remo valitutto
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domenica 6 maggio 2012
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lo sguardo di un sognatore
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Filigrana di un cinema dei ricordi, nostalgica memoria di un vissuto, al contempo, privato e collettivo, The dreamers è la storia controversa di tre studenti, men che ventenni, due gemelli francesi, Théo e Isabelle (L. Garell e E. Green), e uno americano, Matthew (M. Pitt),che si incontrano a Parigi nei mesi che precedono la contestazione del maggio del '68. I due decidono di ospitare il nuovo amico nel loro appartamento, approfitando della temporanea assenza dei genitori. I tre appassionati di cinema, nonché assidui frequentatori della Cinémathèque, si divertono a sfidarsi nel riconoscere, attraveso una breve imitazione di una scena, il titolo del film corrispondente, pagando una penitenza in caso di errore.
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Filigrana di un cinema dei ricordi, nostalgica memoria di un vissuto, al contempo, privato e collettivo, The dreamers è la storia controversa di tre studenti, men che ventenni, due gemelli francesi, Théo e Isabelle (L. Garell e E. Green), e uno americano, Matthew (M. Pitt),che si incontrano a Parigi nei mesi che precedono la contestazione del maggio del '68. I due decidono di ospitare il nuovo amico nel loro appartamento, approfitando della temporanea assenza dei genitori. I tre appassionati di cinema, nonché assidui frequentatori della Cinémathèque, si divertono a sfidarsi nel riconoscere, attraveso una breve imitazione di una scena, il titolo del film corrispondente, pagando una penitenza in caso di errore. Ed è proprio questo gioco, innocente nella sostanza, a trascinare i tre giovani alla scoperta del piacere e dell'abbandono reciproco. E se l'abbandono tra Matthew ed Isabelle è mostrato senza scarti dalla macchina da presa, le latenze omosessuali ed incestuose, presupposte da gesti e sguardi incontrovertibili, sono relegate al fuori campo,lasciando lo spettatore nell'incertezza di una soluzione definitiva.
Tra ricordi autobiografici, citazioni cinematografiche, frammenti di Storia, confessioni voyeuristiche, lo sguardo di Bertolucci, sognante e nostalgico, crea un film al tempo presente grazie all'estetica esibita dei corpi su cui è iscritta la contemporaneità di una cura narcisistica tipica dei nostri giorni. In contappunto, per rimarcare ancora di più questa distanza dal passato, Léaud e Kalfon (attori feticcio degli autori della Nouvelle Vague), invecchiati, sono chiamati a reinterpretare lo stesso gesto rivoluzionario compiuto anni prima (rileggono i discorsi pronunciati il 14 febbraio 1968 nella manifestazione contro la sospensione, per volere del Ministro Malraux, da presidente della Cinémathèque di Henri Langlois, ricostruita all'inizio del film).
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alessandro pesce
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giovedì 19 febbraio 2004
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the dreamers
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E’ curioso che i due "enfants terribile" del cinema italiano inizi anni 60, Bellocchio e Bertolucci, abbiano quasi contemporaneamente girato due film rispettivamente sulla fine e sull’inizio della Grande Utopia, scegliendo entrambi però di non parlarne affatto…..e comunque preoccupandosi di dare un’immagine matura e moderata, l’uno rivalutando la figura del Padre (identificandola con Moro) e l’altro enfatizzando il discorso sull’inutilità della violenza (nell'invettiva di Matthew nell’ultima scena). Ma veniamo ai fatti:
è la storia di Theo e Isabelle, gemelli, con relativo legame sconvolgente ed unico. Essi vivono di immaginario cinematografico, quando non sono in cineteca a gustarsi Samuel Fuller o Fred Astaire, Godard o Greta Garbo, Freaks o Mouchette, vivono chiusi in casa fingendo sempre come in un film, o replicando le finzioni viste sullo schermo; e la finzione diventa vita in tutte le sue manifestazioni , sesso e morte compresi.
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E’ curioso che i due "enfants terribile" del cinema italiano inizi anni 60, Bellocchio e Bertolucci, abbiano quasi contemporaneamente girato due film rispettivamente sulla fine e sull’inizio della Grande Utopia, scegliendo entrambi però di non parlarne affatto…..e comunque preoccupandosi di dare un’immagine matura e moderata, l’uno rivalutando la figura del Padre (identificandola con Moro) e l’altro enfatizzando il discorso sull’inutilità della violenza (nell'invettiva di Matthew nell’ultima scena). Ma veniamo ai fatti:
è la storia di Theo e Isabelle, gemelli, con relativo legame sconvolgente ed unico. Essi vivono di immaginario cinematografico, quando non sono in cineteca a gustarsi Samuel Fuller o Fred Astaire, Godard o Greta Garbo, Freaks o Mouchette, vivono chiusi in casa fingendo sempre come in un film, o replicando le finzioni viste sullo schermo; e la finzione diventa vita in tutte le sue manifestazioni , sesso e morte compresi. Incontrano Matthew, studente americano e sentendolo affine lo fanno partecipe della loro "rappresentazione". E’ soltanto un aborto di vita, però, questo rapporto, perché i due gemelli (e viene il sospetto che potrebbe trattarsi di una sola persona con due identità sessuali) sono troppo ancorati al loro mondo interiore. Finchè un giorno la Storia, quella vera, li scuote arrivando con un sasso dalla finestra di casa, impedendo la morte di Isabelle ma proiettandoli nella realtà. E’ l’infanzia perduta, o soltanto la continuazione della finzione?
Questa è anche la storia di una rivoluzione mai cresciuta, di un' illusione rimasta tale, che tuttavia ha segnato definitivamente la vita di noi tutti perché da allora nulla è stato mai più uguale, nel bene e nel male e forse le vere rivoluzioni sono queste, le metamorfosi del pensiero e del modo di vivere. E l’entusiasmo dei ragazzi evocato nel film è un fermento, una speranza che, a detta dell’autore, mancherebbe alle nuove generazioni.
Trattandosi di illusioni infine questa NON PUÒ NON essere pure la storia dell’illusione cinematografica: The Dreamers, intitola Bertolucci, quasi accreditando l’antico luogo comune cinema=sogno ma nel film ricorda altresì la frase dei Cahiers du cinema secondo cui il regista è voyeur che spia dal buco della serratura, come lui stavolta, appunto, spia tre sognatori del '68.
Alessandro Pesce
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(di henrietta77)
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november rain
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martedì 22 agosto 2006
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ma quali sognatori...
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Il film in uscita del 2003, vanta d’aver il nome d’un regista di un certo rilievo come Bernardo Bertolucci che per la trama si è ispirato al libro di Gilbert Adair.
La storia in teoria si basa sui moti studenteschi nella Parigi del ’68, anno di grandi mutamenti, in un periodo in cui i giovani si ribellavano alla chiusura mentale che li circondava.
Lo sguardo di Bertolucci su tutta questa situazione lo si può intravedere solamente alla fine del film, per l’esattezza nell’ultima scena, quando un sasso rompe la finestra della casa in cui vivono i tre ragazzi, disturbando la loro intimità.
Abbiamo quindi come protagonisti i due gemelli Theo (Louis Garrel) e Isabelle (Eva Green) che incontrano l’americano Matthew (Michael Pitt) grande appassionato di cinema.
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Il film in uscita del 2003, vanta d’aver il nome d’un regista di un certo rilievo come Bernardo Bertolucci che per la trama si è ispirato al libro di Gilbert Adair.
La storia in teoria si basa sui moti studenteschi nella Parigi del ’68, anno di grandi mutamenti, in un periodo in cui i giovani si ribellavano alla chiusura mentale che li circondava.
Lo sguardo di Bertolucci su tutta questa situazione lo si può intravedere solamente alla fine del film, per l’esattezza nell’ultima scena, quando un sasso rompe la finestra della casa in cui vivono i tre ragazzi, disturbando la loro intimità.
Abbiamo quindi come protagonisti i due gemelli Theo (Louis Garrel) e Isabelle (Eva Green) che incontrano l’americano Matthew (Michael Pitt) grande appassionato di cinema.
Il film si rivela essere a sfondo molto più erotico, non si basa minimamente sui moti studenteschi del ’68, bensì li pone come vago sfondo alle vicende sessuali che intraprenderanno i tre giovani, rinchiusi nella loro casa senza mai uscirne per giorni.
Il titolo lascia pensare che la storia voglia parlare di “sognatori” e dato lo sfondo storico ne sarebbe potuto anche venir fuori un bel film, senza alcuna scena di nudo, senza i ragazzi che sperimentano i giochetti sessuali dopo aver subito degli indovinelli sul cinema, senza il loro essere così privi di interesse proprio mentre una generazione sotto casa si sta mobilitando per cambiare le cose.
Perciò per gli amanti del cinema erotico il film potrebbe risultare piacevole ma non per chi si aspettasse una storia basata sull’avvenimento storico che, ripeto, viene usato solo come uno sfondo.
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giugy3000
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lunedì 22 marzo 2010
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il meglio di bertolucci ne"i sognatori"
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Parigi sessantottina. Un ragazzo e una ragazza fratelli siamesi e uno studente americano. Una casa borghese vuota a disposizione, mille idee in testa e tanto, tanto cinema. Se mescoliamo assieme questi ingredienti ne esce il miglior film realizzato sin d'ora da Bertolucci, uno di quei film che più di ogni altro suscita nello spettatore l'amore per la settima arte e la voglia immediata di "ingerire pellicole"di qualità.
Tre interpreti eccezionali tra cui spicca più di tutti forse la bellissima scoperta di Bertolucci, Eva Green, formano il mènage a trois per eccellenza, quello intrigante sia mentalmente che sessualmente. La rivoluzione delle idee è nell'aria di sottofondo, così come la sottile ma netta divergenza tra la cultura più disinibita dei due francesi rispetto alla più timida dell'americano.
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Parigi sessantottina. Un ragazzo e una ragazza fratelli siamesi e uno studente americano. Una casa borghese vuota a disposizione, mille idee in testa e tanto, tanto cinema. Se mescoliamo assieme questi ingredienti ne esce il miglior film realizzato sin d'ora da Bertolucci, uno di quei film che più di ogni altro suscita nello spettatore l'amore per la settima arte e la voglia immediata di "ingerire pellicole"di qualità.
Tre interpreti eccezionali tra cui spicca più di tutti forse la bellissima scoperta di Bertolucci, Eva Green, formano il mènage a trois per eccellenza, quello intrigante sia mentalmente che sessualmente. La rivoluzione delle idee è nell'aria di sottofondo, così come la sottile ma netta divergenza tra la cultura più disinibita dei due francesi rispetto alla più timida dell'americano. Come da manuale, in ogni film che si rispetti di Bertolucci, l'attenzione per gli ampi dialoghi e per le scene girate negli interni è centrale: i tre protagonisti fanno delle loro quattro mura il centro del loro universo, sono inghiottiti dal vortice ora del sesso, ora dei bellissimi "indovinelli"cinematografici, ora di stupende orazioni sull'amore e su ciò che sta succedendo là fuori, nel mondo. Molti hanno accusato erroneamente Bertolucci per aver deviato il senso profondo del '68, per non averlo rispettato per l'onda reazionaria importante che ha avuto, per averlo guardato dalla fessura borghese e altolocata di due fratelli viziati e intenti in assurde contemplazioni anzichè in azioni concrete...Ma il genio del regista sta invece da tutt'altra parte. E' proprio questo loro rinchiudersi in una "cinematèque" casalinga, questo loro sprofondare nella vasca nudi, tutti e tre a parlare della guerra e di chi sia meglio tra Keaton e Chaplin, questo loro cercare per inerzia e per pigrizia il pranzo del giorno tra i rifiuti della spazzatura a fare di queste tre anime confuse i sognatori del futuro.I sognatori di Bertolucci non agiscono,o meglio lo faranno poi sul finale, quando la pietra che romperà la loro finestra li catapulterà nella realtà da cui avevano creduto di fuggire. I sognatori fumano ottime sigarette, bevono ottimo vino, si deliziano con ottimi film e nella lettura di ottimi libri e buona musica...sono nel LORO sogno, dove le regole non esistono più, dove il pudore non esiste e dove è normale e giusto fare del sesso davanti all'altro e usare lo stesso spazzolino. Téo, Isa e Matthieu vivono in un limbo, in attesa che tutti cambi, che il loro mondo cominci di nuovo a prendere forma...ma loro sono i sognatori, non i disertori, non gli attivi partecipanti ad una battaglia col sangue per avere nuovi diritti; loro sono i passivi spettatori di una scena in procinto di cambiare che sceglieranno di restare assieme solo in questo unico momento di perdizione per poi nuovamente perdersi per caso proprio come per caso si erano trovati bene assieme.Bertolucci dirige con estrema maestria i dialoghi, le stupende e raffinate scene di rimando tra i vecchi film in bianco e nero e le azioni dei protagonisti, tant'è che la corsa nel Louvre rimane impressa tra le più belle di tutto il film.
Consigliato a tutti gli amanti del buon cinema e a tutti quelli che credono Bertolucci un regista mediocre e attento solo al lato erotico delle storie, ovviamente per ricredersi.
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anonimo
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mercoledì 23 febbraio 2005
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straordinario!!
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the dreamers è davvero un capolavoro!! sarebbe banale soffermarsi sulle scene per molti forti che il film propone! i tre giovani che decidono di isolarsi nel lussuoso quanto tetro appartamento parigino scelgono di contrastare i sentimenti di protesta e violenza che il '68 proponeva con l' amore che è prima incestuoso, poi omosessuale per arrivare alla totale purezza. azzeccata la scelta degli attori che nel caso dei due protagonisti maschili presentano corpi che sembrano le copie umane dei kouroi greci. un sasso sveglierà i tre ragazzi, rinchiusi in una dimensione onirica, e finalmente entreranno in contatto con la protesta sessantottina vero sfondo del film.
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morgana
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lunedì 3 novembre 2003
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proprio dei sognatori
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Onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio da Bertolucci.Il film è lento e trascinato, specialmente nella parte finale. Gli attori sono molto bravi. Curiosa l'idea di girare il film soprattutto nella casa dei due gemelli, che ostentano questa loro pomposa cultura, ma che in realtà sono solo imbottiti di cavolate culturali, ma quando si tratta poi di passare all'azione, non sanno neanche loro per cosa combattono veramente. Gioventù povera di ideali veri.
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parsifal
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martedì 2 maggio 2017
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sogno e realtà
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Tratto dal racconto " Holy Innocence " di Gilbert Adair, con cui Bertolucci firma la sceneggiatura, il film è ambientato a Parigi , nel 1968, anno in cui presero piede le rivolte studentesche alla Sorbona dando vita al Maggio Francese, periodo storico che cambiò in maniera determinante l'era moderna. IL Giovane Matthew ( M.Pitt) si trasferisce dagli USA nella capitale francese con l'intenzione di studiare il francese. Inizia a frequentare la Cinemateque Francaise, istituzione di tutto rispetto, il tempio dei cinefili francesi e di tutta Europa. Durante l'occupazione, per protesta contro l'allontanamento di H. Langlois ( che si intravede , grazie a dei filmati d'epoca) conosce Isabelle ( Eva Green) affascinante e gentile, che lo presenta a sua volta a Theo ( Louis Garrel) il suo gemello, molto spavaldo e pieno di sè .
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Tratto dal racconto " Holy Innocence " di Gilbert Adair, con cui Bertolucci firma la sceneggiatura, il film è ambientato a Parigi , nel 1968, anno in cui presero piede le rivolte studentesche alla Sorbona dando vita al Maggio Francese, periodo storico che cambiò in maniera determinante l'era moderna. IL Giovane Matthew ( M.Pitt) si trasferisce dagli USA nella capitale francese con l'intenzione di studiare il francese. Inizia a frequentare la Cinemateque Francaise, istituzione di tutto rispetto, il tempio dei cinefili francesi e di tutta Europa. Durante l'occupazione, per protesta contro l'allontanamento di H. Langlois ( che si intravede , grazie a dei filmati d'epoca) conosce Isabelle ( Eva Green) affascinante e gentile, che lo presenta a sua volta a Theo ( Louis Garrel) il suo gemello, molto spavaldo e pieno di sè .I due avevano notato il giovane , timido e solitario , e mossi da curiosità , erano intenzionati a conoscerlo. Lo invitano a cena a casa loro e lo presentano ai genitori. IL padre ( Robin Renucci) è un affermato poeta , immerso nelle sue elucubrazioni, ma al tempo stesso curioso ed estroverso e la mamma ( A. Canchellor), è l'anima pragmatica della coppia. Dopo una scena in cui il conflitto padre- figlio prende il sopravvento, Matthew viene invitato a restare. Accetterà e resterà anche nei giorni successivi, a causa dell'allontanamento dei genitori. Inizia così una discesa nell'inconscio dei tre giovani, fatta di cultura letteraria, contestazione politica ( alla quale sono fisicamente estranei , ma ideologicamente vicini) vini d'annata bevuti durante le lunghe dissertazioni tra loro. Matthew inizia a percepire il legame moltoi particolare che unisce i due gemelli, fondato su un persistente e non dichiarato desiderio di uno verso l'altra che andrà estrinsecandosi più volte in modi assai bizzari. Entrano in campo le citazioni cinematografiche, che vengono formulate in ogni circostanza, poichè parte integrante dell' immaginario dei protagonisti. Matthew tenta di far capire ad Isabelle che l'attrazione per il fratello è una pulsione malsana, ma verrà smentito dalla crisi di nervi in cui lei cadrà , dopo aver senti attraverso la parete della stanza da letto , i gemiti del fratello che si intrattiene con una collega di università. Presa dalla disperazione, Isabelle, ad insaputa dei due ragazzi, tenta di mettere in atto un suicidio collettivo, usando il gas domestico. Ma la cosa si arenerà , perchè l'impeto dei manifestanti che passano sotto la'abitazione dei giovani, li trascinerà in strada e li dividerà definitivamente. Matthew sceglierà la non- violenza ed i gemelli , coprendosi il volto, impugneranno le bottiglie molotov, marciando contro le forze dell' ordine. Criticato ed osannato, amato ed odiato, va visto poichè è un film che narra , a suo modo, l'incanto della gioventù, che giammai ritornerà.
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marcok
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mercoledì 26 marzo 2008
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e' una guerra dei sensi nel '68 parigino
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Ambientato nei caldi colori di fine anni ’60, The Dreamers, scaraventa chi lo guarda in un’ acquerello di proteste , sentimenti, pazzia, amore e rivolta, incorniciato con stile e consapevolezza narrativa da un regista, Bernardo Bertolucci, decisamente a suo agio nel salotto del cinema del Bel Paese.
Allora: una volta aperta la custodia del dvd e tolta la verginità alle prime scene d’introduzione ai sapori della recente Parigi 1968, ci si inoltra in un caleidoscopio di azioni tremanti, partorite dall’incontro tra due gemelli di sessi opposti e un ragazzo americano arrivato a Parigi per studiare in una scuola cinematografica. I tre, condividono l’estroversa ma in alcuni casi istruttiva passione per il cinema, e questo sarà il collante fondamentale per la loro relazione d’amicizia intrapresa nell’intera durata del film.
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Ambientato nei caldi colori di fine anni ’60, The Dreamers, scaraventa chi lo guarda in un’ acquerello di proteste , sentimenti, pazzia, amore e rivolta, incorniciato con stile e consapevolezza narrativa da un regista, Bernardo Bertolucci, decisamente a suo agio nel salotto del cinema del Bel Paese.
Allora: una volta aperta la custodia del dvd e tolta la verginità alle prime scene d’introduzione ai sapori della recente Parigi 1968, ci si inoltra in un caleidoscopio di azioni tremanti, partorite dall’incontro tra due gemelli di sessi opposti e un ragazzo americano arrivato a Parigi per studiare in una scuola cinematografica. I tre, condividono l’estroversa ma in alcuni casi istruttiva passione per il cinema, e questo sarà il collante fondamentale per la loro relazione d’amicizia intrapresa nell’intera durata del film.
Comincia così l’odissea di avventure esotiche ed erotiche tra i ragazzi che genereranno un’esplosione di giochi maniacali, sadiche punizioni e idee intellettuali materialmente irrealizzabili.
In un contesto quasi di sospensione temporale, mentre le strade parigine si gonfiano di persone che incitano alla rivolta politica e sociale che tanto investì la Francia in quegli anni, i nostri tre protagonisti si regalano una prigione casalinga che li terrà isolati dal resto del mondo per l’intero periodo in cui i genitori dei gemelli staranno lontani da casa.
Al termine del film non può che restarci un disperato e ricercato gusto amaro in bocca e una frase in testa: “NOI NON SIAMO COME LORO, NOI SIAMO DIVERSI, NOI SIAMO CONTRO LA VIOLENZA, NOI USIAMO QUESTO, NOI USIAMO IL CERVELLO!”, sparata come una revolverata dall’americano contro quegli amici che credeva fossero come lui li aveva conosciuti, follemente diversi.
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alberto 86
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domenica 12 febbraio 2006
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cinema,storia,amore...
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"The dreamers"è il film che segna il ritorno di Bertolucci nella capitale francese dell'"Ultimo tango".Un ritorno graditissimo visto che considero da sempre "Ultimo tango a Parigi"il capolavoro del cineasta.Ovviamente questo"The dreamers"difficilmente può essere paragonato al suo insigne predecessore ma è un film affascinante,coinvolgente,molto interessante.Nonostante la valanga di critiche sull'oscenità di alcune sequenze,"The dreamers"è in realtà un atto d'amore al cinema di un regista cinefilo e colto come Bertolucci,ma anche un omaggio sentito a quella che molti considerano la stagione che ha cambiato la storia,il 68.Ma non è finito qui:il film di Bertolucci è soprattutto una intrigante e raffinata storia di iniziazione sessuale e di crescita personale,che porterà i protagonisti a cambiare radicalmente le loro vite e a prendere anche strade diverse.
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"The dreamers"è il film che segna il ritorno di Bertolucci nella capitale francese dell'"Ultimo tango".Un ritorno graditissimo visto che considero da sempre "Ultimo tango a Parigi"il capolavoro del cineasta.Ovviamente questo"The dreamers"difficilmente può essere paragonato al suo insigne predecessore ma è un film affascinante,coinvolgente,molto interessante.Nonostante la valanga di critiche sull'oscenità di alcune sequenze,"The dreamers"è in realtà un atto d'amore al cinema di un regista cinefilo e colto come Bertolucci,ma anche un omaggio sentito a quella che molti considerano la stagione che ha cambiato la storia,il 68.Ma non è finito qui:il film di Bertolucci è soprattutto una intrigante e raffinata storia di iniziazione sessuale e di crescita personale,che porterà i protagonisti a cambiare radicalmente le loro vite e a prendere anche strade diverse."The dreamers"è un concerto di citazioni,di omaggi d'autore,di sequenze di film famosi e di canzoni dell'epoca...Penso sia un buon ritorno di quello che forse è uno dei registi italiani che ancora sono degni d'attenzione anche se ormai espatriati."The dreamers"è forse il film più autobiografico,più sentito e più personale di Bertolucci,che,malgrado alcune leziosaggini,ci regala una vicenda di quelle che al cinema si vedono ben poco.Un plauso penso vada fatto anche ai 3 giovani attori protagonisti che per la maggior parte del film riescono a recitare senza veli,con naturalezza e credibilità,ruoli complessi e poliformi.Con questo film Bertolucci riesce a farci sognare assieme ai suoi protagonisti,che sembrano essere distanti da tutto ciò che sta accadendo all'esterno,chiusi in un appartamento e intenti a scoprirsi reciprocamente sia sessualmente che psicologicamente. Ma ci fa anche tornare coi piedi per terra nell'acerbo finale in cui la storia entra burrascosa nell'idillio,nel sogno e nella spensieratezza dei personaggi.Ed è così che il sogno finisce e si torna alla realtà che spesso è molto più dura e triste di come la ricordavamo.Un film che sicuramente consiglio e a cui do 3 stelle piene.
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[+] chi si identifica con i "sognatori"?
(di giorgio)
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sylya
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domenica 27 gennaio 2013
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una surreale parentesi nella storia
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L’ho visto ingenuamente prevenuta, convinta che non sarebbe stato che un film mediocre, ed invece è riuscito a stupirmi non poco. La trama, intessuta su uno sfondo incombente e tuttavia volutamente distante dei moti studenteschi del ‘68, svela se stessa in un’intrigante ed intensa relazione tra tre persone, impreziosita da continue citazioni cinematografiche non da poco, disegnandosi come la realistica eppure surreale parentesi di una vita privata che sopravvive alla pressione degli eventi storici isolandosene finchè possibile.
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L’ho visto ingenuamente prevenuta, convinta che non sarebbe stato che un film mediocre, ed invece è riuscito a stupirmi non poco. La trama, intessuta su uno sfondo incombente e tuttavia volutamente distante dei moti studenteschi del ‘68, svela se stessa in un’intrigante ed intensa relazione tra tre persone, impreziosita da continue citazioni cinematografiche non da poco, disegnandosi come la realistica eppure surreale parentesi di una vita privata che sopravvive alla pressione degli eventi storici isolandosene finchè possibile. I protagonisti, pur non brillando in un’interpretazione eccezionale, sono adeguati e sufficientemente intensi. La regia è notevole, le scene ricalcano l’andamento della storia e riescono a renderla scorrevole ed affatto noiosa, nonostante nel tema trattato sia presente, per forza di cose, l’isolamento del gruppo. L’approfondimento psicologico c’è ed è ben studiato in modo da entrare in quel mondo di emozioni e restare tuttavia con il morso del dubbio, lo stesso che prova uno dei protagonisti, interrogandosi su quanto accade. Ho sentito parlare di The Dreamers come di un film erotico, e tuttavia questo non ne fa affatto una pellicola per vouyeristi, perchè ad ogni scena, anche la più esplicita o la più implicitamente maliziosa, si affianca comunque una capacità notevole di sviluppare la storia interiore del trio.
Mi è piaciuto molto, dall’inizio alla fine, e lo rivedrei volentieri. Davvero un buon film, per chi sa andare oltre la lettura di una semplice ostentazione di nudo, e chi accetti che non si tratta di una trattazione di un periodo storico con esso protagonista, ma del ritratto dinamico dell’emozionalità, del sentimento e della psiche degli individui in quanto tali.
Molto belli, tra l’altro, i contrasti tra le varie tematiche individuo-società, vita pubblica-vita privata, idealismo-azione concreta ecc.
Anche i dialoghi non sono affatto male.
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