eugen
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giovedì 17 agosto 2023
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sequel tipico?forse si''
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"L?allenatore nel pallone 2"(Sergio Martino, che ha acneh scritto il film con Luciano Martinoi, lo stesso protagonista Banfi, Luca Biglione, Romolo Gurrieri, Franco Verucci, Riccado Cassini, 2008)riprende, 24 anni dopo, il primo film, con oronzo Cana', allenatore che era tornato nel nativo Barese per dedicarsi alla famiglia e all'azienda olearia, che viene richiamato ad allenare la"Longonbarda"e lo fa con il consuero entusiasmo molto confusionario.,riuscendo(ma grazie soprattutto a meriti non suoi)in imprese"impensabili"fino a poco tempo prima. Decisamente Banfi , che era tornato al cinema dopo piu'di tre lustri di pausa, qui si concede una rentre''e basta sui solito stetreopiti in puro barese, con le solite ggags e i soliti, appunto, stereopiti linguistici, dove per il resto i film punta sui bigs del football, come Antogoni, Buffoni,del Piero, ANcelott(chi scvrive di calcio non sa nulla, salvo aver ascltato i nomi dei campionI), le stars tv Gimapiero Mugnini e Italria d'Amico, m mentre sul versnate comico c'e'soloo ANdrea Roncato, "romagnolo tamogn"a supportarlo Andrea, si badi, senza Gigi .
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"L?allenatore nel pallone 2"(Sergio Martino, che ha acneh scritto il film con Luciano Martinoi, lo stesso protagonista Banfi, Luca Biglione, Romolo Gurrieri, Franco Verucci, Riccado Cassini, 2008)riprende, 24 anni dopo, il primo film, con oronzo Cana', allenatore che era tornato nel nativo Barese per dedicarsi alla famiglia e all'azienda olearia, che viene richiamato ad allenare la"Longonbarda"e lo fa con il consuero entusiasmo molto confusionario.,riuscendo(ma grazie soprattutto a meriti non suoi)in imprese"impensabili"fino a poco tempo prima. Decisamente Banfi , che era tornato al cinema dopo piu'di tre lustri di pausa, qui si concede una rentre''e basta sui solito stetreopiti in puro barese, con le solite ggags e i soliti, appunto, stereopiti linguistici, dove per il resto i film punta sui bigs del football, come Antogoni, Buffoni,del Piero, ANcelott(chi scvrive di calcio non sa nulla, salvo aver ascltato i nomi dei campionI), le stars tv Gimapiero Mugnini e Italria d'Amico, m mentre sul versnate comico c'e'soloo ANdrea Roncato, "romagnolo tamogn"a supportarlo Andrea, si badi, senza Gigi .... Certo, quasi una celebrazione pi'che un film, ma, per mmlti rifosi di cinema e calcio e del loro abbinamento endiadio, senz'altro v a bene cosi', senza qualcosa di piu' e senza meno... Eugen
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maurizio biondo
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venerdì 9 luglio 2021
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pura spazzatura
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Ho resistito solo per i primi venticinque minuti. Una pellicola cialtrona,zeppa di product placement,che sono così invadenti da risultare imbarazzanti. Lino è sempre in ottima forma, purtroppo tutto il resto è abominevole.
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elgatoloco
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martedì 1 giugno 2021
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banfi"superstar"
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?"Lallenatore nel pallone 2(Sergio Martino, scritto, per il soggetto con il fratello Luciano, Luigi Bilgione e altri, per la sceneggiatura anche con lo stesso Lino Banfi, 2007), racconta di Oronzo Canà, allenatore pugliese(barese?)della "Longobarda", che ha un rapporto difficile con la serie A. Nuovi proprietari russi, Canè che crede di inventare nuovi moduli di gioco, qualche sorpresa, equivoci a tutto spiao, in specie con i Giapponesi, ma anche a Monaco, intesa come Mu"nchen di Baviera(Monaco Monacorum, diceva Heine, oggi è tutt'altro, anzi è città della trasgressione non solo etilica...), poi c'è il dcesso di un calciatore, numero 13 di nome anzi cogmome Crisantemi(come dire se la va a cercare, la sfortuna.
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?"Lallenatore nel pallone 2(Sergio Martino, scritto, per il soggetto con il fratello Luciano, Luigi Bilgione e altri, per la sceneggiatura anche con lo stesso Lino Banfi, 2007), racconta di Oronzo Canà, allenatore pugliese(barese?)della "Longobarda", che ha un rapporto difficile con la serie A. Nuovi proprietari russi, Canè che crede di inventare nuovi moduli di gioco, qualche sorpresa, equivoci a tutto spiao, in specie con i Giapponesi, ma anche a Monaco, intesa come Mu"nchen di Baviera(Monaco Monacorum, diceva Heine, oggi è tutt'altro, anzi è città della trasgressione non solo etilica...), poi c'è il dcesso di un calciatore, numero 13 di nome anzi cogmome Crisantemi(come dire se la va a cercare, la sfortuna... e si scherza sui giochi di aprole ma anche sulle ataviche superstizioni made in Italy),. I russi non pagano, anche perché non sono "della mafia russa", come qualcuno aveva insinuato ma dei poveracci un po'truffaldini, alterne vicende della squadra nel campionato italiano, fino alla vittoria finale che consente il rientro in A. Ma intanto Canà viene perseguitato perché sospettato di essere il padre del campioncino brasiliano che è new entry dell'équipe della"Longobarda", ma la notizia è una pura bufala.... Anni dopo il numero 1, che era di 24 anni prima(quasi un quarto di secolo)quesata boutade sul fottball e le sue manie, torna prepotentemente, senza lesinare sui luoghi comunim anzi esbidenoli(sesso e calcio, rapporto complicato... soluzioni decisamente improvvisate da parte dei"maghi del pallone"come la formula a "farfalla", suggerita al nonno dal geniale nipotino ma poi...). E naturalmente c'è di tutto, con le liti e i picocli tradimenti in famiglia, con Banfi ancora "classico"nel suo ruolo(in seguito credo abbia recitato quasi solo per la TV, come"Nonno Libero"), Biagio izzo e Giuliana Calandra quali esponenti dlela"aquadra"familiare, Anna Falchi come giornalista supersexy e Andrea Roncato, in una parte non proprio troppo"Imperativa", L'insopprtabie giornalista Giampiero Mughini che però fa con intelligenza il verso a sé stesso, Buffon, Del Piero, TOtti e tutti i campioni dell'epoca(chi scrive questa nota non capisce nulla di football, quindi questi nomi gli arrivano dal classico"sentito dire"), con una comicità che si mantiene sul già noto e già visto, senza proporre nulla di veramente nuovo e con una sorta di "corte"fatta al calico, il cui cespite è decisamente altro da sempre e credo lo sia stato perisno nella passata stagione iper.pandemica, nonosntae la malalttaid a Covid di vari giocatori.. Nella birreria bavarese canta anche il vero Little Tony. El Gato
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fabio alberti
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domenica 24 gennaio 2021
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negli anni 80 avevamo meno pretese..
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Non trovo questo film cosi inguardabile come tanti scrivono qui,è carino e superficiale come la maggior parte dei film che uscivano all'epoca e che oggi chiunque stroncherebbe perchè ormai siamo diventati un paese di critici che ad esempio, trovano Nolan sopravvalutato, Zalone cerchiobottista o amenità del genere. Rimane un film fatto da gente di un'altra generazione, potevano farlo meglio ma che comunque ho trovato divertente. Poi criticare il montaggio in un film di Sergio Martino..suvvia voliamo più basso.. :-)
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mister prudente
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martedì 16 agosto 2016
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come un autogoal di kiku
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Epico il primo capitolo, purtroppo questo non andava proprio sviluppato.
Non possiamo neanche addebitare responsabilità a Banfi che sta viaggiando verso fine carriera e non poteva regalarci quella esuberante verve del primo Cana'.
Certamente poteva rifiutare l'oneroso incarico assegnatoli.
Anche i personaggi di contorno non aiutano,assolutamente privi di personalità e spessore.
Ancora oggi il mitico Aristoteles avrebbe più fascino del giovane Caninho.
Bei tempi quelli dei tre quarti di Platini e un quarto di Maradona,dove il 5-5-5 regnava supremo.
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luca scial�
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sabato 20 febbraio 2016
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oltraggio a un cult anni '80
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Ha senso fare un sequel di un film dopo 23 anni? Soprattutto se quel film è stato un cult degli anni '80? Probabilmente no, perchè si rischierebbe un flop clamoroso, dati i continui confronti che si perderebbero facilmente agli occhi di chi quel film lo ha amato.
Ragionamento che vale appieno per questo film, autentico oltraggio a un cult anni '80 che appare oggi ancora fresco e coinvolgente, benché tratta di personaggi ritiratisi o deceduti da tempo. D'altronde, il successo di una pellicola dipende anche da questo. Saper essere ancora attraente malgrado l'incedere inevitabile del tempo. Fa specie poi constatare che un simile debole progetto veda il coinvolgimento del regista del primo film, che ha voluto rischiare ugualmente.
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Ha senso fare un sequel di un film dopo 23 anni? Soprattutto se quel film è stato un cult degli anni '80? Probabilmente no, perchè si rischierebbe un flop clamoroso, dati i continui confronti che si perderebbero facilmente agli occhi di chi quel film lo ha amato.
Ragionamento che vale appieno per questo film, autentico oltraggio a un cult anni '80 che appare oggi ancora fresco e coinvolgente, benché tratta di personaggi ritiratisi o deceduti da tempo. D'altronde, il successo di una pellicola dipende anche da questo. Saper essere ancora attraente malgrado l'incedere inevitabile del tempo. Fa specie poi constatare che un simile debole progetto veda il coinvolgimento del regista del primo film, che ha voluto rischiare ugualmente. Lino Banfi fa invece quasi tenerezza, con un aspetto ormai naturale da Nonno Libero, più che da allenatore di calcio. Anche il montaggio appare carente, con effetti speciali che rasentano il ridicolo (vedi le immagini dal campo durante le partite), soppiantati dalla maggiore spontaneità e naturalezza di quelle viste nel primo film. Ciò conferma che avere maggiori budget a disposizione non è garanzia di maggiore riuscita di un film. Anzi.
Si era anche parlato di un terzo episodio. Ma pare che il pericolo sia stato sventato.
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aristoteles
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martedì 21 luglio 2015
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non lo dovevi fare lino
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Tutta la magia del primo film qui è inesistente.
Il grande Banfi "scarico" dell'energia del capitolo precedente qui si ritrova quasi costretto a questo sequel una marea di anni dopo.
Per me doveva rifiutare.
Purtroppo spesso i sequel non andrebbero fatti proprio e questo è uno degli esempi più calzanti.
Caninho infanga il ricordo del mitico Aristoteles.
Di certo non è orrendo ma manca la verve di Oronzo che era la colonna portante di tutto il personaggio e quindi del film stesso.
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fabio1957
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venerdì 15 maggio 2015
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malinconico sequel
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Malinconico sequel di un film sempliciotto e anche volgare ma sicuramente divertente,questo non riece a bissare il successo del suo predecessore anche se ci prova in tutti i modi, ingaggiando illustri calciatori e perfino importanti commentatori tv,vedi D'amico,ma sono passati vent'anni il gusto è cambiato e la comicità pure,tuttavia Banfi è bravo e simpatico anche quando non interpreta Nonno libero.
Si può evitare
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great steven
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sabato 9 maggio 2015
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c'era davvero il bisogno d'un sequel 24 anni dopo?
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L'ALLENATORE NEL PALLONE 2 (IT, 2007) diretto da SERGIO MARTINO. Interpretato da LINO BANFI, ANNA FALCHI, BIAGIO IZZO, STEFANIA SPUGNINI, URS ALTHAUS, EMILIO DE MARCHI, MAURIZIO CASAGRANDE, ANDREA RONCATO, GIULIANA CALANDRA,
Lo storico allenatore della Longobarda Oronzo Canà è ormai andato in pensione da tempo, e gestisce insieme alla moglie Mara e alla poco attraente figlia Michelina un’azienda agricola nella natia Puglia. Ma un possibile ritorno in panchina viene velocemente prospettato agli occhi dell’ex mister quando il figlio del vecchio presidente Borlotti e il suo socio russo Ivan Ramenko assumono la guida della squadra e chiamano Canà per proporgli un contratto.
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L'ALLENATORE NEL PALLONE 2 (IT, 2007) diretto da SERGIO MARTINO. Interpretato da LINO BANFI, ANNA FALCHI, BIAGIO IZZO, STEFANIA SPUGNINI, URS ALTHAUS, EMILIO DE MARCHI, MAURIZIO CASAGRANDE, ANDREA RONCATO, GIULIANA CALANDRA,
Lo storico allenatore della Longobarda Oronzo Canà è ormai andato in pensione da tempo, e gestisce insieme alla moglie Mara e alla poco attraente figlia Michelina un’azienda agricola nella natia Puglia. Ma un possibile ritorno in panchina viene velocemente prospettato agli occhi dell’ex mister quando il figlio del vecchio presidente Borlotti e il suo socio russo Ivan Ramenko assumono la guida della squadra e chiamano Canà per proporgli un contratto. In realtà c’è dietro un disegno losco e ricco di spinose contraddizioni che i due presidenti giocano ai danni di Oronzo e specialmente a sua insaputa. Dovendo nel contempo giustificare il suocero Fedele incline ai tradimenti coniugali e aver a che fare con una giornalista a caccia di gossip, Canà avrà il suo bel daffare per mantenere la Longobarda in serie A, accorgendosi che dopo ventiquattro anni di assenza il mondo del calcio è incredibilmente cambiato: ora sono gli sponsor a farla da padroni, i calciatori balzano agli onori della cronaca più per la storia d’amore con la velina di turno che per le prodezze in campo e le squadre necessitano degli interpreti per la massiccia presenza di atleti stranieri. Galvanizzato dalla falsa fiducia dei due presidenti ma successivamente tradito dagli stessi, Oronzo verrà messo più volte alle strette, ma il perseguimento della sua incrollabile onestà gli renderà il merito che gli spetta. È l’anomalo caso di un sequel che sopraggiunge dopo più di un ventennio, ma non è certo l’unico esempio nel cinema italiano degli anni 2000: si possono citare, a tal proposito, anche i seguiti di Vado a vivere da solo con Jerry Calà e di Eccezzziunale veramente con Diego Abatantuono. Il rischio che un simile esperimento corre, e nel quale il film in questione inciampa bellamente senza neanche tentare di arginarlo, è rappresentato dalla trappola della ripetitività e soprattutto dalla scarsa possibilità di rinnovare un canovaccio ormai pienamente sfruttato e che dunque ha ormai poche novità da sfornare per un pubblico decisamente annoiato e sempre più esigente. Se si aggiunge che questa volta gli sceneggiatori ammontano a sette, l’esito perde anche l’ultimo briciolo di qualità che ha strenuamente difeso fino all’assurdità: tant’è vero che è spesso cinematograficamente dimostrato che un eccessivo numero di sceneggiatori non può non produrre come risultato un prodotto narrativo scadente, privo di sorprese e zeppo solamente di banalità indescrivibili. Banfi non si smentisce nel reinventare il personaggio che l’ha definitivamente consegnato all’immaginario collettivo nostrano e che con ogni probabilità costituisce la sua interpretazione più riuscita sul grande schermo, ma la recitazione dei comprimari delude con una pesantezza imbarazzante: una pessima A. Falchi, un B. Izzo sprecato e meno buffo di quel che il regista sperava, un A. Roncato messo troppo in disparte e una comparsata di U. Althaus (il mitico ex giocatore Aristoteles) buttata lì tanto per riempire un vuoto nella vicenda. S. Martino si era distinto come autore di commedie erotiche all’italiana nella loro stagione aurea, ma ormai la sua fornace ha ben poco da rivelare agli spettatori, e infatti non stupisce che la sua mancanza di idee accettabili lo abbia spinto a ritentare su una trama già conosciuta fino alla nausea e a replicare, senza successo, l’ordine di un avanspettacolo che in origine aveva raggiunto un obiettivo clemente e soddisfacente. Tra i calciatori veri, in pensione o ancora in attività, compaiono: Del Piero, Totti, Toni, Buffon, Pruzzo, Antognoni, Gilardino, Amelia, Galante e De Rossi.
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purplerain
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giovedì 21 febbraio 2013
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pellicola obbligata!!
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Nel guardare questo film non si può fare a meno di confrontarlo col primo, e quindi la sconfitta è annunciata!! Se invece fosse stato un film senza confronto, forse piacerebbe un po' di più!! tuttavia, al di là di alcune trovate geniali e particolari, tipo il colloquio con Lotito, il film vive di scene e scenette da classico cine-panettone, col genero di Canà attratto dalla conturbante cameriera, Anna Falchi, e situazioni simili che fanno cadere il film nella più classica convencion degli stereotipi!! Un po' troppo spesso, infatti, il regista si sofferma su certe scene che invece dovrebbero fare solo da contorno ad un film che comunque poco convince sia nella scneggiatura, che fa apparire il film un po' troppo "obbligato" cio&
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Nel guardare questo film non si può fare a meno di confrontarlo col primo, e quindi la sconfitta è annunciata!! Se invece fosse stato un film senza confronto, forse piacerebbe un po' di più!! tuttavia, al di là di alcune trovate geniali e particolari, tipo il colloquio con Lotito, il film vive di scene e scenette da classico cine-panettone, col genero di Canà attratto dalla conturbante cameriera, Anna Falchi, e situazioni simili che fanno cadere il film nella più classica convencion degli stereotipi!! Un po' troppo spesso, infatti, il regista si sofferma su certe scene che invece dovrebbero fare solo da contorno ad un film che comunque poco convince sia nella scneggiatura, che fa apparire il film un po' troppo "obbligato" cioè sembra sia stato girato solo perchè il primo ha avuto un grandissimo successo, sia nella recitazione, con prsonaggi poco calati nella parte edu n Banfi fuori fase che sembra lontano parente del vero Canà!! Tutto sommato quindi un film del quale si può tranquillamente fare a meno, ma che non è neanche da spazzatura, perchè effettivamente il giudizio non può non tener conto di cosa è stato il primo film!! resta comunque a galla per il tentativo, abbastanza riuscito, di evidenziare lo sporco del calcio tra combine e falsità, in un periodo in cui calciopoli la faceva da padrona!! Mezza stella in più per il coraggio dimostrato nel voler replicare un film cult!!
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