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Curioso film canadese, girato in 16 mm e con grande economia di mezzi e ambientato nella periferia di Calgary (Canada), luogo dove il regista e sceneggiatore Graham Foy ha passato la sua adolescenza. Kyle e Colton sono due amici, girovagano per i dintorni sullo skateboard, vanno sotto il ponte ferroviario a disegnare graffiti con le bombolette spray, fanno il bagno nel fiume, girano per i boschi vicini, scherzano, si azzuffano per gioco e parlano del più e del meno, si avventurano in una casa-cantiere abbandonata, dove della casa ci sono solo le strutture portanti, e in un seminterrato trovano un gatto nero morto: impietositi, lo preparano con cura e gli fanno un funerale laico, abbandonandolo, su un'improvvisata barchetta di legno adorna di fiori, alle placide acque del fiume. Poi si fa notte e Kyle sparisce, si inoltra lungo i binari della ferrovia e Colton non lo vede più. Che fine ha fatto? Non si sa. Il film, dopo questo inizio suggestivo, prosegue un po' stancamente illustrando fatti di vita quotidiana di adolescenti e studenti della scuola, episodi slegati, un po' casuali. Il film è lento, sembra non saper dove andare a parare. Ma poi qualcuno attacca dei manifesti: è scomparsa una fanciulla della scuola, Whitney, una ragazza timida, a disagio con i ragazzi più grandi, che non ama le feste, impacciata quando è con gli altri, spesso sola, intenta a scrivere sul suo diario, a disegnare. Che fine ha fatto? Colton, che continua a girare da solo col suo skateboard, che continua ad andare per boschi, a guardare i treni sfrecciare veloci, trova il diario della ragazzina abbandonato fra l'erba. Che sia morta? Non si sa. All'improvviso entriamo in un flashback, Whitney si è inoltrata nel bosco dopo aver litigato con la sua unica amica, la notte avanza e nel bosco incontra Kyle. Si accompagnano silenziosi mentre la luna li guarda, parlano di amicizia, ascoltano musica con le cuffie, si fermano presso il fiume, poi anche nella casa-cantiere dove è stato abbandonato un vecchio mangianastri ancora funzionante. Ascoltano una canzone d'amore. Cosa sarà successo? Lo spettatore immagina, un approccio, una violenza, ma il film non risponde, non scioglie alcun dubbio, i due ragazzi sono scomparsi, non si sa dove, sembra quasi un mistero soprannaturale. E nella scena finale Colton torna nella casa-cantiere, va nello scantinato e ci trova un gatto nero, come quello dell'inizio, ma vivo, che fa le fuse e gli si accoccola in braccio.
Pur con evidenti difetti di struttura e momenti in cui il film sembra perdersi, non si può non ammettere che questa piccola opera ha una sua atmosfera lieve e serena, anche se sembra adombrare una tragedia. Ma se nel finale il gatto nero è vivo e affettuoso, forse anche in noi, nella nostra vita, non tutto è male, non tutto è perduto, e la natura e l'uomo sono in fondo benevoli.
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