samanta
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giovedì 5 ottobre 2017
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un corto circuito della fantasia
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Il film che ha avuto un budget colossale (104 milioni di $) è il sequel del precedente Kingsman Secret service, ritengo peraltro che trattandosi di un sequel di non fare raffronti con il precedente, ma solo recensire il seguito che ha una sua autonomia: Il regista del film è Matthew Vaughn che ha diretto anche il film precedente e che ha un modesto curriculum nella regia cinematografica. La trama: un'agenzia di investigazione denominata Kingsman che lavora per i servizi segreti inglesi è mascherata dietro una sociatà di sartoria maschile di alto livello (in Savile Row) viene attaccata da un organizzazione criminale che ha il monopoliio della droga capeggiata da una donna Poppy (Julianne Moore) che distrugge le sue varie sedi.
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Il film che ha avuto un budget colossale (104 milioni di $) è il sequel del precedente Kingsman Secret service, ritengo peraltro che trattandosi di un sequel di non fare raffronti con il precedente, ma solo recensire il seguito che ha una sua autonomia: Il regista del film è Matthew Vaughn che ha diretto anche il film precedente e che ha un modesto curriculum nella regia cinematografica. La trama: un'agenzia di investigazione denominata Kingsman che lavora per i servizi segreti inglesi è mascherata dietro una sociatà di sartoria maschile di alto livello (in Savile Row) viene attaccata da un organizzazione criminale che ha il monopoliio della droga capeggiata da una donna Poppy (Julianne Moore) che distrugge le sue varie sedi. Gli agenti superstiti tra cui Galahad (Taron Egerton), ad essi si aggiunge poi Harry (Colin Firth) che rimasto ucciso nel primo film in realtà era vivo, decidono di reagire. Per sconfiggere i criminali che intendono tramite l'avvelenamento delle droga porre un colossale ricatto. gli agenti inglesi si alleano con un analoga organizzazione americana gli Statesman che si nasconde dietro una fabbrica di wiskiy, non proseguo nella trama per non compromettere l'interesse di chi vuole vedere lo spettacolo.
Il fim ha un cast di tutto rispetto altri attori, tra i tanti, sono Halle Berry ed Elton John che più che recitare fa la "macchietta" di sé stesso" ed ha un'impostazione sul comico demenziale o meglio grottesco, in cui eccelle la sempre brava Julianne Mooore, inoltre lo spettacolo possiede una carica adrelanica che non da alcuna tregua allo spettatore. E' infatti l'apoteosi degli effetti speciali e della grafica computerizzata, il che ovviamente va a discapito di una sceneggiatura ridotta all'osso e priva di contenuti nonché dei dialoghi, questi ultimi sono non solo concisi ma assai poveri di espressione, direi quasi infantili,e per lo più si risolvono in battute più o meno comiche. D'altra parte cosa si può aspettare da questo tipo di film in cui l'azione non solo è continua e martellante ma è anche accompagnata dal fragore dei suoni e da una valanga di effetti speciali che distrae lo spettatore impedendogli qualsiasi momento di riflessione o di pausa. Io non credo però che assorbendo i mezzi in questo tipo film la cinematografia possa avere alla lunga un vantaggio piuttosto penso che subirà un'ulteriore crisi. In ogni caso il film è da un punto di vista dello spettacolo più che visibile e piacerà ai ragazzini grazie agli effetti speciali veramente notevoli .
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tmpsvita
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venerdì 22 settembre 2017
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il primo non si raggiunge ma il film funziona
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Dopo tre anni dal primo, straordinario capitolo arriva questo sequel nel quale è presente un cast d'eccezione composto da: Julianne Moore, Halle Berry, Colin Firth, Jeff Bridges, Elton John, Mark Strong, Pedro Pascal, Channing Tatum e Taron Egerton.
Insomma un grandissimo cast, una grande produzione e un budget considerevole, ben 104 milioni (20 in più rispetto al primo) per un film accolto da tiepide recensioni.
Naturalmente dopo queste prime considerazioni da parte dei critici, perlopiù americani, le mie aspettative so sono un po' placate anche se, a dire la verità, non erano molto alte neppure prima per ragioni che cercherò di spiegare in seguito.
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Dopo tre anni dal primo, straordinario capitolo arriva questo sequel nel quale è presente un cast d'eccezione composto da: Julianne Moore, Halle Berry, Colin Firth, Jeff Bridges, Elton John, Mark Strong, Pedro Pascal, Channing Tatum e Taron Egerton.
Insomma un grandissimo cast, una grande produzione e un budget considerevole, ben 104 milioni (20 in più rispetto al primo) per un film accolto da tiepide recensioni.
Naturalmente dopo queste prime considerazioni da parte dei critici, perlopiù americani, le mie aspettative so sono un po' placate anche se, a dire la verità, non erano molto alte neppure prima per ragioni che cercherò di spiegare in seguito.
Quindi non né sono rimasto deluso perché il film funziona abbastanza bene come sequel e in più raggiunge l'obbiettivo che si prefissa, ovvero divertire con tanto umorismo ed intrattenere con delle scene d'azione mozzafiato.
Però non riesce, neanche lontanamente, a raggiungere il livello qualitativo del suo predecessore.
Ciò che manca è il forte e perenne senso di novità e genialità che aveva contraddistinto "The Secret Service", si nota molto, invece, uno spirito più commerciale e meno coraggioso anche se sempre molto sopra le righe.
Questo lo constatai già quando vidi per la prima volta il trailer, di cui non né rimasi del tutto convinto, soprattutto per via del colpo di scena riguardante il personaggio interpretato da Colin Firth e la sua "resurrezione"; è stato molto demoralizzante vedere questo ritorno ma non perché non mi piacesse il personaggio in sé, anzi tutt'altro, questa mia demoralizzazione è dovuta proprio perché, nel primo capitolo, lui mi piacque molto e la sua improvvisa morte mi aveva colpito davvero tanto, è stata una scelta molto coraggiosa da parte del regista e ora questo voler in un certo senso cancellare quel passaggio e così anche sminuirlo non mi aveva per niente soddisfatto, mi è sembrato un brutto passo indietro.
Nel film si cerca in maniera molto inventiva di spiegare come ciò sia possibile; la spiegazione, per quanto contestualizzata in mondo assurdo ed esagerato, non mi ha convinto ancora del tutto ma già riesco ad accettarla un po di più.
Inoltre la pellicola risente anche di altri, pochi punti deboli, come ad esempio una durata leggermente troppo lunga, avrei tagliato due o tre gag che funzionavano meno.
Un'altra differenza piuttosto sostanziale tra i due film è il tipo di comicità, perché se da un lato troviamo la geniale, esagerata satire sugli spy movie che ci propone il primo, qui ho riscontrato una comicità che vira molto di più sul demenziale leggermente più stupido, banale e soprattutto convenzionale che, per quanto riesca a far sorridere in più di un'occasione, non stupisce.
Alla regia ritroviamo, invece, Matthew Vaughn che con molta più sicurezza realizza delle sene d'azione molto più esagerate ma anche sensazionali, grazie ad un coraggio con la cinepresa davvero notevole. Mette insieme delle inquadrature e degli slow-motion molto suggestivi e crea dei piani sequenza grandiosi e incredibilmente lunghi (per un film di questo genere) , perfettamente mascherati come tali da un montaggio veloce e funzionale e da degli effetti visivi eccezionali.
Ho apprezzato tanto anche la sceneggiatura che con una buona trama, degli ottimi nuovi personaggi, alcune idee strampalate e molti colpi di scena, compensa con la "resurrezione" di Firth, anche se è presente qualche piccola ingenuità soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi.
Ottimi i vari attori, straordinario e geniale Elton John che con il suo incredibile contributo rende questo un film molto più difficile da dimenticare; avrei preferito, però, anche una maggiore presenza sia di Channing Tatum che Jeff Bridges, due personaggi un po' trascurati e superficialmente trattati (molto probabilmente saranno destinati a degli spin-off oltre che ad altri possibili seguiti).
Ultima nota per la colonna sonora visto che è un aspetto fondamentale per un film, ultimamente soprattutto se grande (visti i vari La La Land, Guardiani della Galassia, Baby Driver, ecc ecc), ecco devo dire di essere rimasto deluso perché troppo canonica, prevedibile e poco azzardata, in particolar modo se considerato tutto il resto del film.
VOTO: 7 - /10
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cristian
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mercoledì 4 ottobre 2017
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"i modi definiscono l'uomo"
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Lo sceneggiatore e regista inglese Matthew Vaughn riporta nelle sale cinematografiche le impeccabili spie inglesi della sartoria Kingsman. Il secondo capitolo segue le orme del primo e impeccabile episodio riuscendo ad essere addirittura più adrenalinico e bizzarro ma meno efficace dal punto di vista narrativo.
Galahad (Taron Egerton) e Merlino (Mark Strong) sono gli unici sopravvissuti ad un attacco che ha quasi annientato definitivamente la Kingsman. Di fronte a tale situazione ai superstiti non resta che rivolgersi ai cugini americani della Statesman tra cui spiccano gli agenti Whiskey (Pedro Pascal), Tequila (Channing Tatum) e Ginger Ale (Halle Berry), capeggiati da Champagne (Jeff Bridges).
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Lo sceneggiatore e regista inglese Matthew Vaughn riporta nelle sale cinematografiche le impeccabili spie inglesi della sartoria Kingsman. Il secondo capitolo segue le orme del primo e impeccabile episodio riuscendo ad essere addirittura più adrenalinico e bizzarro ma meno efficace dal punto di vista narrativo.
Galahad (Taron Egerton) e Merlino (Mark Strong) sono gli unici sopravvissuti ad un attacco che ha quasi annientato definitivamente la Kingsman. Di fronte a tale situazione ai superstiti non resta che rivolgersi ai cugini americani della Statesman tra cui spiccano gli agenti Whiskey (Pedro Pascal), Tequila (Channing Tatum) e Ginger Ale (Halle Berry), capeggiati da Champagne (Jeff Bridges). Il nemico da abbattere prende il nome di Poppy (Julianne Moore), una spietata narcotrafficante che tenta di ottenere dal governo degli Stati Uniti la legalizzazione della droga.
Kingsman-Il cerchio d’oro inaugura col botto la stagione autunnale cinematografica. La pellicola, targata M. Vaughn, mette in chiaro sin dall’apertura su quale tasto si spingerà nei prossimi 140 minuti: l’azione sfrenata. Dunque, uno degli aspetti che più aveva funzionato in Kingsman-Secret Service viene elevato al massimo grado e gli si da il compito di intrattenere lo spettatore senza stancare mai. Senza troppi giri di parole, Kingsman 2 si offre ad un pubblico che lo conosce e ne apprezza la matrice, sostando soltanto a intervalli regolari su personaggi già ben caratterizzati nel primo episodio e che non hanno bisogno di ulteriori presentazioni. Galahad e Merlino si trovano loro malgrado ad agire da soli e il cambio di location che li porterà in America giova agli occhi del pubblico che ha modo di allontanarsi dal trambusto londinese e addentrarsi nel più selvaggio Kentucky. Tutto ciò non prima di salutare degnamente la regale città con funamboliche e mirabolanti gesta. Gli egregi cugini americani della compagnia segreta Statesman sono di tutt’altra pasta rispetto ai gentlemen inglesi mettendo in mostra metodologie e tecnologie completamente diverse. La missione che gli Statesman e i reduci della Kingsman devono affrontare insieme è, come nel prequel, di portata mondiale e per certi aspetti nemmeno troppo dissimile dalla precedente. L’antagonista, Poppy, un personaggio molto sopra le righe, ha intenzione di costringere il governo americano a legalizzare le droghe. Messaggio che, ammantato dalla divertente trasposizione cinematografica, è nella realtà molto serio e quanto mai attuale. In un mondo bigotto, dove l’utilizzo di droghe viene accostato esclusivamente a gente non perbene o addirittura a criminali, Vaughn ci tiene particolarmente a sottolineare che non è così e che il consumo di droghe non è accostabile alla condotta morale di una persona. Poppy, da parte sua, è stanca di non potersi godere una tranquilla vita da super milionaria perché costretta dalla legge a nascondersi. Un tentativo estremo di liberarsi da tali invisibili catene la porterà direttamente in contatto con un altrettanto machiavellico Presidente degli Stati Uniti, interpretato da Bruce Greenwood. Le scene girate all’interno della sala ovale e nella tana di Poppy sono certamente le più irriverenti dell’intera pellicola. La storia contiene pochi dialoghi e ha una verve sicuramente più contenuta in confronto al primo episodio. L’azione spadroneggia e diletta lo spettatore tramite movimenti di camera a 360° e armi tecnologicamente assurde. La solita buona razione di violenza è assicurata ma non si può fare a meno di accorgersi, in diversi momenti, di assistere a scene viste in Secret Service e qui rimescolate. Con molto meno da raccontare e, necessariamente, più da mostrare, Kingsman - Il cerchio d’oro procede spedito e deciso verso il finale.
Il cast e i personaggi
Taron Egerton: Eggsy/Galahad
Personaggio dalla solidità discutibile, forse troppo poco esperto per reggere la scena insieme ad attori rodati come Colin Firth e Mark Strong. Faccia da schiaffi nel primo capitolo, l’Eggsy di Taron Egerton (delizioso in Eddie the Eagle) è comunque più maturo e incivilito ne Il cerchio d’oro, seppur su di lui aleggia sempre una nuvola di anonimato che però a tratti riesce a dissolversi e a farlo emergere un po’ di più.
Mark Strong e Colin Firth: Merlino e Harry Hart
Punti fermi e solide colonne di sostegno del protagonista, Vaughn non è riuscito a rinunciare specialmente a Colin Firth, dato per morto nel prequel e adesso miracolosamente tornato in vita. Un contentino per i fan? Probabilmente sì. Senza dubbio ottime le interpretazioni del duo Strong-Firth, ancora una volta impeccabili nel portamento, simpatici e spietati quando si tratta di eliminare i nemici.
Julianne Moore: Poppy
Svitata, brutale, dannatamente ricca ma ingabbiata nel suo piccolo mondo artificiale anni ‘50/60, Julianne Moore è credibilissima nella parte della narcotrafficante Poppy. Senza alcuna pietà per la vita umana, l’antagonista è una donna sola, senza affetti, unicamente circondata da mercenari e terrorizzata dal mondo esterno che ha già pronta per lei una pesante condanna. Poppy è una persona anaffettiva, incapace di creare qualsiasi tipo di legame anche quando, nei limiti del possibile, potrebbe farlo: al posto di veri cani ne ha due completamente robotici, spietati e freddi, che rispecchiano perfettamente l’interiorità del personaggio.
Bruce Greenwood: Presidente degli Stati Uniti
Piccola menzione per questo personaggio, pure fuori dagli schemi come tutti gli altri dell’universo Kingsman. Quando il capo del Paese più potente del mondo viene presentato in maniera così irriverente non si può fare a meno di non chiedersi fino a che punto siano velati i riferimenti a chi siede davvero dietro la scrivania della sala ovale. Dunque, il Presidente interpretato da Greenwood, col suo cinismo e la sua incapacità di vedere oltre il proprio naso, è semplicemente un esemplare veicolo del pensiero di massa?
Kingsman-Il cerchio d’oro è un sequel riuscito. Vaughn sfrutta in maniera eccellente gli elementi di intrattenimento già contenuti nel primo film senza cadere nell’esagerazione, compito difficile per un’opera che di per sé è iperbolica. La sceneggiatura racconta poco o comunque di meno rispetto a Secret Service ma ciò che conta ne Il cerchio d’oro è il divertimento puro, tra le cui pieghe si riesce a infilare un messaggio non banale.
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matteofedele
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lunedì 2 ottobre 2017
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non un passo falso, ma comunque un passo indietro
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In un mondo (tristemente simile al nostro) in cui chiunque si fa di sostanze e il presidente USA ha divertite tendenze fasciste operano i britannici Kingsmen e gli statunitensi Statesmen, orgogliose incarnazioni dei più banali stereotipi dei loro Paesi. Se i primi si atteggiano a damerini altezzosi e camminano come se avessero un ombrello inserito nel canale anale, i secondi sono cowboy alcolizzati dotati di attrezzature talmente improbabili che neanche gli stivaletti a molla di Paperinik (un lazo laser sarebbe ridicolo anche in un film di “Star Wars”).
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In un mondo (tristemente simile al nostro) in cui chiunque si fa di sostanze e il presidente USA ha divertite tendenze fasciste operano i britannici Kingsmen e gli statunitensi Statesmen, orgogliose incarnazioni dei più banali stereotipi dei loro Paesi. Se i primi si atteggiano a damerini altezzosi e camminano come se avessero un ombrello inserito nel canale anale, i secondi sono cowboy alcolizzati dotati di attrezzature talmente improbabili che neanche gli stivaletti a molla di Paperinik (un lazo laser sarebbe ridicolo anche in un film di “Star Wars”). L’aspetto positivo dei secondi (capitanati da un Jeff Bridges sigaromunito) è che non hanno animali da compagnia coi quali imbastiscono equivoche relazioni sentimentali.
Quando la loro umile base viene allegramente fatta esplodere e il loro organico ridotto all’essenziale, gli “uomini del re” si rifugiano dai cugini yankee e scoprono che questi hanno salvato la vita a Colin Firth con un intervento fantascientifico che nemmeno gli ufficiali medici di “Star Trek”. Il fu Mark Darcy (qui in versione Deathstroke) si conferma il personaggio più divertente (per non dire ridicolo) dell’ensemble. Se nel primo film era una figura paterna per Taron Egerton, in questo fa la parte del nonno con l’Alzheimer. A proposito del buon Taron, ha sviluppato un’angosciante passione per l’arancione e ha trovato la pentola magica, nel senso che si è fidanzato con la reale da lui salvata e sessualmente soddisfatta alla fine del primo film. Eggsy (questo il triste nome del suo personaggio) è un bravo bambino, quindi se fa sesso anale con una sconosciuta, poi ci si mette insieme. Anche stavolta è la bionda principessina svedese quella da salvare, insieme a tutti gli altri consumatori di droghe del mondo, strumenti di ricatto della signora del kitsch Julian Moore, narcotrafficante desiderosa di essere considerata onesta imprenditrice e di conseguenza di non essere più costretta a nascondersi in mezzo a una giungla. I Testimoni di Geova non le suonano mai il campanello e si lamenta. Mecenate della robotica e sostenitrice del cannibalismo, nel momento in cui dei nemici penetrano nel suo parco giochi facendo strage della sorveglianza non ritiene utile scappare o procurarsi un’arma per autodifesa. Il cerchio d’oro del titolo è il nome della sua organizzazione multinazionale, nonché il simbolo tatuato sulla pelle dei suoi sottoposti, simbolo che lei ha scelto perché boh. Probabilmente le piace “Il Signore degli Anelli”. Anziché negoziare con questa terrorista per salvare i tossici, il presidente Hitler li rinchiude, ognuno nella propria gabbietta. Perché rinchiuderli tutti insieme era troppo ovvio.
Lieto fine scontato. Halle Berry viene promossa agente operativa per mancanza di personale, senza aver fatto nulla per dimostrarsi idonea. Il giovincello protagonista è costretto ad ammogliarsi perché altrimenti la fidanzata lo molla e non ritiene necessario invitare alla cerimonia la propria madre e la propria sorella minore.
La scena migliore? Mark Strong canterino, la cui morte è identica a quella di John Barrowman nell’ultimo episodio della quinta stagione di “Arrow”. Altre scopiazzature palesi? Lo sgherro dell’antagonista è un ex-amico che ora ha un braccio di metallo. Lui e il Soldato d’Inverno avrebbero tanto da dirsi.
Ben girate le numerose sequenze d’azione, ma nessuna si avvicina a quella davvero spettacolare della chiesa vista nel primo film. Esiguo il ruolo di Channing Tatum (ancor più di quello da macchietta di Elton John), il che è una sgradita sorpresa dato che la campagna marketing è basata ampiamente su di lui. A proposito del cantautore britannico, è stato rapito da diverso tempo e nessuno se n’è accorto, o a nessuno importa.
Il primo sequel della carriera registica di Matthew Vaughn è dunque un passo indietro rispetto al proprio predecessore. A differenza del proprio predecessore (tratto da una miniserie fumettistica di Mark Millar e Dave Gibbons), questo sequel non aveva alcuna base fumettistica (e si vede). E se non c’era una base fumettistica, perché fare questo sequel? (domanda retorica)
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verbavolant
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sabato 30 settembre 2017
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demenziale, dissacrante ma privo di vero ritmo e t
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Proseguendo nel filone storico dei film demenziali (dal protostorico Hellzapoppin al primo Casino Royale con Woody Allen fino a Mezzogiorno e mezzo di fuoco) prende in giro la storia del cinema con una infinita serie di citazioni (i cani di Django, la tutina di Burt Raynolds, American Graffiti ma anche la colata d'oro di Goldfinger fino ai più recenti inseguimenti di auto). Cast stellare ma di gran lunga il migliore è il "non attore" Elton John che rispolvera i suoi famosi occhiali e costumi di scena in un'esilerante parodia di se stesso. Però il film non decolla, si svolge più in episodi che in un vero intreccio, compiacendosi negli effetti speciali e nello stimolare il cinefilo a ricordare il già visto e collegarlo.
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Proseguendo nel filone storico dei film demenziali (dal protostorico Hellzapoppin al primo Casino Royale con Woody Allen fino a Mezzogiorno e mezzo di fuoco) prende in giro la storia del cinema con una infinita serie di citazioni (i cani di Django, la tutina di Burt Raynolds, American Graffiti ma anche la colata d'oro di Goldfinger fino ai più recenti inseguimenti di auto). Cast stellare ma di gran lunga il migliore è il "non attore" Elton John che rispolvera i suoi famosi occhiali e costumi di scena in un'esilerante parodia di se stesso. Però il film non decolla, si svolge più in episodi che in un vero intreccio, compiacendosi negli effetti speciali e nello stimolare il cinefilo a ricordare il già visto e collegarlo. E forse il gioco più divertente è proprio questo non so fino a che punto godibile dalla platea di ventenni presente in sala.
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maramaldo
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lunedì 2 ottobre 2017
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quel tritacarne...
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...sprecato. Se ad un certo momento, con un pretesto qualsiasi, Elton John, con tutte le sue penne, vi fosse stato infilato, magari per i piedi per sottolinearne l'efficacia espressiva, il film avrebbe incontrato consensi entusiastici, toccato picchi di empatia e gradimento.
Esternato questo rammarico, vorrei far presente la valenza simbolica che ha questa trovata granguignolesca, una - forse involontaria - metafora. Qualunque cosa ci ficchi dentro (nel film solo un paio di carogne) ne esce un pulp morbido che , elaborato da mani sapienti, dà luogo ad un boccone prelibato. E' il cinema d'oggi? O meglio, l'odierna industria dei film perchè in quanto all'arte non si scorgono nei "Kingsman" accenni, spunti e tocchi più giovani di 40/50 anni.
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...sprecato. Se ad un certo momento, con un pretesto qualsiasi, Elton John, con tutte le sue penne, vi fosse stato infilato, magari per i piedi per sottolinearne l'efficacia espressiva, il film avrebbe incontrato consensi entusiastici, toccato picchi di empatia e gradimento.
Esternato questo rammarico, vorrei far presente la valenza simbolica che ha questa trovata granguignolesca, una - forse involontaria - metafora. Qualunque cosa ci ficchi dentro (nel film solo un paio di carogne) ne esce un pulp morbido che , elaborato da mani sapienti, dà luogo ad un boccone prelibato. E' il cinema d'oggi? O meglio, l'odierna industria dei film perchè in quanto all'arte non si scorgono nei "Kingsman" accenni, spunti e tocchi più giovani di 40/50 anni.
Al termine deglli interminabili titoli di coda si apprende che è stato il job di un numero inverosimile di addetti. Nutrita la squadra che in Italia ha realizzato la sequenza più bella ed avvincente. Ma vi sono episodi, intermezzi spassosi; quel mastino meccanico, d'antologia. Le balordaggini, non poche, dovute più che altro ad esigenze narrative. Come nel finale: sembra che il racconto sia solo un congegno teso a far scattare le manette ai polsi di un inquilino di Pennsylvania Ave. Lieto auspicio per chi dallo scorso novembre ha preso il lutto, un tantino menagramo.
Vaughn e la sua banda contano su una platea fidelizzata molto vasta, altrimenti non avrebbero imbastito Kingsman 3 prima di aver terminato le riprese del 2. Con quel budget e tutta la gente sul libro paga, succubi della pubblicità. I distillati storici. La smaccata ostentazione di quella pelletteria di lusso, cavallo di battaglia dell'industria tarocchiera. Rimesso su strada il bolide di Diabolik. Abbigliamento, calzature. E l'intimo, ormai un must: non dispiace a nessuno scoprire nuovi orizzonti. Una notazione antropologica: un tempo, l'indumento (si fa per dire) preludeva alla trasgressione, oggi è la trasgressione che ti guida docile all'indumento, alle griffe, agli ultimi modelli.
Non vi perdete Colin Firth. Ha accennato ad un addio: son aperte le scommesse circa un suo terzo appuntamento con la "saga". Un po' più svanito, anche stavolta ha fatto il finto tonto. Perfetto, come sempre. Da poco divenuto anche Italiano, jure ... uxoris. Un domani, sarà un tuo presidente. Ha già fatto il re, ma è repubblicano. Giustamente.
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gustibus
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sabato 2 dicembre 2017
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paradossalmente divertente!
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Eh sì un film esageratamente divertente.La parte migliore e'sicuramente il cast.Si parte da Elton John che interpreta nel migliore dei modi la parodia di Elton piu'giovane,Julianne Moore che fa la regina della droga,bravissima,Mark Strong(Merlino)come nel precedente film,Colin Firth,Taron Egerton i due eroi Kingsman che poi si fondono con i cugini americani del Kentucky con a capo Jeff Bridges.La cosa meno piacevole e'il sopra le righe che tutto il film lascia al racconto.Niente di serio,diventa una commedia paradossale (danno del coglione al presidente USA!?)Comunque nonostante i 135minuti il film si lascia vedere e in alcuni tratti si sorride.Forse i 100milioni spesi sono troppi.
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Eh sì un film esageratamente divertente.La parte migliore e'sicuramente il cast.Si parte da Elton John che interpreta nel migliore dei modi la parodia di Elton piu'giovane,Julianne Moore che fa la regina della droga,bravissima,Mark Strong(Merlino)come nel precedente film,Colin Firth,Taron Egerton i due eroi Kingsman che poi si fondono con i cugini americani del Kentucky con a capo Jeff Bridges.La cosa meno piacevole e'il sopra le righe che tutto il film lascia al racconto.Niente di serio,diventa una commedia paradossale (danno del coglione al presidente USA!?)Comunque nonostante i 135minuti il film si lascia vedere e in alcuni tratti si sorride.Forse i 100milioni spesi sono troppi.Nel simile meglio "TRUE LIES"del grande Cameron.Una volta si puo'vedere in qualche scena impossibile non ridere.
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wolvie
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domenica 3 gennaio 2021
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luna park mirabolante
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Capitolo 2 del trittico dei "Kingsman". Eggsy e Merlino sono gli unici sopravvissuti ai molteplici attentati terroristici dell' organizzazione criminale chiamata il Cerchio d' Oro, dedita alla produzione, smercio e contrabbando di tutte le droghe illegali. La boss del cartello è Poppy Adams, che dal suo rifugio segreto lancia la sfida al mondo: legalizzare tutte le droghe, altrimenti milioni di persone moriranno, visto che Poppy è riuscita a potenziarle, ed essendo utilizzate su larga scala stanno portando ad una morte orribile i fruitori. Solo la sua organizzazione possiede l' antidoto, così riesce a tenere sotto scacco i potenti governatori della Terra. I Kingsman troveranno rifugio negli U.
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Capitolo 2 del trittico dei "Kingsman". Eggsy e Merlino sono gli unici sopravvissuti ai molteplici attentati terroristici dell' organizzazione criminale chiamata il Cerchio d' Oro, dedita alla produzione, smercio e contrabbando di tutte le droghe illegali. La boss del cartello è Poppy Adams, che dal suo rifugio segreto lancia la sfida al mondo: legalizzare tutte le droghe, altrimenti milioni di persone moriranno, visto che Poppy è riuscita a potenziarle, ed essendo utilizzate su larga scala stanno portando ad una morte orribile i fruitori. Solo la sua organizzazione possiede l' antidoto, così riesce a tenere sotto scacco i potenti governatori della Terra. I Kingsman troveranno rifugio negli U.S.A in un' altra agenzia segreta, gli Statemen, che con i nomi in codice degli alcolici, caratterizza i suoi agenti (Tequila, Whisky, Ginger Ale), che fraternizeranno con i british per sventare la minaccia. Eggsy ritroverà il suo mentore, creduto morto nel primo episodio. Aumentano i combattimenti mirabolanti, c'è un inseguimento con automobili all' inizio del film che fa impallidire i vari James Bond, comicità a profusione con un pizzico di sexy che non guasta. La formula si ripete, il risultato non cambia. Come entrare in una pasticceria o andare al Luna Park. Il momento cult su tutti (SPOILER): il sacrificio di Merlino sulla canzone di John Denver "Take me Home Country Roads". Scult: un Elton John che non ti aspetti !!!
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