
|
[+] lascia un commento a hatecraft »
[ - ] lascia un commento a hatecraft »
|
|
d'accordo? |
|
nalduz12
|
sabato 27 giugno 2009
|
pesante, ma interessante
|
|
|
|
Ammetto che ho incontrato qualche difficoltà a vederlo tutto, in quanto molto lento e pesante da vedere (o digerire visto il film in questione), ma film parecchio interessante da vedere anche se certe parti mi sembrano un pò pacchiane e scontate, tipo la sgridata perchè mette della carne buona in mezzo a quella che fa a costituire il panino finale
|
|
[+] lascia un commento a nalduz12 »
[ - ] lascia un commento a nalduz12 »
|
|
d'accordo? |
|
|