gianleo67
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venerdì 24 agosto 2012
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viaggio allegorico tra le nebbie della storia
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I due fratellini Voula e Alexandros vagheggiano e progettano di raggiungere in Germania il padre mai conosciuto (e mai esistito). Una notte, alla stazione di Atene, decidono finalmente di salire sul treno. Angelopoulos costruisce, su un copione scritto a quattro mani con l'amico Tonino Guerra, un film di dolente intimismo dove al registro di realismo magico si alterna, con momenti di folgorante suggestione figurativa, il ricorso ad una metafora sui fantasmi ,personali e collettivi, di una storia patria avvolta nella bruma del tempo. Il viaggio dei bambini in cerca di una ideale e impossibile paternità è un itinerario allegorico e struggente alla ricerca di una identità nazionale che trova ragioni profonde nella notte di un passato epico ed eroico avvilito e mortificato da una storia recente di sopraffazioni e dominazioni, un'epoca buia e uggiosa dominata dallo smarrimento etico e umano.
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I due fratellini Voula e Alexandros vagheggiano e progettano di raggiungere in Germania il padre mai conosciuto (e mai esistito). Una notte, alla stazione di Atene, decidono finalmente di salire sul treno. Angelopoulos costruisce, su un copione scritto a quattro mani con l'amico Tonino Guerra, un film di dolente intimismo dove al registro di realismo magico si alterna, con momenti di folgorante suggestione figurativa, il ricorso ad una metafora sui fantasmi ,personali e collettivi, di una storia patria avvolta nella bruma del tempo. Il viaggio dei bambini in cerca di una ideale e impossibile paternità è un itinerario allegorico e struggente alla ricerca di una identità nazionale che trova ragioni profonde nella notte di un passato epico ed eroico avvilito e mortificato da una storia recente di sopraffazioni e dominazioni, un'epoca buia e uggiosa dominata dallo smarrimento etico e umano. Magistralmente resa da due lunghi piani sequenza la scena del rendez-vois sulla spiaggia della stralunata compagine di vegliardi: una triste compagnia di vecchi teatranti che recitano il dramma politico della loro Patria davanti al mare grigio di un inverno senza tempo. Altrettanto forte, ma piu' convenzionale sul piano estetico, appare invece l'emergere dalla acque del Pireo del frammento di una enorme scultura raffiguarante una mano dall'indice mozzato, la efficace rappresentazione di una nemesi storica quanto mai attuale, la perdita irrimediabile di una direzione verso cui traguardare un futuro di speranza e di ritrovata identità personale e collettiva. Finale lirico e metaforico delle dolenti peregrinazioni in una terra avvolta tra le nebbie della storia, in una Patria che non sa più riconoscere i suoi giovani figli smarriti.
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stefanocapasso
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martedì 17 luglio 2018
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viaggio alla scoperta delle radici
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Due bambini greci, fratelli, lei di 11 lui di 6 anni, vivono col mito del padre mai conosciuto, che, è stato detto loro dalla madre, ora vive in Germania. Si recano ogni giorno in stazione con l’intento di partire per andare a trovarlo e puntualmente tornano indietro, fin quando una sera salgono per dare inizio ad un lungo viaggio iniziatico.
Anghelopoulos con I suoi toni lirici racconta la scoperta della vita di due bambini attraverso la metafora del viaggio. È una scoperta che include molte parti dolorose e che non arriva mai ad un reale compimento, sempre alle prese col mondo che tenta di corromperli o li ignora. Soprattutto per la bambina il viaggio è la scoperta della durezza e della prevaricazione che può mettere in atto l’uomo.
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Due bambini greci, fratelli, lei di 11 lui di 6 anni, vivono col mito del padre mai conosciuto, che, è stato detto loro dalla madre, ora vive in Germania. Si recano ogni giorno in stazione con l’intento di partire per andare a trovarlo e puntualmente tornano indietro, fin quando una sera salgono per dare inizio ad un lungo viaggio iniziatico.
Anghelopoulos con I suoi toni lirici racconta la scoperta della vita di due bambini attraverso la metafora del viaggio. È una scoperta che include molte parti dolorose e che non arriva mai ad un reale compimento, sempre alle prese col mondo che tenta di corromperli o li ignora. Soprattutto per la bambina il viaggio è la scoperta della durezza e della prevaricazione che può mettere in atto l’uomo. L’incontro finale con l’albero, simbolo paterno e generatore conclude il viaggio di scoperta. Fotografia impeccabile e preferenza per scene lunghe con pochi movimenti di macchina puntellano con fermezza lo sbandamento affettivo dei due protagonisti
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