|
|
elgatoloco
|
giovedì 18 marzo 2021
|
notevole ritorno(all''epoca, certo)di cronenberg
|
|
|
|
"A History of Violence"(David Cronenberg, da un romanzo a fumetti scritto da John Wagner, illustrato da Vince Locke, sceneggiatura di Josh Olson, 20'05), presenta una situazione "estrema": in una cittadina dell'Indianava in un bar il barista ammazza due avventori violenti e assassini, diventa famoso, ma la sua fama acquisita troppo in fretta lo porta agli onori della cronaca ma alla vendetta da parte della mafia irlandese di Philadelphia, con un suo rappresentante che si presenta, sostenendo che il barista Tom è in realtà John Cusack, già gangster irlandese nella città citata. Altro scontro a fuoco, risolto"brillantemente"da Tom, che in realtà"era stato"Joe e viene snidato dal fratello, da cui è costretto a recarsi , con un finale che non si "può"rivelare.
[+]
"A History of Violence"(David Cronenberg, da un romanzo a fumetti scritto da John Wagner, illustrato da Vince Locke, sceneggiatura di Josh Olson, 20'05), presenta una situazione "estrema": in una cittadina dell'Indianava in un bar il barista ammazza due avventori violenti e assassini, diventa famoso, ma la sua fama acquisita troppo in fretta lo porta agli onori della cronaca ma alla vendetta da parte della mafia irlandese di Philadelphia, con un suo rappresentante che si presenta, sostenendo che il barista Tom è in realtà John Cusack, già gangster irlandese nella città citata. Altro scontro a fuoco, risolto"brillantemente"da Tom, che in realtà"era stato"Joe e viene snidato dal fratello, da cui è costretto a recarsi , con un finale che non si "può"rivelare. Decisamente un film "cronenberghiano", per l'endiadi, che diviene quasi una sintesi tra Eros (le sequenze violente ed"emozionati"di Tom che possiede la moiglie sulla scala, dopo la rivelazione della sua vera identità)e Thanatos, con una Componente legata alla tematica"schizo"per la questione della doppia identità o meglio dell'identità persa-reietta, dato che Tom barista nell'Indiana non vuole più sapere nulla, anzi pensa di aver dimenticato-forcluso il Joe cittadino, gangster spietato, anche ese poi si trova a dover recuperare tale dimensione, "espunta". Decisamente un film sconcertante, forse in particolare per chi non conosca altri film di questo vero grande autore di cinema attuale, che da qualche tempo è"latitante", forse anche un po'per motivi di età: Personalmente (ma è una scelta estetica e poetica allo stesso tempo)prediligo il Cronenberg degli anni 1980 e anche quel po'dell'autore precedente(anni 1970)che sono riuscito a recuperare, ma ciò è peronsale, è legato alla polemica contro la"postmodernità"e contro un mondo come quello che è ormai"work in progress"e comunque incombe, nonché per la scetla verso il fantastico con componenti horror. Ma qui, comuqnue, l'irrwaltà dlela situazione è assicurata e siamo lontani dal "solito" film di gangsters, Viggo Mortensen convince, da protagonista e Willam Huert e Ed Harris sono bravi nei ruoli da comprimari che qui rivestono, come anche Maria Bello. Film atroce, per nulla"soave"(per citare una definizione famosa, riferita a tutt'altro)con una componente che sconcerta, spaventa, emoziona, senza cessare di far rfilettere. El Gato
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ivan
|
sabato 18 gennaio 2025
|
il capolavoro di cronenberg
|
|
|
|
Con A History of Violence, David Cronenberg abbandona momentaneamente il suo abituale horror corporeo per dirigere un thriller psicologico e morale che si impone come il suo film più completo e incisivo. È una meditazione potente sulla natura umana, la violenza latente e il confine tra le apparenze e la verità.
La storia segue Tom Stall (Viggo Mortensen), un tranquillo proprietario di una tavola calda in una piccola città, la cui vita viene stravolta dopo un atto eroico che lo rende un eroe locale. Questo gesto, tuttavia, attira l'attenzione di uomini pericolosi, rivelando un passato che Tom ha cercato disperatamente di nascondere. La trama, semplice in apparenza, è in realtà un’esplorazione profonda della dualità e della natura repressa della violenza.
[+]
Con A History of Violence, David Cronenberg abbandona momentaneamente il suo abituale horror corporeo per dirigere un thriller psicologico e morale che si impone come il suo film più completo e incisivo. È una meditazione potente sulla natura umana, la violenza latente e il confine tra le apparenze e la verità.
La storia segue Tom Stall (Viggo Mortensen), un tranquillo proprietario di una tavola calda in una piccola città, la cui vita viene stravolta dopo un atto eroico che lo rende un eroe locale. Questo gesto, tuttavia, attira l'attenzione di uomini pericolosi, rivelando un passato che Tom ha cercato disperatamente di nascondere. La trama, semplice in apparenza, è in realtà un’esplorazione profonda della dualità e della natura repressa della violenza.
Cronenberg dirige con una precisione chirurgica, mantenendo un equilibrio perfetto tra momenti di calma e improvvise esplosioni di brutalità. Ogni scena è carica di tensione, con una narrazione che scava nella psicologia dei personaggi e nelle dinamiche familiari. La violenza, mai spettacolarizzata, è cruda e disturbante, un elemento che sottolinea il tema centrale del film: la violenza come parte integrante dell’identità umana.
Viggo Mortensen offre una performance straordinaria, incarnando un uomo diviso tra il suo desiderio di normalità e il richiamo del passato. A History of Violence non è solo un thriller impeccabile, ma anche una riflessione filosofica sulla fragilità dell'identità, sul ruolo della famiglia e sul peso delle scelte passate. È un'opera d'arte che mescola introspezione e tensione, consolidando Cronenberg come un maestro nel raccontare l’umanità attraverso il prisma delle sue ombre più oscure.
Un film che lascia il segno, capace di unire intrattenimento e profondità. Uno dei thriller più significativi del cinema moderno.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a ivan »
[ - ] lascia un commento a ivan »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
jacopo b98
|
lunedì 19 maggio 2014
|
un potente capolavoro!
|
|
|
|
A Millbrook, nell’Indiana, Tom Stall (Mortensen) gestisce una piccola tavola calda. Sposato con l’avvocatessa Edie (Bello), hanno due figli (Hayes e Holmes) e una vita che sembra perfetta. Finchè due balordi non tentano di rapinare la tavolta calda e Tom li massacra a sangue freddo con un’agilità difficile a trovarsi in un barista. Per la comunità locale diventa un eroe, ma il suo passato ormai riemerge pian piano e presto la sua famiglia verrà al corrente dei tempi in cui faceva il gangster a Philadelphia, strappando gli occhi con il fil di ferro… Scritto da John Olson a partire da una graphic novel, è probabilmente il miglior film di Cronenberg.
[+]
A Millbrook, nell’Indiana, Tom Stall (Mortensen) gestisce una piccola tavola calda. Sposato con l’avvocatessa Edie (Bello), hanno due figli (Hayes e Holmes) e una vita che sembra perfetta. Finchè due balordi non tentano di rapinare la tavolta calda e Tom li massacra a sangue freddo con un’agilità difficile a trovarsi in un barista. Per la comunità locale diventa un eroe, ma il suo passato ormai riemerge pian piano e presto la sua famiglia verrà al corrente dei tempi in cui faceva il gangster a Philadelphia, strappando gli occhi con il fil di ferro… Scritto da John Olson a partire da una graphic novel, è probabilmente il miglior film di Cronenberg. Ed è fondamentalmente anche il più classico: un congegno perfetto, privo di eccessivi virtuosismi di regia, ecc. Ma in realtà è un film così ricco, così potente, così pieno di temi, personaggi memorabili, frasi indimenticabili, da renderlo il miglior film dell’anno! È un capolavoro, e potremmo anche fermarci qui. È un’opera cupa sull’America, paese malato, in cui la violenza è dovunque e, anche dopo anni e nelle persone che meno ti aspetteresti (come Tom), riemerge. Sempre. È quindi un saggio di sociologia, ma anche un thriller avvincente, ricco di grandi personaggi, su tutti proprio il protagonista, così pacato e buono, fino al riemergere del suo passato, che lo ritrasforma in un mostro. Film silenzioso, seppur privo di tempi morti, come dimostra il finale piatto, quasi ovvio, eppure perfetto nella sua semplicità e familiarità. Gli interpreti sono diretti con perizia e ognuno di essi ci regala una grande interpretazione, Mortensen e la Bello in primis. Visivamente semplice, ma non privo di qualche chicca come il piano sequenza iniziale di quattro minuti e passa, la sequenza dell’uccisione di Fogarty, ecc. Cast tecnico di serie A. Fotografia: Peter Suschitzky; musiche: Howard Shore.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
zak
|
lunedì 28 luglio 2008
|
la domanda è: ma cosa siamo veramente?
|
|
|
|
Cronenberg ci lascia ancora una volta di stucco tra i suoi passaggi tra l'ammirazione dello spirito all'orrore della morte. Il bene e il male legati come lo Yin e lo Yang, inseparabili eppure imprigionati nello stesso corpo, quello di un onesto, amabile, stimabile uomo di piccola citta, con la sua bella e amata famigliola. Lo stessa persona che uccide con una impeccabile precisione, decisione, violenza e brutalità quando a repentaglio è la sua vita, o quella della sua famiglia, inconsapevoli del fatto che a uccidere così... si impara.
Il personaggio interpretato da un perfetto Viggo Mortensen, abile quanto credibie, tenero e temibile allo stesso momento, si trova davanti al bivio, la scelta di trasformare la sua vita in qualcos'altro, la scelta per il bene, per una vita migliore.
[+]
Cronenberg ci lascia ancora una volta di stucco tra i suoi passaggi tra l'ammirazione dello spirito all'orrore della morte. Il bene e il male legati come lo Yin e lo Yang, inseparabili eppure imprigionati nello stesso corpo, quello di un onesto, amabile, stimabile uomo di piccola citta, con la sua bella e amata famigliola. Lo stessa persona che uccide con una impeccabile precisione, decisione, violenza e brutalità quando a repentaglio è la sua vita, o quella della sua famiglia, inconsapevoli del fatto che a uccidere così... si impara.
Il personaggio interpretato da un perfetto Viggo Mortensen, abile quanto credibie, tenero e temibile allo stesso momento, si trova davanti al bivio, la scelta di trasformare la sua vita in qualcos'altro, la scelta per il bene, per una vita migliore.. eppure intorno è schiacciato dall'incredulità che non è la sua scelta verso il bene a fare di lui un uomo milgiore, ma la paura dell'uomo che uccide. Eppure con questa terribile verità l'amore viene messo a dura prova e ciò che sembra tramutare diventa rassegnazione.
Il film è ben girato e i colpi inaspettati nelle sequenze non mancano, ma inizia a diventare abbastanza prevedibile e fin troppo cinico verso il finale, la sopportabilità del corpo umano a stress e fatica meriterebbe un premio a parte, ma il rischio di dilungare l'opera incombeva probabilmente. A parte tutto resta comunque il gran merito di lasciarci inchiodati anche una volta compresa la realtà dei fatti, consci del fatto che null'altro avrebbe potuto permettersi la sceneggiatura senza rischiare di far esplodere il film in una esagerata farsa. Per chi ama Cronenberg, il regista come sempre ci lascia viaggiare tra la mente umana, ci mostra l'orrore crudo e vero, ci mostra anche l'amore, o forse l'idea che tutti ne hanno, con la solita malinconia. Calandosi solo un attimo nei panni di Mortensen si viene pervasi da un'angoscia senza fine, chi guarda il film con occhio attento si rende conto che una storia così potrebbe essere molto più vicina alla realtà di quanto non si creda...
[-]
[+] quanto durerà ancora ?
(di marvelman)
[ - ] quanto durerà ancora ?
|
|
|
[+] lascia un commento a zak »
[ - ] lascia un commento a zak »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ilaskywalker
|
domenica 9 ottobre 2011
|
sangue versato inconcludentemente
|
|
|
|
Una serie di omicidi compiuti per legittima difesa da un uomo innocente e spaurito - alter ego del sé stesso precedente, criminale, sepolto nella memoria.
Film deludente, un pochino prevedibile, e soprattutto inconcludente: se da una parte possiamo concedere a Cronenberg di 'raccontare' una storia e non di 'svelarla' piano piano, che almeno la rivesta di plausibilità. Non è ambientata in quel grottesco suo solito che tutto può straniare, e quindi doveva risultare verosimile. Per un attimo, dopo l'assassinio del fratello (ops, spoiler) ho temuto di vedere un'inquadratura del protagonista specchiato nel lago = "oh duplicità/oh non sono più me stesso/ah l'io, il non io".
[+]
Una serie di omicidi compiuti per legittima difesa da un uomo innocente e spaurito - alter ego del sé stesso precedente, criminale, sepolto nella memoria.
Film deludente, un pochino prevedibile, e soprattutto inconcludente: se da una parte possiamo concedere a Cronenberg di 'raccontare' una storia e non di 'svelarla' piano piano, che almeno la rivesta di plausibilità. Non è ambientata in quel grottesco suo solito che tutto può straniare, e quindi doveva risultare verosimile. Per un attimo, dopo l'assassinio del fratello (ops, spoiler) ho temuto di vedere un'inquadratura del protagonista specchiato nel lago = "oh duplicità/oh non sono più me stesso/ah l'io, il non io". Meno male che se la sono risparmiata.
Ho letto che alcuni si sono lamentati del finale: dove si va a parare? Silenzio assenso? Forse il momento meno riuscito e più riuscito allo stesso tempo.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a ilaskywalker »
[ - ] lascia un commento a ilaskywalker »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
darko
|
martedì 24 gennaio 2006
|
magnifico noir, lucido e politico
|
|
|
|
Da INSEPARABILI in poi, ad eccezione forse dello scarso e deludente EXISTENZ, David Cronenberg si è sempre cimentato nella realizzazione di un cinema fondamentalmente opposto a quello con cui aveva cominciato la sua carriera. Se SPIDER era un attento, profondo e raffinato ritratto della psicosi di un uomo traumatizzato sin dall'infanzia, A HISTORY OF VIOLENCE è un film di più ampio respiro, più per il grande pubblico vista la scelta della star versatile Viggo Mortensen (ormai conosciutissimo per la trilogia di Jackson IL SIGNORE DEGLI ANELLI). Tuttavia è un film che pur essendo semplice e lineare quanto UNA STORIA VERA, è un feroce e calibratissimo noir, mai privo di elementi disturbanti. Tutto il primo atto con funzione preparatoria per il finale particolarmente sanguinoso e violento è di una natura così sinistra, tetra e raggelante che non può non voler dire qualcosa di più del semplice soddisfare le regole di un plot genere splatter.
[+]
Da INSEPARABILI in poi, ad eccezione forse dello scarso e deludente EXISTENZ, David Cronenberg si è sempre cimentato nella realizzazione di un cinema fondamentalmente opposto a quello con cui aveva cominciato la sua carriera. Se SPIDER era un attento, profondo e raffinato ritratto della psicosi di un uomo traumatizzato sin dall'infanzia, A HISTORY OF VIOLENCE è un film di più ampio respiro, più per il grande pubblico vista la scelta della star versatile Viggo Mortensen (ormai conosciutissimo per la trilogia di Jackson IL SIGNORE DEGLI ANELLI). Tuttavia è un film che pur essendo semplice e lineare quanto UNA STORIA VERA, è un feroce e calibratissimo noir, mai privo di elementi disturbanti. Tutto il primo atto con funzione preparatoria per il finale particolarmente sanguinoso e violento è di una natura così sinistra, tetra e raggelante che non può non voler dire qualcosa di più del semplice soddisfare le regole di un plot genere splatter. Dietro questo film non mancano riflessioni di genere politico, focalizzandosi in particolare sulla violenza e la criminalità organizzate, come quasi si trattasse di dottrine naturalmente insite in ogni uomo, che presto o tardi affiorano dal profondo della propria anima e del proprio corpo - il film è molto fisico e non mancano anche le violenze di tipo carnale, inflitte dal protagoniste alla moglie (Maria Bello), che però non sembra essere dispiaciuta poi così tanto. La scena, pur non essendo particolarmente espressiva dal punto di vista estetico, è molto scabrosa e ripugnante. Come la violenza ormai è considerata negli stati uniti qualcosa di regolare e assolutamente giustificato se si tratta di difendere il proprio privato, tenere un fucile in casa, rompere il muso a un compagno di scuola solo perchè fa un po' lo sbruffone etc. sono tutte simbologie che appartengono all'iconografia attuale dell'immaginario americano. Tutto l'insieme è dunque assolutamente perfetto e terrificante. Attori azzeccatissimi tra l'altro, bravi anche i giovani (il figlio, interpretato da Ashton Holmes e la bambina, apparentemente innocente ma dal volto e lo sguardo diabolici). L'unico personaggio che esce fuori dallo schema noir - nel quale come sappiamo è regola che nessuno dev'essere mai un personaggio positivo - è forse il poliziotto di paese, che ispira molta fiducia e pare quasi essere un punto di riferimento moralmente accettabile dal pubblico.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a darko »
[ - ] lascia un commento a darko »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
paolo ciarpaglini
|
lunedì 5 febbraio 2007
|
film stupendo.
|
|
|
|
Debbo premettere che quando vidi per la prima volta Mortensen, in una piccola parte di 'Dailyght', mi ispirò non sò perchè antipatia, non avrei scommesso un cent sul suo futuro come attore. Mi sono dovuto ricredere, e sonoramente. Si tratta di un grande attore, umano. In questo film è Tom, perfetto e pacifico padre di famiglia. Due figli, un ragazzo che attraversa la difficile età adolescenziale, ed una splendida biondina dai capelli d'oro. Sua moglie è la brava e bella, Maria Bello. Un giorno di tanti mentre il bar dove Tom lavora stà chiudendo, viene assalito da due pazzi teppisti. Tom, dopo aver cercato in ogni modo di dissuadere i malviventi, con una destrezza inimmaginabile, li disarma ed uccide, lasciando di stucco anche gli amici stessi.
[+]
Debbo premettere che quando vidi per la prima volta Mortensen, in una piccola parte di 'Dailyght', mi ispirò non sò perchè antipatia, non avrei scommesso un cent sul suo futuro come attore. Mi sono dovuto ricredere, e sonoramente. Si tratta di un grande attore, umano. In questo film è Tom, perfetto e pacifico padre di famiglia. Due figli, un ragazzo che attraversa la difficile età adolescenziale, ed una splendida biondina dai capelli d'oro. Sua moglie è la brava e bella, Maria Bello. Un giorno di tanti mentre il bar dove Tom lavora stà chiudendo, viene assalito da due pazzi teppisti. Tom, dopo aver cercato in ogni modo di dissuadere i malviventi, con una destrezza inimmaginabile, li disarma ed uccide, lasciando di stucco anche gli amici stessi. Il paese è piccolo, e la vicenda crea scalpore. Tom al contrario dei suoi compaesani, orgogliosi di lui, vede il suo volto nei notiziari, giornali. E stranamente ne è infastidito, per non dire esasperato. Solo lui sa il perchè, assieme a voi. Vi ritroverete catapultati nell'inimmaginabile. Riaffiora un passato che 'Tom' ha cercato di seppellire, con tutte le sue forze. Non aggiungo altro, posso solo dirvi guardatelo. A mio parere è il miglior film che Mortensen, abbia girato fino adesso.
Buona visione.
[-]
[+] biondina
(di marla)
[ - ] biondina
|
|
|
[+] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
[ - ] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
daedalus
|
sabato 19 gennaio 2008
|
un film che fa riflettere
|
|
|
|
David Cronenberg riesce splendidamente a presentare due aspetti contrastanti dell'essere umano contrapponnendoli anche all'interno del film che è diviso in due parti, una in cui il protagonista e la sua famiglia vivono il sogno americano, dove l'odio e la violenza sono metodicamente rifiutate (basta vedere il comportamento del figlio sottoposto a continue provocazioni)e sembra che neanche facciano parte del carattere dei protagonisti, l'altra in cui la violenza arriva sottoforma di due criminali nel bar del protagonista e porta con se il suo torbido passato. Il protagonista è riuscito a cambiare e ciò ci suggerisce che possiamo scegliere, che siamo noi gli artefici del nostro destino e di noi stessi ma improvvisamente l'ombra del passato ritorna e ribadisce che non possiamo sfuggire a noi stessi che siamo destinati ad essere in un certo modo e per quanto uno si sforzi di cambiare non può rinnegarsi "Ti sforzi tanto di essere un altro uomo che fai pena a vederti".
[+]
David Cronenberg riesce splendidamente a presentare due aspetti contrastanti dell'essere umano contrapponnendoli anche all'interno del film che è diviso in due parti, una in cui il protagonista e la sua famiglia vivono il sogno americano, dove l'odio e la violenza sono metodicamente rifiutate (basta vedere il comportamento del figlio sottoposto a continue provocazioni)e sembra che neanche facciano parte del carattere dei protagonisti, l'altra in cui la violenza arriva sottoforma di due criminali nel bar del protagonista e porta con se il suo torbido passato. Il protagonista è riuscito a cambiare e ciò ci suggerisce che possiamo scegliere, che siamo noi gli artefici del nostro destino e di noi stessi ma improvvisamente l'ombra del passato ritorna e ribadisce che non possiamo sfuggire a noi stessi che siamo destinati ad essere in un certo modo e per quanto uno si sforzi di cambiare non può rinnegarsi "Ti sforzi tanto di essere un altro uomo che fai pena a vederti". Da qui il finale aperto: sta a noi interpretare la scena conclusiva del film e rispondere a tutti gli interrogativi che il film solleva, giustamente il regista non ha voluto imporre il suo punto di vista su un tema così importante ma ha voluto solo sollevare il problema facendolo in modo magistrale. Nota di merito agli attori sopratutto a viggo mortensen che ha capito che è grazie a questi film che si diventa attori di un certo livello.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a daedalus »
[ - ] lascia un commento a daedalus »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
le magnifique
|
mercoledì 4 agosto 2010
|
violenza: linee guida per la sopravvivenza
|
|
|
|
La violenza può irrompere nella vita di chiunque, anche se si vive in una tranquilla cittadina di provincia nell’Indiana. Ma se è facile individuare, stigmatizzare e condannare come un incidente di percorso o una minaccia portata da uno straniero, qualsiasi atteggiamento violento proveniente dall’esterno, quali sono le possibili reazioni quando ad insinuarla all’interno della società è proprio uno dei suoi cittadini tipo?
Cronemberg ragiona sulla violenza. Su come questa una volta scatenata si diffonda come un virus all’interno di una comunità. E’ una malattia che la contagia a qualsiasi livello, insinuandosi anche nei rapporti i più intimi. E il vaccino a questa epidemia è tutto nel forte simbolismo della sequenza finale.
[+]
La violenza può irrompere nella vita di chiunque, anche se si vive in una tranquilla cittadina di provincia nell’Indiana. Ma se è facile individuare, stigmatizzare e condannare come un incidente di percorso o una minaccia portata da uno straniero, qualsiasi atteggiamento violento proveniente dall’esterno, quali sono le possibili reazioni quando ad insinuarla all’interno della società è proprio uno dei suoi cittadini tipo?
Cronemberg ragiona sulla violenza. Su come questa una volta scatenata si diffonda come un virus all’interno di una comunità. E’ una malattia che la contagia a qualsiasi livello, insinuandosi anche nei rapporti i più intimi. E il vaccino a questa epidemia è tutto nel forte simbolismo della sequenza finale. Rientrando da Filadelphia Joey trova la “sua” famiglia riunita per la cena attorno al tavolo della cucina. Dopo un primo momento di titubanza gli viene comunque offerto il piatto. Joey è di nuovo Tom agli occhi dei suoi familiari e non potrebbe essere altrimenti, perché rifiutarlo vorrebbe dire ridiscutere tutto ed in primis se stessi. E’ l’accettazione della violenza da parte della “bella gente” di Millbrook. E’ la sua normalizzazione attraverso i rassicuranti gesti della routine quotidiana. Una delle prove più illuminate del regista canadese in concorso alla 58° edizione del Festival di Cannes.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a le magnifique »
[ - ] lascia un commento a le magnifique »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
fabio
|
domenica 19 settembre 2010
|
an american history
|
|
|
|
Come a dire che l’America non si è fatta una casa con la pace e l’amore. È dovuta passare prima per una dura gavetta di sangue.
Tom Stall ha una bella famiglia con moglie e due figli e vive in Indiana dove gestisce un bar. Due balordi senza scrupoli entrano nel suo locale e tentano una rapina: lui li fa fuori come se nulla fosse. È un uomo dalle idee chiare Tom Stall, un brav’uomo tutto d’un pezzo e non vuole essere chiamato “eroe” per quello che ha fatto. Vuole vivere la vita tranquillamente, ma la sua immagine fa il giro dei TG. Intanto una macchina scura si aggira intorno casa con dentro un uomo senza un occhio, Carl Fogarty, un pezzo grosso della malavita di Philadelphia che dice di conoscere l’eroe americano Tom Stall ma con il nome di Joey Cusack.
[+]
Come a dire che l’America non si è fatta una casa con la pace e l’amore. È dovuta passare prima per una dura gavetta di sangue.
Tom Stall ha una bella famiglia con moglie e due figli e vive in Indiana dove gestisce un bar. Due balordi senza scrupoli entrano nel suo locale e tentano una rapina: lui li fa fuori come se nulla fosse. È un uomo dalle idee chiare Tom Stall, un brav’uomo tutto d’un pezzo e non vuole essere chiamato “eroe” per quello che ha fatto. Vuole vivere la vita tranquillamente, ma la sua immagine fa il giro dei TG. Intanto una macchina scura si aggira intorno casa con dentro un uomo senza un occhio, Carl Fogarty, un pezzo grosso della malavita di Philadelphia che dice di conoscere l’eroe americano Tom Stall ma con il nome di Joey Cusack. Lui nega, la moglie ci crede, ma poi le vengono dei dubbi. Intanto il figlio di Tom/Joey picchia a sangue il bullo della scuola che lo prende in giro per farsi grande. Si arriva ai conti in uno scontro a fuoco con i malavitosi la moglie di Tom si accorge che quell’uomo violento non può essere suo marito, ma Joey Cusack un ragazzo di Philadelphia e non di Portland.
Film sul rimorso, sul cambio radicale di vita, sul passato che riemerge e sui demoni che non si cancellano. Su quella parte cattiva che c’è dentro un uomo sano e che può tornare a farsi sentire quando viene evocata.
Non un horror per Cronenberg che fa un bellissimo lavoro misurato e deciso. Una sola domanda: perché quando uccide due sbandati è un eroe, ma non succede niente quando uccide dei boss così potenti? È all’ospedale e nessuno lo cerca, solo la moglie che non riconoscere suo marito.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|