Un giorno di pioggia a New York

Woody fruga nel cassetto dei ricordi e sfoga la nostalgia per i libri di scuola, le gambe delle compagne di classe e le piccole avventure improbabili di ragazzi ricchi - ma acculturati. Il film non vuole proporci nulla di nuovo, ma è un continuo richiamo ad elementi passati e a ciò che costituisce repertorio di conforto per il regista.
Tutto è possibile e, benché tutto accada, non ci sono conseguenze, la normalità è restaurata come per magia al termine della vicenda. Midnight in New York, ma più triste e di giorno. Ancora una volta, il dio buono dell'alta borghesia spiega le sue mani salvifiche su questi baldi giovani a Central Park. C'è chi ha cercato di approfittarsi di una docile ventunenne, chi ha scoperto che la propria irreprensibile madre è severa perché ricevette un'educazione da escort, eppure...si fila liscio. Questi giovanissimi vivono i loro immaturi intrecci amorosi in maniera totalmente disinvolta, sotto una pioggia costante. Vi sono due storie: quella degli "adulti" (il regista, l'aiutante e l'attore) e quella parallela vissuta dai ragazzi. Ma l'occhio di bue punta su questi ultimi ed il pubblico si confonde. Che senso ha tutto ciò? Tentativo di regalare maggiore visibilità a Selena Gomez a parte.