eugen
|
sabato 11 febbraio 2023
|
grande "stampa"degli anni trenta del 1900
|
|
|
|
Robert Altman, con questo"GOsford Park"(da un soiggetto dello stesso regista, scritto con Bob Balaban, screenplay di Julian Fellowes, 2001), suo terzultimo film, mostra un ritratto feroce della borghesia e della nobilta'britanniche negli anni 1930, alla vigilia della presa di potere da parte del nazismo e dunque successivamente dello scoppio della seconda guerra mondiale: una rete"dubbia"di rapporti intricati e intriganti tra GB e States, tra classi sociali diverse, ma sempre sulla base fondamentlae della lotta di classe, magari non esplicitata come tale ma sempre latenete e sottesa a tutti. Un weekend di caccia e di "riposo"in un'amena localita' di campgna, proprieta'di una ricca famiglia locale.
[+]
Robert Altman, con questo"GOsford Park"(da un soiggetto dello stesso regista, scritto con Bob Balaban, screenplay di Julian Fellowes, 2001), suo terzultimo film, mostra un ritratto feroce della borghesia e della nobilta'britanniche negli anni 1930, alla vigilia della presa di potere da parte del nazismo e dunque successivamente dello scoppio della seconda guerra mondiale: una rete"dubbia"di rapporti intricati e intriganti tra GB e States, tra classi sociali diverse, ma sempre sulla base fondamentlae della lotta di classe, magari non esplicitata come tale ma sempre latenete e sottesa a tutti. Un weekend di caccia e di "riposo"in un'amena localita' di campgna, proprieta'di una ricca famiglia locale. Un primo segnale di lotta sotterranea e non solo si ha ocn un colpo di pistola(o fucile)sfiora l'orecchio di sir William, il proprietatio del luogo e l'organizzatore del"raduno". SUccessivamente, dopo una cena"rivelatrice"di molti lati oscuri di vari avvenimenti, per cuii si scopreono gli altarini di sir William e d alrri"maggiorenti", lo stesso"capo"viene trovato morto in sala, pugnaltato a qua<nto sembra da "mano minsteriosa". Se chi guarda il fim scopre il colpevole, non cos' avviene con lindagine che si svolge in seguito all'omidicio, dove l'ispttpre sembra faccia di tutto per non individuare le responsabilita' del crimine. Decisamente lo sguardo altmaniano, servito perfettamente da interpreti di rango come Michael Gambon, Maggie Smith, Krisiin Scott Thomas e altri/e, e'cinicamente(in apparenza)attento a cogliere in fallo chi e'responsabile di una situazione di sfruttamento delle classi popolari(si pensi all'"interrogatorio"relativo alla nascita dei domestici, per scoprire chi di loro sia stato"a sertvizio"; in realta', ben piu'"sottilmente"per scoprire chi sia nato orfano/a, terribile e "premointore"di quanto avviene in seguito), e'una cartina di tornasole del reale, soprattutto(ma non solol diremmo)se consideriamo la situazione storica di quegli anni. Decisamente anche il regista USA, reso dallo stesso Bob Balaban, e'in qualche modo un tramite tra la classica potenza colonaile britannica e l'ex.colonia, espressione e rappresentante della"tecnica al potere", esprime da un lato le relazioni conflittuali ma economicamente convergenti, pur se sempre"tese"tra i due Stati, sia l'antica amicizia.rivalita'. Eugen
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugen »
[ - ] lascia un commento a eugen »
|
|
d'accordo? |
|
paolp78
|
venerdì 9 luglio 2021
|
la specialità di altman
|
|
|
|
Ancora una volta Robert Altman dirige una pellicola che presenta un ensemble cast, operazione già in passato più volte realizzata con successo dal grande maestro americano (si ricordano tra le altre opere “America oggi” e “I protagonisti”), anzi può dirsi che è proprio in questo tipo di pellicole che Altman è riuscito a toccare le vette più alte della sua cinematografia, facendo di questa tipologia di opera la sua specialità.
Altman si dimostra abilissimo a fare scorrere in modo fluido e piacevole la sceneggiatura; ogni scena racconta qualcosa dei tanti personaggi, le cui storie si intrecciano tra loro, creando uno straordinario quadro d’insieme.
[+]
Ancora una volta Robert Altman dirige una pellicola che presenta un ensemble cast, operazione già in passato più volte realizzata con successo dal grande maestro americano (si ricordano tra le altre opere “America oggi” e “I protagonisti”), anzi può dirsi che è proprio in questo tipo di pellicole che Altman è riuscito a toccare le vette più alte della sua cinematografia, facendo di questa tipologia di opera la sua specialità.
Altman si dimostra abilissimo a fare scorrere in modo fluido e piacevole la sceneggiatura; ogni scena racconta qualcosa dei tanti personaggi, le cui storie si intrecciano tra loro, creando uno straordinario quadro d’insieme. L’alto numero dei personaggi coinvolti nella sceneggiatura rischia di far perdere il filo e confondersi, ma se si adopera la dovuta attenzione la pellicola ripaga ampiamente lo sforzo. In ogni caso, al fine di comprendere tutta la complicata trama nei suoi più gustosi particolari, è consigliato effettuare una seconda visione a breve distanza dalla prima.
La pellicola è ambientata nell’Inghilterra degli anni trenta, i personaggi sono equamente divisi tra ricchi snob appartenenti alla classe più agiata, con anche qualche titolato, ed i relativi domestici. Altman è bravissimo nel restituire le giuste atmosfere, che esaltano questo tipo di pellicola.
Molto apprezzabile anche lo stile narrativo elegante e raffinato, adattissimo all’oggetto della rappresentazione.
Quando si è all’incirca a metà della scneggiatura viene introdotto uno sviluppo da film giallo che ben funziona e restituisce nuova linfa alla trama, tuttavia l’opera nel suo complesso non perde la caratteristica di commedia sofisticata, con tinte drammatiche. Inoltre deve dirsi che seppure questo risvolto eccezionale permetta al film di non perdere presa sullo spettatore nel finale, è comunque la prima parte della pellicola quella più godibile, grazie alla descrizione strepitosa dei personaggi, soprattutto nella loro introduzione.
Il cast è davvero sterminato, su tutti si impongono Kristin Scott Thomas e Michael Gambon bravissimi nei ruoli fondamentali dei padroni di casa; una sensazionale Maggie Smith in un ruolo di alleggerimento; Kelly Macdonald a cui è affidata una parte chiave nell’impianto narrativo; Emily Watson bravissima come al solito; Clive Owen ed Helen Mirren protagonisti della parte della storia che presenta le tinte più drammatiche. Impeccabili le performance di tutto il resto del cast tra cui devo citare per finire Charles Dance, Alan Bates, Richard E. Grant e Derek Jacobi, tutti interpreti che amo particolarmente e che qui, sebbene relegati in parti di secondo piano, riescono a colpire lo spettatore ed aggiungere qualcosa alla pellicola, già di per se straordinaria.
Benché la durata sia ragguardevole, il film non stanca affatto riuscendo a scorrere piacevolmente per tutta la durata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni
|
giovedì 6 maggio 2021
|
che film ha visto?
|
|
|
|
Per recensire un film sarebbe opportuno vederlo. La frase "Quando Sir William, che si era allontanato per controllare i propri fucili, viene ritrovato morto ..." rivela infatti che si è recensito "a orecchio". In realtà sir William viene pugnalato nel suo studio dove si era appena bevuto un bicchiere di whisky. E a dire il vero l'ispettore Thompson nel film non verifica un bel niente, è solo un presuntuoso pasticcione.
|
|
[+] lascia un commento a giovanni »
[ - ] lascia un commento a giovanni »
|
|
d'accordo? |
|
efrem
|
martedì 3 novembre 2020
|
gosford park
|
|
|
|
Il film di Robert Altman prosegue un po' come "La regle du jeu" di Jean Renoir, infondo la materia della coralità al cinema è una delle caratteristiche più tipiche del cinema di Altman. La descrizione di tutti i 26 personaggi che compaiono nel film sa radicarsi e sradicarsi benissimo e i rapporti che allacciato e spacciano non hanno una piega. Il regista sa parlare del Potere sociale magistralmente e senza prese false, ogni classe sociale ha i suoi difetti, il sistema di sopraffazione è tutt'oggi esistente e concreto. Non ci sono schieramenti. Dal punto di vista figurativo la cosa che colpisce di più è la scenografia di Steven Altman, figlio del regista.
|
|
[+] lascia un commento a efrem »
[ - ] lascia un commento a efrem »
|
|
d'accordo? |
|
francesco
|
martedì 3 novembre 2020
|
capolavoro
|
|
|
|
Probabilmente chi si aspetta un giallo vero e proprio sarà deluso, Altman ci regala un'analisi lucida e critica dei personaggi in un film tristissimo.
|
|
[+] lascia un commento a francesco »
[ - ] lascia un commento a francesco »
|
|
d'accordo? |
|
ennio
|
domenica 7 gennaio 2018
|
un buon affresco d'epoca, non un capolavoro giallo
|
|
|
|
Il plot giallo/thriller non è nulla di che, ad esempio inferiore all'analogo "invito a cena con delitto" di molti anni prima. Anche uno scarso osservatore come me si accorge subito delle inquadrature delle boccette di veleno che poi si riveleranno la chiave dell'evento principale. Il film però è godibile e la regia di Altman è capace, nella varietà dei personaggi e nella ricostruzione storica e di costume, anche se a volte la conversazione e gli stacchi musicali e leggeri sono un pò prolissi. Clive Owen è decisamente fuori ruolo, più di tutte rimane impressa la maschera di Maggie Smith
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
noia1
|
martedì 15 aprile 2014
|
l'inghilterra dell'epoca in 26 personaggi,immenso
|
|
|
|
Un gruppo di nobili viene invitato nella villa di un ricco proprietario terriero. Il tempo si scandisce tra colte discussioni, battute di caccia, tè e anestetiche partite a carte ma il tutto viene sconvolto dalla morte del padrone di casa. L'omicidio avrà i suoi effetti su tutti i presenti, i quali saranno più o meno importanti o influenti, e tutti si riveleranno possibili assassini.
Un immenso affresco dell'Inghilterra di inizio novecento, non è stato tralasciato nulla perché qualsiasi dettaglio è stato messo sotto la lente d'ingrandimento dell'attento Altman. Gli usi, i costumi, i rapporti e la leggera acidità che aleggia dietro qualsiasi amicizia.
[+]
Un gruppo di nobili viene invitato nella villa di un ricco proprietario terriero. Il tempo si scandisce tra colte discussioni, battute di caccia, tè e anestetiche partite a carte ma il tutto viene sconvolto dalla morte del padrone di casa. L'omicidio avrà i suoi effetti su tutti i presenti, i quali saranno più o meno importanti o influenti, e tutti si riveleranno possibili assassini.
Un immenso affresco dell'Inghilterra di inizio novecento, non è stato tralasciato nulla perché qualsiasi dettaglio è stato messo sotto la lente d'ingrandimento dell'attento Altman. Gli usi, i costumi, i rapporti e la leggera acidità che aleggia dietro qualsiasi amicizia. Tutto è stato messo al vetriolo senza pietà e senza nessuna preoccupazione nei confronti dei poveri protagonisti vittime del sistema sociale nel quale sono stati costretti a vivere. Il tutto è poi reso più interessante dall'omicidio, ognuno reagisce a suo modo ma forse nessuno è veramente dispiaciuto della morte dell'uomo, anzi, forse per qualcuno è fonte di beneficio e sollievo più che di dispiacere. Insomma, un dramma storico in costume che si nasconde dietro una parvenza di commedia nera, la sceneggiatura trasmette leggerezza e forse un po' d'ironia ma la pellicola si rivela in realtà complessa e ci si chiede come si sia stati capaci di intrecciare così bene le vicende di più di venti personaggi facendo quadrare ogni dettaglio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a noia1 »
[ - ] lascia un commento a noia1 »
|
|
d'accordo? |
|
theophilus
|
lunedì 6 gennaio 2014
|
un magico tuffo all'indietro
|
|
|
|
GOSFORD PARK
Magico Altman: con questo suo nuovo film corale, che ci ha richiamato alla mente il caos pilotato del suo precedente Dottor T. e le donne – a suo tempo presentato alla 57a mostra internazionale del cinema di Venezia -, il regista statunitense ci offre la fotografia di un mondo che mostra di tenere saldamente in mano. Anzi i mondi sono due, paralleli: uno che si muove ai piani alti, l’altro al piano terra, la nobiltà anglosassone e la sua servitù, ritratti all’interno di una villa nella solitudine della campagna inglese. E’ un fine settimana del mese di novembre del 1932 e la motivazione dell’invito esteso da sir William Mc Cordle ad amici e parenti è quella di una battuta di caccia.
[+]
GOSFORD PARK
Magico Altman: con questo suo nuovo film corale, che ci ha richiamato alla mente il caos pilotato del suo precedente Dottor T. e le donne – a suo tempo presentato alla 57a mostra internazionale del cinema di Venezia -, il regista statunitense ci offre la fotografia di un mondo che mostra di tenere saldamente in mano. Anzi i mondi sono due, paralleli: uno che si muove ai piani alti, l’altro al piano terra, la nobiltà anglosassone e la sua servitù, ritratti all’interno di una villa nella solitudine della campagna inglese. E’ un fine settimana del mese di novembre del 1932 e la motivazione dell’invito esteso da sir William Mc Cordle ad amici e parenti è quella di una battuta di caccia.
Gli elementi che tengono uniti questi due pianeti sono il pettegolezzo, il bisogno di sapere che cosa l’uno pensi e dica dell’altro, come vivano i nobili da un lato e i valletti e i servitori dall’altro, al di là dei momenti in cui incrociano le loro strade – anche con amori trasversali - nell’arco della giornata: un fruscio di seta, un brulichio di frasi sommesse, un bisbigliare attonito storie di soprusi che vengono alla luce nel buio delle cucine e che Altman ci propone, come facendo rimbalzare gli echi di questi due consorzi contrapposti, passando continuamente da un piano all’altro, nei segreti delle camere da letto o delle lavanderie, nel buio dei corridoi, dietro le quinte dei salotti a rubare un po’ di quel cosmo dorato.
Così finto, ma anche così autentico questo universo in cui tutti origliano, tutti sembrano spiare o avere dei segreti da nascondere, in cui le classi sono rigorosamente separate, in cui i servi perdono la loro identità e assumono il nome dei loro padroni per evitare confusione, in cui le cameriere stanno sotto la pioggia scrosciante per consentire alle loro signorie di bere il tè o le dame si giocano i mariti a carte. Tutto senza che, apparentemente, vi sia un moto di ribellione, tutt’al più qualche critica velata: a rompere questo falso equilibrio è un valletto, di cui tutti diffidano. E’ in realtà un attore in incognito in mezzo agli altri ospiti di Gosford Park: d’accordo col produttore americano presente insieme a lui nella villa, si mescola tra la servitù per carpirne i modi e i segreti che trasporrà poi in un film: l’istantanea di un gruppo di nobili circondato dai loro valletti e servitori colti in un fine settimana in una villa inglese, con delitto…
Quel mondo è dunque già storicizzato e oggetto di studi da parte della cultura/non cultura del Nuovo Mondo che avanza. Al cinismo dell’aristocrazia inglese si contrappone quello, artificioso e incurante, del denaro. Il film verrà girato a Hollywood e non in Inghilterra e il produttore, tutto preso dalla sua chiamata in California inerente la preparazione della pellicola, protesta quando gli viene bruscamente tolto l’apparecchio telefonico: è stato realmente commesso un omicidio; la fiction non solo imita la vita, ma sembra determinarla a priori.
Prontamente chiamato, l’ispettore di polizia, macchietta presuntuosa e inconsapevole, per quanto simpatica nella sua innocenza, non saprà, ovviamente, dipanare la matassa della Storia, che si è ripresa la sua rivincita.
Inutile citare qualche interprete in particolare. Tutto il cast, stellare, è semplicemente impeccabile: non si poteva fare di meno per un affresco perfetto.
Chi ha detto che non è l’Altman più grande?
Enzo Vignoli
2 aprile 2002
[-]
|
|
[+] lascia un commento a theophilus »
[ - ] lascia un commento a theophilus »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
martedì 30 luglio 2013
|
una commedia umana controllata dal genio altman
|
|
|
|
1932. In una villa di campagna nobili e ricchi inglesi, oltre ad alcuni americani impiegati nel cinema, si ritrovano per una battuta di caccia, ma il padrone di casa (Gambon) viene ucciso. Chi è stato? Terz’ultimo film di Altman è un vero capolavoro. Quando si racconta la trama, lo si può erroneamente prendere per un giallo, ma questo genere (qui molto alla Agatha Christie) non è che un mezzo. Per cosa? Per dire qualcosa sulla società dell’epoca. È un film classista, sui rapporti di classe, che ricorda i grandi ritratti di Ivory come Casa Howard e Quel che resta del giorno. Ma questo piccolo grande capolavoro è diverso: la storia non c’è, è un ritratto di una nobiltà vergognosamente arretrata, chiusa nelle sue classi di censo (come dimostra la poca accettazione dei tre americani).
[+]
1932. In una villa di campagna nobili e ricchi inglesi, oltre ad alcuni americani impiegati nel cinema, si ritrovano per una battuta di caccia, ma il padrone di casa (Gambon) viene ucciso. Chi è stato? Terz’ultimo film di Altman è un vero capolavoro. Quando si racconta la trama, lo si può erroneamente prendere per un giallo, ma questo genere (qui molto alla Agatha Christie) non è che un mezzo. Per cosa? Per dire qualcosa sulla società dell’epoca. È un film classista, sui rapporti di classe, che ricorda i grandi ritratti di Ivory come Casa Howard e Quel che resta del giorno. Ma questo piccolo grande capolavoro è diverso: la storia non c’è, è un ritratto di una nobiltà vergognosamente arretrata, chiusa nelle sue classi di censo (come dimostra la poca accettazione dei tre americani). Non c’è un vero protagonista e alla fine il colpevole del delitto non è esplicitato: se il personaggio di Owen ha ucciso un morto ed è quindi comunque un colpevole il vero assassino è lasciato all’immaginazione: è stato il capo maggiordomo, o la figlia (Scott Thomas), o forse la vecchia amante (Mirren), o la attuale amante (Watson), oppure un suo imparentato bisognoso di denaro (Hollander) o, perché no, gli americani, sempre dappertutto e al corrente di tutto. Film di sospetti è una commedia. Una grandiosa commedia umana. Attori eccellenti. Sette nomination agli Oscar e statuetta per la sceneggiatura originale (di Julian Fellowes da un soggetto di Bob Balaban e del regista [anche produttori]), miglior regia ai Golden Globe e film britannico e costumi ai BAFTA. Da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
antonio canzoniere
|
martedì 25 settembre 2012
|
il grande addio
|
|
|
|
Novembre 1932, tenuta di Gosford Park. Sir William McCordle e lady Silvia invitano uno stuolo di amici per caccia, con rispettiva servitù. Tra loro figurano un produttore americano, un veterano e altri nobili britannici. La vita in quell’oasi dorata, scandita a ritmo di pettegolezzi, finzioni salottiere, cene eleganti e segreti, avrà la sua catarsi con un omicidio...Poeta di vicende umane grottesche e grandiose, illusorie e semplici, Altman alza il tiro ogni film che passa: la trama è un McGuffin raffinato all’Agata Christie, il cui vero obbiettivo è sventrare il gioco ipocrita di soppressione tra classi. Il montaggio si dilunga alternando le vicende dei servi nei piani underground e dei padroni, i veri vermi della storia, nei lussuosi piani superiori.
[+]
Novembre 1932, tenuta di Gosford Park. Sir William McCordle e lady Silvia invitano uno stuolo di amici per caccia, con rispettiva servitù. Tra loro figurano un produttore americano, un veterano e altri nobili britannici. La vita in quell’oasi dorata, scandita a ritmo di pettegolezzi, finzioni salottiere, cene eleganti e segreti, avrà la sua catarsi con un omicidio...Poeta di vicende umane grottesche e grandiose, illusorie e semplici, Altman alza il tiro ogni film che passa: la trama è un McGuffin raffinato all’Agata Christie, il cui vero obbiettivo è sventrare il gioco ipocrita di soppressione tra classi. Il montaggio si dilunga alternando le vicende dei servi nei piani underground e dei padroni, i veri vermi della storia, nei lussuosi piani superiori. E’ un film dove la coralità si riflette anche nella sua lavorazione: l’utilizzo combinato della regia altmaniana, la sceneggiatura di Julian Fellowes (premiata con l’Oscar), il montaggio, le luci soffuse di Andrew Dunn e l’interpretazione eccellente di tutti gli attori (tra cui spiccano la Scott-Thomas, la Smith, Mirren, McDonald, Owen e Gambon) rende una raffinata commedia nera in un intrigante ritratto sociologico politicamente scorretto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio canzoniere »
[ - ] lascia un commento a antonio canzoniere »
|
|
d'accordo? |
|
|