samanta
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lunedì 3 aprile 2023
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quelle chiavi di casa ...
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Il film è un remake dell'omonimo film di Hitchcock del 1954 è uscito nel 1998 con la regia di Andrew Davis regista mediocre altelenante tra thriller e film d'azione più che dignitosi (Il fuggitivo, Reazione a catena) e altri in cui "sbrocca" apertamente (Trappola in altomare, Il gemello scomodo). Dato che è un remake esprimo un giudizio per il film in sè e poi in confronto all'originale.
Il soggetto è tratto da una piéce di Frederik Knott da lui tradotta nella sceneggiatura del 1954: la trama è semplice un ricco finanziere Steven Taylor (Michael Douglas 54 anni)) è sull'orlo del fallimento e scopre che la moglie Emily (Gwynneth Paltrow 28 anni) ricchissima, proveniente da una famiglia influente e che fa l'interprete all'ONU, lo tradisce con David (Viggo Mortensen) un pittore sbandato che vive in una fabbrica abbandonata vigoroso sessualmente per cui ha perso la testa.
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Il film è un remake dell'omonimo film di Hitchcock del 1954 è uscito nel 1998 con la regia di Andrew Davis regista mediocre altelenante tra thriller e film d'azione più che dignitosi (Il fuggitivo, Reazione a catena) e altri in cui "sbrocca" apertamente (Trappola in altomare, Il gemello scomodo). Dato che è un remake esprimo un giudizio per il film in sè e poi in confronto all'originale.
Il soggetto è tratto da una piéce di Frederik Knott da lui tradotta nella sceneggiatura del 1954: la trama è semplice un ricco finanziere Steven Taylor (Michael Douglas 54 anni)) è sull'orlo del fallimento e scopre che la moglie Emily (Gwynneth Paltrow 28 anni) ricchissima, proveniente da una famiglia influente e che fa l'interprete all'ONU, lo tradisce con David (Viggo Mortensen) un pittore sbandato che vive in una fabbrica abbandonata vigoroso sessualmente per cui ha perso la testa. Steven scopre che David è un truffatore andato in galera per avere truffato sentimentalmente 2 donne, ha dato false generalità perché è fuggito per un altro caso di truffa, Steven decide di affidare a lui il compito di killer di sua moglie per ricevere la ricca eredità e mettere a posto i suoi conti. David accetta per un compenso di 500.000 $ di cui 100.000 in acconto, però subappalta l'omicidio a un suo amico criminale (!). Il killer però fallisce e viene ucciso da Emily, il marito che aveva ideato il marchingegno di sottrarre la chiave di casa della moglie per nasconderlo in un tubo sul pianerottolo, accorso in casa chiamato dalla moglie sotto choc, sottrae una chiave credendola della moglie dal cadavere, in realtà il killer aperta la porta aveva rimesso la chiave al posto in cui l'aveva trovata. David viene contattato da Steven che ricattato lo uccide, nel frattempo la moglie interrogata dal detective Mohamed Karaman che dubita del marito, fa le sue indagini e scopre la verità sulla chiave, il marito le racconta un pò di storie, Emily alll'inizio ci crede ma poi scopre la verità dopo che haricevuto da David la registrazione del colloquio con Steven che cerca di ucciderla, ma lei lo uccide.
Il film nella prima parte si sostiene sufficientemente, ma nella seconda parte la sceneggiatura si sbricciola e diventa inverosimile: l'uccisione del killer ci può stare, ma pure quella del marito! Inoltre ci sono troppe incongruenze: non si comprende perché Steven non porti via la chiave di casa da dove l'aveva nascosta aveva il tempo per farla sparire; il racconto di Steven ad Emily che ha scoperto il marchingegno della chiave è senza né coda, eppure lei ci crede; il personaggio di Emily non è ben definito ha 28 anni si comporta come una ragazzina di 14 innamorata di un troglodita ma poi diventa una fredda ed improbabile detective; l'ispettore che sta sempre zitto che però ha capito subito la colpevolezza del marito, perché questi durante il tentativo di omicidio aveva telefonato all'ufficio era un alibi troppo perfetto, l'ispettore trascura che stava giocando con 5 amici a poker: più alibi di così!
Il regista ha dimenticato quanto raccomandava "Hitch" nell'intervista a Truffaut se il testo ha origine teatrale occorre mantenere l'unità di azione fondamentale per mantenere la suspence (si pensi a: La parola ai giurati, Ore disperate) come lui aveva fatto con Delitto perfetto, mentre molti registi come Davis tendono a romperla con continui esterni. Michael Douglas recita appena discretamente ma spesso appare fisso immobile meglio Ray Milland, la Paltrow recita la sua parte mediocramente un abisso da Grace Kelly che da donna affascinante e sensuale diventa una donna confusa ed annichilita, Viggo Mortensen fa la parte dell'amante rozzo con sufficienza: ma perché deve inviare la registrazione del colloquio con il marito a Emily quando ha ottenuto quello che voleva e cioè 500.000 $?
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elgatoloco
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domenica 5 giugno 2022
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remake di hitchcock. si''decoroso, ma....
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Per fare un remake di un film di sir Alfred Hitchcock ci vuole coraggio e faccia tosta(molto coraggio e altrettanta faccia tosta): l'hanno avuta il regista Andrew Davis e lPatrcik Smith Kelly in"A perfect Murder"(1998), cambiando varie parti dell'originale(finale completamente diverso, bisogna ammetterlo), rielaborando l'originale, tratto dalla pie'ce teatrale di Fredercik Knoff anche sceneggiatore di"Dial M for a Murder", diretto appunto 54 anni prima da sir Alfred. FInanziere in crisi finanziaria, avendo scoperto la treca della giovane moglie con un sedicente artista d'avangurardia, scopre che costui era un pluripregiudicato, capace di innamorate signore facoltose turffandole.
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Per fare un remake di un film di sir Alfred Hitchcock ci vuole coraggio e faccia tosta(molto coraggio e altrettanta faccia tosta): l'hanno avuta il regista Andrew Davis e lPatrcik Smith Kelly in"A perfect Murder"(1998), cambiando varie parti dell'originale(finale completamente diverso, bisogna ammetterlo), rielaborando l'originale, tratto dalla pie'ce teatrale di Fredercik Knoff anche sceneggiatore di"Dial M for a Murder", diretto appunto 54 anni prima da sir Alfred. FInanziere in crisi finanziaria, avendo scoperto la treca della giovane moglie con un sedicente artista d'avangurardia, scopre che costui era un pluripregiudicato, capace di innamorate signore facoltose turffandole. Lo ricatta per far uccidere la moglie, ma l'uomo, fingendosi innamorato, non esegue lui stesso l'omicidio e ilmalcapitato"sostitutot"viene comunque ucciso dalla moglie capace di resistere all'assalto dell'omicida. Dopo di che tutto sara'diverso da come il marito, ma anche l'amante, pensavano di gestire la situazione.... E?giusto parlare, come si e'fatto, di un remake patinato; aggiungerei "barocco"proprio nell'ambientazione anche architettonica inella Big Apple, il ce non toglie che invece sia "gotica"e"grottesca"l'ambientazione del sedicnete pittore.... Decisamente anche troppi dialoghi, quando il marito scopre la verita'sull'"artista"ma anche in altri momenti del film, che si preoccupa, giustaentne sul piano dei "diritti d'autore"di cambiare parte del film, ma lo fa in maniera complessivamente goffa, anche se non del tutto sciocca e inopportuna, rivolegndosi a un interprete comunque valido(Michel Douglas, as marito)e a un "antagonista"bravo(Viggo Mortensen, l'amante dalla fedina penale sporca), a un investigatore passabile(David Suchet, qui meglio delle sue performances, troppe, quale Poirot), mentre la moglie Gwyneth Paltrow e'scialba(Non capiro'nulla di belleza famminile, ma il successo della Paltrow nel cinema di quegli anni e'per me inspiegabile...). Anche per le musiche, se in"Dial M for a Murder"era di turno Dimitri Tiomkin, forse non il "migliore"autore di sound.tracks per sir Alfred, il"co,mento musicale"era comunque piu'che decoroso e adatto, mentre qui, con James Newton Howard, si raggiunge appena la sufficienza... El Gato
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paolp78
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sabato 18 luglio 2020
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meglio non toccare hitchcock
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Replicare un vecchio film, facendo quello che in inglese si chiama remake, significa inevitabilmente accettare che le due opere siano poste a confronto; inoltre l'autore del rifacimento implicitamente si paragona a quello della prima opera.
Ciò detto, proprio per le ragioni sopra espresse se fossi un regista mi guarderei bene dal replicare un film di Alfred Hitchcock.
Al contrario non sono mancati tentativi in questo senso (senza contare che addirittura fu lo stesso maestro del brivido a girare nuovamente uno dei suoi film del periodo britannico, “L'uomo che sapeva troppo”, di cui realizzò un remake hollywoodiano con lo stesso titolo).
In particolare, escludendo il rifacimento de “La finestra sul cortile”, che venne girato solo per la televisione, ricordo due remake entrambi curiosamente datati 1998: quello di “Psyco”, realizzato da Gus Van Sant, e la pellicola a cui si riferisce la presente recensione.
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Replicare un vecchio film, facendo quello che in inglese si chiama remake, significa inevitabilmente accettare che le due opere siano poste a confronto; inoltre l'autore del rifacimento implicitamente si paragona a quello della prima opera.
Ciò detto, proprio per le ragioni sopra espresse se fossi un regista mi guarderei bene dal replicare un film di Alfred Hitchcock.
Al contrario non sono mancati tentativi in questo senso (senza contare che addirittura fu lo stesso maestro del brivido a girare nuovamente uno dei suoi film del periodo britannico, “L'uomo che sapeva troppo”, di cui realizzò un remake hollywoodiano con lo stesso titolo).
In particolare, escludendo il rifacimento de “La finestra sul cortile”, che venne girato solo per la televisione, ricordo due remake entrambi curiosamente datati 1998: quello di “Psyco”, realizzato da Gus Van Sant, e la pellicola a cui si riferisce la presente recensione.
Van Sant nel suo “Psycho” optò per una replica fedelissima dell'originale, limitando così i rischi, ed anche i danni, ma realizzando una pellicola tutto sommato inutile.
Nello stesso anno, per la regia del meno noto Andrew Davis, usciva questo film, remake de “Il delitto perfetto”, che si caratterizza per il concedersi grosse variazioni rispetto all'originale: il risultato è ancora peggiore di quello ottenuto da Van Sant, in quanto oltre a non poter reggere il confronto con la mirabile tecnica registica del maestro inglese, le variazioni nelle sceneggiatura risultano largamente peggiorative, delineando una storia che perde tutto il fascino e la suspense dell'originale, per ridursi ad un prevedibile thriller che segue un cliché riscontrabile in molte pellicole degli anni '90.
Il buon cast è sprecato; inoltre soffre il paragone con quello del capolavoro del 1954, sicché celebrità affermate come Gwyneth Paltrow e Michael Douglas sembrano soltanto le copie mal riuscite degli originali Grace Kelly e Ray Milland.
In definitiva se la pellicola in se è un lavoro modesto ma non pessimo, si merita però un giudizio particolarmente severo per quello che definisco un autentico affronto, osato contro un classico immortale della cinematografia mondiale.
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gustibus
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domenica 28 maggio 2017
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remake?meglio dell' originale!
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Ma e'remake perche'ha lo stesso titolo?..ma su, e'impostato completamente diverso questo"Delitto perfetto"di A.davis..e per certi motivi supera per modernita'e recitazione il piu'blasonato film di Hichcock.Non puo'starci???..io dico di sì...M.Douglas in forma straripante nel tentare di voler uccidere la moglie..una bellissima G.Paltrow...e l'amante di lei un quasi sconosciuto V.mortensen..poi diventato di fama mondiale per il "signore degli anelli"..la "classe" ce'in molti punti del film,superlativa e'quando la Paltrow parla in israeliano con l'investigatore di polizia..superba!!Bellissimo film che consiglio a tutti e lasciate stare gli stupidi luoghi comuni che un allievo non possa battere il maestro!La differenza sul film"vecchio" di" Alfred" e su quello molto piu'attuale di Davis si nota e tanto anche.
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Ma e'remake perche'ha lo stesso titolo?..ma su, e'impostato completamente diverso questo"Delitto perfetto"di A.davis..e per certi motivi supera per modernita'e recitazione il piu'blasonato film di Hichcock.Non puo'starci???..io dico di sì...M.Douglas in forma straripante nel tentare di voler uccidere la moglie..una bellissima G.Paltrow...e l'amante di lei un quasi sconosciuto V.mortensen..poi diventato di fama mondiale per il "signore degli anelli"..la "classe" ce'in molti punti del film,superlativa e'quando la Paltrow parla in israeliano con l'investigatore di polizia..superba!!Bellissimo film che consiglio a tutti e lasciate stare gli stupidi luoghi comuni che un allievo non possa battere il maestro!La differenza sul film"vecchio" di" Alfred" e su quello molto piu'attuale di Davis si nota e tanto anche..critici scendete dal piedistallo!
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qisoneb
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domenica 17 gennaio 2016
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perdere, non riconoscere, non saprei...
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questo è un clasico film hitchockniano, un commissario, che alla
fine compare per il pubblico vedente, si trova a dover
procedere con l'arresto di qualche soggetto che, sembrava essere una
brava persona, nel dover svolgere l'arresto di un'altra che
sembrava fosse peggiore, eh, quando
le persone timorate della legge...
credevano di aiutare il sottoscritto tal dei tali, con le
loro azioni..., invece probabile che, qull'aiuto
fosse per sè..., poi, un bel dì, si sono alzati... e hanno cominciato a
rivolgere le loro azioni alla criminalità..., questo commissario cosa
avrebbe dovuto fare? indagare e procedere all'arresto di ciascun criminale, si
scopre così che, quel che sembrava essere un distinto signore
'dedito' al troppo lavoro e 'impegnato' a
impedire lo svolgere del compito 'sublime' del commisaariio, non
s'accorge che avrebbe dovuto o dovrebbe dedicare più tempo alla
moglie e non s'accorge in modo macabro forse che,l'altrettanto nemico
poco raccomandabile di questo commissario, si è occupato spesso
anche di sua moglie.
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questo è un clasico film hitchockniano, un commissario, che alla
fine compare per il pubblico vedente, si trova a dover
procedere con l'arresto di qualche soggetto che, sembrava essere una
brava persona, nel dover svolgere l'arresto di un'altra che
sembrava fosse peggiore, eh, quando
le persone timorate della legge...
credevano di aiutare il sottoscritto tal dei tali, con le
loro azioni..., invece probabile che, qull'aiuto
fosse per sè..., poi, un bel dì, si sono alzati... e hanno cominciato a
rivolgere le loro azioni alla criminalità..., questo commissario cosa
avrebbe dovuto fare? indagare e procedere all'arresto di ciascun criminale, si
scopre così che, quel che sembrava essere un distinto signore
'dedito' al troppo lavoro e 'impegnato' a
impedire lo svolgere del compito 'sublime' del commisaariio, non
s'accorge che avrebbe dovuto o dovrebbe dedicare più tempo alla
moglie e non s'accorge in modo macabro forse che,l'altrettanto nemico
poco raccomandabile di questo commissario, si è occupato spesso
anche di sua moglie..., fra surreali esistenze e furberie di
poco valore, eh, quando le persone vogliono oppure
credevano di 'offendere' mostrando una per
loro verità numericamente quasi scomoda, per questo commissatio
invece ecco che possiamo
vederne un'altrtettanta scomoda anche per loro, come in un grande ring
ciascuno per paradosso soggetto a un grande
sacrificio... anche per quel delinquentello seminnocente... solo, perchè
'costretto' a occuparsi della moglie di fatto e in
realtà... del più efferato delinquente... porbabile con le 'credenziali' di
delinquente anche prima, ecco dove occupavano le prime
posizioni lor signori..., soltanto nell'essre più criminali di questo commisaario
che per parte della legge oltre all'aver dovuto procedere all'arresto di
ciascun soggetto del genere, se deve proprio compiere un ennesimo
'sacrificio' lascia a quei preignari, furbacchioni del paradosso
comprendere quale possa essere in una storia di
'tristi e azzardate' esistenze oltre che sbagliate mi pare
evidente, per una storia che forse riemerge dal
passato evidente direi, dalle sfumature della
perfezione irritante quasi del maestro unico
che molte persone conoscevano e conoscono, mister
per intenderci, hitchcok, il mito di holliwood, ancorquando
lor signori pensavano di 'scavalcare' i ruoli... nonostante
i loro malsani redditi e o alte pensioni... di sgraffigno, sembravano
fruttargli quel qualcosa in più, non previsto però per la legge,
controbilanciante anche
quelle scuse... per cui questo commissario 'avrebbe' dovuto
rinunciare... a tutto per le loro miserabili sesistenze e perchè
guardando un soggetto di legge vedendolo un pò troppo
piccolo... e indifeso, salvo qualche eccezione, per il ruolo che
'occuopavano' di secondo piano rispetto a quello di primo mi pare ovvio,
per un sorprendente fim da 4,5 stelline e di improbe
e coraggiose idee criminali non in sintonia con l'altrettanto dato in
prestito per loro... modo genuino di esistere...
e per soddisfare quelle dicerie fuoriluogo del,' è onesto
però non basta... mi pare possano ricordarsene tutte
le persone no? del precendente film del maestro(?) in questione.
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fabal
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sabato 29 novembre 2014
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più che remake, adeguamento
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Più che di remake si tratta di adeguamento. Delitto perfetto di Davis non può che uscire strapazzato dal raffronto con il maestro del brivido, ma merita una piccola assoluzione per l'autonomia narrativa che si ritaglia fin da subito, adeguandosi alle esigenze del cinema più recente.
Le congruenze con la pellicola hitchcockiana - e con lo script originale di Knott - costituiscono solo il binario narrativo di Davis per quanto riguarda pianificazione e movente. Ma la sceneggiatura si presenta libera al limite dell'anarchico e, bella o brutta che sia, è farina del sacco del thriller moderno. Quello interessato all'esasperante ricerca del colpo di scena, al continuo capovolgimento di certezze: all'effetto sorpresa di cui Hitchcock si faceva beffe, costruendo una suspense "raccontata" dalle immagini più che dalla trama.
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Più che di remake si tratta di adeguamento. Delitto perfetto di Davis non può che uscire strapazzato dal raffronto con il maestro del brivido, ma merita una piccola assoluzione per l'autonomia narrativa che si ritaglia fin da subito, adeguandosi alle esigenze del cinema più recente.
Le congruenze con la pellicola hitchcockiana - e con lo script originale di Knott - costituiscono solo il binario narrativo di Davis per quanto riguarda pianificazione e movente. Ma la sceneggiatura si presenta libera al limite dell'anarchico e, bella o brutta che sia, è farina del sacco del thriller moderno. Quello interessato all'esasperante ricerca del colpo di scena, al continuo capovolgimento di certezze: all'effetto sorpresa di cui Hitchcock si faceva beffe, costruendo una suspense "raccontata" dalle immagini più che dalla trama. Ma, ben consapevoli che Davis non è Hitchcock, Delitto perfetto va forse ripensato nell'ottica thrilling de Il fuggitivo, opera dello stesso regista alcuni anni prima. E se l'atmosfera" mozzafiato" pecca di raffinatezza da una parte, dall'altro costruisce un film comunque godibile, immediato e senza fronzoli formali. Davis non vuole tributare il maestro con esercizi di regia stucchevoli - come fa De Palma tanto per intendersi - ma vuole avvincere il pubblico. E in fondo ci riesce, perché il suo Delitto perfetto sa tenere col fiato sospeso, pur avvalendosi di pochi lampi originali e di stravolgimenti schematici. Perde di credibilità nel finale, dove il tira e molla tra Douglas e Mortensen è davvero eccessivo, come poco verosimile è l'intuizione della Paltrow. Pazienza: questo delitto, davvero poco perfetto, non vuole essere un capolavoro né lo pretende. Il film di 40 anni prima resta un intoccabile e, appurato questo, quello di Davis è un thriller discreto con un ottimo cast, in cui la mandibola contratta di Douglas fa sempre la sua parte.
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fabal
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sabato 4 ottobre 2014
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più che remake, adeguamento
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Più che di remake si tratta di adeguamento. Delitto perfetto di Davis non può che uscire strapazzato dal raffronto con il maestro del brivido, ma merita una piccola assoluzione per l'autonomia narrativa che si ritaglia fin da subito, adeguandosi alle esigenze del cinema più recente.
Le congruenze con la pellicola hitchcockiana - e con lo script originale di Knott - costituiscono solo il binario narrativo di Davis per quanto riguarda pianificazione e movente. Ma la sceneggiatura si presenta libera al limite dell'anarchico e, bella o brutta che sia, è farina del sacco del thriller moderno. Quello interessato all'esasperante ricerca del colpo di scena, al continuo capovolgimento di certezze: all'effetto sorpresa di cui Hitchcock si faceva beffe, costruendo una suspense "raccontata" dalle immagini più che dalla trama.
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Più che di remake si tratta di adeguamento. Delitto perfetto di Davis non può che uscire strapazzato dal raffronto con il maestro del brivido, ma merita una piccola assoluzione per l'autonomia narrativa che si ritaglia fin da subito, adeguandosi alle esigenze del cinema più recente.
Le congruenze con la pellicola hitchcockiana - e con lo script originale di Knott - costituiscono solo il binario narrativo di Davis per quanto riguarda pianificazione e movente. Ma la sceneggiatura si presenta libera al limite dell'anarchico e, bella o brutta che sia, è farina del sacco del thriller moderno. Quello interessato all'esasperante ricerca del colpo di scena, al continuo capovolgimento di certezze: all'effetto sorpresa di cui Hitchcock si faceva beffe, costruendo una suspense "raccontata" dalle immagini più che dalla trama. Ma, ben consapevoli che Davis non è Hitchcock, Delitto perfetto va forse ripensato nell'ottica thrilling de Il fuggitivo, opera dello stesso regista alcuni anni prima. E se l'atmosfera" mozzafiato" pecca di raffinatezza da una parte, dall'altro costruisce un film comunque godibile, immediato e senza fronzoli formali. Davis non vuole tributare il maestro con esercizi di regia stucchevoli - come fa De Palma tanto per intendersi - ma vuole avvincere il pubblico. E in fondo ci riesce, perché il suo Delitto perfetto sa tenere col fiato sospeso, pur avvalendosi di pochi lampi originali e di stravolgimenti schematici. Perde di crebilità nel finale, dove il tira e molla tra Douglas e Mortensen è davvero eccessivo, come poco verosimile è l'intuizione della Paltrow. Pazienza: questo delitto, davvero poco perfetto, non vuole essere un capolavoro né lo pretende. Il film di 40 anni prima resta un intoccabile e, appurato questo, quello di Davis è un thriller discreto con un ottimo cast, in cui la mandibola contratta di Douglas fa sempre la sua parte.
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kevin costner
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lunedì 12 luglio 2010
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thriller interessante
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Film più che discreto con un eccellente cast formato da star come Michael Douglas e Viggo Mortensen. Tiene col fiato sospeso tutto il tempo ed è molto interessante l'evolversi di tutte le mosse che fanno gli interpreti. Immagino, sicuramente che sia più bello il primo film, quello di Alfred Hitchcock del 1954, che purtroppo devo ancora vedere. Nel complesso mi è piaciuto. Dal regista del film Il Fuggitivo (1993) Andrew Davis, dove l'attore Tommy Lee Jones vinse l'oscar al miglior attore non protagonista.
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toty bottalla
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mercoledì 25 marzo 2009
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suspance all'americana.
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il film è orchestrato bene ha in se gli ingredienti giusti per dissuadere lo spettatore dal distrarsi.
DOUGLAS e la PALTROW sono ottimi attori e la storia che raccontano con la loro interpretazione risulta credibile.
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dodix
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sabato 4 ottobre 2008
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remake, ma non troppo...
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Naturalmente è impossibile pargonare la maestria di Hitchcock con questo remake,che, a pare mio è stato troppo modernizzato.
La scena dell'aggressione, il momento apice del film, in cui la tensione deve salire alle stelle, è stata totalmente rifatta, le scene TROPPO movimentate per essere un film del genere "suspance", il cui trucco sta nel far sapere allo spettatore già da prima cosa succederà al protagonista, e no con una scena improvvisa che sarebbe più congrua per un film "horror"... Nonostante le scappatelle del regista, bravissimi gli attori, brava la Paltrow che è l'attrice che è stata messa più in difficolta: competere con GRACE KELLY!!!
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