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Negli ultimi anni ho rivisto "C'é post@ per te" una serie imprecisata di volte. Inizio sempre dicendomi "solo questa scena e poi cambio" e finisco per restare incollata fino alla fine, prevedibile quanto mai ma meravigliosamente soddisfacente.
Perché?
Io on sono nè una romanticona sdolcinata nè una sognatrice insoddisfatta, presuntuosamente penso di apprezzare l'arte cinematografica valutandone ogni aspetto con cognizione di causa.
Cosa c'é in questo film che mi cattura?
E' sicuramente ben fatto, magistralmente scritto e deliziosamente recitato, però non basta a sedurre lo spettatore ripetutamente.
Meg Ryan interpreta in modo perfetto una bellissima persona e Tom Hanks è esattamente come deve essere: un'insieme di cinismo e delicatezza.
Alla fine però mi sono risposta che il segreto di "C'é post@ per te" risiede nei dialoghi, concepiti quasi come pièce teatrale. Brillanti, mai banali, veri al punto da appartenere già alla vita di ognuno degli spettatori che, rivedendo le proprie ansie e i propri timori, resta folgorato dalla somiglianza con la realtà e inchiodato alla poltrona ancora...ancora e ancora.
E poi è estremamente confortevole e rassicurante essere coccolati per un paio d'ore da un vecchio amico che ci offre un "bouquet di matite colorate" e ci intrattiene parlando del "Padrino"!
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