renato corriero
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martedì 18 novembre 2008
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una figura da ricordare.
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Roberto Rossellini ha fatto un'opera niente male ricordando la figura di Alcide De Gasperi, magistralmente interpretato da Luigi Vannucchi! Ed ha rappresentato bene, con alcune scene cruente dell'ultimo periodo della seconda guaerra mondiale, in quale contesto Alcide De Gasperi si è dovuto muovere! C'è da dire che dopo vent'anni di dittatura e dopo i terribili anni della guerra è arrivato l'uomo giusto al momento giusto, che ha saputo destreggiarsi bene nella confusa situazione politica del '45 ed è riuscito a tenere l'Italia nell'ambito dei paesi liberi senza farla cadere sotto un'altra dittatura come purtroppo è accaduto ai paesi satelliti dell'URSS! Non si può
dimenticare che casa è accaduto all'Ungheria nel 1956 e alla Cecoslovacchia nel 1968! De Gasperi, pur profondamente cattolico,
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Roberto Rossellini ha fatto un'opera niente male ricordando la figura di Alcide De Gasperi, magistralmente interpretato da Luigi Vannucchi! Ed ha rappresentato bene, con alcune scene cruente dell'ultimo periodo della seconda guaerra mondiale, in quale contesto Alcide De Gasperi si è dovuto muovere! C'è da dire che dopo vent'anni di dittatura e dopo i terribili anni della guerra è arrivato l'uomo giusto al momento giusto, che ha saputo destreggiarsi bene nella confusa situazione politica del '45 ed è riuscito a tenere l'Italia nell'ambito dei paesi liberi senza farla cadere sotto un'altra dittatura come purtroppo è accaduto ai paesi satelliti dell'URSS! Non si può
dimenticare che casa è accaduto all'Ungheria nel 1956 e alla Cecoslovacchia nel 1968! De Gasperi, pur profondamente cattolico, ha saputo anche dire di no alle spinte del Vaticano verso l'estrema destra scansando il pericolo di nuove avventure autoritarie! L'unico difetto che trovo in questo film è la mancanza di date, e cioè che parte dal presupposto che tutti conoscano bene quei fatti della storia recente ed in quali date siano avvenuti!
Non ne conosco poi i motivi, ma ricordo che quando questo film è uscito a Milano negli anni '70 è rimasto nelle sale uno o due giorni e poi è scomparso; per poterlo vedere ho dovuto attendere il suo passaggio in televisione! Lo stesso debbo dire della fiction su De Gasperi di Liliana Cavani che era programmata in due puntate: una il lunedì ed una il mercoledì e poi la seconda è stata invece mandata in onda il martedì e non è più stata riproposta, per cui la seconda parte non l'ho mai vista! E mi dispiace perchè considero De Gasperi, indipendentemente dal partito in cui militava, il miglior uomo politico che l'Italia abbia avuto nel XX° secolo! E' stato un dono della Provvidenza al momento giusto e, come tante altri è stato una rarità, come ha detto sua figlia "Ha avuto molti successori ma non molti eredi!"
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giorgio
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sabato 21 giugno 2008
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la maturità espressiva dell'ultimo vannucchi
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Se consideriamo "anno uno" come film, come sceneggiatura, i giudizi non possono che essere negativi: "anno uno" sembra "oggi al parlamento" sceneggiato per il cinema. Il film, infatti, è intessuto prevalentemente sulle dichiarazioni pubbliche del grande statista Alcide De Gasperi.
In questo, il film tradisce la sua matrice inconfondibilmente teatrale: non a caso, il mattatore del film è Luigi Vannucchi, attore molto in voga allora, di grande scuola (Orazio Costa) e di grande spessore espressivo.
A chi guarda oggi "anno uno" resta la testimonianza della bravura interpretativa di un grande attore, Luigi Vannucchi, scomparso prematuramente suicida all'età di nemmeno 48 anni (il 29 agosto 1978) e oggi un pò in ombra.
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Se consideriamo "anno uno" come film, come sceneggiatura, i giudizi non possono che essere negativi: "anno uno" sembra "oggi al parlamento" sceneggiato per il cinema. Il film, infatti, è intessuto prevalentemente sulle dichiarazioni pubbliche del grande statista Alcide De Gasperi.
In questo, il film tradisce la sua matrice inconfondibilmente teatrale: non a caso, il mattatore del film è Luigi Vannucchi, attore molto in voga allora, di grande scuola (Orazio Costa) e di grande spessore espressivo.
A chi guarda oggi "anno uno" resta la testimonianza della bravura interpretativa di un grande attore, Luigi Vannucchi, scomparso prematuramente suicida all'età di nemmeno 48 anni (il 29 agosto 1978) e oggi un pò in ombra.
"Anno Uno", in particolare, resta la testimonianza di un'importante fase della carriera dell'attore nisseno: una fase rivolta ad uscire da certi stereotipi televisivi di "bello e dannato" (vedi le interpretazioni di Don Rodrigo ne "i promessi sposi"). Non si dimentichi che, coevo ad "anno uno", è la prima de "il vizio assurdo" (1974) di Lajolo-Fabbri: in tutte e due le opere, Vannucchi manifesta l'intenzione di allargare il registro espressivo rivolgendosi a personaggi molto fuori dai suoi "clichè" televisivi: così nella versione anti-eroica e nevrotica di Cesare Pavese ne "il vizio assurdo" (che fece scandalo presso gli amici dello scrittore come la Ginzburg e simili!); così nella versione del sereno stoicismo e della serena fedeltà al dovere del trentino De Gasperi.
Fin qui, arriva la proteiforme maturità espressiva dell'ultimo Vannucchi.
"Anno uno" ne resta una rara e, quindi, interessante testimonianza.
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giorgio
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domenica 16 marzo 2008
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da riscoprire: per riscoprire luigi vannucchi
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"Anno uno" è un film molto povero cinematograficamente: non è che un lungo monologo cucito sui discorsi parlamentari e politici di Alcide de Gasperi.
Di primo acchito, quindi, il film non è quello che si suol dire un film invitante: immaginiamoci di andare al cinema sapendo che ci troveremo "Oggi al parlamento" in celluloide!
Solo un talento di un attore e di un grande attore può farcelo gustare: e questo grande attore è Luigi Vannucchi, qui fuori dalle solite parti di "sciupafemmine" (don Rodrigo) o di "huppys" (A come Andronmeda) che lo avevano reso celebre come divo televisivo e alla prova come attore espressivamente maturo, capace di far vibrare l'uomo De gasperi (prima che il politico), rendendone la complessa e tormentata spiritualità laicale.
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"Anno uno" è un film molto povero cinematograficamente: non è che un lungo monologo cucito sui discorsi parlamentari e politici di Alcide de Gasperi.
Di primo acchito, quindi, il film non è quello che si suol dire un film invitante: immaginiamoci di andare al cinema sapendo che ci troveremo "Oggi al parlamento" in celluloide!
Solo un talento di un attore e di un grande attore può farcelo gustare: e questo grande attore è Luigi Vannucchi, qui fuori dalle solite parti di "sciupafemmine" (don Rodrigo) o di "huppys" (A come Andronmeda) che lo avevano reso celebre come divo televisivo e alla prova come attore espressivamente maturo, capace di far vibrare l'uomo De gasperi (prima che il politico), rendendone la complessa e tormentata spiritualità laicale.
Purtroppo, Vannucchi morì troppo presto (si suicidò nell'agosto del 1978) e da allora il suo ricordo è via via scemato presso il pubblico. Io credo che questo film debba andare riscoperto per riscoprire in Vannucchi quel grande attore che era.
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silvia
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domenica 23 settembre 2007
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non solo l' intera pellicola
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manca del tutto e spesso nel morandini un cenno agli interpreti. in questo film la presenza dell'intenso luigi vannucchi con la sua interessante storia personale di attore lo avrebbe meritato. grazie
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fans
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domenica 11 gennaio 2004
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ottimo
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