marco m.
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domenica 6 febbraio 2005
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ottimo
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Un bellissimo film senza tralasciare la straordinaria interpretazione di will smith, effetti speciali molto ben curati e trama che non fa una grinza.
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(di monik)
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quadqwsky
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lunedì 4 aprile 2011
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così parlò asimov
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"Asimov resusciterà e vi ucciderà tutti". Questo è ciò che dice un fugace robot in una scena del film appena prima di scappare. Chi era? Chi lo manda? Cosa voleva dire? Che centra con la storia quel robot? Tutte domande plausibili se la scena esistesse davvero.
Ma gli sceneggiatori hanno letto qualcosa del Ciclo dei Robot -oltre ai nomi dei personaggi, i quali sono stranamente attinenti con i libri- o ne hanno solo preso in prestito tre leggi e 2 personaggi?
Io, Robot credo sia un richiamo all'opera "Io, Robot" di Asimov, ma questo collegamento -grammaticalmente banale- non sarebbe ugualmente semplice da instaurare ad una visione a-libristica (a privativo) del film. Tutte parolone per dire che tutto -TUTTO-, dell'opera Asimoviana, è stato stravolto, corrotto, cambiato, banana e sciupato.
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"Asimov resusciterà e vi ucciderà tutti". Questo è ciò che dice un fugace robot in una scena del film appena prima di scappare. Chi era? Chi lo manda? Cosa voleva dire? Che centra con la storia quel robot? Tutte domande plausibili se la scena esistesse davvero.
Ma gli sceneggiatori hanno letto qualcosa del Ciclo dei Robot -oltre ai nomi dei personaggi, i quali sono stranamente attinenti con i libri- o ne hanno solo preso in prestito tre leggi e 2 personaggi?
Io, Robot credo sia un richiamo all'opera "Io, Robot" di Asimov, ma questo collegamento -grammaticalmente banale- non sarebbe ugualmente semplice da instaurare ad una visione a-libristica (a privativo) del film. Tutte parolone per dire che tutto -TUTTO-, dell'opera Asimoviana, è stato stravolto, corrotto, cambiato, banana e sciupato. Una Banalizzazione come mai viste prima, una Bambinizzazione Corazzata e una delle peggiori interpretazioni dal letterario mai fatte.
Il film si snoda canonicamente, come neanche Cappuccetto Rosso sa fare: c'è il buono, il finto-buono, l'aiutante, la bellona, il simpatico-inutile, lo scettico, lo scienziato anziano-capo-che-ne-sa-a-pacchi e l'immancabile profezia-che-tela-dicono-a-singhiozzi-per-tutto-il-film-e-la-scopri-solo-alla-fine. Insomma, un'avanguardia in ambito di trama e sceneggiatura. La grafica non è completamente da buttare, si vede che hanno speso 130 MLN. Il Regista briaco abusa di CG facendo volare telecamere virtuali in acrobazie mozzafiato, sorvolando combattimenti epici di Will Smith contro orde inferocite di Robot Assassini volanti della morte potenziati 2.0. La colonna sonora non l'ho ascoltata perché ero intento a pensare come infamare questo film quando alla fine si scopre il "piano-super-segreto" delle macchine. Mi chiedevo infatti come mai non fosse intervenuto il classico "Le macchine si ribelleranno" ed eccolo lì, in una forma tutta nuova e più plausibile che mai -e ora non sono ironico-. Dici fra te e te "Casso! Questa è un'idea geniale!" ma poi Will Smith ti risponde con "Ma così verranno sacrificate tante vite umane! è Terribile! devo distruggere i robot!"; al che -tramite un meta-movie-link- interviene direttamente Ozymandias mandando tutti a cagare dal set di Watchmen. Sono misterioso, si, guardate Watchmen e capirete.
Un film inutile. Niente di nuovo. Una bestemmia ad Asimov e alla sua sicurezza, eleganza, fantasia e al suo cinismo-morale di derivazione scientifica, contraddistinto dal moderno buonismo-casuale di matrice ignorante.
Mandarino.
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ultimoboyscout
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lunedì 5 novembre 2012
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ottimo spot di audi e converse.
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Ispirato a una serie di racconti di Asimov, in particolare a "Iniziativa personale", narra di un futuro nemmeno troppo lontano in cui i robot convivono con gli umani rispettando le tre Leggi della robotica. Qualcuno però ha idee differenti e non è contento dello status quo. Il detective Spooner, interpretato da un convincentissimo e istrionico Will Smith, chiamato a indagare su un apparente suicidio, sarà il fulcro nella risoluzione degli eventi. Fantascienza d'azione in cui gli effetti speciali la fanno da padroni a scapito della filosofia di Asimov che non viene nemmeno avvicinata e che ripropone temi già visti e collaudati come problemi esistenziali e religiosi che rimandano soprattutto a "Blade Runner".
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Ispirato a una serie di racconti di Asimov, in particolare a "Iniziativa personale", narra di un futuro nemmeno troppo lontano in cui i robot convivono con gli umani rispettando le tre Leggi della robotica. Qualcuno però ha idee differenti e non è contento dello status quo. Il detective Spooner, interpretato da un convincentissimo e istrionico Will Smith, chiamato a indagare su un apparente suicidio, sarà il fulcro nella risoluzione degli eventi. Fantascienza d'azione in cui gli effetti speciali la fanno da padroni a scapito della filosofia di Asimov che non viene nemmeno avvicinata e che ripropone temi già visti e collaudati come problemi esistenziali e religiosi che rimandano soprattutto a "Blade Runner". Lo spettacolo è comunque più che soddisfacente, il ritmo è buono la narrazione viaggia fluida e senza intoppi. Giusta l'idea di ambientare la storia in un prossimo futuro credibile piuttosto che in uno super fantascientifico, coniugando classico e tecnologico, è un prodotto che trasuda testosterone e che palesa uan sceneggiatura leggera che fa acqua non da tutte ma da tante parti. Regia appena accettabile, budget clamoroso non proprio ben speso, belli il visino spigoloso di Bridget Moynahan, assolutamente fantastico l'androide Sonny ricreato al computer rubando le espresisoni facciali di Alan Tudyk: intrattenimento purissimo, i temi importanti sono solo sfiorati per un risultato controverso. Del Spooner è il classico eroe senza macchia e senza (quasi) paura tipico dei film di Proyas. Rappresenta il vero anti-eroe che si barcamena tra dilemmi esistenziali ma sa guardare oltre e soffre di uno stato di alienazione che lo allontana dal contesto. Fotogrfia che vira sui colori freddi, molto adeguata poi la sensazione di asetticità propria di una realtà meccanizzata. Il piacere per gli occhi è evidentissimo, non del tutto soddisfacente invece per la mente.
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aristoteles
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venerdì 18 settembre 2015
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sonny
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Sufficiente thriller robotico.
L'azione e' abbastanza coinvolgente e graficamente c'è poco da obiettare,considerato che e' un film di qualche anno fa.
Certo sulla trama si poteva fare qualcosa in più, visto che fino dai primi momenti si percepisce che il multimiliardario e' una persona poco "trasparente".
Anche i dialoghi risultano abbastanza banali,anche se non toccano il fondo.
Convince Will Smith in un film che gli calza a pennello.
Sonny in fondo fa simpatia e questo favorisce la visione,invece tutta la parte riguardante il conflitto etica-progresso e' affrontata in maniera abbastanza superficiale.
Ottimo per due ore di svago.
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nick carter
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giovedì 1 febbraio 2007
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la macchina umana o l'uomo macchinario?
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Io robot pone sugli schermi il rapporto tra le macchine e gli umani.Può esserci coesistenza?Tra le due parti non ci sarà prevalenza?Tanti quesiti vengono posti nel momento che si guarda il film e che sicuramente tra breve queste domande si concretizzeranno.E questo ciò che porta nel grande schermo il regista già famoso con"IL CORVO".Un mondo immaginario proiettato nel futuro con la presenza dei robot.Loro sono amici degli umani,ma a qualcuno non convince la loro prestazione.Lui è Will Smith e si appresterà a scovare l'omicidio di un'inventore.Bel film da vedere ma non sorprendente.
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disincantato83
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giovedì 18 agosto 2011
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hanno invertito il libro
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Un film spaccone e distorto. Non che ci si possa aspettare qualcosa di diverso da un film con protagonista Will Smith. L'ho visto soltanto per poter raffrontarlo con il libro, sapendo già a cosa andavo incontro: sicché non mi posso neppure definire "deluso". La delusione presuppone che ci siano state delle aspettative.
Ma tralasciamo pure le scontate considerazioni estetiche sulla "solita americanata" tutta effetti speciali e combattimenti ben oltre il limite dell'inverosimile (nulla a che vedere con la capacità di Asimov di coinvolgerti in situazioni "realistiche" pur scrivendo fantascienza). Piuttosto è il caso di sottolineare come il film abbia completamente rovesciato il messaggio del libro.
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Un film spaccone e distorto. Non che ci si possa aspettare qualcosa di diverso da un film con protagonista Will Smith. L'ho visto soltanto per poter raffrontarlo con il libro, sapendo già a cosa andavo incontro: sicché non mi posso neppure definire "deluso". La delusione presuppone che ci siano state delle aspettative.
Ma tralasciamo pure le scontate considerazioni estetiche sulla "solita americanata" tutta effetti speciali e combattimenti ben oltre il limite dell'inverosimile (nulla a che vedere con la capacità di Asimov di coinvolgerti in situazioni "realistiche" pur scrivendo fantascienza). Piuttosto è il caso di sottolineare come il film abbia completamente rovesciato il messaggio del libro. Qui i Robot sono diventati i cattivi, che prima tolgono il lavoro agli umani e poi li vogliono sottomettere. Eppure anche nella scena di Viki (l'unica in qualche modo "salvabile" di una pellicola altrimenti buona solo per alimentare un fuoco in un camino) trapela quanto trasmetteva il libro: cioè che sotto il dominio razionale dei Robot il mondo sarebbe migliore, che essi proteggerebbero l'umanità da sé stessa, dalle proprie tendenze caotiche e distruttive; l'Uomo è come un bambino irrazionale, ancora molto legato alle proprie radici primitive e animalesche, che l' "adulto" ed evoluto Robot deve reprimere per proteggere.
Nulla di più vero, è evidente. Peccato che il film voglia farlo passare per un incubo mostruoso, tant'è che il "buono" è l'uomo che si ribella a tale piano, proprio al fine di preservare tutto il caos, l'irrazionalità, l'aggressività e le emozioni -in una parola, tutti i mali- che sono propri di ciò che è umano = animale. Al contrario che nel libro, in cui solo "i migliori tra gli umani" erano paragonabili ai Robot. All'impegno di questi per alleviare le fatiche umane, garantendo la pace e il benessere generale con la loro logica esatta e "fredda" (cioè non distorta dall'ambizione e dagli istinti), si contrapponevano sia la superstizione religiosa, sia l'ambizione di individui senza scrupoli che avrebbero preferito un mondo meno "pianificato" in cui poter affermarsi al di sopra degli altri, piuttosto che essere "uno fra tanti" nel benessere comune. In altre parole, le forze dell'irrazionalità e dell'istinto animale, si ostinavano a "difendere" le sofferenze, i rischi e le ingiustizie generate dal caos della "libertà" e delle emozioni, contro l'integrità e le sicurezze che possono basarsi soltanto sulla logica, sulla Ragione.
Il film non accoglie, anzi rovescia, il messaggio di Asimov. Forse proprio perché gli uomini d'affari che lo hanno finanziato sono profondamente "umani", cioè mossi dall'istinto animale della competizione anziché dalla determinazione razionale della Giustizia; e ciò fa sì che ci tengano a mantenere questo mondo così "umano" come è, NON VOGLIONO che passi il messaggio che dobbiamo imparare dai Robot, prendere esempio dalla loro schematica razionalità per diventare davvero ciò che finora abbiamo soltanto millantato di essere: cioè più evoluti degli altri animali, più saggi, più pacifici, più giusti. Sì, insomma: più robotici, e quindi migliori.
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(di massimo)
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