elgatoloco
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martedì 13 novembre 2018
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fbi-agiografia
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"The FBI Story"(1959, Mervyn Le Roy)è una vera e propria agiografia del Federal Bureau of Investigation,, quasi non fosse un'agenzia spionistica, ma un'associazione caritatevole... Apologia di tutti i suoi agenti, del superdirettore J.Edgar Hoover(solo un film, molto più recente, di Oliver Stone, ne ridimensiona la figura...), non a caso basata sul romanzo biografico di Don Whitehead,, giornalista di regime(nel senso del regime USA più conservatore), vicino ad ambienti iper-maccartisti e(ciliegina sulla torta)premio Pulitzer nel 1951,dove corre merito ricordare che erano gli anni del processo ai coniugi Rosenbergt. Nulla da eccepire, il film è tecnicamente eccellente, drammaturgicamente molto ben realizzato, pieno di pathos(la scena dei festteggiamnti per la fine della Seconda Guerra Mondiale, interrotta dal telegramma che annuncia la morte in combattimento del figlio del protagonista)e di momenti(pochi)di "quiete".
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"The FBI Story"(1959, Mervyn Le Roy)è una vera e propria agiografia del Federal Bureau of Investigation,, quasi non fosse un'agenzia spionistica, ma un'associazione caritatevole... Apologia di tutti i suoi agenti, del superdirettore J.Edgar Hoover(solo un film, molto più recente, di Oliver Stone, ne ridimensiona la figura...), non a caso basata sul romanzo biografico di Don Whitehead,, giornalista di regime(nel senso del regime USA più conservatore), vicino ad ambienti iper-maccartisti e(ciliegina sulla torta)premio Pulitzer nel 1951,dove corre merito ricordare che erano gli anni del processo ai coniugi Rosenbergt. Nulla da eccepire, il film è tecnicamente eccellente, drammaturgicamente molto ben realizzato, pieno di pathos(la scena dei festteggiamnti per la fine della Seconda Guerra Mondiale, interrotta dal telegramma che annuncia la morte in combattimento del figlio del protagonista)e di momenti(pochi)di "quiete". Storia dell'FBI da Ku Klux Klan alla criminalità gangsteristica, dagli anni della guerra e delle spie nazista in Latinoamerica alla(coronamento?Quasi)lotta maccartista conrro questi Hyksos, id es i comunisti....Ottimo film, ideologia molto chiara(e , bisogna dirlo, dichiarata senza vergogna)ideologia neppure "tra le righe"ma gridata a pieni polmoni, il tutto con colori abbastanza sgargianti e con un ritmo invidabile, nel senso che i film d'azione di oggi spesso sono inferiori al livello raggiunto a fine anni 1950.quasi inizio dei Sixties. Non c'è musica rock 'n roll, certo, ma musica degli inni USA... Certo, equiparare nazismo e gansterismo(per non dire del Klan)al "comunismo"è troppo, ma siamo negli States... James Stewart è comunque un buon interprete, al servizio di tante bandiere, certamente onesto nei suoi intenti, c'è anche Vera Miles e tanti/e altri/e interpreti. UN pezzo di storia, comunque, certo dalla parte dei vincitori... El Gato
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marco michielis
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sabato 7 gennaio 2012
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pura propaganda, con alcune gag
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L'intenzione di Le Roy, nel girare questo film, è chiara: fornire una versione della storia della famosa (e famigerata) F.B.I. che non lasci spazio a dubbi riguardo alla bontà e all'efficienza dell'operato del suddetto reparto. A conferma di ciò basterebbe guardare il finale, con la caccia al "mostro rosso", rappresentata nel bel mezzo della cosiddetta Guerra Fredda. La cosa che però mi ha dato fastidio è stato il tentativo di rendere questo manifesto patriottico (che ci può stare) un'autentica opera d'arte, inventandosi l'improbabile vicenda dell'agente Chip, le cui peripezie e avventure familiari, se non fosse per alcune gag, che tra l'altro stonano, non si collegano in maniera efficace e coerente con il resto del film, di evidente taglio documentaristico.
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L'intenzione di Le Roy, nel girare questo film, è chiara: fornire una versione della storia della famosa (e famigerata) F.B.I. che non lasci spazio a dubbi riguardo alla bontà e all'efficienza dell'operato del suddetto reparto. A conferma di ciò basterebbe guardare il finale, con la caccia al "mostro rosso", rappresentata nel bel mezzo della cosiddetta Guerra Fredda. La cosa che però mi ha dato fastidio è stato il tentativo di rendere questo manifesto patriottico (che ci può stare) un'autentica opera d'arte, inventandosi l'improbabile vicenda dell'agente Chip, le cui peripezie e avventure familiari, se non fosse per alcune gag, che tra l'altro stonano, non si collegano in maniera efficace e coerente con il resto del film, di evidente taglio documentaristico. L'ambiente della famiglia di Chip sembra tratto pari pari da La vita è meravigliosa di Capra, sfruttando la presenza di James Stewart, unica nota positiva della pellicola e solo vero motivo per cui sono riuscito ad arrivare ai titoli di coda senza addormentarmi! Da evitare, se non ci tenete a farvi fare un bel lavaggio di cervello.
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antonio2011
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venerdì 6 gennaio 2012
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bel film
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Bel film, come tutti i film di una volta quelli prima del 1987/'88, storia semplice, ambientazione normale, tranquilla, soprattutto quello che colpisce è che il montaggio non è nevrotico, come nei film di oggi, ma è ridotto al minimo o quasi del tutto inesistente. Si esce dal film tranquilli sereni, soddisfatti!!
Qualcuno potrebbe dire che è nostalgia, ma tutti i veri cinefili sono nostalgici!!
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