serpico
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mercoledì 26 gennaio 2005
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il trionfo del wuxiapan
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Sembra passato un secolo, ormai, da quando solo quattro anni fa il coraggioso Ang Lee portò sugli schermi il suo film “la tigre e il dragone”, ottenendo contro ogni previsione un successo planetario. Fu la svolta: ormai “sdoganato”, il genere “wuxiapan” (cioè “cappa e spada” in salsa cinese) fece breccia nel cuore degli spettatori, e da allora sono stati molti i registi che hanno provato a cimentarvisi. Non ultimo (e non poteva essere altrimenti) ci ha provato il più famoso cineasta dagli occhi a mandorla: quello Zhang Yimou che, dopo aver girato addirittura un film “di prova” (sì, avete capito bene!) come il controverso “Hero”, ha portato sul grande schermo “La foresta dei pugnali volanti”, un film dalla struttura “classica” per il genere, con tutti gli ingredienti al posto giusto: intrighi, duelli, combattimenti, amori più o meno impossibili, effetti speciali a iosa… Tutto già visto? Indubbiamente sì.
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Sembra passato un secolo, ormai, da quando solo quattro anni fa il coraggioso Ang Lee portò sugli schermi il suo film “la tigre e il dragone”, ottenendo contro ogni previsione un successo planetario. Fu la svolta: ormai “sdoganato”, il genere “wuxiapan” (cioè “cappa e spada” in salsa cinese) fece breccia nel cuore degli spettatori, e da allora sono stati molti i registi che hanno provato a cimentarvisi. Non ultimo (e non poteva essere altrimenti) ci ha provato il più famoso cineasta dagli occhi a mandorla: quello Zhang Yimou che, dopo aver girato addirittura un film “di prova” (sì, avete capito bene!) come il controverso “Hero”, ha portato sul grande schermo “La foresta dei pugnali volanti”, un film dalla struttura “classica” per il genere, con tutti gli ingredienti al posto giusto: intrighi, duelli, combattimenti, amori più o meno impossibili, effetti speciali a iosa… Tutto già visto? Indubbiamente sì. Eppure, credetemi, “La foresta dei pugnali volanti” è un film bellissimo e spettacolare. E gran parte del merito va certamente al genio del grande regista cinese, capace di girare una pellicola che è pura goduria per gli occhi… Sì, perché questo film è efficace soprattutto dal punto di vista visivo: è un gigantesco videoclip (nel senso buono!) dove le coreografie degli interpreti si fondono perfettamente con le mirabolanti scenografie fotografate perfettamente dal “maestro” Zhao Xiaoding. Raramente mi era capitato di vedere un film così… colorato, così rutilante, perfino così ingenuo nella sua semplicità eppure terribilmente efficace. Ma, naturalmente, alla base di ogni film c’è la storia. E non bisogna commettere l’errore di ritenere i wuxiapan pellicole insulse dal punto di vista narrativo: “La foresta dei pugnali volanti” è un melodramma in chiave storica che riesce abilmente a far appassionare gli spettatori, andandoli a toccare proprio dove sono (siamo) più vulnerabili. Intendo dire, ovviamente, nei sentimenti: l’amore di due guerrieri per la stessa donna, il loro amore assoluto, focoso, irrazionale che tanto ci ricorda i drammoni hollywoodiani di tanti anni fa…. Sì, proprio quelli che ci piacevano tanto! Il wuxiapan ha avuto successo tra gli occidentali proprio perché ci riporta indietro nel tempo, a quando eravamo più ingenui, meno smaliziati, più teneri e sognavamo il principe azzurro (o la Cenerentola) davanti ad una tv in bianco e nero, magari guardando quegli “sceneggiati” di una volta. Scherzo, naturalmente. Ma fino a un certo punto: questi film piacciono perché riescono a far breccia nel cuore della gente, riuscendo a farci commuovere con situazioni e trame a cui noi occidentali, che ormai abbiamo perso l’”occhio della tigre”, davvero non siamo più abituati. Ma, per entrare nello specifico di questo film, dobbiamo dire che nonostante la sua classicità, “La foresta dei pugnali volanti” è una spanna superiore alle altre pellicole del genere, e certamente il “manico” del regista si fa sentire eccome. Certe sequenze (come quella della danza dei tamburi, o il combattimento nella foresta di bambù) sono straordinarie per perfezione scenica ed impatto visivo, qualcuna addirittura insuperabile per pathos e coinvolgimento emotivo: basti pensare al duello finale tra i due spasimanti della bella Mei (una stupenda Zhang Ziyi, nuova musa del cinema cinese) , che si affrontano a viso (e cuore) aperto in una landa innevata e purificatrice. Chi ritiene che solo Tarantino sappia girare certe scene, sarà meglio che vada al cinema al più presto…
Sulla trama:
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[+] wuxiapian e non wuxiapan
(di )
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gianni
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martedì 25 gennaio 2005
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idilliaco!!!
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Film giocato sull'angoscia di un "cosciente inganno" piuttosto che sull'azione, e di un "Amore Idilliaco" che macchia di rosso (ultima scena) una foresta imbiancata di neve. Stupenda la metafora visiva tra i sentimenti dei protagonisti e la pittorescha e colorata foresta che, "sul finire", cede il posto alla monocromatica tormenta di neve.
Danza e musiche (fantastica Zhang Ziyi nella danza dei tamburi) si amalgamano perfettamente in tutto il film.
Da non perdere!!!
[+] molto bravo
(di francesco2)
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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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il wuxiapian secondo zhang yimou
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A seguito del grande successo di Hero due anni prima, Yimou ritorna al wuxiapian con La foresta dei pugnali volanti, da lui scritto (con Feng e Bin), diretto e prodotto. Fin dall'inizio è un film di grande bellezza figurativa, un film ipnotico che gioca abilmente con i contrasti di luce e colori, meravigliando in più di una sequenza lo spettatore, attraverso strabilianti invenzioni visive. La trama non è probabilmente all'altezza della messa in scena, alcuni passaggi sfiorano il ridicolo, ma in questo genere di film sono soprattutto le coreografie e le scene d'azione a farla da padrone, e in questo ambito il film di Yimou eccelle: alcuni passaggi sono veramente straordinari (l'iniziale scena di danza, gli inseguimenti fra i boschi di bambù, l'epilogo nel paesaggio innevato), gli attori sono tutti ottimi, la colonna sonora trascinante, la regia (nonostante qualche virtuosismo di troppo) funzionale.
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A seguito del grande successo di Hero due anni prima, Yimou ritorna al wuxiapian con La foresta dei pugnali volanti, da lui scritto (con Feng e Bin), diretto e prodotto. Fin dall'inizio è un film di grande bellezza figurativa, un film ipnotico che gioca abilmente con i contrasti di luce e colori, meravigliando in più di una sequenza lo spettatore, attraverso strabilianti invenzioni visive. La trama non è probabilmente all'altezza della messa in scena, alcuni passaggi sfiorano il ridicolo, ma in questo genere di film sono soprattutto le coreografie e le scene d'azione a farla da padrone, e in questo ambito il film di Yimou eccelle: alcuni passaggi sono veramente straordinari (l'iniziale scena di danza, gli inseguimenti fra i boschi di bambù, l'epilogo nel paesaggio innevato), gli attori sono tutti ottimi, la colonna sonora trascinante, la regia (nonostante qualche virtuosismo di troppo) funzionale. Presentato in anteprima al Festival di Cannes, è un altro grande successo di pubblico per il regista cinese. Il titolo originale significa "attaccato da dieci lati".
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federico pavani
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lunedì 24 gennaio 2005
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la foresta dei pugnali volanti
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Anno 859 d.c. e inizia l'epica del nuovo film di Zhang Yimou in pieno stile wuxiapian, ovvero il cinema di cappa e spada orientale.
La dinastia Tang sta vivendo un periodo di declino a causa di un gruppo ribelle di guerrieri chimato "pugnali volanti" che si oppongono al potere regnante. Una danzatrice è sospettata di appartenere a questo gruppo ribelle, così, Vento, un soldato dell'esercito imperiale, viene incaricato di seguirla e tramite ella di farsi portare nel covo dei "pugnali volanti".
Ma è a questo punto che il regista Yimou sconvolge completamente le carte del genere wuxia, introducendo nel film la tematica amorosa che rovinerà i piani iniziali di Vento: il coraggioso e forte guerriero si innamora della danzatrice ed è quindi costretto a difenderla senza esclusione di colpi: si susseguono infatti straordinari combattimenti ambientati in un meraviglioso sfondo naturale che colpisce lo spettatore grazie ad una straordinaria varietà di colori e sfumature.
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Anno 859 d.c. e inizia l'epica del nuovo film di Zhang Yimou in pieno stile wuxiapian, ovvero il cinema di cappa e spada orientale.
La dinastia Tang sta vivendo un periodo di declino a causa di un gruppo ribelle di guerrieri chimato "pugnali volanti" che si oppongono al potere regnante. Una danzatrice è sospettata di appartenere a questo gruppo ribelle, così, Vento, un soldato dell'esercito imperiale, viene incaricato di seguirla e tramite ella di farsi portare nel covo dei "pugnali volanti".
Ma è a questo punto che il regista Yimou sconvolge completamente le carte del genere wuxia, introducendo nel film la tematica amorosa che rovinerà i piani iniziali di Vento: il coraggioso e forte guerriero si innamora della danzatrice ed è quindi costretto a difenderla senza esclusione di colpi: si susseguono infatti straordinari combattimenti ambientati in un meraviglioso sfondo naturale che colpisce lo spettatore grazie ad una straordinaria varietà di colori e sfumature. Ed è forse la natuta la vera protagonista del film: essa è così curata e indispensabile alla narrazione che diventa importante quanto i veri personaggi. Anche il suono è curatissimo, dall'insistente rumore degli zoccoli dei cavalli al galoppo nella foresta, sino alle magnifiche musiche che accompagnano le fasi del film. Lo spettacolo non manca assolutamente: originale e affascinante anche il ballo iniziale con i tamburi colpiti dalle lunghe maniche del vestito della danzatrice, altrettanto belle le riprese sui chicchi di fagioli comandati dalla mente umana che colpiscono ripetutamente i tamburi e segnano l'inizio del ballo. Non manca nemmeno il tipico combattimento finale sotto la nave, che ci ricorda parzialmente quello tarantiniano tra Beatrix Kiddo e O-Ren Ishii di Kill Bill vol.1: al bianco candore della neve si contrappone il rosso acceso del sangue che schizza ininterrottamente macchiando la soffice distesa bianca. Ed è con il sangue, fuoriuscito per amore, che termina il film e si concludono le gesta del guerriero errante, combattuto non solo fisicamente ma anche interiormente dal fuoco amoroso.
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[+] tarantiniano???
(di lello)
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(di un tuo ammiratore)
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(di davide gamberini)
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h.m.
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giovedì 24 febbraio 2005
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perché la fuga?
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Perché il collega del bellone lo spinge a fuggire con la bellona, visto che fa parte anche lui dell'Alleanza dei pugnali volanti? La fuga ci è giustificata all'inizio come un 'trucco' per scoprire il covo dei rivoluzionari e per stanare il nuovo capo...
Non ho niente da dire sulla regia, sulla fotografia, sui combattimenti (che rinosco essere impeccabili), ma mi domando quale produttore abbia avuto il coraggio di investire soldi in un film la cui trama non è soltanto effimera (fosse stata così mi sarebbe andato anche bene! Sarebbe stata una scelta del regista per focalizzare l'attenzione, che so, sulle immagini o sui sentimenti - scelta più che legittima), ma contiene in più una madornale contraddizione di fondo!
Vabbé, direte voi che l'avete apprezzato, chi se ne frega, ci sono altre cose che contano in un film.
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Perché il collega del bellone lo spinge a fuggire con la bellona, visto che fa parte anche lui dell'Alleanza dei pugnali volanti? La fuga ci è giustificata all'inizio come un 'trucco' per scoprire il covo dei rivoluzionari e per stanare il nuovo capo...
Non ho niente da dire sulla regia, sulla fotografia, sui combattimenti (che rinosco essere impeccabili), ma mi domando quale produttore abbia avuto il coraggio di investire soldi in un film la cui trama non è soltanto effimera (fosse stata così mi sarebbe andato anche bene! Sarebbe stata una scelta del regista per focalizzare l'attenzione, che so, sulle immagini o sui sentimenti - scelta più che legittima), ma contiene in più una madornale contraddizione di fondo!
Vabbé, direte voi che l'avete apprezzato, chi se ne frega, ci sono altre cose che contano in un film. Beh, mi dispiace, ma per me - ripeto per me: sto esprimendo un'opinione personale - trama, sceneggiatura, contesto hanno ancora un significato, e in questo film trovo siano stati brutalmente tirati via.
Posso anche arrivare a riconoscere che l'eroismo, il sentimento di dovere nei confronti del potere costituito (o di quello rivoluzionario), e al contempo l'incapacità di controllare le proprie passioni siano temi così forti da essere in grado di sostenere da soli un film.
Sì...A patto che il regista abbia veramente voglia di sondarli a fondo.
Mi sono annoiata, ma specifico che non mi sto lamentando della Noia in sé: tanti bellissimi film della storia del cinema sono noiosi, ma la noia vi è volutamente offerta dal regista come occasione per riflettere, per stimolare le cellule cerebrali dello spettatore, insomma (vedi su tutti un esempio abbastanza recente: "Dolls" di Kitano).
Io invece da questo film non ho imparato nulla di nuovo sugli uomini e sui loro sentimenti, le pur bellissime immagini non hanno saziato la mia voglia di Bello, non mi sono sentita 'cambiata' all'uscita dal cinema (cosa che giudico indizio della capacità di comunicazione di un regista)...
Se qualcuno mi aiuta a sciogliere l'enigma iniziale, per lo meno soddisferà la mia esigenza di ragionevolezza!
Spero che con i soldi (anche miei)guadagnati grazie a questo film, Zhang Yimou sforni al più presto un nuovo capolavoro.
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[+] sceneggiatura latitante
(di marcello)
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(di andro)
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ilpredicatore
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martedì 30 marzo 2010
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azione, avventura, passione e...
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Un ufficiale dell'esercito dell'imperatore, un soldato, una giovane cieca in una casa di piaceri. Sono i tre protagonisti di questa sorprendente pellicola di Zhang Yimou che muta di minuto in minuto. Il regista è bravo soprattutto ad amalgamare epica, romanticismo e dramma a scene d'azione, duelli e scontri girati al rallentatore con una poetica affascinante, mai banale, non una mossa da combattimento futile, ma tutto perfettamente rigoroso e ben congegnato, niente a che vedere con un action di kung fu qualsiasi. Ogni elemento del film si rovescia, ogni scena è più coinvolgente e sorprendente di quella precedente, si susseguono efficaci colpi di scena, i personaggi si trasformano, tanto da rendere ogni volta difficile decidere da che parte stare (e alla fine ci si accorge che non si può stare da nessuna parte), emozioni e sentimenti sono ben supportati dalle musiche magniloquenti di Umebayashi.
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Un ufficiale dell'esercito dell'imperatore, un soldato, una giovane cieca in una casa di piaceri. Sono i tre protagonisti di questa sorprendente pellicola di Zhang Yimou che muta di minuto in minuto. Il regista è bravo soprattutto ad amalgamare epica, romanticismo e dramma a scene d'azione, duelli e scontri girati al rallentatore con una poetica affascinante, mai banale, non una mossa da combattimento futile, ma tutto perfettamente rigoroso e ben congegnato, niente a che vedere con un action di kung fu qualsiasi. Ogni elemento del film si rovescia, ogni scena è più coinvolgente e sorprendente di quella precedente, si susseguono efficaci colpi di scena, i personaggi si trasformano, tanto da rendere ogni volta difficile decidere da che parte stare (e alla fine ci si accorge che non si può stare da nessuna parte), emozioni e sentimenti sono ben supportati dalle musiche magniloquenti di Umebayashi. Yimou sa manipolare i suoi protagonisti, li fa nascere dal nulla e senza alcuno spessore per poi svilupparli in un modo così realistico da lasciare lo spettatore spesso inebetito e smarrito, li conduce rapidamente verso una strada dalla quale poi non si può tornare indietro, sino ad arrivare ad un finale tragico e imprevedibile. Zhang Ziyi è di una bellezza fragile, delicata, quasi intoccabile, con quegli occhi ciechi eppure così vivi, lucidi, intensi, capaci di illuminare un intero film. E' il trionfo dei Wuxia, film cinesi che mischiano azione ed avventura, con i numerosi scontri tra la nebbia e una vegetazione usata come arma in una foresta che sembra un lontano rimando a Storie di Fantasmi Cinesi. Ciononostante il regista non rinuncia ai temi a lui più cari, quali il desiderio ardente della libertà (“Fuggire per volare liberi come il vento”), l'illogicità della guerra e il romanticismo a farle da contrapposto. Su tutto brilla l'atmosfera poetica suscitata dalle lenti scene d'azione, dalle danze eleganti e dai movimenti raffinati, dai lunghi silenzi, dalle originali, ispirate, romantiche ambientazioni (il combattimento finale in mezzo a una tormenta di neve tanto per dirne una) e soprattutto dalle passioni lacerate dei protagonisti, il vero fulcro di questo film davvero mirabile.
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cineman94
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mercoledì 16 luglio 2014
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questo film è... pura poesia!
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Per me questo film è sempre stato un bel ricordo, uno dei primi che ho considerato tra i miei preferiti in assoluto, quindi in un certo senso non vedevo l'ora di recensirlo. La trama è, di per sè, non originalissima, anche se alcuni elementi sono effettivamente nuovi e la distanziano da altri film di questo tipo; infatti è la maniera con cui essa si dipana e rivela i propri misteri che è veramente accattivante ed intrigante. Però è veramente difficile individuare quale settore di questo film è gestito meglio. Comincerei quindi dicendo che la regia è qualcosa di incredibilmente poetico; le inquadrature e le scene d'azione come quelle drammatiche riescono in ogni singolo momento a catturare e ad armonizzare l'essenza, l'intensità e il significato della storia che vogliono raccontare, restituendo allo spettatore un senso di coinvolgimento fortissimo.
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Per me questo film è sempre stato un bel ricordo, uno dei primi che ho considerato tra i miei preferiti in assoluto, quindi in un certo senso non vedevo l'ora di recensirlo. La trama è, di per sè, non originalissima, anche se alcuni elementi sono effettivamente nuovi e la distanziano da altri film di questo tipo; infatti è la maniera con cui essa si dipana e rivela i propri misteri che è veramente accattivante ed intrigante. Però è veramente difficile individuare quale settore di questo film è gestito meglio. Comincerei quindi dicendo che la regia è qualcosa di incredibilmente poetico; le inquadrature e le scene d'azione come quelle drammatiche riescono in ogni singolo momento a catturare e ad armonizzare l'essenza, l'intensità e il significato della storia che vogliono raccontare, restituendo allo spettatore un senso di coinvolgimento fortissimo. La fotografia inoltre è utilizzata in maniera stupefacente, creando un rapporto personaggi-ambientazioni unico, grazie a sequenze sui grandi e svariati paesaggi dalla bellezza incredibile e dall'impatto visivo immediato, che creano a loro volta atmosfere diversificate e con tante piccole sfaccettature. Parlando sempre della scenografia ritroviamo un utilizzo dei costumi e degli interni da urlo, segno di un grande e meticoloso studio dell'epoca in cui è ambientato il film nel tentativo di realizzare un universo che si avvicinasse il più possibile alla realtà di quei tempi, fondendo quindi in maniera efficace realtà e fantasia. Questo film inoltre ha la fantastica e rarissima qualità di coinvolgere tanti elementi come il romanticismo, il mistero, il tradimento, la poesia, senza snaturarli l'uno con l'altro, bensì fondendoli in un unica armonia che rende il film fluido e affascinante; tutto questo è anche supportato da un cast relativamente ristretto ma ottimo, dotato di una recitazione superba (Zhang Ziyi nel ruolo di Xiao Mei è bellissima, ipnotica, sensuale ed aggraziata) che da alle svariate situazioni una carica emotiva maggiore, grazie all'espressività degli attori e alla caratterizzazione dei personaggi, qui molto curata, che sa dare ai protagonisti dei ruoli e dei caratteri specifici ma anche loro sfaccettati, rendendoli quindi sì degli eroi, ma "umani" nel senso intimistico del termine. Belle, infine, le scene di combattimento, sempre ben amalgamate nella trama e ben dosate, con un utilizzo della CGI che non è assolutamente invasivo, ma che anzi giova ai combattimenti, rendendoli molto spettacolari e di grande intrattenimento, riuscendo però a passare quasi inosservata grazie alla sua gestione efficace ed armoniosa. Ottimo anche il comparto sonoro, grazie a delle musiche evocative e molto sinuose che fanno da contorno alla pellicola, che creano quasi un universo alternativo, quasi onirico, ma mai all'eccesso, che sanno sorprendere, commuovere e suscitare forti emozioni. Questi sono dunque gli elementi che mi hanno portato a considerare questo film uno tra i miei preferiti di sempre e tra quelli che più si avvicinano al concetto di "perfezione artistica".
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cris
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mercoledì 27 settembre 2006
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duelli mozzafiato fra le canne di bambù!
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Memore di una lunga tradizione che culmina con "la Tigre e il Dragone" e con toni più smorzati "Hero", "la Foresta dei pugnali volanti" riprende il genere eroico-idilliaco-orientale e riproduce ancora una volta una storia di guerra con finale purtroppo tragico. Il merito principale di questo film è una scenografia pazzesca, tradotta in una fotografia naturale che riproduce perfettamente la bellezza esotica e favolosa di una Cina leggendaria, coperta da foreste sempre verdi e da mantelli di conifere e di canne da bambù. In un periodo mitico e storico, si staglia la guerra civile che vede da un lato l'impero, i funzionari, e l'esercito, dall'altro i ribelli insorti dal popolo, che fondano il clan dei Pugnali Volanti! Ricordando un pò il fenomeno del brigandaggio, o dei moti rivoluzionari della Carboneria, questa società clandestina dichiara guerra al re e si adopera con ogni mezzo per fermarlo.
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Memore di una lunga tradizione che culmina con "la Tigre e il Dragone" e con toni più smorzati "Hero", "la Foresta dei pugnali volanti" riprende il genere eroico-idilliaco-orientale e riproduce ancora una volta una storia di guerra con finale purtroppo tragico. Il merito principale di questo film è una scenografia pazzesca, tradotta in una fotografia naturale che riproduce perfettamente la bellezza esotica e favolosa di una Cina leggendaria, coperta da foreste sempre verdi e da mantelli di conifere e di canne da bambù. In un periodo mitico e storico, si staglia la guerra civile che vede da un lato l'impero, i funzionari, e l'esercito, dall'altro i ribelli insorti dal popolo, che fondano il clan dei Pugnali Volanti! Ricordando un pò il fenomeno del brigandaggio, o dei moti rivoluzionari della Carboneria, questa società clandestina dichiara guerra al re e si adopera con ogni mezzo per fermarlo. Ed è così che entra in scena la bellissima ragazza cieca Xiaumei, che nel vortice di mille danze, canti, duelli, fughe a cavallo, inseguimenti, nascondigli, e bagni in mezzo al verde, seduce più di un soldato con la sua grazia e bellezza ed assolve così la missione segreta per cui è stata mandata! Nel trionfo della stagione dedicata ai misteri d'Oriente, "la Foresta dei Pugnali volanti", non può non rivestire un posto onorevole insieme a "la Tigre e il Dragone"; le musiche dolci e ispirate, il cast perfetto e azzeccato, il fulgore emergente di Ziyi Zhang, l'incontaminato incanto del paesaggio naturale, e i duelli abbastanza realistici, escluso i Pugnali "telecomandati", tutto ciò contribuisce a creare un clima da sogno e a far identificare chiunque nelle gesta di questi eroi erranti nella terra più affascinante e misteriosa del pianeta!
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[+] ma tu hai visto proprio questo film???
(di tobzilla)
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ghezzi666
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venerdì 15 agosto 2008
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danzando l'amore
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Zhang yimou colpisca ancora|Con quasto film dimostra la sensibilità che il suo far cinema a con i colori,il bianco della neve si confonde agli arancionei delle foglie ai verdi dei lunghi bambù ai cieli veri specchi dei moneti più importanti del film. Un film di genere , ma non convenzionale le battaglie viaggiano sempre tra il reale e l'irreale,la poesia lascia spazio al cinismo ,il vecchio si contrappone al moderno,l'amore può o e anche amore, come dice anche Osho l'amore senza l'odio non esiste. Quasi una bilancia il film di yimou per alcuni momenti (anche la scelta della falsa cecità) ricorda il cinema di Kitano , ossia un poeta che guarda non con freddezza ma con obbiettività la vita e il cinema,perche come l'amore e l'odio anche il cinema e il vita sono contrapposti.
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Zhang yimou colpisca ancora|Con quasto film dimostra la sensibilità che il suo far cinema a con i colori,il bianco della neve si confonde agli arancionei delle foglie ai verdi dei lunghi bambù ai cieli veri specchi dei moneti più importanti del film. Un film di genere , ma non convenzionale le battaglie viaggiano sempre tra il reale e l'irreale,la poesia lascia spazio al cinismo ,il vecchio si contrappone al moderno,l'amore può o e anche amore, come dice anche Osho l'amore senza l'odio non esiste. Quasi una bilancia il film di yimou per alcuni momenti (anche la scelta della falsa cecità) ricorda il cinema di Kitano , ossia un poeta che guarda non con freddezza ma con obbiettività la vita e il cinema,perche come l'amore e l'odio anche il cinema e il vita sono contrapposti. Un capolavoro.
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gabrielebaldin
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mercoledì 18 settembre 2013
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pura eleganza
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Come al solito Zhang Yimou si dimostra un regista di un'eleganza sopraffina, come pochi se ne vedono in giro.
Il suo cinema raffinato ha un'estetica curatissima fino al minimo particolare, basti pensare all'utilizzo dei colori (che in Hero erano ancora più evidenti), senza però tralasciare la storia o la direzione degli attori (tutti ottimi).
Lo spettatore oltre al fascino che prova alla vista è coinvolto anche emotivamente dalla storia, dalle sorti dei protagonisti, e che dire di quel finale di un commovente potente, con i duellanti che si affrontano partendo da un paesaggio primaverile verdeggiante per arrivare ad uno invernale tutto bianco e innevato, al sacrificio di lei per salvare il suo amato che termina con quella canzone splendida che accentua ancora di più la drammaticità della scena che si sta assistendo (io personalmente piango ogni volta che lo rivedo)
Un film bellissimo assolutamente da vedere .
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Come al solito Zhang Yimou si dimostra un regista di un'eleganza sopraffina, come pochi se ne vedono in giro.
Il suo cinema raffinato ha un'estetica curatissima fino al minimo particolare, basti pensare all'utilizzo dei colori (che in Hero erano ancora più evidenti), senza però tralasciare la storia o la direzione degli attori (tutti ottimi).
Lo spettatore oltre al fascino che prova alla vista è coinvolto anche emotivamente dalla storia, dalle sorti dei protagonisti, e che dire di quel finale di un commovente potente, con i duellanti che si affrontano partendo da un paesaggio primaverile verdeggiante per arrivare ad uno invernale tutto bianco e innevato, al sacrificio di lei per salvare il suo amato che termina con quella canzone splendida che accentua ancora di più la drammaticità della scena che si sta assistendo (io personalmente piango ogni volta che lo rivedo)
Un film bellissimo assolutamente da vedere .... per me sarebbero 4 stelle e 1/2 (ma la 1/2 non si può mettere in questo sito !) perchè le 5 per me sono per Hero, il film precedente a questo che tra i due a mio avviso è leggermente superiore anche se sempre di film di ottimo livello si tratta ... e io personalmente ho la trilogia (Hero, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita) nelle versioni de lux con doppio dvd originali di tutti e 3 !
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