Arrivederci Saigon

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Un film di Wilma Labate. Con Rossella Canaccini, Franca Deni, Daniela Santerini, Viviana Tacchella Documentario, durata 80 min. - Italia 2018. - Cinecittà Luce uscita mercoledì 31 ottobre 2018. MYMONETRO Arrivederci Saigon * * * - - valutazione media: 3,32 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

The way we were Valutazione 3 stelle su cinque

di vanessa zarastro


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giovedì 27 settembre 2018

La regista Wilma Labate in questo documentario ha raccontato una storia vera di cui non si era mai sentito parlare, avvenuta proprio nel famoso ‘68.
Il film “Arrivederci Saigon” è tutto giocato sul montaggio (Mario Marrone). Infatti, Wilma mette insieme la storia di un complesso musicale femminile toscano formatosi in quegli anni “Le Stars”, con brani di filmati di repertorio che rappresentano ciò che avveniva contemporaneamente nel mondo: le interviste alle protagoniste sono inframezzate da immagini di repertorio di manifestazioni politiche svoltesi a Parigi, a New York, a Washington, ma anche a Roma e a Milano, oltre a immagini della guerra nel Sud del Vietnam. Tante in quegli anni furono le marce per la pace nel mondo, le veglie in favore del Vietnam, le manifestazioni anti-americane, oltre a quelle più. Ogni tanto si vedono anche scene nella Piombino attuale da dove la maggior parte delle ragazze provenivano, con i suoi graffiti street art e le sue fabbriche.
Le protagoniste di un’avventura sul fronte di Saigon sono: Rossella Canaccini (voce solista), Viviana Tocchella (pianista), Daniela Santerini e Franca Deni e una quinta ragazza che ha deciso di non partecipare al documentario, probabilmente perché ha voluto dimenticare questa esperienza. Figlie di operai comunisti delle fabbriche di Piaggio Pontedera, delle acciaierie di Piombino o del porto di Livorno le ragazze, dotate di uno straordinario talento, accettarono ingenuamente di seguire un manager – che si rivelò essereun po’ truffaldino - che le portava in giro in varie tournée. Nonostante quattro su cinque fossero minorenni affrontarono un viaggio in Estremo Oriente senza sapere esattamente i luoghi e i percorsi che avrebbero fatto, ma pensando di andare a Hong Kong, nelle Filippine e a Singapore. Si ritrovarono invece a tenere su il morale delle truppe Americane in Vietnam, sostenendo fino a quattro concerti al giorno sulle linee del fronte.
L’ignoranza, la paura, l’imbarazzo, la nostalgia di casa…tanti erano i sentimenti, anche talvolta contrastanti, che hanno provato in tre mesi. “Le Stars” provavano pena per tutti quei ragazzi giovani mandati a morire così lontano da casa, ma non potevano non riscontrare gravi episodi di razzismo, sia nei confronti  dei Vietcong sia nei confronti dei neri. In particolare hanno raccontato l’episodio in cui un autista ha obbligato un soldato nero a scendere dal suo autobus, quindi le coraggiose ragazze scesero anche loro per protesta.La dura esperienza di quei mesi però è stata, comunque, per le musiciste un’occasione irripetibile per incontrare i neri americani, confrontarsi con loro suonando e cantando la loro musica.
Le cinque ragazze, una volta tornate non hanno potuto raccontare troppo di questa esperienza agghiacciante, perché venivano accusate di essere filo-americane perché cantavano alle truppe. Una delle cinque ragazze che si era ammalata in Vietnam, uscì al gruppo e scelse di fare l’infermiera, a turno man mano si separarono. Hanno suonato per gli yankees, un’onta che per le famiglie, gli amici, i compagni della sezione del Partito Comunista e gli studenti in lotta, è impossibile da cancellare.
La guerra del Vietnam è considerata il maggiore conflitto combattuto dagli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale e durò dal 1960 fino all’aprile del 1975, una guerra tra statunitensi e vietnamiti. Si trattò di un conflitto ingiusto e brutale che costò al Vietnam, secondo le cifre del Governo, oltre 5 milioni di vittime in gran parte civili e agli Stati Uniti 60.000 soldati.

 

Rossella, dopo una breve stagione da solista, aprì una scuola di canto e Viviana iniziò a dare lezioni di pianoforte.
Il film ha una colonna sonora d’eccezione che fa venire i brividi a tutti quelli che c’erano in quegli anni; il rithm & blues e il Soul di Otis Redding e di Aretha Franklin, di Nina Simone e Wilson Pickett, accompagnano le dichiarazioni pacifiste di Martin Luther King.
È stata brava Wilma Labate a elaborare questa ricerca negli Archivi dell’Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, all’Istituto Luce e a Rai teche. Purtroppo non è stato possibile trovare i concerti tenuti da “Le Stars” in Vietnam.
Presentato quest’anno a Venezia nella Sezione Sconfini, “Arrivederci Saigon” ha ottenuto meritatamente il successo del pubblico e della critica.

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