Spartacus |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Kirk Douglas, Laurence Olivier, Jean Simmons, Charles Laughton.
continua»
Storico,
Ratings: Kids+16,
durata 169 min.
- USA 1960.
MYMONETRO
Spartacus
valutazione media:
3,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un kolossal degno d'un regista che sbaraglia tuttodi Great StevenFeedback: 70018 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 1 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
SPARTACUS (USA, 1960) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da KIRK DOUGLAS, LAURENCE OLIVIER, JEAN SIMMONS, CHARLES LAUGHTON, PETER USTINOV, TONY CURTIS, JOHN GAVIN, NINA FOCH, JOHN IRELAND, JOHN DALL, WOODY STRODE, JOANNA BARNES, CHARLES MCGRAW, HERBERT LOM
Tratto dal romanzo omonimo (1952) di Howard Fast. Iniziato sotto la regia di Anthony Mann, fu poi completato da Kubrick, in quanto Mann fu licenziato dopo pochi giorni dal produttore e protagonista K. Douglas, che era già stato diretto da Kubrick tre anni prima nell’eccellente Orizzonti di gloria. Si tratta del primo film a colori del regista statunitense. Spartaco è uno schiavo trace che fatica nelle miniere libiche e viene venduto alla scuola per gladiatori di Capua, guidata da Lentulo Batiato. Fra gli scontri cruenti cui viene obbligato e i pasti frugali, Spartaco s’innamora di Varinia, alla quale promette di dare un figlio e soprattutto la libertà. Infatti, dopo qualche tempo, il gladiatore trace organizza una fuga dalla scuola in seguito al convincimento dei compagni in favore di una lotta per la libertà: la scuola viene rasa al suolo dagli schiavi ribelli e il nuovo esercito di liberti decide di organizzare una guerra contro i Romani allo scopo di sconfiggerli e far ritornare ogni famiglia nel luogo d’origine. Marco Licinio Crasso, generale romano deciso e prepotente e successivo triumviro, deve inviare ben otto legioni per contrastare la motivatissima armata capeggiata da Spartaco, ma alla fine la vittoria arride ai Romani, e gli schiavi alleati di Spartaco vengono crocefissi lungo la via Appia. Lui stesso è costretto a morire sulla croce dopo aver ucciso, dietro obbligazione coatta, l’amico Antonino, esperto di magia, incantesimi e musica girovaga. Un capolavoro del cinema storico e una pietra miliare tra tutti i film di guerra mai realizzati, con una ricostruzione che, nonostante qualche semplificazione narrativa e alcune discrepanze rispetto al testo originale, brilla per originalità, viva plasticità e fedeltà al modo di pensare e vivere tipico dell’ultimo secolo prima della nascita di Cristo. Le interpretazioni valgono parecchio, e Kubrick sa certamente come valorizzare i suoi attori: Douglas è un gladiatore che diventa capo di una rivolta stratosferica e sa comandare con il carisma e le capacità di un condottiero esperto e oltremodo coraggioso; L. Olivier incarna Crasso recuperando dal ruolo tutta l’arroganza e la temerarietà tipiche di questo controverso e contraddittorio personaggio romano; J. Simmons fa Varinia, la compagna e alleata di Spartaco, con tutta la dolcezza e l’innocenza di un carattere femminile animato da focosità, pazienza e gentilezza; C. Laughton è senza ombra di dubbio il personaggio più politico, quello che realizza sé stesso con i dialoghi e le movenze adatte ad un politicante navigato nonché ad un uomo di legge cinico, spietato ed egoista; P. Ustinov regala agli spettatori un istruttore di gladiatori quasi comico, divertente, autoironico, possente e carico di articoli beffardi, sicuramente il personaggio meglio riuscito che la sceneggiatura abbia saputo sviluppare; T. Curtis, infine, è un mago e incantatore inizialmente messo in dubbio da Spartaco ma successivamente rivalutato e tenuto in grande considerazione dal protagonista, di cui diverrà l’amico più stretto e fedele. Le musiche di Alex North accompagnano la proiezione con una potenza indicibile e alquanto suggestiva, mentre la scenografia di Alexander Golitzen e Russell A. Gausman sfiora quasi il sublime grazie ad una riproposizione dei canoni artistici/architettonici romani molto ben studiata e oliata a dovere. Dalton Trumbo, autore del copione, si dà da fare per far risultare il più vicino possibile alla realtà bellica e sociopolitica dell’epoca una storia che, malgrado il richiamo poco kubrickiano al filo-comunismo e una rappresentazione stereotipata e convenzionale delle leggi dell’Antica Roma, colpisce al cuore il bersaglio per cui è stata fabbricata senza inciampare in accademismi illustrativi né in manierismi indiscriminati. Il doppiaggio italiano, come sempre, aggiunge un considerevole punto in più alle performance degli attori originali. Ecco le voci: Giulio Panicali (Douglas), Emilio Cigoli (Olivier), Maria Pia Di Meo (Simmons), Carlo Romano (Ustinov), Giorgio Capecchi (Laughton), Pino Locchi (Curtis). Quattro Oscar: miglior attore non protagonista (Ustinov), fotografia (Russell Metty), scenografia (i nomi degli scenografi son menzionati sopra), migliori costumi (Valles & Bill Thomas). Un’incursione straordinaria e stupefacente del maestro Stanley sia nel cinema storico più sfegatato e felicemente impudente sia nel romanzo d’avventura messo in immagini audiovisive con la spudoratezza di un mistificatore impareggiabile.
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