Alberto De Martino al suo terzo “peplum” dopo Gli invincibili sette, Perseo l’invincibile e La rivolta dei sette, dirige con mano felice l’ennesima avventura di Ercole, questa volta impegnato a rimettere le cose a posto in quel di Micene. È una delle poche pellicole nelle quali Piero Lulli, in genere impegnato nelle sordide parti di crudele e mefistofelico “cattivo”, veste i panni del “buono” Euristeo, capo degli oppositori al tiranno usurpatore Milo. Non cambia il suo destino visto che quasi per mettere le cose a posto gli tocca di soccombere per mano di un Ercole confuso ed erroneamente convinto che egli sia a capo della congiura.
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Alberto De Martino al suo terzo “peplum” dopo Gli invincibili sette, Perseo l’invincibile e La rivolta dei sette, dirige con mano felice l’ennesima avventura di Ercole, questa volta impegnato a rimettere le cose a posto in quel di Micene. È una delle poche pellicole nelle quali Piero Lulli, in genere impegnato nelle sordide parti di crudele e mefistofelico “cattivo”, veste i panni del “buono” Euristeo, capo degli oppositori al tiranno usurpatore Milo. Non cambia il suo destino visto che quasi per mettere le cose a posto gli tocca di soccombere per mano di un Ercole confuso ed erroneamente convinto che egli sia a capo della congiura. La sceneggiatura mescola suggestioni mitologiche e presupposti favolistici. A complicare la vita di Ercole c’è la solita Gea, divinità della Terra, che attraverso una spada magica regala all’usurpatore Milo una lunga fila di uomini d’oro che se abbattuti rinascono dopo aver toccato terra, apparentemente invincibili: i Centumani, molto simili per caratteristiche al mitologico gigante Anteo che l’eroe ha sconfitto nelle famose sette fatiche. A differenza di Anteo, che Ercole liquida staccandolo da terra, questa volta per eliminarli il protagonista li seppellisce sotto una montagna. Il film è divertente e ha un buon ritmo visto che nei momenti in cui la sceneggiatura langue parte una battaglia o una scazzottata. Sulfureo al punto giusto Pierre Cressoy nella parte del tiranno Milo è alla prese con una giovane Marilù Tolo che innerva di carattere e personalità la principessa Ati. Come spesso accade in questi film l’elemento meno azzeccato è proprio l’interprete scelto per vestire i panni di Ercole. Il muscoloso Dan Vadis appare troppo fisso, privo d’espressione e lontanissimo dalle future prove d’attore accanto a Clint Eastwood in Bronco Billy e Lo straniero senza nome.
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