prisco inter
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domenica 15 ottobre 2023
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bellissimo film
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È sicuramente tra i film più belli di Fausto Brizzi che è un bravissimo attore. Un film che fa ridere, piangere e riflettere.
Visto e rivisto tante volte e non mi stanca mai
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fabrizio friuli
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mercoledì 27 luglio 2022
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film più o meno decente
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Il protagonista Diego svolge il mestiere di avvocato, tuttavia, egli stesso prende l' insana decisione di far cessare il corso della sua vita , e , nonostante abbia cercato di suicidarsi , per una coincidenza, non ci riesce , e col tempo , decide di porre dei cambiamenti nelle vite delle persone a lui vicine , ricevendo il sostegno di un attore fallito ed anche privo del talento necessario ed il proprietario di un piccolo locale di ritrovo. Nel corso della vicenda , i tre personaggi combineranno dei disastri che , apparentemente, hanno rovinato le vite altrui , ma poi , le vite vengono curiosamente migliorate.
Se mi vuoi bene viene introdotto dal protagonista del film che disquisisce della depressione , introducendo dei personaggi storici associati a questo malessere , che viene definito anche come il male di vivere ( citando Eugenio Montale ) , e quando il monologo sulla depressione cessa , il protagonista ( interpretato da Claudio Bisio ) finisce , ma non finisce il corso della sua vita , e quindi , l ' avvocato decide di cambiare le vite altrui con il supporto dei due co protagonisti interpretati da Flavio Insinna e Sergio Rubini .
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Il protagonista Diego svolge il mestiere di avvocato, tuttavia, egli stesso prende l' insana decisione di far cessare il corso della sua vita , e , nonostante abbia cercato di suicidarsi , per una coincidenza, non ci riesce , e col tempo , decide di porre dei cambiamenti nelle vite delle persone a lui vicine , ricevendo il sostegno di un attore fallito ed anche privo del talento necessario ed il proprietario di un piccolo locale di ritrovo. Nel corso della vicenda , i tre personaggi combineranno dei disastri che , apparentemente, hanno rovinato le vite altrui , ma poi , le vite vengono curiosamente migliorate.
Se mi vuoi bene viene introdotto dal protagonista del film che disquisisce della depressione , introducendo dei personaggi storici associati a questo malessere , che viene definito anche come il male di vivere ( citando Eugenio Montale ) , e quando il monologo sulla depressione cessa , il protagonista ( interpretato da Claudio Bisio ) finisce , ma non finisce il corso della sua vita , e quindi , l ' avvocato decide di cambiare le vite altrui con il supporto dei due co protagonisti interpretati da Flavio Insinna e Sergio Rubini . Gli attori selezionati per il film sono stati tutti innegabilmente validi , specialmente l' orgoglio pugliese Sergio Rubini , però, il film in questione può essere considerato un film più o meno decente, perché non riesce a prendere fino in fondo chi lo osserva , dato che non ha delle scene divertenti, può essere considerato un film drammatico, però , è difficile che in un film drammatico ci siano dei personaggi che causino danni , non intenzionalmente . I personaggi del film non sono un granché, esclusa l' ex moglie del protagonista che , sfortunatamente, rappresenta uno scialbo stereotipo : ovvero quello della donna italiana del Nord con dei modi snob e pomposi , mentre il personaggio di Gianmarco Tognazzi è un tassista che dipinge le bandiere e sogna di diventare un'artista e casualmente riesce a concretizzare il suo sogno , il personaggio di Flavio Insinna è un attore fallito che potrebbe essere considerato da alcuni cone un poveri imbecille che cerca vanamente di far sorridere gli spettatori , invece il personaggio di Sergio Rubini è una persona saggia e tranquilla che dipartisce misteriosamente verso la fine del lungometraggio. Sostanzialmente , il film di Fausto Brizzi non è una schifezza, può anche essere visto per curiosità, ma non è degno di essere ricordato e scolpito nella memoria e nei cuori di coloro che lo vedranno, perché anche questo film consiste nel tipico film italiano contemporaneo che non sa né di carne e né di pesce, è una commedia che non fa ridere , se,bra un film drammatico ma ci sono delle scene non adeguate per un film drammatico, per esempio , la scena dove le coppie vengono rovinate all' interno della tenuta del protagonista , ora , soffermandosi brevemente sulla sceneggiatura, essa risulta essere sufficiente, o forse , sarebbe corretto dire che la sceneggiatura raggiunge la sufficienza per il rotto della cuffia, perché un film del genere , non può essere provvisto di una sceneggiatura degna di nota.
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lizzy
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mercoledì 16 marzo 2022
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godibile, ma con i dovuti distinguo...
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Non sono d'accordo, questa volta, con le critiche estremamente negative a tutto il film.
Il cast sicuramente funziona (anche se io avrei fatto volentieri a meno del monocorde e scontato Insinna) e può far affidamento su veri e propri "animali da recitazione", non come in certi cinepanettoni messi assieme alla bell'e meglio.
Piuttosto alcuni sono veramente sprecati, come la mitica Amelia Monti e, in specialmodo, il grande Rubini.
Una cosa usata proprio male è il negozio stesso: questo "Le Chiacchiere" mi immaginavo si svelasse alla fine come un qualcosa di "esoterico" e creato da qualche mente divina illuminata per illuminare la strada agli uomini nel loro percorso terreno.
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Non sono d'accordo, questa volta, con le critiche estremamente negative a tutto il film.
Il cast sicuramente funziona (anche se io avrei fatto volentieri a meno del monocorde e scontato Insinna) e può far affidamento su veri e propri "animali da recitazione", non come in certi cinepanettoni messi assieme alla bell'e meglio.
Piuttosto alcuni sono veramente sprecati, come la mitica Amelia Monti e, in specialmodo, il grande Rubini.
Una cosa usata proprio male è il negozio stesso: questo "Le Chiacchiere" mi immaginavo si svelasse alla fine come un qualcosa di "esoterico" e creato da qualche mente divina illuminata per illuminare la strada agli uomini nel loro percorso terreno.
E invece no: esso si rivela un vero e proprio negozietto retrò senza arte nè parte con due persone che forse manco loro sanno qual'è il loro ruolo li.
E poi certe "esagerazioni" come la madre del protagonista che si riscopre assetata di sesso e sensazioni (tra l'altro mai sopite) in tarda età: il volerla accontentare di suo figlio ha qualcosa che stona anzichenò.
E infine, certo, financo troppo ovvia la scontatissima conclusione (che non riveleremo onde non levare il piacere a futuri eventuali spettatori).
Diciamo che il film si fa vedere comunque, ma, come si dice, "ci si poteva impegnare di più" come trama e sceneggiatura.
P.S. Ma perchè Laura Magni non viene mai chiamata al cinema? E' un'ottima caratterista. Stesso dicasi per il nostro Cochi (Ponzoni): ha recitato anche fin troppo poco un mostro sacro come lui.. gli han dato spesso delle parti stupidelle quando la persona ha sempre avuto delle notevoli potenzialità, financo da premio Oscaer.
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ilaria v.
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lunedì 11 gennaio 2021
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un film capolavoro sull''importanza dell''ascolto
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"Le chiacchiere non invecchiano, esistono solo nel momento in cui le pronunci e poi woh, volano via, sono magiche, non scolorano, non si rompono, ma se dette al momento giusto, possono salvarti la vita".
Sono proprio le chiacchiere quelle che mancano a Diego, ex avvocato di successo ma ora ammalato di depressione. In una serata grigia decide di farla finita e telefona, una ad una, a tutte le persone a lui care. Nessuna di queste sembra avere tempo per lui, ognuno è immerso nella propria schiacciante quotidianità. Il film si apre con questa immagine, e prende avvio il giorno successivo a quello del "fallito suicidio" del protagonista. Il suo sfaccendato errare per le strade del centro lo porterà al "negozio delle chiacchiere", uno spazio magico fuori dal tempo, pieno di oggetti antichi recuperati, frequentato da persone che stanno semplicemente bene insieme, leggendo o giocando a scacchi, e che vogliono scambiarsi qualche "chiacchiera" disimpegnata.
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"Le chiacchiere non invecchiano, esistono solo nel momento in cui le pronunci e poi woh, volano via, sono magiche, non scolorano, non si rompono, ma se dette al momento giusto, possono salvarti la vita".
Sono proprio le chiacchiere quelle che mancano a Diego, ex avvocato di successo ma ora ammalato di depressione. In una serata grigia decide di farla finita e telefona, una ad una, a tutte le persone a lui care. Nessuna di queste sembra avere tempo per lui, ognuno è immerso nella propria schiacciante quotidianità. Il film si apre con questa immagine, e prende avvio il giorno successivo a quello del "fallito suicidio" del protagonista. Il suo sfaccendato errare per le strade del centro lo porterà al "negozio delle chiacchiere", uno spazio magico fuori dal tempo, pieno di oggetti antichi recuperati, frequentato da persone che stanno semplicemente bene insieme, leggendo o giocando a scacchi, e che vogliono scambiarsi qualche "chiacchiera" disimpegnata. Qui, soprattutto grazie a Massimiliano, gestore del bar e moderno "grillo parlante", Diego capirà che non basta voler bene, bisogna anche cercare di fare del bene. Risoluto nell'intento di fare finalmente del bene ai propri parenti e amici Diego finirà per creare più danni che vantaggi, dando vita a situazioni divertenti e rocambolesche. La chiave di volta sarà per lui comprendere che "per aggiustare le cose ci vuole cura, amore, dedizione" e che le persone a volte si aiutano semplicemente ascoltandole.
Un film illuminato che accarezza l'anima, una commedia divertente dalla quale fa capolino una verità quanto semplice tanto ignorata nei tempi moderni.
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enzo70
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domenica 6 dicembre 2020
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film gradevole nella sua estrema semplicità
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Fausto Brizzi propone un film improntato al più estremo buonismo. E’ al limite del paradossale, infatti, la storia di Diego, interpretato da Bisio, un avvocato depresso che in un negozio di alimentari trova il metodo per affrontare la propria malattia; fare del bene agli altri. E così Diego aiuta la madre, il padre, il fratello, la figlia, la migliore amica, cerca di risolvere a tutti i guai provocandone altri. Ma che devo dire, questo film banale, scontato a me è piaciuto, sarà la simpatia per Bisio e per l’ottimo Sergio Soldini, ma in questo momento c’è bisogno di positività, di energia, anche di leggerezza. E l’inconsistenza di “Se mi vuoi bene” riflessa nell’inconsistenza di questa pandemia assume un significato.
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Fausto Brizzi propone un film improntato al più estremo buonismo. E’ al limite del paradossale, infatti, la storia di Diego, interpretato da Bisio, un avvocato depresso che in un negozio di alimentari trova il metodo per affrontare la propria malattia; fare del bene agli altri. E così Diego aiuta la madre, il padre, il fratello, la figlia, la migliore amica, cerca di risolvere a tutti i guai provocandone altri. Ma che devo dire, questo film banale, scontato a me è piaciuto, sarà la simpatia per Bisio e per l’ottimo Sergio Soldini, ma in questo momento c’è bisogno di positività, di energia, anche di leggerezza. E l’inconsistenza di “Se mi vuoi bene” riflessa nell’inconsistenza di questa pandemia assume un significato. Non concordo con la troppo severa bocciatura di critica e parte del pubblico. Se un film dichiaratamente non ha pretese, non ne deve avere lo spettatore. Che potrà per un ora e mezza distrarsi.
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cineasta70
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domenica 10 novembre 2019
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una commedia retro'
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Brizzi torna al cinema con una commedia che ricalca moltissimo lo stile di " Ex" quindi racconta una storia filo drammatica ( il protagonista vorrebbe suicidarsi ma non ci riesce) in chiave leggera con toni di commedia e ogni tanto vira sul drammatico ma senza esagerare. Il problema è che si ha subito la sensazione di rivedere Ex ma con attori diversi, la regia non si è ammodernata e risulta un po' vecchio stile, come tutto l'impianto del film in sostanza . Sergio Rubini come sempre non delude anzi regala momenti profondi alternati a quelli più ilari. Alcune scene sono divertenti soprattutto quelle con la Ocone che si dimostra essere un'attrice a tutto tondo.
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giancarlo salemi
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mercoledì 23 ottobre 2019
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una noia mortale
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Davvero un film senza capo nè coda questa specie di commedia introspettiva dove si salva a stento solo Brisio. Una storia ridicola, un film senza alcuno slancio vitale, un melodramma piccino piccino anche quando improvvisamente scompare - e non si capisce perché e come - Rubini nel ruolo di Massimiliano il dispensatore di Chiacchiere. Peccato, i film di Brizzi che disegnavano la nostra vita - prima fra tutti Notte prima degli esami - sono un ricordo lontano nel tempo.
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umberto
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domenica 20 ottobre 2019
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bisio non basta
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Commedia socio psico drammatica che fa ridere poco, ma in compenso fa un po' riflettere sul tema dei rapporti umani che oggi vengono sommersi dalla frenesia e dall'individualismo. La storia, oltre ad essere poco originale, risulta sempre un po' appesantita proprio dalla mancanza di momenti ironici forti che dovrebbero risvegliare lo spettatore. Non bastano sia Bisio, sia Insinna che la Monti a risollevare un po' l'umore, mentre Rubini è calato appieno nella parte. Brizzi stavolta non ha colpito nel segno.
Voto: 5,5
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nino pellino
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domenica 20 ottobre 2019
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commedia con spunti riflessivi sulla vita
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Pellicola più che discreta, diretta in maniera gradevole dal regista Fausto Brizzi. Ottima prova dell'attore Claudio Bisio, il quale si cala perfettamente nel ruolo del protagonista Massimiliano, personaggio che si prefigge di essere, in questa simpatica e gradevole commedia, portatore di buoni propositi, ma purtroppo strampalato nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Dopo un vano tentativo di suicidio, il cui intento è stato determinato da una serie di passate vicissitudini che gli sono capitate nella vita, per sfuggire al suo attuale stato di depressione, egli decide, con l'aiuto di alcuni nuovi amici che ha conosciuto presso il negozio "Chiacchiere" ubicato nei pressi del suo domicilio, di svolgere una serie di strategie benevoli per donare alle persone e ai parenti stretti che egli conosce dei momenti di felicità, tentando di aggiustare quelle situazioni che non vanno bene nelle loro vite.
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Pellicola più che discreta, diretta in maniera gradevole dal regista Fausto Brizzi. Ottima prova dell'attore Claudio Bisio, il quale si cala perfettamente nel ruolo del protagonista Massimiliano, personaggio che si prefigge di essere, in questa simpatica e gradevole commedia, portatore di buoni propositi, ma purtroppo strampalato nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Dopo un vano tentativo di suicidio, il cui intento è stato determinato da una serie di passate vicissitudini che gli sono capitate nella vita, per sfuggire al suo attuale stato di depressione, egli decide, con l'aiuto di alcuni nuovi amici che ha conosciuto presso il negozio "Chiacchiere" ubicato nei pressi del suo domicilio, di svolgere una serie di strategie benevoli per donare alle persone e ai parenti stretti che egli conosce dei momenti di felicità, tentando di aggiustare quelle situazioni che non vanno bene nelle loro vite. Ma tali sue bonarie azioni e idee, alla fine si riveleranno troppoo macchinose e controproducenti e che rischieranno pertanto di produrre disastrosi effetti collaterali per se e per coloro che risultano essere i beneficiari dei suoi propositi. Ma, nonostante ciò, Massimiliano non demorde e, testardo nei suoi intenti, riuscirà comunque a trovare alternative (tra l'altro, scaturite anche dal fato) a seguito delle quali i vari personaggi della storia rkiusciranno, nel bene e nel male, ad essere più felici nella vita. Ci sono inoltre in questo film anche momenti di malinconica riflessione sul fatto che la vita è come una ruota e come tale alcune persone care saranno destinate a lasciare questa esistenza e l'obiettivo e l'appagamento personale di Massimiliano di renderle almeno più felici prima del loro trapasso, sia stato raggiunto anche se in parte. Film pertanto caratterizzato da una buona morale che se fosse attuata nella realtà da tutti o da quasi tutti, renderebbe quantomeno questo mondo più felice e meno ostico.
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fab82ant72
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sabato 19 ottobre 2019
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un film davvero brutto
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Ieri sera siamo andati con degli amici a vedere questo nuovo film di Fausto Brizzi. Non avevamo grandi aspettative, viste le ultime pellicole, e ahinoi non siamo stati smentiti. Il film è di una noia mortale, non ha un guizzo, non ha un carattere, non ha uno stile e soprattutto non si ride mai. Attori sopra le righe, unico salvabile è Insinna, ma non basta. Lo sconsigliamo vivamente.
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