mr cinefilo
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giovedì 6 gennaio 2011
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un capolavoro
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Bravissimo Oliver Stone nel raccontare i meccanismi dell borsa mantenendo un ritmo ed uno stile perfetti. Gordon Gekko divenne il modello dello speculatore senza scrupoli, ed uno dei personaggi più citati del cinema
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ultimoboyscout
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mercoledì 1 dicembre 2010
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più che sopravvalutato.
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Leggo che Gordon Gekko sia un vero mito...A me pare invece sia un bel bandito! Poi il film è mediamente carino, fatto benino, piacevole senza essere un capolavoro ma non credo che Gekko sia un esempio specie per chi fa quel mestiere, con le sue speculazioni a ogni costo a più non posso. Interpretazioni di basso livello, la cosa migliore del film è la grandissima regia di Stone.
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(di fede81)
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enzo70
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venerdì 26 novembre 2010
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una premonizione di stone della sbornia liberista
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Erano gli anni '80. Per l'esattezza il 1987. Due anni dopo sarebbe crollato il muro di Berlino. E il sogno comunista. Venti anni dopo i mercati avrebbero dimostrato la loro incapacità' di sostenere lo sviluppo. Decretando la fine del liberismo. Rimangono comunisti e liberisti. A dimostrazione che non bastano le dimostrazioni. Wall street e' un film che anticipa le nefandezze di speculatori e finanzieri. La sceneggiatura e' spesso banale, il film si fa vedere per la storia, da romanzetto di successo. Michael Douglas da' il meglio di se', in una parte che gli consente di esprimersi ad alti livelli. Ma, comunque, le ottime intuizioni di Stone, sopratutto con riferimento ai tempi, si trasformano in un'occasione persa.
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Erano gli anni '80. Per l'esattezza il 1987. Due anni dopo sarebbe crollato il muro di Berlino. E il sogno comunista. Venti anni dopo i mercati avrebbero dimostrato la loro incapacità' di sostenere lo sviluppo. Decretando la fine del liberismo. Rimangono comunisti e liberisti. A dimostrazione che non bastano le dimostrazioni. Wall street e' un film che anticipa le nefandezze di speculatori e finanzieri. La sceneggiatura e' spesso banale, il film si fa vedere per la storia, da romanzetto di successo. Michael Douglas da' il meglio di se', in una parte che gli consente di esprimersi ad alti livelli. Ma, comunque, le ottime intuizioni di Stone, sopratutto con riferimento ai tempi, si trasformano in un'occasione persa. La differenza che corre tra un grande film e Wall street.
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paride86
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domenica 7 novembre 2010
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wall street
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Storia pedagogica su denaro e capitalismo, con un ottimo Micheal Douglas.
Brillante, ma non eccezionale.
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lore64
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sabato 30 ottobre 2010
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classica americanata, ma estremamente preveggente
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Il filmetto in sé è una classica americanata, con una regia e una recitazione sopra le righe, personaggi caratterizzati in modo elementare e ripartiti fra buoni e cattivi, e happy end finale (l'azienda aerea si salva) con tanto di ravvedimento del protagonista e punizione dei cattivi. Idiozia per la plebe, insomma. Tuttavia il film offre una caratterizzazione indimenticabile, ed estremamente preveggente, del capitalismo terminale che è andato trascinando nella rovina l'impero statunitense ed i suoi satelliti nel corso degli ultimi trent'anni: un capitalismo retto da gente completamente disinteressata ad integrare la propria vita nell'ambito di una progettualità a lungo termine, ansiosa solo d'intascare soldi nel più breve tempo possibile facendo il meno possibile, in cui la finanza si è sradicata interamente dalla sua funzione originaria di supporto all'economia reale ed è diventata un mostro che fa il deserto dove passa, sgretolando tutto ciò di cui viene in possesso nell'ottica di massimizzare il rendimento del semestre successivo, senza minimamente curarsi se in tal modo sega l'albero che lo regge.
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Il filmetto in sé è una classica americanata, con una regia e una recitazione sopra le righe, personaggi caratterizzati in modo elementare e ripartiti fra buoni e cattivi, e happy end finale (l'azienda aerea si salva) con tanto di ravvedimento del protagonista e punizione dei cattivi. Idiozia per la plebe, insomma. Tuttavia il film offre una caratterizzazione indimenticabile, ed estremamente preveggente, del capitalismo terminale che è andato trascinando nella rovina l'impero statunitense ed i suoi satelliti nel corso degli ultimi trent'anni: un capitalismo retto da gente completamente disinteressata ad integrare la propria vita nell'ambito di una progettualità a lungo termine, ansiosa solo d'intascare soldi nel più breve tempo possibile facendo il meno possibile, in cui la finanza si è sradicata interamente dalla sua funzione originaria di supporto all'economia reale ed è diventata un mostro che fa il deserto dove passa, sgretolando tutto ciò di cui viene in possesso nell'ottica di massimizzare il rendimento del semestre successivo, senza minimamente curarsi se in tal modo sega l'albero che lo regge. Concisi ma estremamente azzeccati anche i collegamenti colla dimensione politica - "non crederai mica di vivere in una democrazia?" chiede Gekko al suo allievo - e con quello dell'arte degenerata, integratasi perfettamente nel mondo della speculazione dilagante, in cui si tratta di azzeccare quale "illusione" - quale moda o cordata - prevarrà nei mesi successivi allo scopo di moltiplicare il valore dell'obbrobrio partorito dall'imbrattatavole di turno ed acquistato a suon di milioni nel mondo delle aste truccate e della critica asservita, al pari della politica, alla plutocrazia finanziaria. Tutto: economia, arte, politica, persino la statistica usata per analizzare i dati economici, tutto diventa "illusione", un gioco delle allodole manipolabile da chi ha più soldi, più aggressività e meno scrupoli. Nei secoli a venire gli storici riconosceranno in questo filmetto un'acquaforte della parabola del "tramonto dell'Occidente" (O. Spengler) ormai giunto allo stadio terminale.
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gordongekko
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mercoledì 6 ottobre 2010
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capolavoro per stile e messaggio
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Un must da rivedere sempre all'infinito, ogni volta con una nuova sfaccettatura che omaggia la grandezza del lavoro di Stone, qui quando era in stato di grazia. Si è già certficato e magnificato un Douglas giustamente premiato, sappiamo tutti quanto ha caratterizzato forse il personaggio che nella ns. generazione di giovani negli anni '80 più ha fatto presa per incisività nel iconizzare una specie di modello coinvolgente in mille dettagli nonostante la sua generale negatività, cosa che a 23 anni di distanza ancora Stone si rimprovera perchè voleva creare un modello negativo e ha avuto quasi effetto contrario...ha giurato che con Money never sleeps ha rimediato.
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Un must da rivedere sempre all'infinito, ogni volta con una nuova sfaccettatura che omaggia la grandezza del lavoro di Stone, qui quando era in stato di grazia. Si è già certficato e magnificato un Douglas giustamente premiato, sappiamo tutti quanto ha caratterizzato forse il personaggio che nella ns. generazione di giovani negli anni '80 più ha fatto presa per incisività nel iconizzare una specie di modello coinvolgente in mille dettagli nonostante la sua generale negatività, cosa che a 23 anni di distanza ancora Stone si rimprovera perchè voleva creare un modello negativo e ha avuto quasi effetto contrario...ha giurato che con Money never sleeps ha rimediato....ma come non si poteva ammirare un Douglas come detto bene da molti che è reale, è lui, non è un'attore, dovrebbero rinominare la street gekkostreet....per chi conosce bene questa pellicola capolavoro, chiedo se non già notato di verificare e condividere come sia chiari il messaggio di Stone quando si palesa in una sola frase, dove sheen al balcone che domina la grande mela si chiede "ma è vero?" e dal cui momento il film cambia completamente piega, e l'illusione diventa realtà, alla gordon, ma realtà negativa, la bolla di sapone, e speculativa, scoppia, e le conseguenze sono dietro l'angolo, dove ciò che luccicava ci ha abbagliato e dove il dolore delle conseguenze deve insegnare....massima massima consistenza di una rappresentazione cinematografica, non c'è un fronzolo sbagliato o che stona....l'immenso cast di contorno e sbalorditivo, nessuno sgarra una virgola, stamp superlativo, rubinek perfetto come sempre, holbrook un santone secondo padre, i due sheen come in famiglia, hannah presente nel suo splendore corretto anni '80, young mogliettina di facciata perfetta, spader bravo ex collegiale ingenuo, McGinley rampante stupidotto perfetto....lunga vita a questo quadro d'autore....
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[+] hai colto il segno!
(di hermes v. b. malavasi)
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..vit..
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martedì 18 maggio 2010
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di tutto rispetto
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Una pellicola di classe, senza ombra di dubbio. La sceneggiatura, le interpretazioni di tre grandi attori, e tutto il resto che a ciò fa da contorno, ci danno un lungometraggio di classe, che fa pensare sul mondo finanziario capitalistico e sul valore delle cose. Anzi sui valori: quello economico del denaro e quello più impalpabile, ma non meno importante, dei valori e dei principi, del rispetto e degli affetti. Nel film c'è tutto ciò: amore ed amicizia, rapporti filiali e di lavoro, successo e disfatta: la storia di Bad Fox (uno dei migliori Charlie Sheen mai visti, affiancato egregiamente dal padre e da Douglas), dall'ascesa alla rovina, insegna molto e appassiona. Un gran film insomma, magari un pò lento se confrontato ai film recenti tutti azione e violenza, ma ben fatto.
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Una pellicola di classe, senza ombra di dubbio. La sceneggiatura, le interpretazioni di tre grandi attori, e tutto il resto che a ciò fa da contorno, ci danno un lungometraggio di classe, che fa pensare sul mondo finanziario capitalistico e sul valore delle cose. Anzi sui valori: quello economico del denaro e quello più impalpabile, ma non meno importante, dei valori e dei principi, del rispetto e degli affetti. Nel film c'è tutto ciò: amore ed amicizia, rapporti filiali e di lavoro, successo e disfatta: la storia di Bad Fox (uno dei migliori Charlie Sheen mai visti, affiancato egregiamente dal padre e da Douglas), dall'ascesa alla rovina, insegna molto e appassiona. Un gran film insomma, magari un pò lento se confrontato ai film recenti tutti azione e violenza, ma ben fatto. Da vedere.
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joker91
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sabato 10 aprile 2010
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lettura perfetta del capitalismo
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un film che si merita la quarta stella grazie alla bravura di michael douglas che crea un villain fantastico e il più reale possibile.
siamo a wall streeth il regno del capitalismo ed il film racconta tutto ciò di cui questi uomini sono capaci per denaro,se si è buoni e moralisti si finisce come il personaggio di sheen.
un lavoro ottimo con un michael douglas meritevole dell oscar da lui vinto.
un bel film
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ilpredicatore
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venerdì 2 aprile 2010
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e' il libero mercato... e tu ne fai parte.
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Albeggia su Manhattan. La città si sveglia, il ritmo quotidiano si riaccende, i broker corrono al proprio posto, i computer si accendono, le azioni cominciano ad essere trattate. Compra e vendi. Siamo a Wall Street, bellezza. Il regno incontrastato e indomabile del capitalismo mondiale. Il commercio del denaro, ed è solo di questo che si parla, niente è più importante. E' tutta questione di soldi, il resto è conversazione. Soldi che non si vedono mai, che non si toccano mai, essi sono solo un trasferimento, un'azione, un numero sullo schermo di un computer o su un pezzo di carta. Sono un'illusione, l'illusione che diventa realtà. Oliver Stone traccia un magnifico e complesso affresco sul capitalismo e su tutto ciò che vi ruota attorno e ne esce con una sola risposta: avidità.
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Albeggia su Manhattan. La città si sveglia, il ritmo quotidiano si riaccende, i broker corrono al proprio posto, i computer si accendono, le azioni cominciano ad essere trattate. Compra e vendi. Siamo a Wall Street, bellezza. Il regno incontrastato e indomabile del capitalismo mondiale. Il commercio del denaro, ed è solo di questo che si parla, niente è più importante. E' tutta questione di soldi, il resto è conversazione. Soldi che non si vedono mai, che non si toccano mai, essi sono solo un trasferimento, un'azione, un numero sullo schermo di un computer o su un pezzo di carta. Sono un'illusione, l'illusione che diventa realtà. Oliver Stone traccia un magnifico e complesso affresco sul capitalismo e su tutto ciò che vi ruota attorno e ne esce con una sola risposta: avidità. E tratteggia questo esemplare apologo con intelligenza, mostrandoci il percorso ambizione-successo-consapevolezza-redenzione del giovane protagonista Buddy Fox, che vede in Gordon Gekko una leggenda del mondo della borsa, l'incarnazione del successo che vorrebbe raggiungere, ma si rivelerà alla fine nientemeno che un Mefistofele che ha illuso e corrotto il giovane Faust con donne e denaro squallidi e con una filosofia scorretta solo per i propri scopi. Certo, gran parte del merito di questa pellicola essenziale e provocatoria va al solito “arrabbiato” O. Stone, il suo è uno sguardo tagliente e decisamente accusatorio, con dialoghi spiazzanti e velenosi, ma con una sceneggiatura quella di Wall Street davvero ben articolata, meticolosa, senza buchi, in una parola... perfetta. Ciononostante il vero colpo del film è Gordon Gekko – Michael Douglas, semplicemente irresistibile, capelli tirati indietro, sigaro tra le dita, vestito al meglio, sorriso mellifluo, parole le sue secche e persuasive, grande, spadroneggiante, odioso eppure affabile, rivoltante ma allo stesso tempo affascinante, gigione, fin troppo sopra le righe, autentica personificazione secondo Stone delle conseguenze del capitalismo becero, avido senza limiti. L'oscar a Douglas è meritatissimo, l'attore giganteggia, è bravissimo e imponente in ogni scena, sin dalla prima battuta fino all'ultima inquadratura, una spanna sopra gli altri, ben doppiato dal sempre bravo Giannini. Gekko è l'oggetto di denuncia del regista, un uomo vuoto dentro, freddo, distaccato, egoista, talmente preso dalla sua avidità che una perdita irrilevante lo manda fuori di sé. Affronta ogni accusa con filosofia spicciola, si reclama liberatore delle compagnie che in realtà vorrebbe solo comprare e poi smembrare, raccoglie illegalmente informazioni, gioca scorretto, è capace di far licenziare operai di un'intera società, il tutto solo per il dio denaro. A lui si contrappone il padre di Buddy Fox, un superlativo Martin Sheen, onesto lavoratore senza pretese e con una cosa fondamentale che a Gekko manca, una coscienza. Quello di Carl Fox è il medesimo punto di vista del regista. Se Gekko incarna la pessimistica visione di Stone su Wall Street, Carl Fox ne è l'ideale contrapposizione, un uomo disilluso, comune, con indosso un vestito qualunque, ma con la convinzione ferrea che il vero risultato è cosa si produce con le proprie forze, con la fatica e il sudore, un uomo che sa cosa sia il denaro e quanto esso può rendere marcia una persona. Davvero tante le frasi cult, difficile rammentarle tutte. Wall Street è un sensazionale capolavoro di denuncia e di recitazione, con un Michael Douglas indimenticabile e con una regia magistrale. Sublime.
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antonio the rock
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domenica 30 agosto 2009
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wall street:ritratto imparziale della gilded age
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Oliver Stone si dimostra,dopo Platoon,nuovamente all'altezza della situazione con un film,che egli dedica interamente al padre "broker" di borsa.E' il suo un ritratto imparziale di un'America,quella degli anni ottanta,in pieno boom economico con una situazione che molto somigliava a quella precedente la crisi del 1929:i consumi erano alle stelle,le esportazioni ai massimi storici,la speculazione edilizia,incontrollata da corrotte politiche governative,rischiava da un momento all'altro di esplodere come una grossa bolla.La crisi infatti sarebbe arrivata pochi anni dopo.
In un regno,quello di Wall Street,in cui l'imperativo e' venerare la dea "Avidità",si muove Gordon Gekko,un noto operatore di borsa i cui unici interessi sono i soldi e il successo ad essi connesso.
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Oliver Stone si dimostra,dopo Platoon,nuovamente all'altezza della situazione con un film,che egli dedica interamente al padre "broker" di borsa.E' il suo un ritratto imparziale di un'America,quella degli anni ottanta,in pieno boom economico con una situazione che molto somigliava a quella precedente la crisi del 1929:i consumi erano alle stelle,le esportazioni ai massimi storici,la speculazione edilizia,incontrollata da corrotte politiche governative,rischiava da un momento all'altro di esplodere come una grossa bolla.La crisi infatti sarebbe arrivata pochi anni dopo.
In un regno,quello di Wall Street,in cui l'imperativo e' venerare la dea "Avidità",si muove Gordon Gekko,un noto operatore di borsa i cui unici interessi sono i soldi e il successo ad essi connesso.Far soldi è l'unico motore delle sue azioni:è infatti un personaggio privo di remore morali,di sentimenti,di qualsiasi ideale di sorta;anche quando con l'affare Blue Star si rende pienamente conto che le sue azioni comporteranno le rovine di molti,egli prosegue per la sua strada senza star troppo a riflettere e pensare alle conseguenze.Gekko è un distruttore,una macchina da guerra,è un diavolo oberato dal peccato.Per persoanggi come lui,che l'America si era trovata già prima (1929)in crisi,quando Roosevelt per rialzare le sorti del paese si era scagliato nei suoi discorsi proprio contro gente del genere,come principali "autori" della crisi.Diversamente,molte volte dalla realtà,Gekko,nel finale, è destinato a pagare per il suo operato,quasi come se Dio dall'alto lo avesse fulminato per i suoi peccati.E' la nota finale di moralismo che Stone vuole conferire al film.
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