figliounico
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sabato 17 febbraio 2024
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si guarda per il cast
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Tanto rumore per nulla si potrebbe dire. Un cast roboante strabordante di nomi famosi, un regista blasonato venerato dalla critica autore di fantasy di successo, tratto da un classico della letteratura americana del novecento, l’omonimo romanzo di Gresham, ed alla fine ne esce un fumettone drammatico con personaggi stereotipati remake che non aggiunge nulla alla prima trasposizione filmica del 1947 di Goulding con Tyron Power se non un finale cambiato. Si lascia guardare soprattutto per Dafoe, Blanchett, Mara, Collette, Perlman, Strathairn, e perché no anche per il protagonista Cooper, ma che perdita di tempo, e non soltanto per farlo ma anche soltanto vederlo.
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lu pichi
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giovedì 1 febbraio 2024
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bel film con un finale squisito.
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È un film che amo, ho visto anche quello del 1947 con Tyrone Power e Joan Blondell, il film rappresentò un coraggioso tentativo di Power di togliersi di dosso I ruoli di romantico avventuriero ai quali doveva la sua fama, la Blendell che ha il ruolo che nel 2021 è stato di Cate Blachett dopo aver vinto un concorso di bellezza fu scritturata dalla Warner Bross che ne fece un icona, in quarantanni di carriera ha girato oltre 100 film, bel film. il Remake di Guillermo del Toro è eccezionale, con quel finale rende omaggio persino al primo film che per imposizione della 20th Century Fox fu girato con un lieto fine, Bradley Cooper e Cate Blanchett superlativi, ma tutto il cast e stellare e ben diretto Toni Collette, William Defoe, Richard Jenkins, Rooney Mara (nella vita reale è la fidanzata di Joaquin Phoenix), Ron Perlam, l'unica nota negativa è che non è stato apprezzato dal pubblico e mi dispiace ma la mia opinione non cambia amo questo film e dopo aver visto il primo ancora di più lo apprezzo perché ho capito dove Del Toro l'ha corretto e migliorato e lo apprezzo in tutto, è un film bellissimo che consiglio a tutti, un vero thriller noir.
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È un film che amo, ho visto anche quello del 1947 con Tyrone Power e Joan Blondell, il film rappresentò un coraggioso tentativo di Power di togliersi di dosso I ruoli di romantico avventuriero ai quali doveva la sua fama, la Blendell che ha il ruolo che nel 2021 è stato di Cate Blachett dopo aver vinto un concorso di bellezza fu scritturata dalla Warner Bross che ne fece un icona, in quarantanni di carriera ha girato oltre 100 film, bel film. il Remake di Guillermo del Toro è eccezionale, con quel finale rende omaggio persino al primo film che per imposizione della 20th Century Fox fu girato con un lieto fine, Bradley Cooper e Cate Blanchett superlativi, ma tutto il cast e stellare e ben diretto Toni Collette, William Defoe, Richard Jenkins, Rooney Mara (nella vita reale è la fidanzata di Joaquin Phoenix), Ron Perlam, l'unica nota negativa è che non è stato apprezzato dal pubblico e mi dispiace ma la mia opinione non cambia amo questo film e dopo aver visto il primo ancora di più lo apprezzo perché ho capito dove Del Toro l'ha corretto e migliorato e lo apprezzo in tutto, è un film bellissimo che consiglio a tutti, un vero thriller noir. Stupendo. Lo adoro.
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annalisa
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venerdì 5 gennaio 2024
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tecniche di manipolazione
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Viaggio nell'animo umano più torbido. Delitti infami, azioni abiette, tra falsità e falsificazione, tra manipolazioni e trucchi, tra illusionismo e mentalismo. Il circo viene raffigurato come metafora del mondo. Unico personaggio positivo è Molly che abbandona il "circo".
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fraka94
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sabato 4 febbraio 2023
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riuscito a metà
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Estremamente affascinante il mondo delle fiere e dei freakshow messo in scena da Del Toro. Peccato che spesso il ritmo rallenti fino a languire e che la storia non riservi grandissime sorprese... Occasione in gran parte sprecata, anche se il film merita una visione.
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felicity
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mercoledì 25 maggio 2022
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noir classico con immagini potenti e pregnanti
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Con Nightmare Alley, Del Toro abbandona la dimensione fiabesca e dark che pervadeva quasi tutte le sue opere, e si immerge in un racconto nerissimo che, come sempre, lavora in modo straordinario sui codici e sulle immagini tramandate dal cinema americano ed europeo, autoriale e meravigliosamente di serie B, personalissimo e di genere. Questa volta però, di fronte al passato oscuro della Storia, agli ultimi non concede nessun riscatto, nessun amore "mostruoso", e neppure una fanciullesca fuga nei labirinti fantastici della propria mente. Se per l'appunto ne Il Labirinto del fauno l'orrore della realtà si proiettava nei sogni ad occhi aperti di Ofelia, qui Del Toro, filtrando la vicenda con gli occhi del noir e pensando il racconto come una parabola esistenziale, costruisce direttamente la realtà con la stessa materia di cui sono fatti gli incubi.
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Con Nightmare Alley, Del Toro abbandona la dimensione fiabesca e dark che pervadeva quasi tutte le sue opere, e si immerge in un racconto nerissimo che, come sempre, lavora in modo straordinario sui codici e sulle immagini tramandate dal cinema americano ed europeo, autoriale e meravigliosamente di serie B, personalissimo e di genere. Questa volta però, di fronte al passato oscuro della Storia, agli ultimi non concede nessun riscatto, nessun amore "mostruoso", e neppure una fanciullesca fuga nei labirinti fantastici della propria mente. Se per l'appunto ne Il Labirinto del fauno l'orrore della realtà si proiettava nei sogni ad occhi aperti di Ofelia, qui Del Toro, filtrando la vicenda con gli occhi del noir e pensando il racconto come una parabola esistenziale, costruisce direttamente la realtà con la stessa materia di cui sono fatti gli incubi. E cerca, trovandola meglio che altrove (Crimson Peak, La forma dell'acqua), un'universalità capace di sfuggire all'immediato presente, una grandeur d'altri tempi, uno sguardo più cupo che mai.
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luca scialo
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domenica 24 aprile 2022
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meglio la seconda parte
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America, inizio anni '40. Dopo aver bruciato il corpo di un uomo, Stan scappa e si unisce ad un circo iniziando come manovale. Qui però, oltre a conoscere la giovane Molly, che fa un numero con l'elettrostaticità, impara anche dei trucchi per ingannare il prossimo come veggente. I due lasciano la compagnia per mettersi in proprio, ma Stan conosce una affascinante psichiatra che lo spinge ben oltre: truffare gente facoltosa del posto utilizzando le informazioni raccolte dalle loro sedute. Quanto durerà l'imbroglio? Guillermo Del Toro traspone un romanzo di William Lindsay Gresham, già adattato per il grande schermo nel 1947. E lo fa a modo suo. Più che una fiera delle illusioni, siamo dinanzi ad una fiera delle occasioni sprecate.
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America, inizio anni '40. Dopo aver bruciato il corpo di un uomo, Stan scappa e si unisce ad un circo iniziando come manovale. Qui però, oltre a conoscere la giovane Molly, che fa un numero con l'elettrostaticità, impara anche dei trucchi per ingannare il prossimo come veggente. I due lasciano la compagnia per mettersi in proprio, ma Stan conosce una affascinante psichiatra che lo spinge ben oltre: truffare gente facoltosa del posto utilizzando le informazioni raccolte dalle loro sedute. Quanto durerà l'imbroglio? Guillermo Del Toro traspone un romanzo di William Lindsay Gresham, già adattato per il grande schermo nel 1947. E lo fa a modo suo. Più che una fiera delle illusioni, siamo dinanzi ad una fiera delle occasioni sprecate. Cast stellare e storia intrigante finiscono per essere uno dei soliti film del regista a cui manca sempre qualcosa. Ove più, ove meno. La pellicola ingrana nella seconda parte, quando Stan (Bradley Cooper) incontra la psichiatra affabulatrice Lilith Ritter (Cate Blanchett). Ma fino ad allora, a parte qualche trucco tipico del regista e le ambientazioni circensi che da sempre ammaliano Hollywood e non solo (da Freaks a Chaplin passando per Fellini fino a Freaks out), sembra girare a vuoto. La filmografia di Del Toro lo ascrive come un Tim Burton "di serie b" o "dei poveri". Con Il labirinto del fauno che resta forse ad oggi il suo lavoro più riuscito.
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kyotrix
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sabato 16 aprile 2022
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dimenticabile
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Pensavo di meglio. Non da buttare, ma abbastanza piatto. Il protagonista freddo calcolatore, poi verso la fine ricomincia a bere e a fare scelte sconsiderate, senza senso. Anche il finale che non mi è piaciuto.
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pavold boy
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giovedì 17 marzo 2022
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il cinema ai tempi dei tuttologi
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Leggo di recensioni iper critiche su questo splendido film, additato di cadere nei soliti twist Hollywoodiani e con un finale troppo telecomandato. Personalmente ho visto un film che segna il ritorno di un ispiratissimo Guillermo Del Toro dai tempi del Labirinto del Fauno, chirurgico alla regia accompagnato da una fotografia di rara bellezza. Bradley Cooper meritava quantomeno la nomination agli oscar, davvero splendido. Noir che sicuramente nella sua struttura non innova, ma si riutilizza egregiamente per raccontare un ottima storia dalla parabola discendente (forse mai ascendente anche quando sembra). Godetevi il cinema, smettiamola di trovare aghi nel pagliaio
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maramaldo
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giovedì 10 marzo 2022
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vicolo dell''incubo. chi s''illude? chi v''illude?
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Oscurità di un "noir" che mi ha colpito. Ha suscitato diverse riflessioni, vorrei riprenderle in momenti più sereni.
Criptico e contorto, ambiguo e allusivo, spietato e disperato. Del Toro c'entra poco se non per il vintage, un'eccellenza per rigore e capacità di suggestione. Anni 40, epoca che, per specifiche forme di follia e di ferocia, ritenevamo un'età della pietra. Nel film si ricorda l'entrata in guerra degli USA.
Incombe il romanzo che mi dispiace di non aver letto però mi sono informato su William Lindsay Gresham. Uomo problematico ed amaro, varcò per proprio conto l'oceano per andar a far fuori chi e perchè non son sicuro sapesse con esattezza.
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Oscurità di un "noir" che mi ha colpito. Ha suscitato diverse riflessioni, vorrei riprenderle in momenti più sereni.
Criptico e contorto, ambiguo e allusivo, spietato e disperato. Del Toro c'entra poco se non per il vintage, un'eccellenza per rigore e capacità di suggestione. Anni 40, epoca che, per specifiche forme di follia e di ferocia, ritenevamo un'età della pietra. Nel film si ricorda l'entrata in guerra degli USA.
Incombe il romanzo che mi dispiace di non aver letto però mi sono informato su William Lindsay Gresham. Uomo problematico ed amaro, varcò per proprio conto l'oceano per andar a far fuori chi e perchè non son sicuro sapesse con esattezza. Anima in pena, prigioniero di interrogativi irrisolti, oggi vi chiederebbe perchè in tanti nostri posti c'è una "Via Cernaia".
Ad esser più frivoli, apprezziamo il bel tris di donne.
Oltre a Rooney Mara (una tenera Molly), Tony Collette (una patetica Zeena) c'è Cate Blanchett. Costretto a dirne bene registrandovi un aumento antropico della temperatura. Del Toro ne è soggiogato. La ritrae persino di sguincio, inquadra solo uno dei suoi zigomi, una gota soffusa di biondo. Che parte fa? La dark lady di una volta, perfida e perversa per ragioni che solo lei conosce. Archetipo femminile per un infelice come il romanziere. Il suo spettro riaffiora se ci si sofferma su come si chiama la nociva psicoterapeuta: Lilith Ritter.
Cognome tedesco da cui deriva "raider", incursore che devasta. Ma il nome, per chi mai avesse letto la Bibbia (e ce n'erano a quel tempo, in quelle contrade)...
Un'oscura creatura primordiale che tuttora si lamenta. Un primo esperimento di donna, dicono. Non riuscito. La tennero a distanza pure gli Angeli che già allora prendevano partito.
Vi sembra farina del sacco di Guillermo?
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jonnylogan
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giovedì 24 febbraio 2022
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l''arte dell''inganno
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Stan Carlisle è un imbonitore che lavora nel circo gestito da Clem Hoatley ove apprende tutti i trucchi che gli permettono di leggere la mente altrui. Passati due anni Stan decide di vivere assieme alla sua collega Molly e a esibirsi in coppia nel ruolo del “Grande Stanton”. Una sera, nel corso di uno spettacolo, una psicologa gli si avvicina domandandogli di scoprire cosa contenga la sua borsetta, senza trucchi Stan ne indovina il contenuto e da quel momento i due inizieranno a collaborare truffando uomini facoltosi.
Il circo e le sue ambientazioni da sempre hanno catturato la curiosità di cineasti che desideravano raccontarne i dietro le quinte e la vita di chi fra i suoi tendoni ha deciso di lavorare.
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Stan Carlisle è un imbonitore che lavora nel circo gestito da Clem Hoatley ove apprende tutti i trucchi che gli permettono di leggere la mente altrui. Passati due anni Stan decide di vivere assieme alla sua collega Molly e a esibirsi in coppia nel ruolo del “Grande Stanton”. Una sera, nel corso di uno spettacolo, una psicologa gli si avvicina domandandogli di scoprire cosa contenga la sua borsetta, senza trucchi Stan ne indovina il contenuto e da quel momento i due inizieranno a collaborare truffando uomini facoltosi.
Il circo e le sue ambientazioni da sempre hanno catturato la curiosità di cineasti che desideravano raccontarne i dietro le quinte e la vita di chi fra i suoi tendoni ha deciso di lavorare. Non fa eccezione il romanzo di William Lindsay Gresham già portato in scena nel 1947 da Edmund Goulding e con Tyrone Power nel ruolo del protagonista, e riportato per l’occasione al cinema al centro di una storia cupa, hard-boiled e impreziosita da un cast stellare al quale si aggiunge un Bradley Cooper nel ruolo di un uomo pronto a tutto pur di ottenere fama e denaro e che riesce ad aggiungere alla propria galleria di personaggi quella di un truffatore in grado di trascinarlo fino alla candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista. Del Toro crea attorno alla figura di Stan Carlisle un castello d’inganni e una trama che ripercorre la parabola narrativa del film originale ma è l’alternanza di stati d’animo ai quali ci abitua sia la pellicola sia il suo protagonista, sempre in bilico fra euforia, inganno e disperazione, che fanno la differenza rispetto alla splendida pellicola originale. Le oltre due ore e mezza del film trascorrono rapidamente e non ci si deve fare trarre in inganno da quello che appare sullo schermo. Pellicola che a visione ultimata rappresenta la perfetta commistione fra un lato più cerebrale e uno di azione di uno dei registi più trasversali e criptici della settima arte.
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