renato corriero
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domenica 1 febbraio 2009
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il miglior bond-moore!
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Terzo e migliore films della serie tra quelli interpretati da Roger Moore ormai calato molto bene nella parte del famoso agente segreto. Questo film è un misto tra il ritorno al James Bond classico (grande spettacolo, avventura, colpi di scena, ecc.) dopo i primi due Bond interpretati d Roger Moore piuttosto disneyani, e la satira ed il parossismo il cui principale personaggio è Squalo, interpretato da Richard Kiel. Nell'insieme ne esce un film particolarmente godibile. Il regista Lewis Gilbert, tornato a 007 dopo 10 anni, riscostruisce un po' gli ambienti di "Si vive solo due volte" con la nave che mangia i sommergibili al posto della capsula spaziale "mangiacapsule" ed i vari mezzi di trasporto monorataia molto simili a quelli del vulcano di "Si vive solo due volte".
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Terzo e migliore films della serie tra quelli interpretati da Roger Moore ormai calato molto bene nella parte del famoso agente segreto. Questo film è un misto tra il ritorno al James Bond classico (grande spettacolo, avventura, colpi di scena, ecc.) dopo i primi due Bond interpretati d Roger Moore piuttosto disneyani, e la satira ed il parossismo il cui principale personaggio è Squalo, interpretato da Richard Kiel. Nell'insieme ne esce un film particolarmente godibile. Il regista Lewis Gilbert, tornato a 007 dopo 10 anni, riscostruisce un po' gli ambienti di "Si vive solo due volte" con la nave che mangia i sommergibili al posto della capsula spaziale "mangiacapsule" ed i vari mezzi di trasporto monorataia molto simili a quelli del vulcano di "Si vive solo due volte". Comunque chi aveva nostalgia del Bond classico è stato accontentato, anche, data la spettacolarità, col ritorno allo schermo formato scope abbandonato nei due primi films con Moore. Chi amava la parodia e la satira è stato anche lui accontentato grazie a Squalo ed a certi motivi musicali quale"Lawrence d'Arabia" ed "Il dottor Zivago"; e chi apprezzava i films di James Bond ma che era magari infastidito dall'antisovietismo del personaggio, qui ha trovato una perfetta collaborazione anglo-sovietica (grazie anche ad una splendida Barbara Bach.
Ricordo che, alla sua uscita, questo film è stato apprezzato da quasi tutti; qualche quitidiano l'ha definito addirittura "il migliore della serie"! Moore non poteva ripetere l'errore di George Lazemby rimpiazzando Connery imitandolo; ha così creato un suo Bond cambiando un po' il genere.
Peccato che il regista Lewis Gilbert, dopo il grande successo di questo film abbia voluto esegerare la parodia nel successivo film "Moonraker" ottenendo un prodotto più somigliante al "Casinò Royale" comico del 1967 che non ai classici film della serie, ma il suo successore John Glen, provvederà a riportare la serie dentro i giusti binari!
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f.vassia 81
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giovedì 22 luglio 2010
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fra i migliori bond del dopo-connery
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Buon ritmo, locations intriganti, sequenze spettacolari, battute fulminanti e gadget esaltanti:uno dei migliori Bond-movie del dopo-Connery, con uno fra i cattivi più memorabili dell'intera saga, ovvero Squalo, bestio in grado di distruggere qualsiasi cosa con le sue fauci d'acciaio. I titoli di testa, a essere pignoli, non sono all'altezza dei capitoli precedenti.
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spalla
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venerdì 20 novembre 2009
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uno dei migliori
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"007 - La Spia Che Mi Amava" rappresenta senza dubbio uno dei migliori film di tutta la saga nonchè il migliore tra quelli interpretati da Roger Moore. La trama è forse un pochino all'insegna del già visto, tuttavia viene ampiamente compensata da tanta azione scatenata in perfetto stile 007 e da effetti speciali davvero incredibili per l'epoca. Sicuramente si tratta infatti di uno dei capitoli più spettacolari della saga. Bellissime come sempre le ambientazioni, tra le quali stavolta spicca l'Egitto, uno degli scenari più suggestivi del mondo, ma ci fa naturalmente piacere il fatto che sia stata scelta anche la nostra Sardegna per girare diverse scene. Il maggior pregio di questo film sono forse però gli interpreti.
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"007 - La Spia Che Mi Amava" rappresenta senza dubbio uno dei migliori film di tutta la saga nonchè il migliore tra quelli interpretati da Roger Moore. La trama è forse un pochino all'insegna del già visto, tuttavia viene ampiamente compensata da tanta azione scatenata in perfetto stile 007 e da effetti speciali davvero incredibili per l'epoca. Sicuramente si tratta infatti di uno dei capitoli più spettacolari della saga. Bellissime come sempre le ambientazioni, tra le quali stavolta spicca l'Egitto, uno degli scenari più suggestivi del mondo, ma ci fa naturalmente piacere il fatto che sia stata scelta anche la nostra Sardegna per girare diverse scene. Il maggior pregio di questo film sono forse però gli interpreti. A cominciare dal bravo Roger Moore, ormai perfettamente a suo agio nei panni di 007 e che qui appare anche più brillante del solito. A mio parere poi, Barbara Bach nei panni del maggiore Anya Amasova rappresenta la Bond Girl più bella di tutta la serie. In più, questo film ci presenta un cattivo decisamente "accattivante". Naturalmente non sto parlando di Stromberg, comunque convincente nelle vesti di un novello Capitano Nemo, ma del suo braccio destro Squalo, uno dei rivali di 007 più affascinanti dell'intera saga, superato solamente dal giapponese col cappello mortale di "Missione Goldfinger". Impossibile dimenticare poi l'automobile in grado di traformarsi in un mini sottomarino... Insomma, uno dei film migliori e più riusciti della serie, che i fan di 007 non possono assolutamente non vedere!
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gipinna
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giovedì 1 novembre 2012
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roger moore salverà il mondo
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15 anni e dieci film dopo 'Licenza di uccidere' il comandante Bond guida ancora un veicolo da 13 milioni di $. Dopo l'esito poco felice (non artisticamente) dell' "Uomo dalla pistola d'oro'" il produttore Broccoli si trova solo senza il collega Saltzman nel produrre la decima avventura di Bond, che significherà il ritorno ai fasti degli anni '60, dato l'enorme successo di critica e pubblico. Remake di 'Si vive solo due volte, con rimandi a 'Dalla Russia con amore' (il legame con la spia sovietica), primo Bond a tenere solo il titolo dal romanzo di Fleming, 'La spia che mi amava', forse la miglior prova di Moore, mescola bene trovate di ogni genere altamente spettacolari senza preoccuparsi molto dell'inverosimile e del carattere dei personaggi che stanno al gioco sempre più parodistico dove il divertimento nasce dall'iperbole continuativa.
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15 anni e dieci film dopo 'Licenza di uccidere' il comandante Bond guida ancora un veicolo da 13 milioni di $. Dopo l'esito poco felice (non artisticamente) dell' "Uomo dalla pistola d'oro'" il produttore Broccoli si trova solo senza il collega Saltzman nel produrre la decima avventura di Bond, che significherà il ritorno ai fasti degli anni '60, dato l'enorme successo di critica e pubblico. Remake di 'Si vive solo due volte, con rimandi a 'Dalla Russia con amore' (il legame con la spia sovietica), primo Bond a tenere solo il titolo dal romanzo di Fleming, 'La spia che mi amava', forse la miglior prova di Moore, mescola bene trovate di ogni genere altamente spettacolari senza preoccuparsi molto dell'inverosimile e del carattere dei personaggi che stanno al gioco sempre più parodistico dove il divertimento nasce dall'iperbole continuativa...dallo sciatore da favolra dei pre-titoli Rick Sylvester all'inseguimento sulle coste della Gallura con una Lotus sottomarina, passando prima per il deserto del Sahara-Luxor e finendo in un emozionante finale in corsa col tempo per salvare la distruzione di New York e Mosca da un folle miliardario svedese, Stromberg, nato con le mani palmate e desideroso d'essere il nuovo Nemo. Curt Jurgens è il primo nemico di 007 senza fini di lucro. Tre candidature all'Oscar, colonna sonora, canzone e scenografia, un Atlantide impressionante costruita da Ken Adam, una petroliera Liparus più lunga di un campo di calcio. Il gigante dai denti d'acciaio oscura con la sua presenza tutto il resto della storia, reincarnazione del mostro di Frankestein, tornerà in Moonraker e diverrà buono. Barbara Bach è bellissima, Caroline Munro non da meno, Milton Reid, ex lottatore, è l'altro henchman Sandor. La guerra fredda non esiste più, 007 anticipa i tempi e finisce con la spia sovietica fra le sue braccia in alto mare.
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paolo 67
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sabato 7 luglio 2012
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anya con(tro) bond
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Non sono d'accordo con chi considera questo il miglior film della serie, anche se è uno dei più intelligenti. I toni della guerra fredda sono abbandonati in favore di una autoparodia cinefila che cita tutti i film precedenti di 007 e molti classici del cinema. Sta ai primi 007 come Berlioz (in cui si avverte il distacco dalla materia) sta a Chopin (le cui composizioni esauriscono ogni sua intenzione), e perciò oggi in tv appare più datato e con meno “presa” sul pubblico, che i titoli degli anni '60 catturavano al di là della razionalità, sulla quale invece fa leva questo, che a suo modo è gustoso e uno spettacolo per tutti, ma di una raffinatezza piuttosto intellettuale (e infatti è unanimemente ben valutato dalla critica) rispetto invece al totale coinvolgimento sensoriale di film come “Golfinger” o “Thunderball” (di cui questo per molti aspetti è agli antipodi) che pure con diversità di sensibilità rappresentavano e rappresentano seriamente la civiltà che invece “La spia che mi amava” prende garbatamente in giro.
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Non sono d'accordo con chi considera questo il miglior film della serie, anche se è uno dei più intelligenti. I toni della guerra fredda sono abbandonati in favore di una autoparodia cinefila che cita tutti i film precedenti di 007 e molti classici del cinema. Sta ai primi 007 come Berlioz (in cui si avverte il distacco dalla materia) sta a Chopin (le cui composizioni esauriscono ogni sua intenzione), e perciò oggi in tv appare più datato e con meno “presa” sul pubblico, che i titoli degli anni '60 catturavano al di là della razionalità, sulla quale invece fa leva questo, che a suo modo è gustoso e uno spettacolo per tutti, ma di una raffinatezza piuttosto intellettuale (e infatti è unanimemente ben valutato dalla critica) rispetto invece al totale coinvolgimento sensoriale di film come “Golfinger” o “Thunderball” (di cui questo per molti aspetti è agli antipodi) che pure con diversità di sensibilità rappresentavano e rappresentano seriamente la civiltà che invece “La spia che mi amava” prende garbatamente in giro. Una spanna sopra tutti gli altri film con Moore, qui nella sua migliore forma bondiana (e con una sceneggiatura adeguata all'attore), il film è un fumetto grondante fantasia e divertimento, con di serio almeno il budget (14 milioni di dollari di allora) e l'incasso al cinema (come box-office adeguato il 5° di tutti i film della serie). Da segnalare ancora il cattivo, intepretato con sapienza dal grande Curd Jurgens, la bellissima Barbara Bach, per la prima volta un personaggio femminile all'altezza di James Bond (l'Agente Tripla X) e le scenografie geniali di Ken Adam, che avrebbe meritato l'Oscar per cui venne nominato (una delle tre nomination per il film, record per un 007) ma anche i modellini di Derek Meddings. Un brivido metafisico nelle scene nell'antico Egitto, a conferma che Bond anche in questo film ha soltanto coperto e evocato da un'altra angolazione il sottofondo terribilmente serio che costituisce la natura segreta della serie. Eccezionale la sequenza iniziale, col salto nel vuoto.
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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il migliore film di 007 con moore
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Dopo "Vivi e lascia morire" ( non male ) e "L'uomo dalla pistola d'oro" ( il più deludente ), Moore torna a vestire i panni dell'agente 007 con quello che è probabilmente il miglior film della saga da lui interpretato, "La spia che mi amava".
Con una storia ben scritta e convincente, il film coinvolge grazie alla serietà dell'interpretazione di Moore ( al contrario dei due precedenti ) anche se di certo non manca l'ironia e grazie anche all'introduzione di uno tra i più noti e migliori tirapiedi di sempre : Squalo ( Jaws nella versione originale ) alias Richard Kiel.
Oltre ad avere grandi personaggi, tra cui la bellissima Barbara Bach nei panni dell'algida e sexy spia russa Anya Amasova e il misterioso e elegante megalomane Stromberg interpretato da Curd Jurgens, "La spia che mi amava" posssiede una bella fotografia e delle buone scene d'azione : da notare gli inseguimenti con la Lotus Esprit Submarine e la mozzafiato sequenza pre-titolo.
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Dopo "Vivi e lascia morire" ( non male ) e "L'uomo dalla pistola d'oro" ( il più deludente ), Moore torna a vestire i panni dell'agente 007 con quello che è probabilmente il miglior film della saga da lui interpretato, "La spia che mi amava".
Con una storia ben scritta e convincente, il film coinvolge grazie alla serietà dell'interpretazione di Moore ( al contrario dei due precedenti ) anche se di certo non manca l'ironia e grazie anche all'introduzione di uno tra i più noti e migliori tirapiedi di sempre : Squalo ( Jaws nella versione originale ) alias Richard Kiel.
Oltre ad avere grandi personaggi, tra cui la bellissima Barbara Bach nei panni dell'algida e sexy spia russa Anya Amasova e il misterioso e elegante megalomane Stromberg interpretato da Curd Jurgens, "La spia che mi amava" posssiede una bella fotografia e delle buone scene d'azione : da notare gli inseguimenti con la Lotus Esprit Submarine e la mozzafiato sequenza pre-titolo.
L'atmosfera è davvero intrigante e particolare ed è proprio ciò che rende il film unico tra tutti della saga; forse grazie anche alla bella e delicata theme song "Nobody Does It Better" di Carly Simon.
Un'ottima spy-story degna dei primi film di Bond con Connery e che almeno inizia a rendere Moore un interprete convincente nei panni dell'agente.
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jekyll
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sabato 12 dicembre 2015
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il bond della distensione
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"La spia che mi amava" é uno dei migliori film della serie del Bond, perché le varie componenti sono in equilibrio in uno spettacolo per tutti, che conserva ancora l'allarmante e l''inquietante anche se nascosti dietro una superfice marmorea, e qua e là affioranti per poi essere subito superati dallo scherzo e l'ironia. Il film é molto gratificante nella dimensione dello spettacolo puro, molto intelligente nella sua garbata autoparodia e aggiornato nel personaggio femminile, una splendida Barbara Bach, che tiene testa a Bond. Come sempre, il personaggio del cattivo é fondamentale e Curd Jurgens ne rende bene la personalità sociopatica.
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"La spia che mi amava" é uno dei migliori film della serie del Bond, perché le varie componenti sono in equilibrio in uno spettacolo per tutti, che conserva ancora l'allarmante e l''inquietante anche se nascosti dietro una superfice marmorea, e qua e là affioranti per poi essere subito superati dallo scherzo e l'ironia. Il film é molto gratificante nella dimensione dello spettacolo puro, molto intelligente nella sua garbata autoparodia e aggiornato nel personaggio femminile, una splendida Barbara Bach, che tiene testa a Bond. Come sempre, il personaggio del cattivo é fondamentale e Curd Jurgens ne rende bene la personalità sociopatica. Un film in cui il pedale dell'evasione è spinto a fondo, ma più fuori dalle cose, attraverso l'ironia dell'eccesso e la consapevolezza delle cose del mondo e del loro lato buffo, che dentro credendo o sembrando credere a quello che si racconta come facevano i primi 007; questo a causa della regia di Gilbert, che sa benissimo che l'unica cosa davvero seria di 007 è quanto costano e quanto incassano. Capace di fare ironia sullo stesso mondo che gli 007 seri non mettevano in discussione, il film é una decisa svolta rispetto alla durezza dei precedenti Bond degli anni '70: qui la violenza è sublimata nello stile, in cui Gilbert é molto capace, della vignetta animata. Oramai Bond si avvicinava alle produzioni per bambini: "Squalo" é un personaggio che piacque molto loro, e infatti tornerà nel film successivo, dove diventerà buono. Uno dei film preferiti da chi considera il Bond più serioso come stupido e reazionario, e tutto sommato più intelligente uno spettacolo che riprende la formula delle vecchie comiche e dell'Hellzapoppin'. Particolarmente belle le scene girate in Egitto dove il montatore John Glen, futuro regista di 5 Bond; il direttore della fotografia Claude Renoir, nipote del pittore; lo scenografo Ken Adam; il musicista Marvin Hamlish, che qui sostituisce senza farlo rimpiangere il grande John Barry, assieme al regista costruiscono con il loro talento sequenze davvero magiche.
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elgatoloco
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venerdì 26 febbraio 2016
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uno dei migliori film di/su james bond
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"James Bond, prendere o lasciare", dice qualcuno. Ebbene no: i film di, con, su Bond(più o meno ispirati da Ian Fleming)sono disuguali, a seconda di regista, interpreti e altro: qui Lewis Gilbert riesce a creare un giusto equilibrio tra azione, spettacolarità(i famosi"trucchi"che all'epoca erano anche un po'poveri rispetto ad oggi e al probabile domani), amore, avventura, ironia(la battuta finale, quando Bond viene scoperta dai suoi capi in intima relazione con la spia sovietica, recita: "Sto cercando di tenere alta la bandiera britannica"), con Roger Moore che, certo dopo il grande Scozzese Sean Connery è il miglior Bond, "The spy who loved me"(titolo ancipite, in quanto può leggersi come riferito all'agente sovietico ucciso da Bond stesso sulle nevi austriache , ma anche come riferito al maggiore sovietico-donna con cui Bond ha una relazione non solo"di sesso")efficace, leggi Barbara Bach, Richard kiel, colosso-gigante Jaws(dove funziona anche la tecnica, ancora una volta), una Caroline Munro inquietante-affascinante.
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"James Bond, prendere o lasciare", dice qualcuno. Ebbene no: i film di, con, su Bond(più o meno ispirati da Ian Fleming)sono disuguali, a seconda di regista, interpreti e altro: qui Lewis Gilbert riesce a creare un giusto equilibrio tra azione, spettacolarità(i famosi"trucchi"che all'epoca erano anche un po'poveri rispetto ad oggi e al probabile domani), amore, avventura, ironia(la battuta finale, quando Bond viene scoperta dai suoi capi in intima relazione con la spia sovietica, recita: "Sto cercando di tenere alta la bandiera britannica"), con Roger Moore che, certo dopo il grande Scozzese Sean Connery è il miglior Bond, "The spy who loved me"(titolo ancipite, in quanto può leggersi come riferito all'agente sovietico ucciso da Bond stesso sulle nevi austriache , ma anche come riferito al maggiore sovietico-donna con cui Bond ha una relazione non solo"di sesso")efficace, leggi Barbara Bach, Richard kiel, colosso-gigante Jaws(dove funziona anche la tecnica, ancora una volta), una Caroline Munro inquietante-affascinante. Nel film, tra l'altro(e siamo nel 1977...)si preconizza una distensione tra Occidente e URSS che allora era di là a venire, ma che, una decina d'anni dopo, si sarebbe realizzata progressivamente e poi compiuta; nessuna" premonizione profetica", ma una constatazione realistica, sulla base di dati oggettivi, di equilibri strategici ed economici dell'epoca. Tutto il resto è contorno, complessivamente efficace, dalla musica ai"giochetti"tecnologici, quando vengono messi in mostra davanti a uno scettico Bond. El Gato
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angelino67
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venerdì 27 maggio 2016
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bond per famiglie
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Ritorna il Bond fumetto di Lewis Gilbert che cancella i toni seriosi e manicheistici (come prova la figura del cattivo, che non ha tutti i torti e a suo modo é un idealista) per un recupero del linguaggio delle vecchie comiche e dell'helzapoppin', in cui si prendono in giro tutti i Bond precedenti e si parodiano anche grandi capolavori del cinema. I personaggi sono maschere ma di notevole questo film ha la valorizzazione dei luoghi, specie l'antico Egitto, in alcune sequenze tra le più suggestive, per connubio immagini-musica (un ottimo Marvin Hamlish, candidato all'Oscar sia per la colonna sonora che gli fu ispirata dai Bee Gees, allora popolarissimi, che per la canzone "Nobody does it better" cantata da Carly Simon;), di tutta la serie del Bond.
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Ritorna il Bond fumetto di Lewis Gilbert che cancella i toni seriosi e manicheistici (come prova la figura del cattivo, che non ha tutti i torti e a suo modo é un idealista) per un recupero del linguaggio delle vecchie comiche e dell'helzapoppin', in cui si prendono in giro tutti i Bond precedenti e si parodiano anche grandi capolavori del cinema. I personaggi sono maschere ma di notevole questo film ha la valorizzazione dei luoghi, specie l'antico Egitto, in alcune sequenze tra le più suggestive, per connubio immagini-musica (un ottimo Marvin Hamlish, candidato all'Oscar sia per la colonna sonora che gli fu ispirata dai Bee Gees, allora popolarissimi, che per la canzone "Nobody does it better" cantata da Carly Simon;), di tutta la serie del Bond. L'hotel Cala di Volpe sulla Costa Smeralda, dalla originale architettura curvilinea, era già stato filmato da Alberto Sordi nell'episodio "La camera" di "Le coppie" del 1970, una delle sue regie migliori. Girato con grande perizia: tecnicamente, Lewis Gilbert è il miglior regista, prima di Sam Mendes, della serie. La fototografia é di Claude Renoir, nipote del celebre pittore. Le scenografie sono di Ken Adam (reduce dall'Oscar per Barry Lyndon e candidato per questo film all'Oscar, che avrebbe meritato per almeno uno dei tanti film di 007 ai quali ha ha fondamentalmente e meravigliosamente contribuito), che ha fatto costruire il più grande set cinematografico del mondo - aiutato da un non accreditato Stanley Kubrick per illuminarlo - per allestire l'interno della petroliera di Stronmberg, affianca a un sornione e rilassato Roger Moore la bellissima Barbara Bach, che suggella a un tempo la correttezza politica di questo Bond sia per la parità uomo-donna sia per il clima di distensione (le spie russe e occidentali lottano insieme) che aveva avuto il culmine nella missione spaziale congiunta Apollo-Soyuz nel 1975. Il film é una galleria di spettacolo gaudioso, per tutta la famiglia, compresi i bambini a cui é piaciuto molto "Squalo" (i cui denti sono stati disegnati dalla direzione artistica di Katharina Kubrick Hobbs) che infatti nel successivo episodio tornerà e diventerà buono. In questo festival, profuso della fantasia e della immaginazione degli sceneggiatori Richard Maibaum e Christopher Wood (solo il titolo é originario di Fleming), non é che l'angoscia, i tremiti, gli allarmi siano assenti, ma sono nascosti sotto una lastra spessa e sono appena avvertibili in alcuni momenti del film. Stupendi alcuni stacchi di montaggio, opera di John Glen, futuro regista di tutti i Bond degli anni '80.
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paolocorsi1967
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domenica 21 agosto 2016
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sontuoso spettacolo per tutti e per ognuno
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Uno dei migliori film di tutta la serie, della quale cita tutti gli episodi più altri celebri film della storia del cinema. Lewis Gilbert è il regista più progressista della serie di 007, e con molta intelligenza costruisce un magnifico spettacolo consapevole dei limiti culturali dell'operazione, ma anche di quegli sconfinati spettacolari. Alcune scene ambientate in Egitto ritrovano e anzi rinnovano l'incanto dei momenti migliori della serie. Lo stesso Moore, consapevole del suo registro eccellente ma più limitato rispetto a Connery è al suo meglio in una storia che abbandona i toni freddi e manicheistici da guerra fredda per ritrovare uno smalto narrativo degno delle storie seriali semiserie cui 007 è stato fin dall'inizio debitore.
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Uno dei migliori film di tutta la serie, della quale cita tutti gli episodi più altri celebri film della storia del cinema. Lewis Gilbert è il regista più progressista della serie di 007, e con molta intelligenza costruisce un magnifico spettacolo consapevole dei limiti culturali dell'operazione, ma anche di quegli sconfinati spettacolari. Alcune scene ambientate in Egitto ritrovano e anzi rinnovano l'incanto dei momenti migliori della serie. Lo stesso Moore, consapevole del suo registro eccellente ma più limitato rispetto a Connery è al suo meglio in una storia che abbandona i toni freddi e manicheistici da guerra fredda per ritrovare uno smalto narrativo degno delle storie seriali semiserie cui 007 è stato fin dall'inizio debitore. Barbara Bach è bellissima (e anche Caroline Munro, che torna più sexy che mai da "Al servizio segreto di sua maestà", il migliore dei film della serie), Curd Jurgens è un cattivo godibilissimo e "Squalo" è piaciuto così tanto, specie ai bambini (quello di Gilbert è uno 007 adatto a tutta la famiglia) che tornerà nel prossimo episodio, sempre gilbertiano, diventando buono. Oltre al meraviglioso Egitto della grande archeologia, altri stupendi sfondi di questo estremamente godibile film sono le Alpi austriache e la Sardegna della Costa Smeralda. Grande musica di Marvin Hamlish (che si è ispirato da Mozart ai Bee Gees), che riesce nel difficile compito di non far rimpiangere John Barry, e superba fotografia di Claude Renoir, nipote del regista Jean, che putroppo non potè continuare a causa di problemi alla vista. In alcune inquadrature Gilbert ha modo di mostrare di non essere secondo a nessuno per i film di 007 come senso della spettacolarità, su come far muovere gli attori in uno spazio largo e nel piacere della composizione della inquadratura. Ken Adam aveva appena vinto l'Oscar per il sublime lavoro per Barry Lyndon - sforzo che gli era costato addirittura un ricovero in clinica - ma lo avrebbe meritato anche per ognuno dei film di 007 cui ha prestato il suo geniale apporto. Qui si fa aiutare nientemeno (non accreditato) da Kubrick nell'illuminare le scene girate nel teatro più grande del mondo, costruito apposta per 007, e visitato dal Primo Ministro britannico all'inaugurazione. Grande lavoro di Derek Meddings, per i quali non si riconosce la grandezza reale dai modellini ricostruiti in scala. Ottimi i dialoghi scritti da Cristopher Wood, perfettamente adattati al Bond di Moore, che è un gattone sornione e rilassato e non possiede la energicità di Connery. Un film nello spirito della distensione Est - Ovest di quel periodo e anche del femminismo, con l'agente "Tripla X" che è in pratica uno 007 donna. Riposato e sorridente, semplice e intelligente, fresco e smaliziato, è un Bond che non nasconde i suoi anni (15, parecchi per una serie), ma è arzillo come il protagonista Moore, in realtà un po' troppo vecchio per la parte (49 anni rispetto all'età ideale di Connery che ebbe l'apice sui 33-34, un'età da ancora buon calciatore).
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