Dal 14 Novembre 2022 è nelle sale l’ultimo film diretto dall’accreditato critico e regista americano Peter Bogdanovich prima della sua morte (è venuto a mancare il 06 Gennaio di quest’anno a 82 anni), il bellissimo documentario “The Great Buster: A Celebration”, un sentito omaggio celebrativo, come recita il titolo originale, al monumentale attore e regista del muto Buster Keaton.
Questa pellicola è un appassionato documentario di un regista innamorato di chi lo ha ispirato.
L’opera ricostruisce, mediante il ricco materiale di repertorio e d’archivio, la raccolta di tutti i film restaurati e le testimonianze dei cineasti suoi ammiratori, le tappe principali della carriera di Keaton, uno dei più grandi talenti comici di sempre, un mito, un genio nel suo ambito.
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Dal 14 Novembre 2022 è nelle sale l’ultimo film diretto dall’accreditato critico e regista americano Peter Bogdanovich prima della sua morte (è venuto a mancare il 06 Gennaio di quest’anno a 82 anni), il bellissimo documentario “The Great Buster: A Celebration”, un sentito omaggio celebrativo, come recita il titolo originale, al monumentale attore e regista del muto Buster Keaton.
Questa pellicola è un appassionato documentario di un regista innamorato di chi lo ha ispirato.
L’opera ricostruisce, mediante il ricco materiale di repertorio e d’archivio, la raccolta di tutti i film restaurati e le testimonianze dei cineasti suoi ammiratori, le tappe principali della carriera di Keaton, uno dei più grandi talenti comici di sempre, un mito, un genio nel suo ambito.
Notevole è in questo senso la cura filologica che il regista ha coltivato soprattutto nell’approccio e nella fase di scrittura. Pur muovendosi su strade convenzionali e consolidate, l’interessante documentario riesce comunque a creare qualcosa di nuovo e coinvolgente, qualcosa di godibile e piacevole, vitale ed esilarante in perfetto stile Keaton.
Il meticoloso e magistrale restauro delle opere d’archivio fa vivere la magia di Keaton sul grande schermo, mentre le interviste ad amici, familiari, collaboratori e a un gruppo di artisti influenzati dall’originalità della sua visione (tra gli altri: Mel Brooks, Werner Herzog, Cybill Shepherd, Quentin Tarantino) ritraggono approfonditamente una vita e un personaggio la cui complessità, audacia, “indistruttibilità” fisica e grazia furono eguagliate soltanto dal fascino delle straordinarie opere da lui realizzate.
La carriera di Keaton è stata caratterizzata da un eccezionale talento artistico, dall'espressione stralunata e malinconica dei suoi personaggi e, soprattutto, per il talento acrobatico nelle gag che lui portava sul grande schermo (girava stunt incredibili e senza controfigura).
Bogdanovich ci offre della maschera impassibile e imperturbabile di Keaton (sempre reattivo di fronte alle situazioni più impreviste o impossibili capitategli), un piccolo saggio di Storia del Cinema, tra analisi di alcune scene delle pellicole più famose del maestro del capitombolo, e cenni della sua vita privata: i vari matrimoni fallimentari, il difficile rapporto con gli Studios per il controllo produttivo e la necessaria indipendenza, le presunte difficoltà economiche, la caduta nella depressione e nell'alcolismo, il riavvicinamento con i figli, la morte per cancro ai polmoni avvenuta nel 1966.
Ma l'aspetto più rilevante sul quale il regista pone l’attenzione è nell'influente eredità che Keaton ha lasciato ai posteri, un’eredità che ha il suo maggior fascino nell’armonica e magica unione di tempi, ritmo, azione e meccanismi di divertente comicità, mai banale e sempre intelligente, audace, riflessiva ed emozionante.
E, in fondo, è proprio questo che ci vuol dire Peter Bogdanovich con questa sua opera celebrativa: il cinema di Keaton non è ancora (per fortuna) un pezzo da museo da contemplare o studiare a distanza, ma una materia ancora viva, pulsante e vitale, un (s)oggetto fluido e dinamico da (ri)scoprire nel contemporaneo.
Non c’è chiusura più bella di questa per la filmografia di un regista come Bogdanovich che ha tanto amato il Cinema del passato, dichiarandolo in ogni sua pellicola; e non c’è cosa più appropriata che concludere la propria carriera artistica giustappunto con un film come questo affettuoso documentario che lo e ci riporta alle origini del Cinema e dei suoi più grandi pionieri…
Presentato al Festival Cinematografico di Venezia 2018, “The Great Buster” ha vinto il premio “Venezia Classici per il Miglior Documentario sul Cinema”.
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