Monster

Monster è la storia di Alieen Wournos, prostituta accusata di 7 o forse più omicidi di suoi clienti che nel febbraio del 1993 viene condannata alla pena di morte. Ricorre in appello senza successo e continua ad affermare il suo disprezzo per la vita ed il suo desiderio di continuare a far del male. Anche se le ultime perizie psichiatriche la considerano capace di intendere e di volere, Aileen Wuornos viene giustiziata tramite iniezione letale il 9 ottobre del 2002. Tuttavi il film non ci parla di questa parte finale della sua storia, ma di tutto ciò che avviene prima; dell'innamoramento per una ingenua ragazza e della fuga con lei, dell'uccisione della sua prima vittima (in seguito a un tentativo di stupro da parte essa) e delle successive angoscianti uccisioni; dell'unica cosa che continua a dar forza alla sua vita, l'amore per la ragazza Tirya Moore. I pretesti ci sono ovviamente tutti per fare un film forte, e un film forte è. Colpisce più di tutti la profonda razionalità e in un certo senso forse difficile da intuire "umanità" della Wournos, che compie una serie di omicidi giustificandoli anche di fronte alla fidanzata con motivazioni adeguate: è una società di merda, quella che la circonda, è una società dove gente tenta di stuprarla, dove ognuno viaggia sulle sue macchinine in autostrada senza curarsi di ciò che c'è fuori, e all'occorrenza si ferma a caricarla per portarla in mezzo a un bosco. "La materia era scottante, il rischio di giustificare una serie di omicidi grazie ai traumi subiti dall´assassina forte" scrive Giancarlo Zappoli. Ma il fatto che il film non cada nell'errore di giustificare gli atti della serial killer con il suo passato è semplicemente perchè la regista Patty Jenkins volutamente lo tralascia; solamente accennate sono le presentue violenza subite da bambina e solamente accennata in poche inquadratura iniziali la sua infanzia; Alieen non è vittima del suo passato, Alieen è vittima del suo presente. Ed è forse da questo punto principale che si riesce a provare pietà per questa donna; Alienn è una figlia del mondo di oggi che risponde violentemente a una chiamata altrettanto violenta; nei limiti dell'ammissimibile si può considerare un immedesimazione, perchè noi siamo come lei, anche noi amiamo, come lei ama alla follia la ragazza, anche noi ci troviamo qui e spesso non capiamo da che parte o come gira questa stramba terra; lei risponde, come ho detto, e ammazza, ma non impazzisce; rimane razionale, lucida e capace di amare. E in tutti i casi riesce a salvare il suo amore, fino alla fine; certo, si lascia prendere la mano alla fine, e non riesce a salvare la vita neanche della sua ultima vittima, che gli chiede piangendo pietà. E' un assassina e rimane assassina, i metodi da lei applicati sono errati, si sa, ma c'è qualcosa in più nel film che va oltre e che fa comprendere la perecezione delle cose da parte di Alieen più che la percezione ovvia di una critica delle sue azioni. Quando chiude la porta di cosa, le sue vittime rimangono fuori, rimane solo Tyria, rimane l'unica cosa che ama veramente, e fuori resta quel mondo di merda, e lei riguadagna la sua vita, vorrebbe vivere, vorrebbe solo vivere, e quei soldi da darea Tyria, per ottenere e donare al suo amore una vita normale. "Sono sempre stata male per piccole cose, poi succede che cose talmente orribili le reggi meglio del previsto" dice a metà film Aileen; non è forse questa un' inquietante affermazione? Un affermazione che ci mette di fronte alla (...)