Wolf's Call è un insolito film, difficile da giudicare.
Le premesse sono ottime. Il film si apre e si chiude su scene d'azione, inseguimenti sottomarini e trovate originali degne dei più grandi "Caccia ad Ottobre Rosso" e "Allarme rosso".
Il film è diretto piuttosto bene, con una fotografia pulita. La recitazione, altalenante e diseguale a seconda degli interpreti, rimane dignitosa per un film di questo genere.
A ben guardare però, l'opera prima di Baudry pecca dell'elemento essenziale per poter dire di una pellicola "è un buon film": una scrittura degna di questo nome. E allora la bella confezione in cui sembrava delicatamente avvolto questo film, una volta aperta, si rivela desolatamente vuota.
Quando si esce dalle scene d'azione per entrare nel merito del racconto, "Wolf's Call" fa acqua da tutte le parti e affonda.
Lo sfondo del film è una strampalata crisi geopolitica tra l'Europa e la Russia, con quest'ultima che invade la Finlandia senza che gli Stati Uniti battano ciglia. Il tasso d'inverosimiglianza sarebbe sopportabile se ci fermassimo qui. Purtroppo Baudry, che è anche sceneggiatore, decide di spingersi molto più in là. Il soggetto principale della narrazione, la scoperta di un misterioso "suono" sottomarino non identificabile, sembra preludere ad una lunga e intensa caccia a un sommergibile di un nuovo tipo. Chanteraide, l'analista sonoro che scopre questo suono misterioso, indaga ma la sua gerarchia sembra volerlo ostacolare ostinatamente: perché non sarà dato sapere. Chanteraide disobbedisce, in quattro e quattr'otto risolve il mistero e senza neanche bisogno di insistere convince il suo superiore che, eppure, cinque minuti prima lo aveva messo agli arresti per insubordinazione. Come se non bastasse, si scoprirà poco dopo che il sottomarino dal suono misterioso ora finalemente identificato, non è quel che si pensa ma tutt'altra cosa, con un espediente narrativo che sembra uscito dal cappello di un prestidigitatore e con un ritmo di sviluppo che pare una cinematica da videogioco. Se a questo aggiungiamo ancora un sommozzatore che si lancia alla ricerca di un sottomarino "alla cieca" in fondo al mare e una storia d'amore uscita dal nulla e totalmente fine a sé stessa, il quadro è completo.
Nell'insieme, questo film risulta assai strano anche perché, alla fin fine, la Marina Francese ci fa una pessima figura (sostenuta in questo anche dall'interpretazione di Kassovitz, che sembra ancora interpretare Nino, solo più vecchio e in divisa). Film di eroi allora, o di anti-eroi? Tratto originale, o semplice difetto di sceneggiatura? Difficile a dirsi, tanto il film, tolte le scene d'azione, non sembra esattamente sapere dove voglia andare a parare, tanto che ad un certo punto non si capisce nemmeno più chi sia il protagonista della storia, tra l'analista, l'ammiraglio, il comandante del sottomarino nucleare e quello dell'altro sottomarino francese. Insomma: un pastrocchio!
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