Nel 1966 il western all’italiana ha già soppiantato il genere mitologico nell’immaginario popolare. Gli stivali e le colt hanno soppiantato i “sandaloni” e le daghe dei forzuti eroi figli veri o presunti di dei. La sfida di Ferdy Baldwin, ovvero Ferdinando Baldi, appare dunque improba e fuori tempo massimo. Ciononostante, il regista destinato a diventare un protagonista anche dell’epopea del western all’italiana se la cava egregiamente introducendo alcune innovazioni non di poco conto. Toglie di mezzo dei, semidei ed eroi e cerca ispirazione nella storia, quella vera, narrando i primi scricchiolii alle frontiere dell’impero romano dopo la morte di Ottaviano.
[+]
Nel 1966 il western all’italiana ha già soppiantato il genere mitologico nell’immaginario popolare. Gli stivali e le colt hanno soppiantato i “sandaloni” e le daghe dei forzuti eroi figli veri o presunti di dei. La sfida di Ferdy Baldwin, ovvero Ferdinando Baldi, appare dunque improba e fuori tempo massimo. Ciononostante, il regista destinato a diventare un protagonista anche dell’epopea del western all’italiana se la cava egregiamente introducendo alcune innovazioni non di poco conto. Toglie di mezzo dei, semidei ed eroi e cerca ispirazione nella storia, quella vera, narrando i primi scricchiolii alle frontiere dell’impero romano dopo la morte di Ottaviano. Lo fa con buon gusto estetico e cercando di restare fedele alla ricostruzione storica. La scelta lo penalizza un po’ sul piano dell’avventura pura ma ne esalta la capacità di direzione. La produzione, probabilmente scettica sul destino dei film di questo genere gli mette a disposizione un cast stiracchiato e un protagonista come Cameron Mitchell che sembra un po’ attempato per la parte lui affidata. Nonostante lo scetticismo con il quale viene accolto da pubblico e critica al momento dell’uscita nelle sale oggi appare meno datato di altri prodotti simili. Ben girato e con scene di battaglia di grande impatto può contare anche su una splendida ed energica colonna sonora di Carlo Savina. A ben guardare probabilmente Il gladiatore di Ridley Scott gli è debitore, almeno per quel che riguarda l’impostazione. Tra le curiosità c’è la presenta di una giovanissima Beba Loncar
[-]
|
|