ziogiafo
|
lunedì 7 marzo 2005
|
da vedere ... per non dimenticare ...
|
|
|
|
ziogiafo - ROMA CITTA' APERTA - ITALIA 1945 - Sicuramente questo film
è la massima espressione del NEOREALISMO: Movimento cinematografico
volto a riprendere con estrema fedeltà la tragica realtà del momento,
attraverso l'immagine e la narrazione. Destinato a occupare un posto
di primo piano nella storia del cinema mondiale.Roberto Rossellini
girò "Roma città aperta" tra il 1944 e il 1945 durante gli ultimi mesi
della grande guerra, generando un capolavoro che è riconosciuto da
tutti ormai come una sorta di film-simbolo del Neorealismo.
In un angoscioso clima di continui rastrellamenti durante l'ultimo
conflitto mondiale, in una Roma ridotta alla fame dalla guerra e
distrutta nella dignità dall'occupazione nazista, un sacerdote (un
memorabile Aldo Fabrizi), in nome della libertà, aiuta un capo
partigiano.
[+]
ziogiafo - ROMA CITTA' APERTA - ITALIA 1945 - Sicuramente questo film
è la massima espressione del NEOREALISMO: Movimento cinematografico
volto a riprendere con estrema fedeltà la tragica realtà del momento,
attraverso l'immagine e la narrazione. Destinato a occupare un posto
di primo piano nella storia del cinema mondiale.Roberto Rossellini
girò "Roma città aperta" tra il 1944 e il 1945 durante gli ultimi mesi
della grande guerra, generando un capolavoro che è riconosciuto da
tutti ormai come una sorta di film-simbolo del Neorealismo.
In un angoscioso clima di continui rastrellamenti durante l'ultimo
conflitto mondiale, in una Roma ridotta alla fame dalla guerra e
distrutta nella dignità dall'occupazione nazista, un sacerdote (un
memorabile Aldo Fabrizi), in nome della libertà, aiuta un capo
partigiano. Ma per colpa di una infame traditrice, che fa uso di droga
e che frequenta da lungo tempo gli ambienti delle "SS", tutto
precipita ... e la tragedia nella tragedia prende il sopravvento.Il
film è caratterizzato da una fortissima carica emotiva, allineata
perfettamente a quella dura realtà storica che non lasciava purtroppo
spazio neanche a quel sottile filo di speranza per una eventuale
rinascita e alimentava solo un'amara illusione per un domani migliore.
Speranza, tanto anelata (e meravigliosamente rappresentata dalla
grande Anna Magnani), ma spietatamente stroncata da quell'atroce
realtà dei fatti.
Dopo "Roma città aperta", Rossellini completò la cosiddetta "trilogia
della guerra" con "Paisà" (1946) e "Germania anno zero" (1948)
Da vedere ... per non dimenticare ...
Cordialmente
ziogiafo
[-]
[+] il quarto film di roberto rossellini
(di giuseppe)
[ - ] il quarto film di roberto rossellini
[+] roma citta' aperta
(di kikkathe-best)
[ - ] roma citta' aperta
|
|
[+] lascia un commento a ziogiafo »
[ - ] lascia un commento a ziogiafo »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
mercoledì 21 settembre 2011
|
e fù il neorealismo.
|
|
|
|
Ispirato alla vera storia di Don Morosini,il film simbolo del neorealismo,girato in condizioni precarie subito dopo la guerra(Rossellini dovette arrangiarsi con pellicola scaduta ed essendo i set di Cinecittà adibiti a rifugi per sfollati girare in quartieri a caso).Commovente ancora oggi,e perfetto nella sua progressione drammatica(dopo una prima parte con lievi toni da commedia si passa alla tragedia più nera)come nella direzione di tutto il cast,Magnano e Fabrizi in testa.Fredda accoglienza da noi(e ti pareva),ma grande successo all'estero,e vincitore del festival di Cannes del '46.Scorsese lo cita giustamente nel suo "Viaggio in Italia".Ancora oggi la scena della morte di Pina(entrata nella storia del cinema italiano)lascia di ghiaccio.
[+]
Ispirato alla vera storia di Don Morosini,il film simbolo del neorealismo,girato in condizioni precarie subito dopo la guerra(Rossellini dovette arrangiarsi con pellicola scaduta ed essendo i set di Cinecittà adibiti a rifugi per sfollati girare in quartieri a caso).Commovente ancora oggi,e perfetto nella sua progressione drammatica(dopo una prima parte con lievi toni da commedia si passa alla tragedia più nera)come nella direzione di tutto il cast,Magnano e Fabrizi in testa.Fredda accoglienza da noi(e ti pareva),ma grande successo all'estero,e vincitore del festival di Cannes del '46.Scorsese lo cita giustamente nel suo "Viaggio in Italia".Ancora oggi la scena della morte di Pina(entrata nella storia del cinema italiano)lascia di ghiaccio.Tanto fulminea quanto crudele.Ma il prefinale nella caserma e il finale sotto gli occhi dei bambini non sono certo da meno.Capolavoro da vedere fino a conoscerlo a menadito.
[-]
[+] una vibrante pietra miliare della settima arte.
(di antonio montefalcone)
[ - ] una vibrante pietra miliare della settima arte.
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
venerdì 28 dicembre 2012
|
una stretta al cuore
|
|
|
|
Roma durante l'occupazione nazi-fascista. Una popolana aspetta con ansia di potersi sposare e osserva da vicino il dramma in cui si trova la popolazione romana e vede come momento di svolta il matrimonio con un uomo impegnato nella Resistenza. La sorella invece è pronta a vendersi ai tedeschi in cambio di droga. In tutto questo un coraggioso parroco sfida le ire degli occupanti tenendo rapporti e facendo da corriere per i partigiani.
Sono ormai passati 70 anni dalla realizzazione di questo meraviglioso film manifesto di quello che sarebbe diventato il manifesto del Neorealismo. Questi 70 anni però sembrano 700 a chi assiste con quotidiano sconforto alla decadenza del nostro cinema che si salva con un paio di pellicole all'anno degne di nota.
[+]
Roma durante l'occupazione nazi-fascista. Una popolana aspetta con ansia di potersi sposare e osserva da vicino il dramma in cui si trova la popolazione romana e vede come momento di svolta il matrimonio con un uomo impegnato nella Resistenza. La sorella invece è pronta a vendersi ai tedeschi in cambio di droga. In tutto questo un coraggioso parroco sfida le ire degli occupanti tenendo rapporti e facendo da corriere per i partigiani.
Sono ormai passati 70 anni dalla realizzazione di questo meraviglioso film manifesto di quello che sarebbe diventato il manifesto del Neorealismo. Questi 70 anni però sembrano 700 a chi assiste con quotidiano sconforto alla decadenza del nostro cinema che si salva con un paio di pellicole all'anno degne di nota. Ormai divisi tra Soliti Idioti e quant'altro a cui si regalano le vette del botteghino parlando di film rivelazione, urge un importante e maestoso lavoro di recupero per mostrare che il cinema italiano non è sempre stato questo. E questo film ne è la dimostrazione lampante. Girato fra difficoltà di ogni genere con problemi anche solo per reperire la pellicola, il film ci restituisce con lucido realismo la grave situazione che si era creata. Il tradimento del re dopo l'armistizio dell'8 settembre aveva gettato l'Italia nel caos più totale e solo con l'aiuto degli alleati e il sacrificio dei partigiani l'Italia è riuscita a liberarsi. E questa storia è fatta di eroi conosciuti ma anche di quelli sconosciuti; solo persone normali che hanno lottato per un avvenire che doveva ancora arrivare e che loro sognavano. E certo riempie il cuore di tristezza vedere le persone girare con la tessera alimentare o assaltare il forno in una scena di manzoniana memoria. E poi oltre alla storia struggente c'è la bravura degli interpreti ma su tutti spiccano una splendida Anna Magnani che con la sua corsa disperata sigla la scena madre del film e lo straordinario Aldo Fabrizi che interpreta un parroco disposto anche al sacrificio estremo pur di non tradire i suoi compagni. Insomma per usare una formula un po' abusata si può dire che è un film per non dimenticare ma soprattutto per fare vedere come a quell'epoca non c'era certo il Bengodi o i treni che arrivavano in orario e serve anche a chiudere la bocca a chi cerca di portare avanti una revisione storica buonista della dittatura. E anche la figura del parroco e di tanti altri che si sono sacrificati riscatta in parte i silenzi imbarazzanti che si sono registrati dal Vaticano. Un film imperdibile di quando l'Italia dava lezione di come si confezionava un'autentica opera d'arte ed imponeva al mondo degli straordinari interpreti mentre ora è dal 2005 che un nostro film non entra nella lista dei candidati all'Oscar.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
il cinefilo
|
venerdì 30 luglio 2010
|
una delle migliori opere del neorealismo
|
|
|
|
TRAMA:La storia si svolge a Roma nel 1943(il regime fascista è caduto da poco)e la città è occupata dai nazisti che tentano in ogni modo di catturare un leader della resistenza armata...COMMENTO: Questo film è considerato il capolavoro del neorealismo più conosciuto all'estero insieme a LADRI DI BICICLETTE di Vittorio De Sica e,a ben vedere,la sua fama è meritata sotto tutti gli aspetti(ottimi il cast e la sceneggiatura scritta dal regista insieme a Federico Fellini e Sergio Amidei).
Roberto Rossellini porta sullo schermo un immagine terribile(la pura realtà come potrebbe essere narrata in un documentario ma questo film è molto più "potente"di quanto potrebbe esserlo uno stile documentaristico)della tragedia di una città intera in mano alla barbarie nazi-fascista e racconta anche la strenua lotta di coloro che credono nella libertà(tra cui anche il prete Don Pietro che offre rifugio ai membri della resistenza ma questo aiuto viene dato in nome della fede religiosa più che per gli ideali).
[+]
TRAMA:La storia si svolge a Roma nel 1943(il regime fascista è caduto da poco)e la città è occupata dai nazisti che tentano in ogni modo di catturare un leader della resistenza armata...COMMENTO: Questo film è considerato il capolavoro del neorealismo più conosciuto all'estero insieme a LADRI DI BICICLETTE di Vittorio De Sica e,a ben vedere,la sua fama è meritata sotto tutti gli aspetti(ottimi il cast e la sceneggiatura scritta dal regista insieme a Federico Fellini e Sergio Amidei).
Roberto Rossellini porta sullo schermo un immagine terribile(la pura realtà come potrebbe essere narrata in un documentario ma questo film è molto più "potente"di quanto potrebbe esserlo uno stile documentaristico)della tragedia di una città intera in mano alla barbarie nazi-fascista e racconta anche la strenua lotta di coloro che credono nella libertà(tra cui anche il prete Don Pietro che offre rifugio ai membri della resistenza ma questo aiuto viene dato in nome della fede religiosa più che per gli ideali).
Quest'opera è il primo film della cosiddetta "trilogia della guerra" neorealista del regista(seguiranno successivamente PAISA e GERMANIA ANNO ZERO)e descrive,con un autentica fedeltà per la realtà storica,un clima atrocemente oppressivo in cui nemmeno la religione riesce a fornire agli uomini una speranza per il futuro.
Questo capolavoro è il classico film che andrebbe proiettato nelle scuole per insegnare ai giovani a conoscere e rispettare la storia ed è anche il classico film che riesce a fare comprendere con chiarezza cosa dovrebbe essere il vero cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il cinefilo »
[ - ] lascia un commento a il cinefilo »
|
|
d'accordo? |
|
il cinefilo
|
sabato 11 giugno 2011
|
roma città aperta
|
|
|
|
Gli anni di questa pietra miliare del cinema nostrano del regista Roberto Rossellini erano quelli dell'immediato dopoguerra con i tedeschi in fuga e una nazione distrutta(non soltanto a livello morale)dalla sua stessa sciagurata e precedente alleanza con la Germania hitleriana...conclusasi,come tutti sanno,in una totale disfatta anche(e,forse,soprattutto)per loro.
Al di là della qualità artistica il più grande meritò di questo"documento storico"(così almeno mi è parso)è quello di essere riuscito a mandare un messaggio che,anche molto dopo il 1945,potesse trasmettersi alle nuove generazioni e cioè che"la libertà non è ne un opzione ne un obbligo ma un diritto":un diritto per il quale è giusto combattere e rischiare la vita.
[+]
Gli anni di questa pietra miliare del cinema nostrano del regista Roberto Rossellini erano quelli dell'immediato dopoguerra con i tedeschi in fuga e una nazione distrutta(non soltanto a livello morale)dalla sua stessa sciagurata e precedente alleanza con la Germania hitleriana...conclusasi,come tutti sanno,in una totale disfatta anche(e,forse,soprattutto)per loro.
Al di là della qualità artistica il più grande meritò di questo"documento storico"(così almeno mi è parso)è quello di essere riuscito a mandare un messaggio che,anche molto dopo il 1945,potesse trasmettersi alle nuove generazioni e cioè che"la libertà non è ne un opzione ne un obbligo ma un diritto":un diritto per il quale è giusto combattere e rischiare la vita.
Non è facile parlare di questo tipo di concetti con un generazione(quella attuale)che è nata ben lontana da quell'orrore e da quella violenza(fortunatamente,direi)ed è per questo,però,che Roma città aperta non riesce a diventare,come vorrebbe,lo"specchio"assoluto della sincerità democratica che racchiude in sè la maggioranza dei cittadini italiani.
Questo film è servito a Rossellini per illustrare anche all'estero il degrado morale dell'Italia(mi chiedo se si possa dire la stessa cosa per il successivo GERMANIA ANNO ZERO a proposito di Berlino e dello spirito dei tedeschi dopo il crollo del nazismo)e anche questo basterebbe a illustrarne la grandissima importanza etica(che a"qualcuno"potrebbe,però,non piacere)e ho già scritto,in un altro commento,che l'opera Rosselliniana merita(o forse è più un dovere)di essere visionata dai giovani...sperando che questo serva a far capire quanto ci è costato conquistare la democrazia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il cinefilo »
[ - ] lascia un commento a il cinefilo »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
venerdì 20 agosto 2021
|
le vicende dell''occupazione nazista a roma.
|
|
|
|
ROMA CITTà APERTA (IT, 1945) di ROBERTO ROSSELLINI. Con ALDO FABRIZI, ANNA MAGNANI, MARCELLO PAGLIERO, MARIA MICHI, CARLA ROVERE, FRANCESCO GRANDJACQUET, HARRY FEIST, GIOVANNA GALLETTI, VITO ANNICHIARICO, NANDO BRUNO ● Dopo l’armistizio di Cassibile, gli Alleati stanno già risalendo la penisola, ma non sono ancora giunti a Roma, dove i partigiani si sono già organizzati per combattere i nazifascisti. L’ingegnere comunista Giorgio Manfredi (il cui vero nome è Luigi Ferraris) è dei più importanti uomini della Resistenza, e per sfuggire alle quotidiane retate della Gestapo è aiutato dal tipografo Francesco, che è in procinto di sposare Pina, un’operaia vedova incinta di lui con un bambino, Marcello, nato dal precedente matrimonio.
[+]
ROMA CITTà APERTA (IT, 1945) di ROBERTO ROSSELLINI. Con ALDO FABRIZI, ANNA MAGNANI, MARCELLO PAGLIERO, MARIA MICHI, CARLA ROVERE, FRANCESCO GRANDJACQUET, HARRY FEIST, GIOVANNA GALLETTI, VITO ANNICHIARICO, NANDO BRUNO ● Dopo l’armistizio di Cassibile, gli Alleati stanno già risalendo la penisola, ma non sono ancora giunti a Roma, dove i partigiani si sono già organizzati per combattere i nazifascisti. L’ingegnere comunista Giorgio Manfredi (il cui vero nome è Luigi Ferraris) è dei più importanti uomini della Resistenza, e per sfuggire alle quotidiane retate della Gestapo è aiutato dal tipografo Francesco, che è in procinto di sposare Pina, un’operaia vedova incinta di lui con un bambino, Marcello, nato dal precedente matrimonio. Manfredi è legato sentimentalmente a un’attrice di rivista, Marina, che convive con la sorella di Pina, Lauretta, ma l’ingegnere programma di troncare la relazione. Don Pietro Pellegrini, il parroco locale, si presta a fare da staffetta per i partigiani consegnando ambasce e documenti segreti, senza mai destare sospetti di fronte alle SS, e perciò è ammirato e rispettato da tutti gli abitanti del quartiere, compreso Manfredi. Una mattina i tedeschi effettuano un rastrellamento nel palazzo dove Manfredi si è nascosto: lui se la cava ancora, mentre Francesco viene arrestato; Pina, gridando la sua protesta e rincorrendo il camion dei perseguitati politici fatti prigionieri, viene abbattuta da una raffica di mitra davanti a don Pietro e al figlio. Francesco riesce a scappare e si ricongiunge a Manfredi, il quale opta per rifugiarsi in casa di Marina, ma la situazione si complica non appena i dissapori incrinano definitivamente il rapporto fra l’ingegnere e la giovane, tanto che quest’ultima, in cambio d’una dose di droga, lo denuncia alla Gestapo tramite Ingrid, agente in contatto col perfido maggiore Bergmann. Manfredi viene arrestato durante un incontro con don Pietro ed entrambi affrontano l’interrogatorio del maggiore, intenzionato ad avere informazioni sulla giunta partigiana comandata da Manfredi. L’ingegnere non tradisce i compagni e muore sotto le torture. All’alba del giorno dopo, alla periferia di Roma, don Pietro viene fucilato davanti ai ragazzini della sua parrocchia, fra cui c’è anche l’orfano Marcello.
È il primo film in ordine cronologico, ma soprattutto etico-morale, a rievocare l’occupazione tedesca Roma, e il giudizio che viene espresso sulla recente esperienza offre un quadro così sincero, equo e spiazzante che non può non toccare le corde emotive degli onesti. Una messinscena che rappresenta nel modo più efficace e corretto verso le vittime della catastrofe nazifascista in terra nostrana, la sofferenza immensa che diventa battaglia del quotidiano e riconquista dell’armonia mentre ci si difende contro coloro che negano al popolo di riappropriarsi di valori impermeabili al trapano della guerra. Lo squallore delle vie nelle ore del coprifuoco, gli arresti, le torture, i delitti e le bieche figure degli invasori malati di onnipotenza delirante e dei funzionari corrotti, tutto viene ricordato nell’assimilazione di una tragedia lasciata alle spalle da pochissimo tempo in modo da ottenere il plauso del pubblico, che già allora seppe riconoscerne, sia in Italia che all’estero, l’oggettività libera da retorica e la valutazione politica atta a non nascondersi dietro nessun preconcetto. Rossellini si propose, anche al di là dell’inaugurazione (o meglio, della consacrazione) del neorealismo, di raffigurare la capitale senza richiamarsi a valori particolari (forse quelli cattolici, ma l’ipotesi è dubbia), bensì ricorrendo alla trasgressione delle regole, delle consuetudini e di ogni luogo comune culturale. La scelta di due attori popolari come Magnani e Fabrizi fu indicativa dell’intenzione del regista di porre come sostegno alla trama drammatica una sottostruttura capace di alternare abilmente note comiche o addirittura grottesche alle scene più forti e lancinanti. Lei si mostrò intelligentissima nella sua verace amabilità di popolana romanesca; lui ebbe molto di più che un ruolo di raccordo al di sopra delle parti nei rapporti fra i personaggi, in quanto interpretare un sacerdote nel mezzo di una guerra implica una notevole volontà decisionale. E come dimenticare il coraggiosissimo e integerrimo Manfredi di M. Pagliero (doppiato da Lauro Gazzolo), capo partigiano dall’irriducibile senso del dovere fra i più rispettabili che il cinema italiano abbia mai conosciuto? Grand Prix al Festival di Cannes 1946. Due Nastri d’Argento (film, migliore attrice non protagonista ad A. Magnani) e una candidatura all’Oscar per la sceneggiatura originale. Titolo inglese: Open City.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
noia1
|
lunedì 6 giugno 2016
|
l'inno alla vita più efficace.
|
|
|
|
Tra le vicende di chi prova a sopravvivere e dei partigiani si ritrae la Roma occupata dai nazisti nella seconda guerra mondiale.
Un ritratto immenso soprattutto perché mai tragico o completamente impuntato sull’azione, arte per come viene senza condizionamenti di tipo economico, un puro e semplice racconto che si fa immenso nel rappresentare un mondo né tragico né patetico, un mondo così com’è con le proprie dinamiche e le proprie speranze.
La prima parte non rappresenta un popolo morto o disperato, ci sono solo persone che vogliono vivere, vivono e sopravvivono come possono nel mondo che è stato dato loro, duro sì, ma dove comunque la vita batte con tanto d’ironia amori e sogni.
La seconda è più che altro quanto l’inno alla vita della prima parte viene estremizzato, dove non sono le torture ad abbattere i protagonisti, dove tra i prigionieri e gli aguzzini non c’è l’elevazione del martire sotto le sofferenze ma bensì un braccio di ferro dove il vincitore non è per forza chi resta in piedi.
[+]
Tra le vicende di chi prova a sopravvivere e dei partigiani si ritrae la Roma occupata dai nazisti nella seconda guerra mondiale.
Un ritratto immenso soprattutto perché mai tragico o completamente impuntato sull’azione, arte per come viene senza condizionamenti di tipo economico, un puro e semplice racconto che si fa immenso nel rappresentare un mondo né tragico né patetico, un mondo così com’è con le proprie dinamiche e le proprie speranze.
La prima parte non rappresenta un popolo morto o disperato, ci sono solo persone che vogliono vivere, vivono e sopravvivono come possono nel mondo che è stato dato loro, duro sì, ma dove comunque la vita batte con tanto d’ironia amori e sogni.
La seconda è più che altro quanto l’inno alla vita della prima parte viene estremizzato, dove non sono le torture ad abbattere i protagonisti, dove tra i prigionieri e gli aguzzini non c’è l’elevazione del martire sotto le sofferenze ma bensì un braccio di ferro dove il vincitore non è per forza chi resta in piedi.
Insomma gli eroi sono esseri umani, non è solo l’attaccamento alla vita che batte le condizioni a dirlo, gli eroi possono essere maltrattati, umiliati, ma mai sconfitti e mai il loro ricordo morirà.
Non è la morte rendere il film una disillusione anzi, è proprio la dignità, l’affrontare il tutto, il sopportare, la sopravvivenza sempre e comunque di qualcuno, queste cose rendono il film in realtà un inno alla vita tanto disperato e struggente quanto indistruttibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a noia1 »
[ - ] lascia un commento a noia1 »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
venerdì 8 luglio 2016
|
roma città sofferente
|
|
|
|
Nella Roma occupata dai nazisti,si alternano le varie vicende di alcuni personaggi:Pina,una donna in procinto di sposarsi uccisa dai tedeschi mentre insegue il marito deportato,un prete aiutante della resistenza, e una donna spia che tradisce l'uomo di cui è innamorata.Roberto Rossellini (un pilota ritorna,l'uomo dalla croce) dirige un ottimo film senza ombra di dubbio.Partendo fin dall'inizio sull'inquadratura ritraente Roma, il regista romano ci immerge nel clima di tensione dell'epoca, il racconto porta vari personaggi degni di analisi, da Pina( interpretata da una magistrale Anna Magnani) ispirata a Teresa Gallace uccisa dai nazisti nella stessa situazione,una donna vittima dell'ingiustizia più ignobile e assurda, proseguendo con il prete Don Pietro ispirato ala figura di Don Giuseppe Morosini, aiutante della resistenza.
[+]
Nella Roma occupata dai nazisti,si alternano le varie vicende di alcuni personaggi:Pina,una donna in procinto di sposarsi uccisa dai tedeschi mentre insegue il marito deportato,un prete aiutante della resistenza, e una donna spia che tradisce l'uomo di cui è innamorata.Roberto Rossellini (un pilota ritorna,l'uomo dalla croce) dirige un ottimo film senza ombra di dubbio.Partendo fin dall'inizio sull'inquadratura ritraente Roma, il regista romano ci immerge nel clima di tensione dell'epoca, il racconto porta vari personaggi degni di analisi, da Pina( interpretata da una magistrale Anna Magnani) ispirata a Teresa Gallace uccisa dai nazisti nella stessa situazione,una donna vittima dell'ingiustizia più ignobile e assurda, proseguendo con il prete Don Pietro ispirato ala figura di Don Giuseppe Morosini, aiutante della resistenza.Come si può notare, tali vittime appaiono come eroi semplici ma grandi allo stesso tempo, persone che "uscirono" dalla massa grazie al loro coraggio e alle loro idee, da non trascurare il gruppo di bambini ribelli che attenta ai tedeschi, anche l'infanzia è perduta e bisognosa di lottare.La lotta e la resistenza, appare una risposta all'orrore e alla tragedia della guerra,ed il regista romano è attento anche ad alcuni particolari (la scena della tortura) dove il prete afferma -Avete ucciso il suo corpo ma non la sua anima.La tecnicita' di Rossellini è invidiabile,la scena della fucilazione di Pina diventa arte a tutti gli effetti,una corsa verso l'amore-morte,la fucilazione del prete(ottimo Fabrizi) di spalle con i bambini che fischiano.La bellezza del film si riassume nelle immagini rivelatorie annunciatrici del neorealismo,la descrizione della realtà dell'epoca, e l'eroismo anche di Rossellini nel girare questo film con estrema difficoltà economica e bellica.Scritto da Amedei e sceneggiato con Rossellini,Fellini e Negarville, la pellicola rimane un capolavoro artistico indimenticabile ed emozionante che commuove i più sensibili.Roma è stata una città libera ma dopo molta sofferenza e dolore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
mercoledì 10 ottobre 2018
|
straordinario.formidable
|
|
|
|
"ROma città aperta"(1945, Roberto Rossellini), è veramente, almeno per chi scrive, il capolavoro del "neorealismo"(sempre volendo rimanere alle tassonomie, che spesso diventano, volenti o nolenti, etichette): la ricostruzione era in atto, anzi non era ancora stata attuata, dunque il paesaggio urbano è quello bellico, di una Urbs"aperta"in vari sensi: anche al saccheggio, purtroppo, alla delazione, alle componenti più malvage dell'"animo umano". Vi si vede la violenza indiscriminata del nazismo e del fascismo(ma degli ufficiali tedeschi non si fa indiscriminatamente "tutto un fascio, " , mostrando come almeno in alcuni ci fosse il segno del ravvedimento, della critica verso il regime hitleriano e verso il suo assurdo razzismo), la testimonianza del sacrificio di Don Morosini, il fatto storico che ispira la pellicola diventa occasione per un denso ritratto umano, dove la performance di Aldo Fabrizi è straordinaria, insieme a quella di Anna Magnani.
[+]
"ROma città aperta"(1945, Roberto Rossellini), è veramente, almeno per chi scrive, il capolavoro del "neorealismo"(sempre volendo rimanere alle tassonomie, che spesso diventano, volenti o nolenti, etichette): la ricostruzione era in atto, anzi non era ancora stata attuata, dunque il paesaggio urbano è quello bellico, di una Urbs"aperta"in vari sensi: anche al saccheggio, purtroppo, alla delazione, alle componenti più malvage dell'"animo umano". Vi si vede la violenza indiscriminata del nazismo e del fascismo(ma degli ufficiali tedeschi non si fa indiscriminatamente "tutto un fascio, " , mostrando come almeno in alcuni ci fosse il segno del ravvedimento, della critica verso il regime hitleriano e verso il suo assurdo razzismo), la testimonianza del sacrificio di Don Morosini, il fatto storico che ispira la pellicola diventa occasione per un denso ritratto umano, dove la performance di Aldo Fabrizi è straordinaria, insieme a quella di Anna Magnani. Si tratta, inoltre, del film"neorealista"nel quale si ha l'alternanza tra interpreti presi "dalla strada"(pur se alcuni diverranno quasi dei divi, almeno in seguito, come Marcello Pagliero), interpreti già affermati(Anna Magnani, Aldo Fabrizi, appunto)e interpreti di teatro in ruoli secondari(Maria Michi)portaa a una felice "contaminatio". Ma il film, nato dal soggetto di Sergio Amidei e dalla sceneggiatura di Amidei, Rossellini, Fellini e altri, è ben di più, in una sintesi straordinaria tra realtà storica, creazione"immaginaria"(c'è anche il tema della droga, allora spesso "silenziato"e occultato, nonché quello dell'omosessualità femminile)e quella sintesi tra questi due livelli che il cinema spesso, ma non sempre, riesce a realizzare. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
martedì 26 aprile 2022
|
alcuni"omissis", ma...
|
|
|
|
"ROma citta'aperta"(RObero ROsselllini, anche co-sceneggiatore del film con Federico Fellini, con Celeste Negarville, ma soprattuttto con i soggettisti Sergio Amidei e Ferruccio Disnan, dove Alberto Consiglio, altro soggettista del fim, sembra abbia poi partecipato scarsamente alla sceneggiatura, 1945)e'veramente un"miracolo", creazione incredibilmente veritiera(neorealismo pieno, in ogni aspetto del film)degli eccidi nazisti, supportati in ogn modo dagli ultimi rimasugli fascisti presenti nella capitale, quando ormai"incombeva"la liberazione ad opera del FLN e degli Alleati. Centrali la figura del prete , don Pietro Pellegrini, quasi una sintesi tra don PIetro Pappagallo e don Giuseppe Morosini, ma anche quella della altrettanto coraggiosa casalinga ed ex lavoratrice Pina, dove gli interpreti sono rispettivamente Aldo Fabrizi e Anna Magnani, due"colossi"popolarissimi del cinema dell'epoca e successivo, mentre gli altri personaggi importanti del film sono, "neorealisticmaentr"(ossia nel senso della poetica neorealista)affidati a intepreti meno famosi, "presi della strada", come spesso, anche con molta retorica, si afferma.
[+]
"ROma citta'aperta"(RObero ROsselllini, anche co-sceneggiatore del film con Federico Fellini, con Celeste Negarville, ma soprattuttto con i soggettisti Sergio Amidei e Ferruccio Disnan, dove Alberto Consiglio, altro soggettista del fim, sembra abbia poi partecipato scarsamente alla sceneggiatura, 1945)e'veramente un"miracolo", creazione incredibilmente veritiera(neorealismo pieno, in ogni aspetto del film)degli eccidi nazisti, supportati in ogn modo dagli ultimi rimasugli fascisti presenti nella capitale, quando ormai"incombeva"la liberazione ad opera del FLN e degli Alleati. Centrali la figura del prete , don Pietro Pellegrini, quasi una sintesi tra don PIetro Pappagallo e don Giuseppe Morosini, ma anche quella della altrettanto coraggiosa casalinga ed ex lavoratrice Pina, dove gli interpreti sono rispettivamente Aldo Fabrizi e Anna Magnani, due"colossi"popolarissimi del cinema dell'epoca e successivo, mentre gli altri personaggi importanti del film sono, "neorealisticmaentr"(ossia nel senso della poetica neorealista)affidati a intepreti meno famosi, "presi della strada", come spesso, anche con molta retorica, si afferma. Fimlm stroardianrio . anche a dispetto del fatto che i contrasti soprattutto tra Amidei, militante comunista e Ferruccio Disnan, decisamente per colpa di quest'ultimo(quando AMidei aveva invece insisito per riferirsi direttamente agli episodi di Via Rasella e della Fosse Ardeatine- Federico Fellini, peraltro, quasi come Disnan, rimporverva ai partigiani di aver insistito per quelle azioni, mentre avrebbero piuttosto"Pacatamente dovuto attendere l'arrivo degli alleati", come riportano le storie di quell'epoca)anche come testimonianza indelebile di quanto stava avvenendo, "ROma citta'aperta"e' un esempio "assoluto"-anche nell'accezione letterale del lemma, troppo spesso trascurato, del neorealismo e di quanto essa abbia apportato alla filmografia rosselliniana e tout court neorealista e cinematrografia in assoluto, appunto. Ci sono poi citazioni incidentali quanti significative(l'accenno alla droga usata dall'attrice)che naturalmente sono assolutamente "minori"rispetto al corpus vero e proprio del film, che pero', in una valutazione analitica non dovrebberi essere trasucrati, se si pensa che i film italiani del tempo di cio'non paelavano per nulla. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
|