leo
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giovedì 12 giugno 2008
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film mediano
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Un film abbastanza noioso, che si riprende circa nella parte finale, basato su una storia che fa rabbrividire e riflettere. comunque da vedere.
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(di francesco2)
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mrs hide
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sabato 3 maggio 2008
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beata la spagna
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Beata la Spagna che ha registi così interessanti e diversi. Isabel Coixet dà ragione a Zapatero, che mette a capo delle forze armate una donna incinta di sette mesi. Un film perfetto o quasi. Due attori al meglio, una storia che aiuta a non dimenticare senza l'uso di effettaci. Mi ha fatto ricordare perché ho smesso di andare in Croazia, dove passavo tutte le estati: temevo di domandarmi se il giovane cameriere di turno fosse stato uno sgozzatore e uno stupratore. Ma per tornare al film, effettivamente non sembra un film spagnolo o di una donna. Il che in termini cinematografici non significa niente, perché non c'è aumento o diminuzione di valore, ma mi piace essere spiazzata, dà più sapore alle cose.
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Beata la Spagna che ha registi così interessanti e diversi. Isabel Coixet dà ragione a Zapatero, che mette a capo delle forze armate una donna incinta di sette mesi. Un film perfetto o quasi. Due attori al meglio, una storia che aiuta a non dimenticare senza l'uso di effettaci. Mi ha fatto ricordare perché ho smesso di andare in Croazia, dove passavo tutte le estati: temevo di domandarmi se il giovane cameriere di turno fosse stato uno sgozzatore e uno stupratore. Ma per tornare al film, effettivamente non sembra un film spagnolo o di una donna. Il che in termini cinematografici non significa niente, perché non c'è aumento o diminuzione di valore, ma mi piace essere spiazzata, dà più sapore alle cose. Coixet sfiora, ma non superficialmente, tanti temi, senza mai essere banale: la vita in fabbrica, la vita su una piattaforma offshore, la famiglia, l'etica, il rapporto del malato con il corpo sofferente e il pudore, la sindrome del sopravissuto. I comprimari divertenti (l'oca, il cuoco, i gay, il basilico...)non sono fini a se stessi, proprio come succede in un giardino ben progettato, che non vedi mai in un solo colpo d'occhio, e dove tutto si tiene in un gioco di corrispondenze: la svolta del sentiero, l'apertura nella siepe su un'altra vista, il ciliegio fiorito in mezzo a un prato, la scultura che accentua un punto focale, la panca per fermarsi a guardare, ecc., non distraggono, anzi sollecitano l'interesse per quel che vien dopo. L'unico difetto: la voce fuori campo, del tutto inutile e che rovina il finale. "Imparerò a nuotare": avrebbe dovuto finire lì. Inoltre era molto irritante che la vocetta avesse il timbro infantile. Immagino che non sia stato una decisione del doppiaggio, spero almeno che non si arrivi a tanto...
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[+] se non hai capito la vocina fuori campo....
(di angieangie)
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ale
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lunedì 17 dicembre 2007
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segreti da non dimenticare
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Si dice che sia un film didascalico ma penso che il voler specificare bene numeri e dati sulla dimenticata tragedia balcanica sia una scelta voluta e forzata della Coixet forse a scapito della trama sempre lieve ma trovo giusto l'iirrompere di cifre che gridano ricordate.
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flake
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venerdì 14 settembre 2007
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la sofferenza è un fuoco interiore
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Le solitudini come piattaforme nel mare. Forse un finale troppo positivo e consolatorio (ma di qualche happy ending abbiamo sempre bisogno per sperare nella vita...).
Per gran parte un film avvolgente nella sua distanza e nelle distanze fra i protagonisti. Strepitosa nel suo essere attonita, Sarah Polley sostiene il film e il personaggio come se avesse patito lei quelle dolorose sofferenze.
Bravo anche Robbins, la sua cecità acuisce la capacità di leggere nell'anima della sua infermiera.
Certe atrocità non sono dimenticate da chi le vive ma, colpevolmente,da chi come noi le guarda in modo distaccato.
La sofferenza è un fuoco interiore che non siamo in grado di estinguere da soli.
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roberta
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mercoledì 8 agosto 2007
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un film toccante e molto bello!
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Un film che tocca nel profondo! lascia senza parole e con gli occhi lucidi...quanto non si sa del mondo quanto si dimentica....
eppure tutto lascia il segno e noi facciamo la nostra vita, tutti belli tranquilli nella nostra superficialità!
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luisa
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giovedì 21 giugno 2007
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meraviglioso e poco!!!!!!!!!!
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E STATO BELLISSIMO PER ME E POI........ CHE BONOOOOOOOOOO TIM ROBBINS!!!!!!!!!!!!!VOGLIO ASSOLUTAMENTE IL DVD E LA COLONNA SONORA CHE MI FA SOGNARE...... TIM ROBBINS
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cristina
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giovedì 14 giugno 2007
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il silenzio naturale
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è in questa densità di percezioni afone che inizi a diffidare di ogni voce. diffidi del suo modularsi nel tuo orecchio. inizia a dubitare della sua autenticità, della sua bellezza particolare..inizi a dubitare che sia necessario. improvvisamente il silenzio non è più un punto di riferimento arido e che bisogna rifuggire: diventa la zona franca, un utero molto familiare, un primordio perduto ma necessario. quindi salvifico. nel mutismo pregno di lei paragoni le tue inutili virgole spese in anni di conversazioni dettate dalla cortesia. a diritto la pellicola strapazza la convenzione nei rapporti umani annegandola nello strano mare in cui si erge la piattaforma. quella piatatforma che, se dapprima trasmette l' alienazione tra corpo e corpo, assume quindi le forme di un paradiso di metallo il cui sferragliare continuo è più significativo di qualsiasi chiacchiera, è il luogo dove le anime dei personaggi si rapprendono come qualcosa di sostanziale.
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è in questa densità di percezioni afone che inizi a diffidare di ogni voce. diffidi del suo modularsi nel tuo orecchio. inizia a dubitare della sua autenticità, della sua bellezza particolare..inizi a dubitare che sia necessario. improvvisamente il silenzio non è più un punto di riferimento arido e che bisogna rifuggire: diventa la zona franca, un utero molto familiare, un primordio perduto ma necessario. quindi salvifico. nel mutismo pregno di lei paragoni le tue inutili virgole spese in anni di conversazioni dettate dalla cortesia. a diritto la pellicola strapazza la convenzione nei rapporti umani annegandola nello strano mare in cui si erge la piattaforma. quella piatatforma che, se dapprima trasmette l' alienazione tra corpo e corpo, assume quindi le forme di un paradiso di metallo il cui sferragliare continuo è più significativo di qualsiasi chiacchiera, è il luogo dove le anime dei personaggi si rapprendono come qualcosa di sostanziale. diventano corpi. è lì che si rende possibile la concretizzazione animale che per cultura siamo soliti mutilare.
in questa vita segreta delle parole sono invece i corpi quelli ad aver sofferto con tagli e ustioni, ad essere stati violati e forse eclissati dal sentimento brado delle emozioni.
silenzio/pienezza. questo film è un merletto di ossimori che lo spettatore più logorroico dovrà affrontare solo aiutandosi col respiro: l'unica cosa simile al silenzio non solo per i decibel ma anche per il livello di necessità.
...c'è un solo breve attimo in cui Hanna e Josef si toccano le mani per motivi o no casuali ed è lì che s'innesta come un tumore il potere effettuale del silenzio(o meglio delle parole piene): ogni senso si acumina e in quelle palme sembra esaurirsi una guerra razziale, morire un bambino, cadere la pioggia, staccarsi una mela...rivedi tutto e niente in un gesto che contiene un mondo parallelo e segreto quanto le parole stesse. la grandezza della mani di Tim robbins cessa di suggerire il senso di timore che nel sentire comune fanno le figure imponenti. le sue mani sono come depotenziate ma giganteggiano nella nobiltà dell'atto di stringere le mani di lei. in quelle mani ti stringi anche tu e riesci a compatire nel senso più proprio che ci sia. hai solo una subitanea voglia di piangere, che ha la stessa origine del pianto di un bambino che perde qualcosa e poi la ritrova in se stesso: il silenzio naturale.
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tìtula
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martedì 12 giugno 2007
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la lentezza è un pregio...
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L'ho visto per caso ieri sera, iniziato da pochi minuti e l'atmosfera rarefatta dell'ambientazione mi ha subito rapita senza ancora conoscere i personaggi. Un ottimo film, che scava nell'anima e nei sentimenti dei due protagonisti senza bisogno di artifici e colpi di scena: semplicemente due anime che si mettono lentamente a nudo, assettate d'amore e di quiete...colonna sonora strepitosa!
(in realtà è un ottimo film, per capolavoro intendo pochissime cose, ma come non tirar su dei giudizi così frettolosi?)
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maurizio
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lunedì 4 giugno 2007
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dura poesia
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Per almeno mezz'ora ho pensato "questo non può essere un film spagnolo!" Di ciò che è tipico della filmografia spagnola, l'intensità della recitazione a volte al limite del grottesco, i colori, i temi surreali, le frenesie, le nevrosi esposte non si trova traccia in questo fortissimo e delicato film.
Poi, man mano che la storia progrediva, che l'ottima recitazione dei due protagonisti si snodava, non era assolutamente più necessario catalogare il film. Diventava quello che è, un film: bello, struggente, duro, poetico, notturno, silenzioso, lunare, violento come un pugno nello stomaco, malinconico come l'addio di due inanmorati, ricco di particolari scenici come cammei: l'abbraccio erotico dei due uomini sulla piattaforma, i particolari della piattaforma, l'oceonografo che gioca a basket, il ragazzo di colore che balla.
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Per almeno mezz'ora ho pensato "questo non può essere un film spagnolo!" Di ciò che è tipico della filmografia spagnola, l'intensità della recitazione a volte al limite del grottesco, i colori, i temi surreali, le frenesie, le nevrosi esposte non si trova traccia in questo fortissimo e delicato film.
Poi, man mano che la storia progrediva, che l'ottima recitazione dei due protagonisti si snodava, non era assolutamente più necessario catalogare il film. Diventava quello che è, un film: bello, struggente, duro, poetico, notturno, silenzioso, lunare, violento come un pugno nello stomaco, malinconico come l'addio di due inanmorati, ricco di particolari scenici come cammei: l'abbraccio erotico dei due uomini sulla piattaforma, i particolari della piattaforma, l'oceonografo che gioca a basket, il ragazzo di colore che balla...
E, come al solito, flop al botteghino...poteva essere altrimenti?
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