kevin costner
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lunedì 12 luglio 2010
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thriller interessante
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Film più che discreto con un eccellente cast formato da star come Michael Douglas e Viggo Mortensen. Tiene col fiato sospeso tutto il tempo ed è molto interessante l'evolversi di tutte le mosse che fanno gli interpreti. Immagino, sicuramente che sia più bello il primo film, quello di Alfred Hitchcock del 1954, che purtroppo devo ancora vedere. Nel complesso mi è piaciuto. Dal regista del film Il Fuggitivo (1993) Andrew Davis, dove l'attore Tommy Lee Jones vinse l'oscar al miglior attore non protagonista.
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(di samanta)
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samanta
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lunedì 3 aprile 2023
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quelle chiavi di casa ...
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Il film è un remake dell'omonimo film di Hitchcock del 1954 è uscito nel 1998 con la regia di Andrew Davis regista mediocre altelenante tra thriller e film d'azione più che dignitosi (Il fuggitivo, Reazione a catena) e altri in cui "sbrocca" apertamente (Trappola in altomare, Il gemello scomodo). Dato che è un remake esprimo un giudizio per il film in sè e poi in confronto all'originale.
Il soggetto è tratto da una piéce di Frederik Knott da lui tradotta nella sceneggiatura del 1954: la trama è semplice un ricco finanziere Steven Taylor (Michael Douglas 54 anni)) è sull'orlo del fallimento e scopre che la moglie Emily (Gwynneth Paltrow 28 anni) ricchissima, proveniente da una famiglia influente e che fa l'interprete all'ONU, lo tradisce con David (Viggo Mortensen) un pittore sbandato che vive in una fabbrica abbandonata vigoroso sessualmente per cui ha perso la testa.
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Il film è un remake dell'omonimo film di Hitchcock del 1954 è uscito nel 1998 con la regia di Andrew Davis regista mediocre altelenante tra thriller e film d'azione più che dignitosi (Il fuggitivo, Reazione a catena) e altri in cui "sbrocca" apertamente (Trappola in altomare, Il gemello scomodo). Dato che è un remake esprimo un giudizio per il film in sè e poi in confronto all'originale.
Il soggetto è tratto da una piéce di Frederik Knott da lui tradotta nella sceneggiatura del 1954: la trama è semplice un ricco finanziere Steven Taylor (Michael Douglas 54 anni)) è sull'orlo del fallimento e scopre che la moglie Emily (Gwynneth Paltrow 28 anni) ricchissima, proveniente da una famiglia influente e che fa l'interprete all'ONU, lo tradisce con David (Viggo Mortensen) un pittore sbandato che vive in una fabbrica abbandonata vigoroso sessualmente per cui ha perso la testa. Steven scopre che David è un truffatore andato in galera per avere truffato sentimentalmente 2 donne, ha dato false generalità perché è fuggito per un altro caso di truffa, Steven decide di affidare a lui il compito di killer di sua moglie per ricevere la ricca eredità e mettere a posto i suoi conti. David accetta per un compenso di 500.000 $ di cui 100.000 in acconto, però subappalta l'omicidio a un suo amico criminale (!). Il killer però fallisce e viene ucciso da Emily, il marito che aveva ideato il marchingegno di sottrarre la chiave di casa della moglie per nasconderlo in un tubo sul pianerottolo, accorso in casa chiamato dalla moglie sotto choc, sottrae una chiave credendola della moglie dal cadavere, in realtà il killer aperta la porta aveva rimesso la chiave al posto in cui l'aveva trovata. David viene contattato da Steven che ricattato lo uccide, nel frattempo la moglie interrogata dal detective Mohamed Karaman che dubita del marito, fa le sue indagini e scopre la verità sulla chiave, il marito le racconta un pò di storie, Emily alll'inizio ci crede ma poi scopre la verità dopo che haricevuto da David la registrazione del colloquio con Steven che cerca di ucciderla, ma lei lo uccide.
Il film nella prima parte si sostiene sufficientemente, ma nella seconda parte la sceneggiatura si sbricciola e diventa inverosimile: l'uccisione del killer ci può stare, ma pure quella del marito! Inoltre ci sono troppe incongruenze: non si comprende perché Steven non porti via la chiave di casa da dove l'aveva nascosta aveva il tempo per farla sparire; il racconto di Steven ad Emily che ha scoperto il marchingegno della chiave è senza né coda, eppure lei ci crede; il personaggio di Emily non è ben definito ha 28 anni si comporta come una ragazzina di 14 innamorata di un troglodita ma poi diventa una fredda ed improbabile detective; l'ispettore che sta sempre zitto che però ha capito subito la colpevolezza del marito, perché questi durante il tentativo di omicidio aveva telefonato all'ufficio era un alibi troppo perfetto, l'ispettore trascura che stava giocando con 5 amici a poker: più alibi di così!
Il regista ha dimenticato quanto raccomandava "Hitch" nell'intervista a Truffaut se il testo ha origine teatrale occorre mantenere l'unità di azione fondamentale per mantenere la suspence (si pensi a: La parola ai giurati, Ore disperate) come lui aveva fatto con Delitto perfetto, mentre molti registi come Davis tendono a romperla con continui esterni. Michael Douglas recita appena discretamente ma spesso appare fisso immobile meglio Ray Milland, la Paltrow recita la sua parte mediocramente un abisso da Grace Kelly che da donna affascinante e sensuale diventa una donna confusa ed annichilita, Viggo Mortensen fa la parte dell'amante rozzo con sufficienza: ma perché deve inviare la registrazione del colloquio con il marito a Emily quando ha ottenuto quello che voleva e cioè 500.000 $?
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ricky
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sabato 10 febbraio 2007
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remake? be'...no. thriller è meglio
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Bisogna avere un coraggio alla Braveheart per mettere in cantiere un remake di un film diretto 40 anni fa da un maestro come Hitchcock ed affidarlo ad un onesto(e basta)artigiano della pellicola come Davis. Il paragone è improponibile ma i Kopelson productors hanno voluto rischiare ugualmente, schierando in prima linea una coppia esteticamente ben assortita come quella formata da Michael Douglas e Gwyneth Paltrow. Inutile nasconderlo: l'Hitchcock touch è inarrivabile e questa nuova versione del Delitto perfetto trasmette una suspance poco autoriale in linea con i prodotti su commissione in cui almeno la professionalità non manca. Davis propone colori vividi e sguardi (soprattutto il magnate Douglas) glaciali che formano un'atmosfera in cui nessuno in realtà è perfetto.
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Bisogna avere un coraggio alla Braveheart per mettere in cantiere un remake di un film diretto 40 anni fa da un maestro come Hitchcock ed affidarlo ad un onesto(e basta)artigiano della pellicola come Davis. Il paragone è improponibile ma i Kopelson productors hanno voluto rischiare ugualmente, schierando in prima linea una coppia esteticamente ben assortita come quella formata da Michael Douglas e Gwyneth Paltrow. Inutile nasconderlo: l'Hitchcock touch è inarrivabile e questa nuova versione del Delitto perfetto trasmette una suspance poco autoriale in linea con i prodotti su commissione in cui almeno la professionalità non manca. Davis propone colori vividi e sguardi (soprattutto il magnate Douglas) glaciali che formano un'atmosfera in cui nessuno in realtà è perfetto. Steven Taylor e Winston La Grange (il vero nome del film dell'amante danese Viggo Mortensen) non sono poi così diversi; li accomuna una donna e i soldi. Douglas (sempre in forma in questi ruoli da ricca carogna) in odore di crack finanziario ha il coltello dalla parte del manico per mettere fuori gioco la benestante moglie e Mortensen sa quanto vale la sua preda. Ma sarà proprio l'algida (bellissima)Paltrow l'unica a sopravvivere.
Il triangolo pericoloso (marito-moglie-amante) ha tanti parenti nella storia del cinema è forse l'unica, autentica questione da porsi qui è chi giungerà integro o quantomeno vivo al traguardo. La sceneggiatura non fornisce dati rilevanti da esseree menzionata nella categoria "da solttolineare".
Non aleggiasse la figura del mitico regista inglese alle spalle di Davis, il film potrebbe risultare sufficientemente avvincente per tracorrere una serata. Ma i media e la Warner hanno decretato già la sua sconfitta (preannunciata?) promuovendolo come il remake ufficiale del film del '56. Be', con tutta la stima per Davis siamo su due pianeti diversi.
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