È l'ultimo western diretto da Gianfranco Parolini, un tipo che nella sua carriera ha dimostrato di saper mescolare con sapienza umorismo, ironia, azione e la giusta dose di violenza. Nonostante la produzione di Golan e Globus la lavorazione del film deve affrontare una serie di problemi. Il più grave è quello della mancanza di soldi dopo la decisione della produzione di ridurre al minimo i costi. Parolini stesso in un'intervista sostiene che la troupe venne letteralmente abbandonata nel deserto israeliano. Quando esce nelle sale viene strapazzato dalla critica tanto che qualcuno lo inserisce ingiustamente nell'elenco dei peggiori lungometraggi del genere. Questo giudizio appare oggi ingeneroso e condizionato dall'andazzo generale di un periodo nel quale il western all'italiana è entrato nella fase terminale.
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È l'ultimo western diretto da Gianfranco Parolini, un tipo che nella sua carriera ha dimostrato di saper mescolare con sapienza umorismo, ironia, azione e la giusta dose di violenza. Nonostante la produzione di Golan e Globus la lavorazione del film deve affrontare una serie di problemi. Il più grave è quello della mancanza di soldi dopo la decisione della produzione di ridurre al minimo i costi. Parolini stesso in un'intervista sostiene che la troupe venne letteralmente abbandonata nel deserto israeliano. Quando esce nelle sale viene strapazzato dalla critica tanto che qualcuno lo inserisce ingiustamente nell'elenco dei peggiori lungometraggi del genere. Questo giudizio appare oggi ingeneroso e condizionato dall'andazzo generale di un periodo nel quale il western all'italiana è entrato nella fase terminale. Non si tratta di un capolavoro ma neanche di un film da buttare. A parte l'inizio un po' fiacco dall'entrata in scena di un Lee Van Cleef con molti capelli e l'orecchino si dipana con ritmo accettabile. Buone anche le interpretazioni del già citato Lee Van Cleef e di un eccellente Jack Palance nel ruolo del cattivo. Tutt'altro che disprezzabile è anche la colonna sonora di Sante Maria Romitelli.
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