patatas_fritas
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venerdì 24 marzo 2006
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non è per tutti!
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Non credo che sia un film "da evitare" piuttosto dire che non è un film per tutti, perchè non tutti possiedo l'intelligenza (e la sensibilità) per capire cosa c'è "dietro" il protagonista, il quale rappresenta, in maniera esemplare, il dramma dell'uomo moderno che, pur essendo circondato di gente, si sente solo ed insicuro.
Sono d'accordo nel fatto che non è uno dei migliori film che ci sono nelle sale, ne molto meno divertente, ma presenta un'analisi psicologica del personagio molto interessante, credo che il film soltanto può essere analizzato da questo punto di vista.
"L'uomo delle previsioni" non è altro che una nullità, un uomo che non è capace di credere in se stesso dovuto, in gran parte, ai traumi che il suo freddo padre ha generato in lui.
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Non credo che sia un film "da evitare" piuttosto dire che non è un film per tutti, perchè non tutti possiedo l'intelligenza (e la sensibilità) per capire cosa c'è "dietro" il protagonista, il quale rappresenta, in maniera esemplare, il dramma dell'uomo moderno che, pur essendo circondato di gente, si sente solo ed insicuro.
Sono d'accordo nel fatto che non è uno dei migliori film che ci sono nelle sale, ne molto meno divertente, ma presenta un'analisi psicologica del personagio molto interessante, credo che il film soltanto può essere analizzato da questo punto di vista.
"L'uomo delle previsioni" non è altro che una nullità, un uomo che non è capace di credere in se stesso dovuto, in gran parte, ai traumi che il suo freddo padre ha generato in lui.
Sicuramente la mia "recensione" è molto riduttiva, ma in ogni modo credo di essere stata chiara.
Chi dice che il film "non trasmette nulla" è perchè non l'ha capito, ma insisto...non è un film per tutti.
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andre
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lunedì 23 luglio 2007
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sorprendente
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Malgrado il giudizio espresso dalla critica,considero questo uno dei migliori film di Verbinski, nonchè una delle più coinvolgenti "commedie" degli ultimi anni. Si tratta infatti di una pellicola capace di denunciare una società fittizia, fatta di falsità e apparenza. Splendido dunque il ritratto di un uomo all'apparenza famoso, e quindi di una persona "benestante", una di quelle cui si chiede l'autografo. Ebbene, la vita di questo meteorologo è in realtà una sofferenza, una spirale di delusioni e di sconfitte, tra le quali, perenne, c'è quella con il padre, interpretato da un grande Michael Caine: scrittore di successo e vincitore del premio Pulitzer. Cage, strepitoso nell'interpretare un emarginato della società, è schiacciato dalla figura paterna, ma anche dal rapporto con l'ex-moglie e con la figlia; ogni tanto, poi, viene colpito da lattine, polli, panini, hamburgers.
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Malgrado il giudizio espresso dalla critica,considero questo uno dei migliori film di Verbinski, nonchè una delle più coinvolgenti "commedie" degli ultimi anni. Si tratta infatti di una pellicola capace di denunciare una società fittizia, fatta di falsità e apparenza. Splendido dunque il ritratto di un uomo all'apparenza famoso, e quindi di una persona "benestante", una di quelle cui si chiede l'autografo. Ebbene, la vita di questo meteorologo è in realtà una sofferenza, una spirale di delusioni e di sconfitte, tra le quali, perenne, c'è quella con il padre, interpretato da un grande Michael Caine: scrittore di successo e vincitore del premio Pulitzer. Cage, strepitoso nell'interpretare un emarginato della società, è schiacciato dalla figura paterna, ma anche dal rapporto con l'ex-moglie e con la figlia; ogni tanto, poi, viene colpito da lattine, polli, panini, hamburgers... Tutto questo non deve però compromettere la sua resa televisiva: ecco allora che, davanti alle telecamere, dominano sorrisi e belle espressioni, quasi come se quello mediatico fosse un mondo a parte, quasi teatrale, in cui ognuno recita una parte ben definita, a prescindere dagli effettivi stati d'animo. Bellissima, inoltre, la fotografia di una Chicago inospitale, che fa inevitabilmente da sfondo alle grottesche vicende di un Nicolas Cage che avrebbe forse meritato l'Oscar.
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zio ringhio
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martedì 1 agosto 2006
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cage the weatherman
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Grandiosa interpretazione di Nicholas Cage in questo film tragi-comico, che illustra il lato positivo e negativo dell'American Dream. Pur non essendo uno dei film più divertenti degli ultimi tempi, è una profondissima analisi della vita in generale. In questo caso l'uomo delle previsioni rappresenta l'insicurezza, l'illusione, e alle volte il fallimento o le piccole gioie dell'essere umano, e della vita. Verbinski realizza un ottimo film, quasi una "commedia noir", molto profonda e toccante.
[+] ma si portasse il vento a lui!!
(di pà)
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darko
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domenica 5 marzo 2006
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tragicommedia sul disturbo del vivere
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Per certi versi The Weather Man – L’uomo delle previsioni sembra legato inevitabilmente da un fil-rouge ad altri film importanti dell’ultimo decennio. Mi riferisco ad American Beauty con Kevin Spacey, A proposito di Schmidt con Jack Nicholson e altri film di minor rilievo ma comunque eccellenti (tanto per dirne uno, Lost in Translation). Gli elementi in comune sono proprio la lotta affannosa e inutile dell’uomo moderno in un mondo che minaccia e corrode e i protagonisti che ormai si rivolgono al pubblico quasi sempre tramite la tecnica della voce extradiegetica, che riveste ruolo di narratrice oppure di semplice trasposizione dei loro pensieri. L’uomo, che sia Spacey, Nicholson, Bill Murray o Nicholas Cage, si sente comunque fuori posto nella società, un po’ depresso e ingenuo, in certi casi senza lavoro, con aggiunta di problemi relazionali in famiglia, insomma un «outsider».
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Per certi versi The Weather Man – L’uomo delle previsioni sembra legato inevitabilmente da un fil-rouge ad altri film importanti dell’ultimo decennio. Mi riferisco ad American Beauty con Kevin Spacey, A proposito di Schmidt con Jack Nicholson e altri film di minor rilievo ma comunque eccellenti (tanto per dirne uno, Lost in Translation). Gli elementi in comune sono proprio la lotta affannosa e inutile dell’uomo moderno in un mondo che minaccia e corrode e i protagonisti che ormai si rivolgono al pubblico quasi sempre tramite la tecnica della voce extradiegetica, che riveste ruolo di narratrice oppure di semplice trasposizione dei loro pensieri. L’uomo, che sia Spacey, Nicholson, Bill Murray o Nicholas Cage, si sente comunque fuori posto nella società, un po’ depresso e ingenuo, in certi casi senza lavoro, con aggiunta di problemi relazionali in famiglia, insomma un «outsider». Nel nuovo film fra commedia e dramma di Gore Verbinski, regista del blockbuster disneyano La maledizione della prima luna e del japan-remake The Ring, David Spritz (un Nicholas Cage pacato e al contempo vibratile) ha divorziato con la moglie (Hope Davis), la quale convive con i loro due figli e Russ, l’uomo con il quale è decisa a risposarsi… La figlia dodicenne Shelley (Gemmenne De La Penha) è incompresa e corpulenta, mentre il figlio più grande Mike (Nicholas Hoult) per solamente qualche spinello è stato mandato in un programma d’aiuto psicologico e adesso riceve fin troppe attenzioni dal proprio terapeuta (Gil Bellows), il quale più che un aiuto si presenta come un’insidia che smania per il desiderio di possedere il ragazzo – gli scatta foto senza maglietta con la scusa di paragonare nel tempo la sua massa muscolare, gli offre soldi e regali in continuazione per conquistarsi la sua benevolenza.
Poi c’è il padre dell’uomo delle previsioni, interpretato dal colossale Michael Caine, al contrario del figlio è evidentemente un uomo che ha avuto successo come lui, ma che ha anche un grande senso del reale e che di conseguenza è riuscito a realizzare le proprie passioni e interessi in quanto è apprezzato giornalista e romanziere, vincitore addirittura del premio Pulitzer. All’ombra del proprio lavoro di meteorologo in tv, che fra l’altro conduce in modo soddisfacente sorridendo sempre in modo giusto alle telecamera degli studi televisivi, Nick Cage interpreta il ruolo di un uomo che in realtà è assolutamente insoddisfatto di tutto. Non appena esce da lavoro è perseguitato da un senso d’inadeguatezza e di – diciamolo pure – sfiga, specie coi familiari o chi lo riconosce per strada prendendolo quasi sempre per bersaglio di lanci di bibite e cibi da fast-food.
David ha scritto un romanzo, che la moglie non apprezza e bolla come fantascienza quando evidentemente non trattasi di tale genere, che poi cancellerà dalla memoria del computer in un momento di disperazione e irrazionalità.
Il padre, Caine, è per lui un punto di riferimento e i due non sembrano mai essere veramente in lotta, seppur negli occhi del vecchio si legge una certa delusione... La sua figura è comunque quella di mentore affetuoso che dà consigli concreti, il figlio Cage opera di conseguenza secondo gli ordini, ma mai senza successo. Alla fine si renderà conto proprio grazie al padre che dalla vita si pretende sempre troppo. David ha già tutto ciò che gli serve, un lavoro redditizio (che però non lo soddisfa personalmente), la salute e un buon rapporto coi figli (che però alla fine vedrà solo durante i weekend dato che cambia città trasferendosi da Chicago a New York). Non si può pretendere tanto, la vita è un sacrificio, la facilità non è compresa nel mondo degli adulti: questo è il monito del padre, che morirà presto a causa di un linfoma.. Si terrà però una cerimonia funebre per parlare con il morto quando è ancora in vita. Insomma, come nel film di Payne A proposito di Schmidt a regnare non è la compattezza degli episodi e degli eventi, ma il disordine, l’assurdità e la stravaganza di essi. Il tutto suggellato da un tono altamente caustico che rivela e accentua in modo feroce il distubo del vivere, specie nel continente scoperto da Colombo. Tutto questo, Verbinski lo mette in atto benissimo senza mezze misure demolendo definitivamente il sogno americano (forse questo è il motivo della accoglienza poco calorosa nelle sale statunitensi). Degne di nota la regia, che in molte occasioni riprende gli spazi in ampi quadri che mai lasciano dominare gli attori come in un kolossal, e la direzione della fotografia dai toni lividi e plumbei con illuminazione d’interni a tratti estraniante. Il film è stato infatti a un passo così da avere la nomination per miglior fotografia agli Oscar, che ci saranno stasera. Alla fine la nomination se l’è beccata il film di George Clooney Goodnight, and Good luck! ma The Weather Man è una gemma di film che fa procedere in avanti positivamente il cinema-pensiero americano, ma anche la carriera di Cage, che per un bel po’ di tempo ha sofferto decisamente un certo declino.
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(di mauro)
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sarakey.s
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sabato 28 luglio 2007
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nulla è cambiato
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ho visto il film ieri sera e oggi mi sono letta alcune recensioni. su molte cose posso essere concorde, ma di base ho ricavato un altro messaggio da questo film. per l'intera durata del film uno si aspetta che succeda qualcosa, che cambi qualcosa. non so: che il suo libro diventi un successo letterario, che sua moglie gli dica che lo ama ancora, che sua figli dimagrisca di botto. e invece niente. ed è questo che ho amato di questo film. mi ha detto chiaro e tondo che la vita non è per forza realizzare grandi imprese, una famiglia perfetta, un genitore che ti dica che è orgoglioso di te ogni 10 minuti. che non piove così forte se porti l'ombrello!
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leo pellegrini
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sabato 8 aprile 2006
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l'american dream in crisi irreversibile
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Che la famiglia nella nostra società non se la passi troppo bene lo avevamo già visto (e l’elenco potrebbe essere infinito) in Family life di Ken Loach, in Happiness di Todd Solondz, in Tempesta di ghiaccio di Ang Lee, in American Beauty di Sam Mendes: e soprattutto quest’ultimo film viene alla mente assistendo alla visione di The weather man (benché manchino il sarcasmo e la ferocia che caratterizzavano l’opera premiata con cinque Oscar nel 2000).
La corrente stagione cinematografica mostra il rinnovato impegno della cinematografia americana. Non solo si mettono in discussione la politica statunitense e il suo ruolo sullo scenario mondiale ma si afferma a chiare note come la vita nella Superpotenza non sia più la stessa.
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Che la famiglia nella nostra società non se la passi troppo bene lo avevamo già visto (e l’elenco potrebbe essere infinito) in Family life di Ken Loach, in Happiness di Todd Solondz, in Tempesta di ghiaccio di Ang Lee, in American Beauty di Sam Mendes: e soprattutto quest’ultimo film viene alla mente assistendo alla visione di The weather man (benché manchino il sarcasmo e la ferocia che caratterizzavano l’opera premiata con cinque Oscar nel 2000).
La corrente stagione cinematografica mostra il rinnovato impegno della cinematografia americana. Non solo si mettono in discussione la politica statunitense e il suo ruolo sullo scenario mondiale ma si afferma a chiare note come la vita nella Superpotenza non sia più la stessa.
L’american dream sembra entrato in crisi irreversibile e un malessere sotterraneo appare ormai parte integrante di una società in cui tutti si mostrano insoddisfatti della loro vita (e questo nonostante i traguardi raggiunti e gli agi della ricchezza).
In America si vive male, insomma: questo il messaggio del film che denuncia senza mezzi termini l’irrisorietà e la superficialità del mito del successo e di una società che si ostina a propagandare questo come valore sommo e unico, un società in cui ogni individuo ha la drammatica necessità di emergere, una società che vede nella realizzazione personale l’unico riferimento valido per la misura di un uomo.
Il protagonista è l'uomo delle previsioni. Chiara la metafora: come il tempo, la vita è imprevedibile. “Tutte le persone che avrei potuto essere –dice la voce fuori campo- si sono assottigliate e alla fine si sono ridotte ad una sola ed è quello che sono: l’uomo delle previsioni”. Un prodotto consumato velocemente, che può essere anche buttato via: come il cibo dei fast food, perennemente presente.
Una commedia (amara e intimista, a volte surreale e imprevedibile) giocata nei modi del monologo interiore, una trama che poteva facilmente sbracare in continue gag fini a se stesse e che invece costituisce un perfetto equilibrio di dramma humour e grottesco. E ciò grazie anche a una sceneggiatura di notevole profondità, dovuta all’esordiente Steven Conrad (anche coproduttore) e a una regia priva di qualsiasi forma di autocompiacimento: un regia lineare e sottotono a completo servizio del racconto e degli interpreti.
Interpreti da applaudire tutti senza riserve.
Nicolas Cage, dopo l’infortunio del pessimo Lord of War, ritorna ad essere il grande interprete che avevamo incondizionatamente lodato ne Il ladro di orchidee: una performance stilizzata, essenziale, senza sbavature, perfetta sia nell’esprimere il pathos che l’humour (basta vedere il contrasto tra lo sguardo di perenne afflizione e l’entusiasmo simulato nelle apparizioni televisive).
Michael Caine è semplicemente immenso e meriterebbe tutti i premi cinematografici della corrente stagione, un maestro nell’arte di mantenere fisso lo sguardo senza alcun battito di ciglia ed esprimere al contempo mille emozioni.
Da lodare infine la fotografia (piatta livida grigiastra, aderente al massimo alla narrazione) e la bellissima colonna musicale di Hans Zimmer, un misto di note reggae e di elettronica funzionale come raramente accade.
Il film di Gore Verbinski (che mostra di essere un regista assolutamente poliedrico, passato dalla commedia di Un topolino sotto sfratto, all'horror di The Ring, al fantasy de La maledizione della prima luna) è in definitiva un lavoro che manda certamente un messaggio non consolatorio ma spinge intelligentemente lo spettatore a mettersi in gioco (rinnovando così la tradizione del cinema che preferiamo: quello che non ci costringe a lasciare a casa il cervello).
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[+] bella la recenzione
(di noisemaker_85)
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giorpost
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venerdì 4 dicembre 2015
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leggera ma intensa opera con 2 ottimi cage & cane
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The weather man (USA, 2005) racconta la vita di David Spritz, uomo delle previsioni del tempo di una tv dell' Illinois, personaggio dal cognome fasullo e un lavoro ben pagato che gli offre notorietà, donne e qualche privilegio ma che per strada scatena spesso l' invidia e la rabbia dei passanti che sovente gli lanciano addosso avanzi di cibo da fast food o lo insultano a cospetto della sua riluttanza a firmare autografi.
Dietro l' apparente successo si celano però un disastroso divorzio da Noreen, avvenuto a causa della sua superficialità, la fallimentare gestione dei due figli (Mike e Shally) investiti da problematiche adolescenziali e, sullo sfondo, il padre Robert, facoltoso e stimato scrittore dai giudizi severi verso quell' erede che ha realizzato immeritatamente una parvenza di sogno americano, seppur incompiuto.
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The weather man (USA, 2005) racconta la vita di David Spritz, uomo delle previsioni del tempo di una tv dell' Illinois, personaggio dal cognome fasullo e un lavoro ben pagato che gli offre notorietà, donne e qualche privilegio ma che per strada scatena spesso l' invidia e la rabbia dei passanti che sovente gli lanciano addosso avanzi di cibo da fast food o lo insultano a cospetto della sua riluttanza a firmare autografi.
Dietro l' apparente successo si celano però un disastroso divorzio da Noreen, avvenuto a causa della sua superficialità, la fallimentare gestione dei due figli (Mike e Shally) investiti da problematiche adolescenziali e, sullo sfondo, il padre Robert, facoltoso e stimato scrittore dai giudizi severi verso quell' erede che ha realizzato immeritatamente una parvenza di sogno americano, seppur incompiuto.
David cerca in ogni modo di ricomporre i cocci, riconquistare la fiducia del genitore, rimettere in sesto le vite dei figli e provando, perché no, anche a riprendersi l' ex moglie che ancora ama, ma la sua atavica insicurezza influisce fortemente sul suo progetto; proprio al culmine del suo sforzo (accetta persino di frequentare un seminario con Noreen) riceve la notizia che suo padre, al quale è comunque molto legato in quanto suo unico vero punto di riferimento, sta per morire.
Spritz necessita più che mai di un appiglio e lo trova grazie a Shally, che spinge involontariamente il papà ad imparare il tiro con l' arco, una disciplina che assume i contorni di una parabola della sua esistenza nella quale ritroverà il centro, consentendogli di assumere maggior consapevolezza e abbandonare quella "vita da fast food" vissuta fino a quel momento. Il rapporto con i figli e con il padre andrà sempre più intensificandosi e proprio tra lui e Robert possiamo assistere alla scena più bella del film quando, in macchina, il padre chiede lumi sulla scelta del figlio di dedicargli Like a Rock di Bob Seger al suo funerale "da vivo" e durante la quale Caine pronuncia una frase che riassume il senso della pellicola.
Nicolas Cage sforna una delle sue tipiche performance basate su quello sguardo da americano medio disilluso in cerca di riscatto, riuscendo nell' intento e dando vita ad un personaggio asciutto e un tantino cupo che mostra i suoi famigerati denti sporgenti (che l' hanno reso famoso) in pochissimi frame: Spritz risulta essere una via di mezzo tra il Ben di Via da Las Vegas e il Jack di The family man. Ma rispetto al passato Nicolas è spalleggiato da un maestro della recitazione, Michael Caine, praticamente perfetto nel ruolo dell' elegante e serioso padre che non disdegna utili consigli e frasi ad effetto che portano, spesso, i loro azzeccatissimi dialoghi sul piano della commedia nera, il tutto ben sorretto da belle inquadrature di Chicago prima e di New York poi.
Il sogno di David resterà incompiuto in quanto avrà ancor più successo sul lavoro, ma dovrà rinunciare a qualcosa in cui aveva fortemente creduto.
Un soggetto discreto, una buona regia di Verbinski e due attori di calibro internazionale.
Voto: 7
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alberto pezzi
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venerdì 7 agosto 2015
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sontuoso
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COSA NE PENSO?? STRAORDINARIO. FILM BELLISSIMO, UNA FOTOGRAFIA DI CIASCUNO DI NOI. PARTIAMO DAL RAPPORTO PADRE-FIGLIO. IO STESSO DEVO DIMOSTRARE TUTTI I GIORNI AL MIO PAPA’ DI NON ESSERE UN FALLITO. POI I TENTATIVI, I CONTINUI SFORZI, ATTI A RADDRIZZARE SITUAZIONI CHE IN REALTA’ NON SI POSSONO PIU’ MODIFICARE, CHE IL DESTINO ORMAI HA GIA’ SCRITTO. E POI LA VERGOGNA DI ESSERE SE STESSI PER QUELLO CHE SI E’. UN FILM FANTASTICO, PIENO DI COLPI DI SCENA, DRAMMATICO, COMICO, PROFONDO E DIRETTO, RICCO DI UMANITA’. E POI UN CAST ECCEZIONALE. NICHOLAS CAGE SI CONFERMA UNO DEGLI ATTORI PIU’ FORTI A QUESTO MONDO, MICHAEL CANE UN GIGANTE. E POI LA REGIA DI GORE VERBINSKI, STUPEFACENTE, CAPACE DI SALTARE DA “THE RING” A “JACK SPARROW” E POI DI DIRIGERE QUESTO CAPOLAVORO.
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COSA NE PENSO?? STRAORDINARIO. FILM BELLISSIMO, UNA FOTOGRAFIA DI CIASCUNO DI NOI. PARTIAMO DAL RAPPORTO PADRE-FIGLIO. IO STESSO DEVO DIMOSTRARE TUTTI I GIORNI AL MIO PAPA’ DI NON ESSERE UN FALLITO. POI I TENTATIVI, I CONTINUI SFORZI, ATTI A RADDRIZZARE SITUAZIONI CHE IN REALTA’ NON SI POSSONO PIU’ MODIFICARE, CHE IL DESTINO ORMAI HA GIA’ SCRITTO. E POI LA VERGOGNA DI ESSERE SE STESSI PER QUELLO CHE SI E’. UN FILM FANTASTICO, PIENO DI COLPI DI SCENA, DRAMMATICO, COMICO, PROFONDO E DIRETTO, RICCO DI UMANITA’. E POI UN CAST ECCEZIONALE. NICHOLAS CAGE SI CONFERMA UNO DEGLI ATTORI PIU’ FORTI A QUESTO MONDO, MICHAEL CANE UN GIGANTE. E POI LA REGIA DI GORE VERBINSKI, STUPEFACENTE, CAPACE DI SALTARE DA “THE RING” A “JACK SPARROW” E POI DI DIRIGERE QUESTO CAPOLAVORO. CI SONO MOLTI MESSAGGI LANCIATI DA QUESTA PELLICOLA, PENSO CHE CIASCUNO DI NOI POSSA IDENTIFICARSI IN UNO DI ESSI. CAGE COMUNQUE SONTUOSO. PER CHI NON LO HA VISTO, POSSO CONSIGLIARLO. NON PERDETEVELO.
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noisemaker_85
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mercoledì 4 ottobre 2006
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il vento è come la vita... imprevedibile
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Immaginate di svegliarvi a quarant'anni, totalmente immersi nella vostra vita, con un lavoro non impegnativo e molto remunerativo che apre possibilità proibite alla gente comune, sembrerebbe perfetto. Metteteci anche un divorzio alle spalle, un pessimo rapporto con la vostra ex moglie, due figli infelici e incompresi dalla società dove vivono e un padre famosissimo che a vostro parere vi ritiene un fallimento. Non è più cosi perfetto ora.
presa coscenza di questo riflettete sulla vostra vita, chiedetevi che cosa avete fatto per meritarla e come correggere ciò che secondo voi è sbagliato.
L'anima di questo film è tutta qui.
David Spritz (Nicholas Cage) è proprio la persona sopra descritta, un giornalista, più precisamente "luomo delle previsioni", non famosissimo ma conosciuto, una persona mediocre, anche se non marcia, un cattivo padre anche se non pessimo, una persona che si rende conto che la sua vita non se l'è guadagnata, "è stato il vento, che imprevedibile com'è gli ha consegnato una vita agiata".
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Immaginate di svegliarvi a quarant'anni, totalmente immersi nella vostra vita, con un lavoro non impegnativo e molto remunerativo che apre possibilità proibite alla gente comune, sembrerebbe perfetto. Metteteci anche un divorzio alle spalle, un pessimo rapporto con la vostra ex moglie, due figli infelici e incompresi dalla società dove vivono e un padre famosissimo che a vostro parere vi ritiene un fallimento. Non è più cosi perfetto ora.
presa coscenza di questo riflettete sulla vostra vita, chiedetevi che cosa avete fatto per meritarla e come correggere ciò che secondo voi è sbagliato.
L'anima di questo film è tutta qui.
David Spritz (Nicholas Cage) è proprio la persona sopra descritta, un giornalista, più precisamente "luomo delle previsioni", non famosissimo ma conosciuto, una persona mediocre, anche se non marcia, un cattivo padre anche se non pessimo, una persona che si rende conto che la sua vita non se l'è guadagnata, "è stato il vento, che imprevedibile com'è gli ha consegnato una vita agiata".
David, vede la sua vita scorrere, e focalizza sempre di più la sua incapacità di godersela, di prenderla per il guinzaglio e la vive come un'ombra grigia.
Il film non si sviluppa con una trama coinvolgente, come un film d'azione, sembrerebbe un film comico, ma di una comicità amara, è semplicemente uno stralcio di vita di una persona, totalmente lineare nel suo svolgimento, grigio come l'ombra che ne è protagonista.
David tenta invano di aggiustare la sua situazione, perchè la sua vita oramai ha preso la sua strada, e alla fine del film ci si rende conto che è il vento a decidere più che noi, Dave non può far altro che rimpiangere cio che poteva essere. Citando una frase dello stesso Dave, egli afferma che all'inizio del suo viaggio, sarebbe potuto essere tante persone e camminando queste persone si sono ridotte e ridotte fino ad arrivare ad essere una persona sola... "L'uomo delle previsioni".
Film del genere sono preziosi, perchè la vita non si cambia facilmente e se come David Spritz ci si accorge tardi che le cose non vanno come avresti voluto, si può solo rimpiangere quello che è stato. Il buonismo non trova spazio in questo film, forse esageratamente, ma va bene cosi, perchè la visione cosi crudele che Verbinski da della vita serve solo a far riflettere noi, e farci piangere lacrime amare, ma forse nella vita reale le cose si possono cambiare anche se come dice il padre di David "La cosa più giusta da fare e la cosa più difficile, spesso sono la stessa cosa".
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antonello villani
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mercoledì 8 marzo 2006
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le previsioni del tempo di nicholas cage
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In un paese ossessionato da piogge e tempeste di neve, le previsioni del tempo sono un autentico business. Non per lo sfigato Dave Spritz, un quarantenne in odore di bilanci, a cui la vita ha riservato molte sorprese: separato, due figli problematici e un padre malato terminale. Commedia amara dove il sogno americano non trova facile realizzazione, “The Weather Man” è un film algido come il ghiaccio che copre la città sul lago Michigan, una storia che stenta a decollare anche con attori del calibro di Nicholas Cage e Michael Caine. Il regista Gore Verbinski non trova la freschezza narrativa de “La maledizione della prima luna”, affida ad un Cage mezzo addormentato il difficile compito di mostrare fallimenti e successi di un uomo in piena crisi esistenziale.
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In un paese ossessionato da piogge e tempeste di neve, le previsioni del tempo sono un autentico business. Non per lo sfigato Dave Spritz, un quarantenne in odore di bilanci, a cui la vita ha riservato molte sorprese: separato, due figli problematici e un padre malato terminale. Commedia amara dove il sogno americano non trova facile realizzazione, “The Weather Man” è un film algido come il ghiaccio che copre la città sul lago Michigan, una storia che stenta a decollare anche con attori del calibro di Nicholas Cage e Michael Caine. Il regista Gore Verbinski non trova la freschezza narrativa de “La maledizione della prima luna”, affida ad un Cage mezzo addormentato il difficile compito di mostrare fallimenti e successi di un uomo in piena crisi esistenziale. A metà strada tra “Lost in Traslation” –almeno per ritmo e trama- e “The Family Man” –è giusto sacrificare la famiglia per il successo?- con un occhio a “To Die For” –lì c’era Nicole Kidman a leggere le previsioni del tempo-, “The Weather Man” è una commedia che vuole riflettere sul senso della vita proprio quando la vita sembra sfuggirci di mano, uno spaccato della civiltà mediatica dove il diktat è “non sei veramente qualcuno, se non compari in Tv”. Nicholas Cage si “sveglia” dal lungo torpore ritrovando la fiducia in se stesso dopo aver perso buona parte delle sue certezze; Michael Caine, nel ruolo del Premio Pulitzer che ha cenato con il Presidente Carter, ritroverà il figlio combattendo una malattia incurabile. In questo dramma familiare Verbinski ci mette pure una ragazzina con tanti complessi e un adolescente affidato ai servizi sociali ma al suo film, seppur interessante, sembra mancare qualcosa. Come dire: tutto a posto e niente in ordine.
Antonello Villani
(Salerno)
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