L’opera si presenta sul grande schermo come un remake, ad opera dello stesso autore Sebastián Lelio, della preziosa Gloria (2013), avvalendosi di un cast e di un’ambientazione tutta americana dove spicca la talentuosa e pluri-premiata Julianne Moore.
Il regista cileno ripropone a noi pubblico uno dei suoi lungometraggi più riusciti, mantenendo invariata la storia e l’intreccio di base, l’evoluzione e l’emancipazione della protagonista pur con le dovute differenze temporali e geografiche.
I film-remake (singolare in questo caso essendo ad opera dello stesso creatore) sono caratterizzati da un doppio approccio critico o dei metri di giudizio: il primo che cerca di decifrare la pellicola come opera a sé stante, il secondo, immancabilmente, cerca di relazionarla e paragonarla con la sua parente più stretta.
Gloria Bell reclama la propria autenticità ma sia per esigenze di sceneggiatura si per scene interamente copiate, se è legittimo l’uso della parola «copiare», rimane legata al film omonimo con il pregio di affacciarsi ad un pubblico più ampio.
La pellicola si snoda e dipinge la vita di Gloria, bellissima donna di mezza età il cui lavoro monotono di consulente viene stimolato da svariate serate in locali e piste da ballo, da una ricercata attenzione da parte della famiglia e dalla «caccia» di una nuova fiamma capace di (ri)animare la solitudine del post-divorzio.
Il lungometraggio, nonostante la buona base di partenza e la innegabile capacità della Moore di donarci la propria interpretazione di Gloria (già estremamente riuscita nella performance, premiata a Berlino, di Paulina García), non coinvolge completamente il pubblico.
La narrazione procede in modo coerente ma priva di una reale suspense o tensione dalle scelte più comuni o banali dell’accendersi una sigaretta (nonostante Gloria abbia smesso di fumare) a quelle più audaci e sfrontate nelle «scappatelle» romantiche con Arnold, interpretato da un’imbarazzante e disperato John Turturro.
Le profonde aspirazioni di Gloria si scontrano e lottano con una società che non riesce a comprenderla nella sua essenza più pura. La ricerca di una vita ricca di avventure e viaggi inaspettati, lontani dalla monotonia del lavoro e del vuoto del suo appartamento, del raggiungimento di un vincolo ombelicale ed intimo con i propri figli per i quali il solo essere «madre» non è sufficiente: l’essere accettata per la donna che è, spensierata ed energica, emancipata ed auto-sufficiente, consapevole delle proprie possibilità ed i propri limiti, uno spirito realmente libero da ogni vincolo e legame castrante.
09/03/2019