Lietta Tornabuoni
La Stampa
Il titolo d’una canzone serve a resuscitare le memorie d’una adolescenza di gruppo in Jugoslavia negli anni Cinquanta. Simile all’adolescenza di tanti altri ragazzi europei: Glenn Miller, la biro, la passione per il cinema americano e per il jazz, Ha ballato una sola estate, il nylon, la streptomicina, le feste da ballo, le prime esperienze sessuali. Ma anche dissimile, nella temperie politica jugoslava: i borghesi disprezzati cui viene impedito d’esercitare privatamente la professione, i carcerati politici e le pressioni sui loro parenti per ottenere spiate, tradimento e ripudio, l’ostilità degli studenti versoi dirigenti arroganti e trafficanti del partito comunista, l’ex partigiano con Lenin e Stalin tatuati sui polsi, il clima sospettoso, angusto, poliziesco. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2002 caratteri spazi inclusi) su La Stampa