rongiu
|
martedì 4 gennaio 2011
|
un piccolo, grande uomo
|
|
|
|
Una donna gravida è una donna che prende in carico al suo interno un nuovo corpo. La donna, durante questo periodo chiamato gravidanza, è in stato di grazia, il più delle volte. Succede, purtroppo, che questo stato di grazia si può trasformare per tantissimi motivi, mentalmente, in una situazione qualitativamente anomala. Cioè la grazia, si perde, trasformandosi prima in dis/grazia e ciò che è stato preso in carico, diventa avversità. Ci sono comunque persone, femmine e maschi, che in situazioni avverse riescono a riorganizzare positivamente la propria vita.
[+]
Una donna gravida è una donna che prende in carico al suo interno un nuovo corpo. La donna, durante questo periodo chiamato gravidanza, è in stato di grazia, il più delle volte. Succede, purtroppo, che questo stato di grazia si può trasformare per tantissimi motivi, mentalmente, in una situazione qualitativamente anomala. Cioè la grazia, si perde, trasformandosi prima in dis/grazia e ciò che è stato preso in carico, diventa avversità. Ci sono comunque persone, femmine e maschi, che in situazioni avverse riescono a riorganizzare positivamente la propria vita. Sono persone resilienti. E gli altri? Perché non riescono ad essere resilienti? Questa risposta è difficilissima da dare. E’ compito degli esperti. Ma qui non sono in un poliambulatorio, non sono un medico, parlo di un film; provo quindi, basandomi solo su esperienze di tipo soggettivo a dare la mia, di risposta. Mancanza di ascolto da parte degli altri. Il mio problema, per me gravissimo, non trova uditori. Ritengo l’ascolto il primo aiuto terapeutico. François Truffaut, regista e sceneggiatore, ci presenta in una Parigi di fine anni ’50 un ragazzino. Ha dodici anni, il suo nome è Antoine Doinel \ Jean-Pierre Léaud / Antoine la prima cosa che ha fatto, non ha chiesto di nascere. Il suo rendimento scolastico non è brillante. Discolo, combina guai, accusato ingiustamente anche delle altrui mancanze, cerca in tutti i modi di attrarre a sé l’attenzione di una mamma, la signora Doinel \Claire Maurier / e del legal padre, il signor Doinel \ Albert Rémy /. Antoine ha un amico, René, con il quale condivide un bel po’ di esperienze non certo educative per ragazzi della loro età. Ed è così che Antoine finirà per… Ma perché? I genitori di Antoine sono resilienti? E le “Istituzioni”? Dov’è finito l’Illuminismo Francese? E la sua pedagogia sperimentale? Quanti bambini, presi in carico da un ventre materno, hanno voglia di vedere la luce? Mah, non possono risponderci e quindi… non lo sapremo MAI. Un gran film che ha vinto una infinita quantità di premi; Il British Film Institute lo ha inserito nella lista dei 50 film più adatti ad un pubblico giovane.
Dimenticavo, Antoine non ha MAI conosciuto il mare. Un giorno... forse.
Good Click!
[-]
[+] il primo truffaut, interessante e coinvolgente
(di antonio montefalcone)
[ - ] il primo truffaut, interessante e coinvolgente
|
|
[+] lascia un commento a rongiu »
[ - ] lascia un commento a rongiu »
|
|
d'accordo? |
|
diario notturno
|
martedì 1 marzo 2005
|
psicologicamente fortissimo.
|
|
|
|
Questo e' un film il cui ritmo compassato nasconde una potenza tremenda. Scuote. Racconta un pezzo di vita di Antoine Doinel. Ed e' una storia che dai particolari ti fa intravedere, per poi fartela esplodere in faccia, la violenza. La violenza adulta nei confronti dell'infanzia. Violenza quasi mai manifesta fisicamente. Violenza che si cela nell'egoismo adulto, nell'incapacita' di capire, comprendere. Doinel ti ricorda come si poteva vivere realta' e mondi paralleli dove gl adulti non entravano. Ti ricorda la tua infanzia. Ti ricorda come le pretese di ragazzno siano poi molto poche, capaci come sono i bambini di credere ai propri genitori e seguirli, adattandosi. Eppure non bastera' a Doinel per farsi capire, ne' dai genitori, ne' dai maestri, ne' dal mondo "adulto".
[+]
Questo e' un film il cui ritmo compassato nasconde una potenza tremenda. Scuote. Racconta un pezzo di vita di Antoine Doinel. Ed e' una storia che dai particolari ti fa intravedere, per poi fartela esplodere in faccia, la violenza. La violenza adulta nei confronti dell'infanzia. Violenza quasi mai manifesta fisicamente. Violenza che si cela nell'egoismo adulto, nell'incapacita' di capire, comprendere. Doinel ti ricorda come si poteva vivere realta' e mondi paralleli dove gl adulti non entravano. Ti ricorda la tua infanzia. Ti ricorda come le pretese di ragazzno siano poi molto poche, capaci come sono i bambini di credere ai propri genitori e seguirli, adattandosi. Eppure non bastera' a Doinel per farsi capire, ne' dai genitori, ne' dai maestri, ne' dal mondo "adulto". L'interrogatorio di Duanel (non vi svelo le circostanze) e' il momento piu' intenso del film, insieme al finale, quando lui, finalmente.... Film bellissimo., ancora oggi.
[-]
[+] sono d'accordo
(di eddieche)
[ - ] sono d'accordo
[+] il prezzo della vita
(di tristana)
[ - ] il prezzo della vita
|
|
[+] lascia un commento a diario notturno »
[ - ] lascia un commento a diario notturno »
|
|
d'accordo? |
|
ziogiafo
|
domenica 28 settembre 2008
|
un classico della "nouvelle vague"…
|
|
|
|
ziogiafo - I quattrocento colpi, Francia 1959 - Uno dei film più rappresentativi di François Truffaut e della cosiddetta “Nouvelle Vague”, il nuovo stile cinematografico francese, che a partire dal 1959 si propone di catturare "lo splendore del vero" e di riportarlo nei film. Riprendendo con la macchina da presa tutto alla luce naturale del giorno, con attori poco noti, riducendo tutti gli artifici tecnici allo stretto necessario, in modo da avvicinarsi sempre di più alla realtà. François Truffaut è stato uno dei fondatori della Nouvelle Vague, insieme a Jean-Luc Godard ed altri importanti registi. Truffaut, grande estimatore di Roberto Rossellini, rappresenta in questa storia in parte autobiografica, la problematica esistenziale degli adolescenti e lo fa alla maniera del grande regista italiano.
[+]
ziogiafo - I quattrocento colpi, Francia 1959 - Uno dei film più rappresentativi di François Truffaut e della cosiddetta “Nouvelle Vague”, il nuovo stile cinematografico francese, che a partire dal 1959 si propone di catturare "lo splendore del vero" e di riportarlo nei film. Riprendendo con la macchina da presa tutto alla luce naturale del giorno, con attori poco noti, riducendo tutti gli artifici tecnici allo stretto necessario, in modo da avvicinarsi sempre di più alla realtà. François Truffaut è stato uno dei fondatori della Nouvelle Vague, insieme a Jean-Luc Godard ed altri importanti registi. Truffaut, grande estimatore di Roberto Rossellini, rappresenta in questa storia in parte autobiografica, la problematica esistenziale degli adolescenti e lo fa alla maniera del grande regista italiano. Attraverso le vicissitudini del piccolo Antoine Doiniel (Jean Pierre Leaud), che ha un solo interesse nella vita quello di andare a cinema… Truffaut, descrive con una cadenza poetica la difficile vita dei ragazzi parigini, costretti a subire sin dalla prima infanzia le dure regole del riformatorio, che invece di riportarli sulla “retta via” ne aumenta il danno esistenziale. I volti, le espressioni, i discorsi di questi piccoli uomini dilaniati da una realtà che li opprime, sono alla base delle struggenti inquadrature che il regista ci offre con una delicatezza straordinaria, abbracciando l’intimità di queste figure fragili che si protendono verso un futuro incerto ma hanno tanta voglia di ribellarsi ad uno stato sociale che non li comprende. Questo stato d’animo, Truffaut lo racchiude meravigliosamente in una delle ultime sequenze del film, quando Antoine, in seguito all’apparente furto di una macchina da scrivere, finisce in riformatorio da cui scappa per correre verso il mare… un mare che tra l’altro non aveva mai visto. Il regista chiude “I quattrocento colpi” con uno storico “fermo immagine”, sulla suggestiva espressione di Antoine Doiniel che ormai è pronto ad affrontare senza timore quel futuro che prima gli faceva tanta paura, tutto in nome di una libertà conquistata grazie al suo spirito ribelle e alla sua grande voglia di vivere.
Un classico della "Nouvelle Vague"…
Cordialmente, ziogiafo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ziogiafo »
[ - ] lascia un commento a ziogiafo »
|
|
d'accordo? |
|
viva_la_vida
|
venerdì 28 ottobre 2011
|
il cinema della poesia e della bellezza
|
|
|
|
L’esordio di Truffaut designava già l’impareggiabile bellezza del suo cinema. Una storia semplice infondo, senza le troppe complicazioni che piacciono al cinema contemporaneo, ma tremendamente intenso nei volti, nei gesti, nelle parole. I Quattrocento Colpi è la storia di un’infanzia sulla quale la bravura del regista non permette giudizi morali, né considerazioni di alcun tipo, perché in effetti non c’è alcun intento etico, nessun messaggio. Nessun buono, nessun cattivo. Solo un ragazzino e il mondo. Un ragazzino dal quale traspare il disagio innato di una vita troppo stretta, senza mai cadere nella denuncia. E il mondo visto con gli occhi del ragazzino, presentato con una fedeltà e una delicatezza esemplari, un mondo grande, immenso, in cui fanno capolino le stravaganti gesta di Antoine.
[+]
L’esordio di Truffaut designava già l’impareggiabile bellezza del suo cinema. Una storia semplice infondo, senza le troppe complicazioni che piacciono al cinema contemporaneo, ma tremendamente intenso nei volti, nei gesti, nelle parole. I Quattrocento Colpi è la storia di un’infanzia sulla quale la bravura del regista non permette giudizi morali, né considerazioni di alcun tipo, perché in effetti non c’è alcun intento etico, nessun messaggio. Nessun buono, nessun cattivo. Solo un ragazzino e il mondo. Un ragazzino dal quale traspare il disagio innato di una vita troppo stretta, senza mai cadere nella denuncia. E il mondo visto con gli occhi del ragazzino, presentato con una fedeltà e una delicatezza esemplari, un mondo grande, immenso, in cui fanno capolino le stravaganti gesta di Antoine. Memorabili alcuni scorci che balenano inaspettatamente nel flusso narrativo, primo tra tutti la scena al teatro delle marionette, quando Truffaut si sofferma sui bambini, sulle loro voci apprensive, i loro occhi sorpresi, i volti scavati dalle emozioni. Una poesia simbolista che tradisce un amore del regista per la bellezza pura, un’arte di fronte alla quale tacere e ammirare e ricordare la bellezza. Il minimalismo della nouvelle vague non può che adagiarsi su questo terreno così fertile, da cui traspare la grottesca interiorità dei personaggi in relazione al mondo. Le emozioni non sono mai esplicite, ma si imprimono inesorabili nello spettatore. È il cinema della poesia, dell’arte taciuta e gridata, della bellezza. Un cinema senza pari.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a viva_la_vida »
[ - ] lascia un commento a viva_la_vida »
|
|
d'accordo? |
|
magneto85
|
venerdì 15 marzo 2013
|
crescere
|
|
|
|
Parigi, fine anni cinquanta. Antoine Doinel, ragazzino di 12 anni, è nel pieno dell'adolescenza. Irrequietezza, incomprensione da parte dei genitori e dalla scuola, rabbia. Questa è la storia di come crescere e venire a patti con il mondo adulto possa far male e far soffrire.
Una madre troppo severa e poco affettuosa, un padre (che poi vero padre non è.. faremo meglio a dire patrigno) a prima vista anche buono e simpatico ma interessato solo alle gare automobilistiche e poco al figlio, un insegnante eccessivamente severo che lo punisce continuamente.
L'unico barlume di affetto e comprensione Antoine lo troverà nel suo compagno di scuola e amico René che, come lui, condivide le simili situazioni familiari e scolastiche.
[+]
Parigi, fine anni cinquanta. Antoine Doinel, ragazzino di 12 anni, è nel pieno dell'adolescenza. Irrequietezza, incomprensione da parte dei genitori e dalla scuola, rabbia. Questa è la storia di come crescere e venire a patti con il mondo adulto possa far male e far soffrire.
Una madre troppo severa e poco affettuosa, un padre (che poi vero padre non è.. faremo meglio a dire patrigno) a prima vista anche buono e simpatico ma interessato solo alle gare automobilistiche e poco al figlio, un insegnante eccessivamente severo che lo punisce continuamente.
L'unico barlume di affetto e comprensione Antoine lo troverà nel suo compagno di scuola e amico René che, come lui, condivide le simili situazioni familiari e scolastiche.
Dopo una serie di "ragazzate" come marinare la scuola per andare al cinema, al piccolo Antoine non rimane altro che il riformatorio. Lì è circondato da molti altri ragazzi, più o meno problematici, che come lui hanno avuto la colpa di crescere troppo in fretta.
René non si dimentica del suo amico e lo va a trovare ma non gli è possibile parlargli. La madre, anch'essa va a trovarlo ma solo per comunicargli che da quel momento in poi conoscerà e scoprirà cosa significa "la vita vera": un modo non troppo dolce per abbandonarlo.
Antoine di punizioni non ne può più e un giorno, mentre stava giocando a pallone con gli altri ragazzi del riformatorio, scappa e raggiunge il mare, luogo che non era mai riuscito a vedere.
Una storia cruda quella di Truffaut, ma nel finale con un che di speranza per il futuro. Niente sentimentalismi nè retorica.
Questo è il cinema di Truffaut.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a magneto85 »
[ - ] lascia un commento a magneto85 »
|
|
d'accordo? |
|
tomdoniphon
|
domenica 8 giugno 2014
|
truffaut e doinel
|
|
|
|
Figlio indesiderato dalla madre e trascurato dal patrigno, l'adolescente Antoine Doinel frequenta la scuola con scarso profitto e frequenti punizioni. Due fughe di casa e un furtarello lo porteranno al riformatorio, ma riuscirà a fuggire. Caso raro in cui il primo film di un regista (Truffaut) coincide con il suo capolavoro. In questo caso, addirittura, con uno dei più alti risultati del Cinema. Con una sensibilità che rimanda ai film neorealisti di De Sica, ma con un linguaggio inedito (macchina da presa mobilissima), Truffaut racconta una infanzia difficile a Parigi; una storia che ricorda quella dello stesso Truffaut, il quale, del resto, divenne il poeta per eccellenza dell'adolescenza (ritenuto dal regista "uno stato riconosciuto da educatori e sociologi, ma negato dalla famiglia, dai genitori").
[+]
Figlio indesiderato dalla madre e trascurato dal patrigno, l'adolescente Antoine Doinel frequenta la scuola con scarso profitto e frequenti punizioni. Due fughe di casa e un furtarello lo porteranno al riformatorio, ma riuscirà a fuggire. Caso raro in cui il primo film di un regista (Truffaut) coincide con il suo capolavoro. In questo caso, addirittura, con uno dei più alti risultati del Cinema. Con una sensibilità che rimanda ai film neorealisti di De Sica, ma con un linguaggio inedito (macchina da presa mobilissima), Truffaut racconta una infanzia difficile a Parigi; una storia che ricorda quella dello stesso Truffaut, il quale, del resto, divenne il poeta per eccellenza dell'adolescenza (ritenuto dal regista "uno stato riconosciuto da educatori e sociologi, ma negato dalla famiglia, dai genitori"). I "400 colpi" è il primo film della serie (5 film in totale) di Antoine Doinel, che arriverà sino agli anni '80, seguendo il personaggio (caso unico nella storia del cinema), sempre interpretato da Jean-Pierre Leaud, dall'adolescenza alla maturità. Antoine Doinel si trovava così ad essere la sintesi tra due personaggi, Truffaut e Leaud: in questo primo film, più simile al primo; nei successivi quattro, più al secondo. Interessante il racconto di Truffaut sui provini per i "400 colpi": molti bambini "erano venuti per curiosità o spinti dai genitori, Jean-Pierre Leaud era diverso da loro, voleva la parte con tutte le sue forze, si sforzava di avere l'aria rilassata e scherzosa, ma in realtà era pieno di paura e dal quel primo incontro ricavai un'impressione di ansietà e di intensità". Impossibile citare tutte le sequenze d'antologia del film: basti citare il colloquio con la psicologa (con l'inquadratura fissa sul ragazzino) e il finale, uno dei più teneri della storia del cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tomdoniphon »
[ - ] lascia un commento a tomdoniphon »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialò
|
martedì 8 novembre 2011
|
le colpe dei genitori ricadono sui figli
|
|
|
|
Antoine è un ragazzino trascurato dai genitori, specie la madre, che lo ebbe ancora ragazzina. Antoine così marina la scuola, si diverte con gli amici, senza trovare, al suo ritorno a casa, un tetto genitoriale che lo conduca ad una svolta esistenziale positiva. Anzi, le cose per lui peggiorano, al punto da finire in una sorta di ritormatorio. Ma la divisa e le regole rigide gli stanno proprio strette.
Primo film col botto per François Truffaut, che propone per la prima volta il personaggio di Antoine Doinel (interpretato da Jean Pierre Leaud) che lo accompagnerà a lungo nella sua carriera. Il regista francese narra la storia del vispo Antoine, ponendolo come autentica vittima di genitori poco attenti ed egocentrici.
[+]
Antoine è un ragazzino trascurato dai genitori, specie la madre, che lo ebbe ancora ragazzina. Antoine così marina la scuola, si diverte con gli amici, senza trovare, al suo ritorno a casa, un tetto genitoriale che lo conduca ad una svolta esistenziale positiva. Anzi, le cose per lui peggiorano, al punto da finire in una sorta di ritormatorio. Ma la divisa e le regole rigide gli stanno proprio strette.
Primo film col botto per François Truffaut, che propone per la prima volta il personaggio di Antoine Doinel (interpretato da Jean Pierre Leaud) che lo accompagnerà a lungo nella sua carriera. Il regista francese narra la storia del vispo Antoine, ponendolo come autentica vittima di genitori poco attenti ed egocentrici. Ma anche come agnello sacrificale di quella Francia rigida posta sotto la legida di De Gaulle. Non sappiamo se Antoine si salverà, ma almeno ha visto quel mare tanto agognato e per un pò sarà libero come ha sempre voluto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialò »
[ - ] lascia un commento a luca scialò »
|
|
d'accordo? |
|
fabio leone
|
domenica 30 ottobre 2005
|
al primo limitar di gioventù...
|
|
|
|
Le prime, deliziose inquitudini di un piccolo essere umano...
un bambino!...forse...troppo (o troppo poco) ragazzino per essere regimato come tutti gli altri.
La psicologia evolutiva sovente "decaloga" troppo facilmente le fasi della crescita; ancor peggio ferrata si confessa nei confronti dei cambi di registro.
Al "limitar di gioventù", in quella breve stagione, in quei pochi giorni in cui un bambino prende ingenuamente le redini del gioco della vita (Antoine) accadono quelle minuscole cose incredibili (degne di una sceneggiatura di un film) i cui meccanismi spesso arrovellano il rachitico raziocinio dell'educatore.
Antoine, una volta "classificato" (prima a scuola e poi al riformatorio) non ha scelta:
scappa.
[+]
Le prime, deliziose inquitudini di un piccolo essere umano...
un bambino!...forse...troppo (o troppo poco) ragazzino per essere regimato come tutti gli altri.
La psicologia evolutiva sovente "decaloga" troppo facilmente le fasi della crescita; ancor peggio ferrata si confessa nei confronti dei cambi di registro.
Al "limitar di gioventù", in quella breve stagione, in quei pochi giorni in cui un bambino prende ingenuamente le redini del gioco della vita (Antoine) accadono quelle minuscole cose incredibili (degne di una sceneggiatura di un film) i cui meccanismi spesso arrovellano il rachitico raziocinio dell'educatore.
Antoine, una volta "classificato" (prima a scuola e poi al riformatorio) non ha scelta:
scappa...e si ritrova di fronte un marte mai visto. 5 stelle
[-]
[+] della fanciullezza ricordo il dolore
(di therese)
[ - ] della fanciullezza ricordo il dolore
|
|
[+] lascia un commento a fabio leone »
[ - ] lascia un commento a fabio leone »
|
|
d'accordo? |
|
reservoir dogs
|
sabato 30 ottobre 2010
|
una corsa verso la comprensione
|
|
|
|
Antoine Doinel è un bambino come tanti della Parigi degli anni 50', bigia la scuola per andare al cinema e non ha buoni rapporti con i genitori nonostante li aiuti nei piccoli lavori quotidiani.
Il ragazzo è alla continua ricerca d'affetto da parte dei genitori che non lo considerano molto un pò per le sue marachelle a scuola un pò per i loro problemi personali; il padre prende tutto poco sul serio, la madre rimpiange la sua giovinezza ed ha un amante.
Il piccolo Antoine ruberà "frammenti" di Balzàc e una macchina da scrivere per l'approvazione dei più "grandi", ma gli adulti che siano genitori o che siano maestri sembrano aver dimenticato di esser stati bambini decidendo così di spedirlo in riformatorio.
[+]
Antoine Doinel è un bambino come tanti della Parigi degli anni 50', bigia la scuola per andare al cinema e non ha buoni rapporti con i genitori nonostante li aiuti nei piccoli lavori quotidiani.
Il ragazzo è alla continua ricerca d'affetto da parte dei genitori che non lo considerano molto un pò per le sue marachelle a scuola un pò per i loro problemi personali; il padre prende tutto poco sul serio, la madre rimpiange la sua giovinezza ed ha un amante.
Il piccolo Antoine ruberà "frammenti" di Balzàc e una macchina da scrivere per l'approvazione dei più "grandi", ma gli adulti che siano genitori o che siano maestri sembrano aver dimenticato di esser stati bambini decidendo così di spedirlo in riformatorio.
Qui verrano presa la sua giovinezza, le sue impronte e le sue foto per essere schedato come un criminale.
Subirà un interrogatorio da una psicologa perchè incompreso quindi "disturbato" in cui la cinepresa non riprende mai chi lo interroga alimentando così nello spettatore il senso d'ansia.
Appena avrà l'opportunità il bambino fuggirà dal riformatorio per andare a vedere il mare che non aveva mai visto.
Memorabile la sequenza finale della corsa "assieme" alla camera-car dove si ha la sensazione di fuggire assieme a lui da un mondo che non comprende e in un certo senso non lo vuole comprendere.
Considerato il manifesto della Nouvelle Vauge, è forse il film più autobiografico di Truffaut.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a reservoir dogs »
[ - ] lascia un commento a reservoir dogs »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
venerdì 11 novembre 2011
|
voglia di liberta'
|
|
|
|
Non e' una famiglia che offre molto quella di antoine doinel.Il ragazzo frequenta una scuola severa e vive la giornata con monotonia.Non appena decide di cambiare le cose evitando la scuola e scappando si mettera' nei guai,rubando una macchina da scrivere ,e li' i genitori lo abbandoneranno al suo destino in riformatorio,ma antoine nonostante tutto scappera' ,correndo sul mare trovando forse per la prima volta il vero senso di liberta',anche se non appare come se lo immaginava.L'esordio di francois truffaut e' sicuramente poetico e neorealista,e non mancano simbolismi tecnici ottimi(la macchina da presa che all'inizio dei titoli d'apertura inquadra parigi dal basso ovvero la parigi vista dal piccolo antoine),ed inoltre la tematica dell'innocenza adolescenziale(antoine compie atti sbagliati ma ha il coraggio di dirlo,la madre tradisce il compagno e invece lo nasconde nonostante antoine lo sappia) rapportata al mondo adulto cinico e disinteressato che arriva persino ad abbandonarlo al riformatorio.
[+]
Non e' una famiglia che offre molto quella di antoine doinel.Il ragazzo frequenta una scuola severa e vive la giornata con monotonia.Non appena decide di cambiare le cose evitando la scuola e scappando si mettera' nei guai,rubando una macchina da scrivere ,e li' i genitori lo abbandoneranno al suo destino in riformatorio,ma antoine nonostante tutto scappera' ,correndo sul mare trovando forse per la prima volta il vero senso di liberta',anche se non appare come se lo immaginava.L'esordio di francois truffaut e' sicuramente poetico e neorealista,e non mancano simbolismi tecnici ottimi(la macchina da presa che all'inizio dei titoli d'apertura inquadra parigi dal basso ovvero la parigi vista dal piccolo antoine),ed inoltre la tematica dell'innocenza adolescenziale(antoine compie atti sbagliati ma ha il coraggio di dirlo,la madre tradisce il compagno e invece lo nasconde nonostante antoine lo sappia) rapportata al mondo adulto cinico e disinteressato che arriva persino ad abbandonarlo al riformatorio.Pertanto il film rappresenta un finale eccezionale dove antoine fugge lungo il mare scappando dal riformatorio vedendo quel mare che non aveva mai visto,ma si sa che quello che immaginiamo spesso non corrisponde alla realta'.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
|