crocco1974
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mercoledì 1 aprile 2009
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un capolavoro censurato da un regime illiberale!!!
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Un film da far ASSOLUTAMENTE vedere ai ragazzi che si apprestano a studiare la storia della seconda metà dell'Ottocento. Parla di una pagina che questo Stato italiano fondato sulla menzogna e sull'arroganza ci ha SEMPRE negato di sapere. Un film che è stato presente nelle sale cinematografiche - pensate - solo una settimana perchè poi si è abbattuta la censura del REGIME!!! Potenzialmente pericoloso poichè se capito attentamente potrebbe sovvertire l'ordine precostituito dalle massonerie internazionali che hanno voluto la nascita di questo Stato con il sangue!!! I lager, i crimini di guerra e le nefandezze dei Savoia nulla hanno da invidiare rispetto a quelle perpetrate dai nazisti contro gli ebrei o dai comunisti contro i propri oppositori!!! Ci sarebbero tutte le ragioni giuridiche per chiedere un congruo risarcimento danni a Vittorio Emanuele III ed i suoi discendenti oltre che a questi politici pagliacci, arroganti e camorristi che ci stanno massacrando insieme alla criminalità.
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Un film da far ASSOLUTAMENTE vedere ai ragazzi che si apprestano a studiare la storia della seconda metà dell'Ottocento. Parla di una pagina che questo Stato italiano fondato sulla menzogna e sull'arroganza ci ha SEMPRE negato di sapere. Un film che è stato presente nelle sale cinematografiche - pensate - solo una settimana perchè poi si è abbattuta la censura del REGIME!!! Potenzialmente pericoloso poichè se capito attentamente potrebbe sovvertire l'ordine precostituito dalle massonerie internazionali che hanno voluto la nascita di questo Stato con il sangue!!! I lager, i crimini di guerra e le nefandezze dei Savoia nulla hanno da invidiare rispetto a quelle perpetrate dai nazisti contro gli ebrei o dai comunisti contro i propri oppositori!!! Ci sarebbero tutte le ragioni giuridiche per chiedere un congruo risarcimento danni a Vittorio Emanuele III ed i suoi discendenti oltre che a questi politici pagliacci, arroganti e camorristi che ci stanno massacrando insieme alla criminalità. Hanno sommerso Napoli di rifiuti, di degrado e di delinquenza riducendo la capitale del Sud a pattumiera d'Europa!!! Dobbiamo lottare contro questa DITTATURA....il progetto politico già c'è ed è quello della LEGA SUD AUSONIA che chiede da oltre 10 anni l'indipendenza del Mezzogiorno!!! Dobbiamo stringerci attorno a questo movimento e fare in modo che entri nel Palazzo e distrugga il sistema e le sue vergognose e liberticide leggi!!!
Tornando al film mi ha fatto letteralmente rabbia e vergognarmi di essere cittadino di uno Stato chiamato italia (con la "i" minuscola perchè non è mai stata, non è e non sarà MAI una democrazia)!!!!
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emmanuele
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giovedì 9 agosto 2007
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buona opera di squitieri
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... non politicamente corretta, criticata a livello storico eppure il regista non fa altro che descrivere delle verità. Inviterei i critici cinematografici a leggersi la storia d'Italia prima di criticare un film di genere "storico" in quanto la storia portata sullo schermo è nè più nè meno che quella di Carmine Crocco, il più famoso e grande brigante post-unitario. Di inventato, a livello biografico e storico c'è pochissimo nel film di Squitieri. Dispiace ma certo non meraviglia che non abbia avuto maggiore fortuna per il tema e l'ottica con cui si guarda ai processi avvenuti in seguito all'unificazione italiana che ancora oggi suscitano facili e semplicistici giudizi.
Da un punto di vista tecnico il film è essenziale e diretto, forse limitato proprio dall'essere troppo legato alle vicende di Crocco;
però a livello culturale è una sorta di Balla coi lupi all'italiana, ci mostra un'altra angolazione di una vicenda storica ancora oggi scomoda, per questo dovrebbe essere visto e distribuito.
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... non politicamente corretta, criticata a livello storico eppure il regista non fa altro che descrivere delle verità. Inviterei i critici cinematografici a leggersi la storia d'Italia prima di criticare un film di genere "storico" in quanto la storia portata sullo schermo è nè più nè meno che quella di Carmine Crocco, il più famoso e grande brigante post-unitario. Di inventato, a livello biografico e storico c'è pochissimo nel film di Squitieri. Dispiace ma certo non meraviglia che non abbia avuto maggiore fortuna per il tema e l'ottica con cui si guarda ai processi avvenuti in seguito all'unificazione italiana che ancora oggi suscitano facili e semplicistici giudizi.
Da un punto di vista tecnico il film è essenziale e diretto, forse limitato proprio dall'essere troppo legato alle vicende di Crocco;
però a livello culturale è una sorta di Balla coi lupi all'italiana, ci mostra un'altra angolazione di una vicenda storica ancora oggi scomoda, per questo dovrebbe essere visto e distribuito. Ma qui non siamo in America.
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[+] revisionismo storico dell'unità d' italia
(di nicola)
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[+] chi has bloccato quersto film non capisce nulla!!!
(di studentessa universitaria)
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[+] briganti
(di max)
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[+] viva carmine il generale crocco
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christian luongo
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lunedì 12 luglio 2010
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un lungometraggio coraggioso
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Difficile tracciare un giudizio su un film del genere. Chi scrive non reputa Squitieri un insigne cineasta nè, tantomeno, giudica il lungometraggio un capolavoro. Ma, ciò nondimeno, va dato atto al regista di aver affrontato, con grande coraggio, un argomento davvero spinoso sopperendo, in qualche maniera, a delle preoccupanti lacune non già degli storiografi nè, tantomeno, degli accademici più illustri quanto, piuttosto, della scuola pubblica che, ancora oggi, cosparge di agiografia vomitevole la storia del nostro risorgimento. Purtroppo Squitieri non perde, neanche in questa occasione, la sua provocatorietà estremizzandola e, quindi, scivolando irrimediabilmente verso il retorico. Troppo manichea la sua rielaborazione dei fatti cosparsa, altresì, di una latente allegoria paracristiana sulla vicenda della passione di Cristo con soverchi riferimenti al tradimento ed al prezzolamento di esso.
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Difficile tracciare un giudizio su un film del genere. Chi scrive non reputa Squitieri un insigne cineasta nè, tantomeno, giudica il lungometraggio un capolavoro. Ma, ciò nondimeno, va dato atto al regista di aver affrontato, con grande coraggio, un argomento davvero spinoso sopperendo, in qualche maniera, a delle preoccupanti lacune non già degli storiografi nè, tantomeno, degli accademici più illustri quanto, piuttosto, della scuola pubblica che, ancora oggi, cosparge di agiografia vomitevole la storia del nostro risorgimento. Purtroppo Squitieri non perde, neanche in questa occasione, la sua provocatorietà estremizzandola e, quindi, scivolando irrimediabilmente verso il retorico. Troppo manichea la sua rielaborazione dei fatti cosparsa, altresì, di una latente allegoria paracristiana sulla vicenda della passione di Cristo con soverchi riferimenti al tradimento ed al prezzolamento di esso. Il film, quindi, oscilla paurosamente tra una lettura storiografica e una fiction di bassa lega dando al lungometraggio toni e pathos decisamente altalenanti e contraddittori. Anche il ritmo risente, paurosamente, di questi cambi di tono : troppi dialoghi superflui oppure, di contro, troppa laconicità. La dicotomia, quasi surreale, che si instaura tra i piemontesi ed i briganti rasenta, alle volte, il grottesco richiamando una chiave di lettura parahollywoodiano di seconda mano senza, cioè, cercare di fare il minimo sforzo per inquadrare la difficile posizione del "prefetto" Cialdini che si trovò a gestire - e male, aggiungo - una situazione ai limiti della sedizione di massa ma che inquadrò nell'ottica sua propria - ovvero quella militare - avendone, prima, l'avallo e, poi, la sconfessione dalla corona. D'altronde il brigantaggio non fu, soltanto, un movimento spontaneo di senza terra e di braccianti ma ebbe saldi legami con la delinquenza locale sfociando in meschine degenerazioni e vendette trasversali. La gestione politica e sociale delle insurrezioni, quindi, talora assunse un carattere eminentemente bellico talaltra una connotazione di "mere" operazioni di polizia. Squitieri sorvola, clamorosamente, tutti questi aspetti mantenendosi in una prospettiva più netta e rassicurante capovolgendo, quindi, la chiave di lettura. Troppo poco per un lungometraggio che poteva - anzi doveva - assumere una fisionomia ben diversa ovvero una sorta di affresco della storia dell'Italia post-unitaria. Peccato davvero ma, ad ogni modo, ritengo "doveroso" consigliare la visione di questo film come, parimenti doveroso, ritengo dare un plauso al coraggio di Squitieri che, almeno in ambito cinematografico, ha avuto il coraggio di affrontare, per primo, una tematica così spinosa e dolorosa che ancora evoca dolori e sofferenze patite dalla mia gente.
Mi è molto piaciuta, infine, la ricostruzione e la sceneggiatura della presa di Melfi operata senza alcun effetto speciale e che nella sua "pochezza" cinematografica evoca, splendidamente, quella che, approssimativamente, è stata realmente quello specifico evento bellico.
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piero antonini
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sabato 11 febbraio 2012
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chi è causa del suo mal pianga se stesso
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Posseggo diversi saggi e romanzi inerenti "la conquista del Sud". I piemontesi commisero molte atrocità contro le popolazioni dell'ex Regno delle due Sicilie.I molti meridionalisti che se la prendono specialmente con Garibaldi,definito un mercenario e bandito hanno ,naturalmente ,torto.Carmine Donatello Crocco era un "generale" molto intelligente,ma non bisogna dimenticare che era dedito a grassazioni e rapine anche sotto i Borboni.E,come disse il romantico e idealista avventuriero spagnolo Borjes (al soldo di Franceschiello contro i Piemontesi) "Crocco pensa a rimettere sul trono i Borboni,come io penso a farmi frate!".La fine del bel regno napoletano fu decretato dai cosiddetti "galantuomini" che insieme agli alti quadri dell'esercito napoletano passarono con armi e bagagli al nemico.
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Posseggo diversi saggi e romanzi inerenti "la conquista del Sud". I piemontesi commisero molte atrocità contro le popolazioni dell'ex Regno delle due Sicilie.I molti meridionalisti che se la prendono specialmente con Garibaldi,definito un mercenario e bandito hanno ,naturalmente ,torto.Carmine Donatello Crocco era un "generale" molto intelligente,ma non bisogna dimenticare che era dedito a grassazioni e rapine anche sotto i Borboni.E,come disse il romantico e idealista avventuriero spagnolo Borjes (al soldo di Franceschiello contro i Piemontesi) "Crocco pensa a rimettere sul trono i Borboni,come io penso a farmi frate!".La fine del bel regno napoletano fu decretato dai cosiddetti "galantuomini" che insieme agli alti quadri dell'esercito napoletano passarono con armi e bagagli al nemico. L'avventura dei "Mille"sarebbe subito finita se il Comandante borbonico a Calatafimi , fosse intervenuto con gli ottomila uomini,che si covava,invece, sotto i c.ni preferendo ritirarsi, abbandonando quei quattro gatti di soldati borbonici,che avevano messo in grande difficoltà i garibaldini.Per non parlare della flotta borbonica,una delle più forti d'Europa,che rifiutò più volte di colpire le camicie rosse.Non ho visto,purtroppo,il film di Squitieri.
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