Normalità e follia, sapere scientifico e superstizione, razionalismo e stregoneria: è fatto di contrasti netti "La visione del sabba" di Bellocchio, talmente netti, anche negli stacchi di montaggio, che s'avverte fin troppo nitidamente il desiderio di stupire ad ogni costo.
Per quanto vada riconosciuto al regista un approccio al genere fantastico fuori dalle convenzioni e, soprattutto, una capacità visionaria (tanto di cappello all'operatore Giuseppe Lanci) non comune.
Restano negli occhi tanto le ambientazioni ricercate, illuminate con sublime sensibilità, quanto la bellezza selvaggia, ferina di Beatrice Dalle.