Giuseppe Marotta
Invecchio precipitosamente, anche se le mie care sembianze lo negano. Il tempo scende su di me come un uccello di rapina, ad ali chiuse. È un linciaggio di ore simili a durissimi ciottoli di fiume, contro i quali non c’è riparo. Mannaggia. Il senso certo di questa veloce infrenabile decadenza, è un intimo ritorno all’infanzia. Mi commuovo per nulla... ho pietà di me e di tutti. Ho pietà di Ingrid Bergman e ho pietà di Rossellini, fuggiti da se stessi come due ladri, incapaci entrambi di immolarsi (fra dieci anni la vecchiaia li avrà ghermiti) alle brevi conseguenze di uno squisito errore. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (9070 caratteri spazi inclusi) su 1958