Splendidi amori

Veronica, una timida ragazza middle-class, si ritrova piacevolmente coinvolta in un tenero e trasgressivo menage-a-trois in compagnia di due ragazzoni svitati e a tratti simpatici, poco propensi a prendersi cura degli aspetti pratici della vita. Tutto si svolge in una Los Angeles dagli interni plasticati di una discutibile modernità. Uno dei due ragazzi è un batterista palestrato, l'altro è uno scrittore tabagista, un po' meno estroverso, ma ugualmente spiantato. Un terzo soggetto si metterà in mezzo e cercherà di strappare la bella Veronica ai due svitati. Lui è un regista mingherlino, timidissimo, senza talento, cliente degli psicoanalisti e probabilmente assai poco interessante sotto le lenzuola. Una nota giornalista de La Stampa parlava di un Jules et Jim in chiave moderna. Niente di più lontano: stereotipi, sciatterie, banalità, luoghi comuni, demenzialità non-sense. Una scommessa perduta del cinema indipendente USA. 