Le Cronache di Narnia - Il viaggio del veliero

 Narnia, tanto nei libri quanto nelle pellicole, è sempre stata una terra magica, ricca di moralità, ideali, ed insegnamenti.Tanto ben realizzato è questo orientamento pedagogico, che quasi si riesce a sopportare una certa ridondante canonicità dei personaggi, in termini tanto di personalità che di comportamenti. La bella fiaba del primo titolo è fedele a queste premesse anche nella sua resa cinematografica, riuscendo in effetti ad incantare ed intrattenere... e poi cosa è successo?

La magia è un vecchio ricordo, largo al cabaret. Il confine tra narrazione e gags è praticamente inesistente. Si è fatto di tutto pur di riuscire a sdrammatizzare anche la scena più insulsa. Tentare di prendere sul serio questa avventura richiede una immensa pazienza. 

Ma come si mostra questo lato ironico? Ovviamente attraverso situazioni degne degli episodi di Stanlio & Ollio... poco ci manca che il personaggio si volti verso la telecamera con faccia sorpresa dall'ennesima peripezia a lui capitata (se non vi sovviene un esempio: il personaggio A ha in braccio un oggetto oblungo generico, inavvertitamente si volta colpendo il personaggio B con l'estremità dell'oggetto, mettendolo K.O., il personaggio A non se ne accorge e si volta verso la telecamera con faccia interrogativa = risate del pubblico). 

Se la metà comica di questo film non brilla di alcuna luce, altrettanto spenta e piatta è la narrazione vera e propria. 

Ciò che di fantasy ed avventuroso sopravvive alla comicità è assediato dalla banalità. Come nel miglior videogioco arcade, si prosegue dritti sul percorso designato, via via eliminando gli occasionali ed anonimi ostacoli che ci si parano davanti in attesa del BOSS del livello. Un BOSS decisamente pigro nel nostro caso.

Di antagonisti evanescenti e dalla poca presenza di scena se ne sono visti tanti nel mondo del cinema, ma in questo film sono riusciti a farlo scomparire del tutto. Non esistono veri avversari, non esiste la tensione, tutto è mortalmente apatico. Tanta è la noia che viene quasi da chiedersi come siano riusciti a realizzare una sequenza d'azione così intrigante negli ultimi minuti del film.

Eppure persino questo è probabilmente voluto: tutto il film è un enorme "momento di crescita interiore" per i nostri protagonisti, ed è la loro maturazione ad essere il perno della trama, non tanto l'avventura vera e propria. 

Però anche qui qualcosa non quadra. Invece di evolversi e maturare, i personaggi regrediscono: tutti falliscono le loro prove. La loro salvezza (o redenzione) risiede in un intervento dall'esterno (talvolta divino). 

Il messaggio educativo non è più quindi:  "insieme si possono superare gli ostacoli più importanti della vita" ma è "da soli non si è in grado di prendere scelte assennate, meglio avere qualcuno che lo faccia per"... siamo alla completa anti-educazione... il più arcaico e imprescindibile dogma della evoluzione caratteriale fatto a pezzi in 16:9!! altro che forza di volontà, altro che prontezza di spirito, altro che saggezza, altro che fiducia in se stessi, la chiave di volta è un bel deus-ex-machina che ci risolve i problemi.

Piattezza, banalità, ridondanza, comicità sgraziata, morale fallace. Se non fosse per il budget (costumi, effetti, fotografia) ed il nome che porta (Narnia è pur sempre una pietra miliare del genere Fantasy per ragazzi), sarebbe un film di Serie B.