Le tredici fatiche di Ercolino

Nel suo genere è un classico, dovuto alla prolifica creatività di Tezuka, maestro nel mediare influssi occidentali, temi tradizionali e tematiche universali. Purtroppo la sceneggiatura è quella, modificata, adottata negli USA. La leggenda cui si ispira è quella nota come "Viaggio in occidente", un caposaldo della letteratura cinese del XVI secolo molto popolare anche in Giappone. Si tratta di un racconto simbolico buddista, ispirato a leggende sorte attorno al viaggio di un monaco, secondo il quale lo scimmiotto protagonista, sconfitta ogni potenza, soccombe davanti a Budda e se ne fa discepolo, a rappresentare la preminenza del nirvana su ogni forma di potere cui aneliamo. Da qui inizia un'avventura formativa. Ritmi e tratti somigliano per qualità alle vecchie produzioni disneiane, con animazione fluida e una certa ricercatezza orientale nell'estetica; è un lavoro accurato ed espressivo, ben narrato e dai ritmi distesi, con un peculiare senso del mistero e che facilita una immedesimazione nel riottoso protagonista. Decisamente infelice la traduzione del titolo e in genere il tentativo di rendere il tutto assimilabile a fiabe occidentali, per cui assistiamo ad un estemporaneo Merlino ben poco attendibile al fianco di un maiale e vari personaggi tipicamente orientali. Nonostante ciò conserva il suo fascino. Si tratta di un iniziale apparire del personaggio (Son-Goku) che in seguito diverrà il muscolare simil-superman della serie "Dragonball". Si tratta di un anime di difficile reperimento, ma, se riuscite a vederlo, osservate che cosa hanno in comune i due scimmiotti!