michele
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domenica 24 gennaio 2016
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un genio per raccontare un altro genio
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Ci voleva un’idea diversa. Era necessaria una trovata geniale per metter un punto definitivo sulla biografia di Steve Jobs, uno degli uomini più importanti a cavallo tra due secoli, le cui invenzioni occupano fisicamente e mentalmente il nostro presente e saranno inevitabilmente una presenza costante anche del nostro futuro. Per raccontare un genio serviva un altro genio. Non poteva essere allora che Aaron Sorkin l’uomo più adatto per scrivere questa sceneggiatura, per scovare un punto di vista nuovo tramite il quale narrare la storia del guru visionario dell’informatica. L’idea di suddividere la vicenda in tre atti, ognuno dei quali corrisponde al momento del lancio dei tre prodotti più importanti creati da Jobs, il Macintosh, NeXT Computer e i-Mac, funziona e da vita a uno storytelling davvero originale.
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Ci voleva un’idea diversa. Era necessaria una trovata geniale per metter un punto definitivo sulla biografia di Steve Jobs, uno degli uomini più importanti a cavallo tra due secoli, le cui invenzioni occupano fisicamente e mentalmente il nostro presente e saranno inevitabilmente una presenza costante anche del nostro futuro. Per raccontare un genio serviva un altro genio. Non poteva essere allora che Aaron Sorkin l’uomo più adatto per scrivere questa sceneggiatura, per scovare un punto di vista nuovo tramite il quale narrare la storia del guru visionario dell’informatica. L’idea di suddividere la vicenda in tre atti, ognuno dei quali corrisponde al momento del lancio dei tre prodotti più importanti creati da Jobs, il Macintosh, NeXT Computer e i-Mac, funziona e da vita a uno storytelling davvero originale. La ricostruzione è fantasiosa nella forma, tutto quello che accade in quei concitati momenti che precedono le singole presentazioni, non è avvenuto in realtà in quello spazio fisico e in quel tempo così concentrato, ma in un lungo periodo che va dal 1984 al 1998, ma è proprio questa scelta così al di fuori del rigido schematismo del biopic che rende la pellicola interessante. Interessante perché si procede in maniera per così dire inversa da quanto si è solito fare e abituati a vedere, non si parte infatti dagli eventi scanditi in ordine cronologico della vita del protagonista per arrivare a scoprirne i successi e gli insuccessi, ma al contrario la narrazione prende avvio ogni volta da ciò che più rappresenta e meglio descrive l’anima di Steve Jobs, ovvero le sue invenzioni. Procedendo così dal particolare all’universale, rispettando naturalmente i tempi storici, si ricostruisce pian piano anche il ritratto della personalità dell’ingegnere di Cupertino, dapprima visto anch’esso come un prodotto che si deve vendere sul mercato per poi arrivare alla raffigurazione dell’uomo che si cela dietro tanta inventiva, un essere umano con le sue debolezze, i suoi errori e la sua discreta quantità di insuccessi.
La sceneggiatura di Sorkin è talmente possente e forte da monopolizzare anche la regia, quasi sembra non esserci traccia della mano di Danny Boyle nella pellicola, tutte le marche enunciative che riscontriamo nel testo filmico riconducono alla scrittura brillante, ficcante e dinamica dello sceneggiatore premio oscar per “The social network”. In questo marasma di parole e eventi però, dai fallimenti professionali, fino alle vicende più intime e familiari con la figlia Lisa, la sua ex compagna e con i suoi più stretti collaboratori, ogni tanto ci si smarrisce. Qualcosa si perde, qualche altro concetto viene calcato invece forse con un po’ troppa insistenza, non è facile inoltre calarsi fin da subito nell’atmosfera da pièce teatrale, a tratti eccessivamente verbosa, che viene costruita per lo spettatore e questo è senz’altro uno dei limiti della pellicola. Lentamente però la storia si riempie di tutti quegli elementi fisici e umani che più o meno sappiamo far parte della storia e che ci aspettiamo di vedere, come il famoso garage dove tutto è iniziato e le personalità con le loro varie sfumature che hanno collaborato con Jobs, facendo ritrovare l’orientamento allo spettatore. Seppur la brillantezza dell’idea iniziale non trova sempre un rispecchiamento costante nelle immagini, il film non manca di emozionare la dove la figura del Jobs uomo e del Jobs professionista finiscono per fondersi insieme. Promosso.
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(di lukemovie)
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(di michele)
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vincenzo ambriola
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domenica 24 gennaio 2016
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emozione finale
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Tre episodi della vita di Steve Jobs, visti dal backstage dei teatri in cui sta per presentare un suo prodotto, sempre straordinariamente elegante e innovativo. Le vicende professionali di Steve Jobs sono molto complesse e per spiegarle è necessario rivangare vecchie storie oscure e poco onorevoli. Occorre anche ricostruire gli ultimi trent'anni dell'informatica, dal punto di vista del personal computer. Un'impresa non facile, soprattutto se rivolta a un pubblico digiuno di concetti tecnici e restio a seguire un ragionamento che duri più di dieci parole. Buttiamoci sul lato privato del personaggio: un bimbo adottato e rifiutato dai suoi genitori, una figlia non riconosciuta come tale la cui madre sperpera i soldi ottenuti con grande fatica, e poi i difficili rapporti con i soci (Steve Wozniak, il più vicino a Jobs).
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Tre episodi della vita di Steve Jobs, visti dal backstage dei teatri in cui sta per presentare un suo prodotto, sempre straordinariamente elegante e innovativo. Le vicende professionali di Steve Jobs sono molto complesse e per spiegarle è necessario rivangare vecchie storie oscure e poco onorevoli. Occorre anche ricostruire gli ultimi trent'anni dell'informatica, dal punto di vista del personal computer. Un'impresa non facile, soprattutto se rivolta a un pubblico digiuno di concetti tecnici e restio a seguire un ragionamento che duri più di dieci parole. Buttiamoci sul lato privato del personaggio: un bimbo adottato e rifiutato dai suoi genitori, una figlia non riconosciuta come tale la cui madre sperpera i soldi ottenuti con grande fatica, e poi i difficili rapporti con i soci (Steve Wozniak, il più vicino a Jobs). Otteniamo un film denso di tecnicismi, di dialoghi autoreferenziali, una vera apologia di un'azienda americana famosa per la chiusura e il costo esorbitante dei suoi prodotti. Ma ecco, invece che la magia e la grande maestria di Fassbender ce lo rendono piacevole questo Steve Jobs, fino al punto di farci emozionare sul finale.
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miguel angel tarditti
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domenica 24 gennaio 2016
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lo mejor de una persona esta en los sentimientos
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LO MEJOR DE UNA PERSONA ESTA EN LOS SENTIMIENTOS
(También lo peor)
“STEVE JOBS”,film de Dany Boyle, Usa, 2015
Quizás lo mejor de una persona se manifiesta en lo que esa persona se lleva de esta experiencia de vida. Y también en lo que deja, si deja.
En algunos, el arte con su aura magnifica, no los deja irse de la tierra porque permanecen en sus obras.
Que hablar de un Michelangelo o de un Shakespeare, o de un Federico García Lorca, por ejemplo!
Y justamente Federico es un gran ejemplo porque, era sentimiento en explosión en hispánicos colores contrastados, de voluptuosidades irrefrenables.
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LO MEJOR DE UNA PERSONA ESTA EN LOS SENTIMIENTOS
(También lo peor)
“STEVE JOBS”,film de Dany Boyle, Usa, 2015
Quizás lo mejor de una persona se manifiesta en lo que esa persona se lleva de esta experiencia de vida. Y también en lo que deja, si deja.
En algunos, el arte con su aura magnifica, no los deja irse de la tierra porque permanecen en sus obras.
Que hablar de un Michelangelo o de un Shakespeare, o de un Federico García Lorca, por ejemplo!
Y justamente Federico es un gran ejemplo porque, era sentimiento en explosión en hispánicos colores contrastados, de voluptuosidades irrefrenables. Él que sostenía la necesidad de respetar nuestros sentimientos que a veces se pelean con nuestra razón.
Y eso, la razón y los sentimientos, o sea la inteligencia y lo pulsional, entran fácilmente en colisión dentro de nosotros.
Son como dos frentes en lucha: lo que debe ser y lo que siento ser.
Y lo que siento ser, a veces son sentimientos que me hacen un buen hombre, un buen padre, un buen ciudadano, o a veces un horrendo (o al menos un cretino) ser humano.
En la salvaje maraña de la tecnología, parece que se ha considerado e incorporado solo una parte, aquella de la inteligencia.
Son aparatos inteligentes. Pero no son aparatos emocionales o sensibles. O sea: por suerte son imperfectos. Faltaría mas que nos hicieran competencia a los vanidosos seres humanos!
Porque son los sentimientos que nos dan una definición de más o menos perfectos. De más o menos hombres. De vulnerables hombres.
En el campo de la computación, del que habla el film, podemos recordar a Alan Turing quien con su inteligencia superior, dio a Gran Bretaña la victoria en la guerra.
Pero su extraordinaria inteligencia no fue suficiente para los mismos británicos que se habían aprovechado del talento de Alan: le quietaron la vida por el solo hecho de ser homosexual.
Qué cosa menos inteligente no?
La inteligencia de Turing, contrapuesta a la no inteligencia de los sentimientos oscuros y prejuiciosos de los ingleses que lo asesinaron.
Y qué hablar de Steves Jobs! Se presenta en el film como alguien que no pudo superar el rechazo durante los primeros pasos de su vida, cuando sus padres no lo reconocieron. Lo ignoraron.
Los padres no articularon un sentimiento de amor, y la mente de ese hijo rechazado, no pudo superar durante su crecimiento esa negación de su vulnerable, frágil ser.
Y como los ejemplos se repiten casi siempre, Steves Jobs no podrá tampoco reconocer a su hija.
No poder transitar “amigablemente” los propios sentimientos puede convertirnos en un ser humano de no buenos sentimientos.
Steves tiene una mente clara para una cierta actividad, el manejarse en el complicado mundo de la Macintosh, de Apple, de Nextel, computers de gran inteligencia, pero en cambio, no pueden alimentar con eso su propia inteligencia, como si fuera irónicamente en una especie de justicia cósmica.
Tanto es así que su expansión económica industrial se apoya en la inteligencia de sus colaboradores. Como él dice, sus colaboradores son los músicos, siendo él el director de la orquesta.
No les contaré su evolución, por razones de lógica, para no revelar desenlaces, pero si decir que, de todos modos las pulsiones golpean la puerta de la conciencia siempre, produciendo a veces transformaciones.
El film es interesante y está muy bien armado, con ese actor estupendo que es Michel Fassbender, aunque el argumento pueda ser algo complicado en lo que tiene que ver con las operaciones del mercado tecnológico
Pero eso no es un inconveniente porque la idea principal no pasa por comprender inteligentemente los vericuetos o estrategias de producción, y si, los vericuetos de las relaciones humanas, muy vulnerables en esos primeros momentos de la formación: la infancia.
Me resultó muy atrapante, y me recordó que: si se es un Einstein, es fantástico para la humanidad, si se es un Hitler, es un horror para la el ser humano, pero que si es un padre que ama y bendice la llegada de un hijo, se es un ser excepcional, fundamental para la formación estructural de su hijo, porque sobre la inteligencia debe privar el sentimiento humano, que en definitiva es lo único que nos dará la paz, antes y después de la paz final.
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andrejuve
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martedì 26 gennaio 2016
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la vera personalità del controverso steve jobs
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“Steve Jobs” è un film del 2015 diretto da Danny Boyle. Dopo lo storico e affascinante spot pubblicitario inserito tra quelli proiettati all’interno del Super Bowl, la società di informatica, chiamata “Apple”, nel 1984 decide di lanciare all’interno del mercato l’innovativo computer denominato Macintosh. Steve Jobs è il più importante esponente della società e, nelle ore precedenti alla presentazione ufficiale del nuovo prodotto affidata a lui, dirige tutte le operazioni necessarie affinché non sorgano problematiche. Steve è affiancato da Joanna Hoffman, la sua fedele responsabile del marketing, mentre Andy Hertzfeld è uno dei più importanti tecnici informatici della Apple.
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“Steve Jobs” è un film del 2015 diretto da Danny Boyle. Dopo lo storico e affascinante spot pubblicitario inserito tra quelli proiettati all’interno del Super Bowl, la società di informatica, chiamata “Apple”, nel 1984 decide di lanciare all’interno del mercato l’innovativo computer denominato Macintosh. Steve Jobs è il più importante esponente della società e, nelle ore precedenti alla presentazione ufficiale del nuovo prodotto affidata a lui, dirige tutte le operazioni necessarie affinché non sorgano problematiche. Steve è affiancato da Joanna Hoffman, la sua fedele responsabile del marketing, mentre Andy Hertzfeld è uno dei più importanti tecnici informatici della Apple. Steve è separato dalla moglie Chrisann Brennan e ritiene che la paternità della piccola figlia Lisa non appartenga a lui, in quanto le analisi effettuate non stabiliscono in maniera inconfutabile quella che sembrerebbe un’affermazione oggettiva. Anche Chrisann e Lisa si presentano nello studio di Steve a pochi minuti dalla presentazione del Macintosh, in quanto Chrisann chiede a Steve, il quale continua a negare di essere padre di Lisa, un sostegno economico. Nel frattempo anche Steve Wozniak, grande amico di Steve e cofondatore della Apple 2, incontra Steve Jobs affinché quest’ultimo all’interno del suo discorso possa fare menzione di coloro che hanno contribuito all’ascesa della società Apple. Steve Jobs però rifiuta fermamente in quanto la sua attenzione è rivolta esclusivamente nei confronti dell’illustrazione del nuovo prodotto. Poco prima di entrare sul palco Steve incontra John Sculley, ex dirigente della società “Pepsi”, il quale riveste il ruolo di membro del consiglio di amministrazione della Apple. John sostiene fermamente le idee di Steve, fornendogli il suo pieno supporto. Il Macintosh però non raggiunge il successo auspicato da Steve Jobs e, a causa dei ridotti guadagni all’interno del mercato, Steve viene licenziato dalla Apple. Steve però non si arrende e nel 1988 organizza un evento volto alla presentazione del computer della nuova società da lui fondata di nome “Next”. Per Steve sarà l’occasione di rincontrare e di affrontare a distanza di anni le stesse persone presenti nella presentazione del 1984 e dalle quali, per differenti motivazioni, si è distaccato. La pellicola incentra la sua attenzione sulla figura di Steve Jobs, un personaggio tanto geniale quanto controverso. In particolare viene effettuata un’analisi nei confronti delle sfaccettature caratteriali più negative e nascoste di Steve Jobs. Jobs è stato un uomo presuntuoso, egoista ed egocentrico. Il suo ego smisurato senza ombra di dubbio lo ha condotto a compiere azioni eccezionali che sono frutto di una convinzione delle proprie capacità intellettive, ma allo stesso tempo è stata la causa del suo atteggiamento superbo e supponente. La costante ricerca del successo personale ha annebbiato la mente di Jobs, assumendo un ruolo preminente all’interno della sua esistenza e costituendo la priorità assoluta. L’ambizione e lo spirito competitivo hanno rappresentato l’unica vera motivazione all’interno di una vita dedicata esclusivamente al desiderio di poter cambiare il mondo attraverso lo sviluppo tecnologico all’interno del settore informatico. A causa di questo suo atteggiamento Jobs ha creato un’invalicabile barriera nei confronti delle persone che lo hanno affiancato, aiutandolo a raggiungere tutti gli obiettivi che si era perseguito. Paradossalmente coloro che hanno dimostrato un sentimento di ammirazione e di fascino nei confronti di Jobs sono state respinte da quest’ultimo, il quale non ha dimostrato alcun tipo di riconoscenza e ha assunto un comportamento irrispettoso. L’egoismo e la ricerca del guadagno economico prevalgono sull’altruismo e sulla solidarietà, e l’unica cosa che conta è quella di ottenere consensi e riscontri positivi da parte dell’opinione pubblica affinché quest’ultima decanti la grandezza di Steve Jobs. L’apparenza e l’estetica sostituiscono la sostanza, perché quello che conta è riuscire a risultare convincenti agli occhi del pubblico. Il senso di onnipotenza maturato da Jobs ha generato nell’animo di quest’ultimo la convinzione di occupare una posizione di superiorità rispetto alle persone che lo circondano, essendo quindi legittimato a controllarle e a comandarle a suo piacimento senza che queste ultime possano opporsi, dovendo invece idolatrarlo e ammirarlo. Jobs ha trattato le persone con le quali è stato a contatto come se fossero degli oggetti e non ha risparmiato nessuno, nemmeno la figlia Lisa. Quest’ultima è sempre stata denigrata e paragonata ad un oggetto inanimato, rifiutando addirittura di considerarla la sua vera figlia. L’insensibilità di Jobs ha creato in lui un’insensibilità e una spietatezza quasi disumana e crudele. Probabilmente anche a causa del suo passato tormentato, in quanto è stato adottato dopo il rifiuto della madre di accudirlo, Jobs è incapace di creare legami affettivi e sentimentali sinceri e genuini. Il suo atteggiamento nei confronti del mondo è di sfida e di diffidenza. Ritiene che un uomo debba acquisire sempre il controllo della propria vita e che non bisogna permettere a nessuno di essere rigettato o accantonato. Il problema è che lui stesso assume questo comportamento, emarginando le persone che hanno sempre dimostrato benevolenza nei suoi confronti sostenendolo anche nei momenti più difficoltosi. In questo senso nell’animo di Jobs, soprattutto in relazione al rapporto con Lisa, emerge un’immaturità che sfocia nell’incapacità di assumersi le proprie responsabilità, non ammettendo gli errori commessi e rifiutando di affrontare gli ostacoli che la vita pone nel corso del suo cammino. Non è sufficiente offrire un sostegno economico alla famiglia senza però garantire la propria presenza, pensando che il benessere sia proporzionale alla quantità di denaro. E’ troppo semplice esulare dai propri doveri ed obblighi paterni, ritenendo sufficiente garantire un contributo monetario. Quello che è fondamentale è esprimere un sentimento di amore costante ed incondizionato, cercando di assicurare un sostegno morale e psicologico in qualsiasi momento e compiendo qualsiasi azione volta a rendere felici e serene le persone a noi più care. A seguito del ritratto di Jobs dipinto all’interno del film si dubita anche della sua genialità, in quanto le sue conoscenze tecnologiche erano inferiori rispetto a quelle dei suoi colleghi. Probabilmente il suo grande punto di forza era rappresentato dalle grandi doti di leadership e dalle abilità comunicative fuori dal normale. Dietro la sfacciatezza e la sicurezza di Jobs si nasconde però un perenne senso di tormento e di inquietudine causato dai sensi di colpa e dalle incertezze che ha sempre voluto negare. Gli incontri di Jobs con le persone più importanti della sua vita, descritti prima delle tre presentazioni dei prodotti della Apple nel 1984, 1988 e 1998, rappresentano la metafora della sua esistenza. Infatti viene creato un connubio tra il suo vero amore, costituito dalla Apple, e coloro che lo circondano. Jobs è incapace di gestire questa situazione ma è conscio del fatto che non possa sottrarsi alle sue responsabilità e che debba subire le conseguenze negative delle sue condotte disdicevoli e immorali. Prima di ogni presentazione Jobs affronta i suoi incubi, proprio come un essere umano che è costretto sia a rivivere quotidianamente i ricordi legati al passato che a scontrarsi con la realtà presente, consapevole del fatto che ad entrambi non ci si può sottrarre. Anche le persone più accondiscendenti nei suoi confronti cominciano a ribellarsi, esprimendo la loro rabbia, il loro disagio e la loro delusione nei confronti dell’arroganza, della sfrontatezza e del disinteresse di Jobs. L’unica persona sempre fedele e presente è stata Joanna Hoffman, la quale rappresenta la coscienza di Jobs, in quanto è sempre stata portatrice di consigli e ha cercato di gestire la vita di Jobs, a causa dell’incapacità di quest’ultimo di riuscire a farlo da solo. Jobs è sempre voluto apparire un essere perfetto e privo di emozioni proprio come i computer ideati dalla sua società. All’interno di questo quadro negativo emerge la tenacia e la motivazione di un uomo lungimirante, mai arrendevole, intelligente e brillante, il quale possedeva una visione del mondo da un prospettiva differente rispetto agli altri. Ha contribuito a cambiare lo stile di vita dell’uomo, consentendogli di usufruire di servizi e di possibilità che fino a qualche decennio fa erano considerate utopiche e inimmaginabili. Un bel film che, rispetto ad altre pellicole biografiche incentrate sulla descrizione di personaggi celebri realmente esistiti, non idolatra il personaggio principale innalzandolo ad una figura divina e imperturbabile, ma sottolinea i lati negativi dal punto di vista caratteriale e umano del protagonista. Inoltre non viene narrata l’intera vita di Steve Jobs, ma vengono descritti solo tre eventi significativi all’interno della sua storia esistenziale e professionale. A mio avviso riuscire ad effettuare una disamina cosi completa di un personaggio incentrandosi esclusivamente sugli istanti precedenti alle sue presentazioni è un espediente tanto originale quanto complesso, e il regista è riuscito a rendere la narrazione lineare e convincente. Efficaci sono risultati anche gli sporadici ma importanti flashback. L’introspezione psicologica è eccellente ed efficace. La sceneggiatura è brillante in quanto i dialoghi sono spesso molto significativi e non seguono la classica alternatività tra domanda e risposta, risultando spesso complessa, bizzarra e divertente allo stesso tempo e coinvolgendo lo spettatore. Il difetto del film a mio avviso è rappresentato dal ricorso ad alcune sequenze forse troppo retoriche e soprattutto ad un finale eccessivamente sdolcinato ed inverosimile rispetto alla storia narrata. L’interpretazione di Michael Fassbender, nei panni di Steve Jobs, è eccellente e superba in quanto è riuscito ad esternare le svariate sfaccettature caratteriali di questo complesso, contraddittorio e discusso personaggio. Ottima anche la prova della grande Kate Winslet, nella parte di Joanna Hoffman. Entrambi sono candidati ai prossimi premi Oscar rispettivamente come migliore attore protagonista e come migliore attrice non protagonista. Un film da vedere.
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funny_face
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venerdì 5 febbraio 2016
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biografia adrenalinica
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Film adrenalinico senza essere d'azione: non sempre le biografie sono sostenute da un buon ritmo, eppure questa tiene lo spettatore sull'attenti. Ogni battuta del protagonista, così come dei personaggi secondari, può rivelare un'ironia tagliente ed inaspettata, oppure una profondità appena intuibile. Magnifico lo scambio di battute tra Fassbender e Sculley, in cui vengono rivelati i momenti più drammatici di Jobes, senza mai scendere nel patetismo ed aggiungendo un ritmo incalzante e che tiene col fiato sospeso, nonostante la storia sia nota ai più. Il dramma familiare non ruba mai la scena alla sua lotta nell'informatica, perché queste sono sempre state le sue priorità.
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Film adrenalinico senza essere d'azione: non sempre le biografie sono sostenute da un buon ritmo, eppure questa tiene lo spettatore sull'attenti. Ogni battuta del protagonista, così come dei personaggi secondari, può rivelare un'ironia tagliente ed inaspettata, oppure una profondità appena intuibile. Magnifico lo scambio di battute tra Fassbender e Sculley, in cui vengono rivelati i momenti più drammatici di Jobes, senza mai scendere nel patetismo ed aggiungendo un ritmo incalzante e che tiene col fiato sospeso, nonostante la storia sia nota ai più. Il dramma familiare non ruba mai la scena alla sua lotta nell'informatica, perché queste sono sempre state le sue priorità.
Alla fine della pellicola, lo spettatore non può fare a meno di rimanere stordito ed in conflitto nel suo giudizio: Jobes è davvero un genio, oppure poco più di un nome? Si può considerare un buon padre, oppure una figura di sfondo nella vita della figlia? Puoi ritenerlo un buon amico, un collega affidabile, oppure un megalomane destinato a deludere i più?
Semplicemente un ottimo film, sostenuto da una regia impeccabile e per me superiore alle aspettative, da una sceneggiatura quasi irriverente ed attori di massimo livello: Fassbender si conferma un interprete in grado di dare spessore alle figure più dibattute, dinamiche e tormentate, così come Kate Winslet ha provato nuovamente di essere eclettica come poche, mimetizzandosi in quell'ambiente per lo più maschile, eppure mantenendo un'aria autoritaria ed affidabile.
Decisamente valso il biglietto!
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matrixlele
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martedì 10 maggio 2016
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bello ma liberamente ispirato
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Film magistralmente diretto, Danny Boyle è una garanzia ormai, anche l'interpretazione di Fassbender è superlativa. L'unico neo, non da poco, è si dice che il film sia ispirato alla più famosa biografia di Steve Jobs, quella scritta da Walter Isacson, editorialista del New York times.
In parte sì, ossia nei lati più peggiori.Il libro l'ho letto. Non si cita il fatto che abbia creato la Pixar, oppure che il mouse e il sistema operativo a finestre li ha si presi dallo Xerox parc, ma li erano un prototipi che nessuno aveva degnato di attenzione invece Jobs appena arrivato davanti a quel terminale si è fissato è ha detto "questo è il futuro". Sembra solo che abbia rubato altri idee di altri senza spiegare il perché.
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Film magistralmente diretto, Danny Boyle è una garanzia ormai, anche l'interpretazione di Fassbender è superlativa. L'unico neo, non da poco, è si dice che il film sia ispirato alla più famosa biografia di Steve Jobs, quella scritta da Walter Isacson, editorialista del New York times.
In parte sì, ossia nei lati più peggiori.Il libro l'ho letto. Non si cita il fatto che abbia creato la Pixar, oppure che il mouse e il sistema operativo a finestre li ha si presi dallo Xerox parc, ma li erano un prototipi che nessuno aveva degnato di attenzione invece Jobs appena arrivato davanti a quel terminale si è fissato è ha detto "questo è il futuro". Sembra solo che abbia rubato altri idee di altri senza spiegare il perché. Ossia che era un genio. Un film che farà molto piacere ai fan di Bill Gates. Addirittura si tenta di rivalutare la figura di Sculley inventandosi cose che in nessuna biografia c'è mai stata scritta. Poi la realtà è un’altra.
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(di no_data)
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maurizio meres
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domenica 24 gennaio 2016
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jobs il genio
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Un omaggio all'uomo che l'intera umanità dovrebbe ringraziare per come siamo,difficile interpretare il sentimento di chi viaggia come la sua mente alla velocità della luce,rispetto a noi esseri normali.Per certi versi la sua vita è paragonabile ad un film di fantascienza che ci proietta nel futuro,forse non tutti ricordano che prima di morire lasciò idee e progetti per le produzioni future.
La musica in particolare gli deve molto,se la portiamo sempre con noi è merito suo,la semplicità di spiegare l'evoluzione informatica rimane un raro esempio di comunicazione
logica dove tutti sono coinvolti,in una libertà di pensiero universale,tutti mi vedono e chi vuole mi ascolta.
Lui era considerato un folle ma che cosa sarebbe stata l'umanità senza di loro,il coraggio di esporre le proprie idee e la consapevolezza e il coraggio di chi ha creduto in questa splendida follia.
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Un omaggio all'uomo che l'intera umanità dovrebbe ringraziare per come siamo,difficile interpretare il sentimento di chi viaggia come la sua mente alla velocità della luce,rispetto a noi esseri normali.Per certi versi la sua vita è paragonabile ad un film di fantascienza che ci proietta nel futuro,forse non tutti ricordano che prima di morire lasciò idee e progetti per le produzioni future.
La musica in particolare gli deve molto,se la portiamo sempre con noi è merito suo,la semplicità di spiegare l'evoluzione informatica rimane un raro esempio di comunicazione
logica dove tutti sono coinvolti,in una libertà di pensiero universale,tutti mi vedono e chi vuole mi ascolta.
Lui era considerato un folle ma che cosa sarebbe stata l'umanità senza di loro,il coraggio di esporre le proprie idee e la consapevolezza e il coraggio di chi ha creduto in questa splendida follia.
Il film si sviluppa su tre presentazioni,importantissime per lo sviluppo informatico di Jobs
Il primo e il grande sogno del Mac,eravamo nella prima metà degli anni ottanta,unico ma incapace di soddisfare il mercato in quel momento,il secondo la sfida anche in quel caso un fallimento ma con la grande idea del Os sistema operativo unico,il terzo il trionfo del iMac attraverso OS,quasi alla fine degli anni novanta da quel momento l'evoluzione è stata un crescendo.
Il regista esalta le grandi doti di Jobs di comunicazione attraverso la sua e forse anche odiata personalità di strapotenza mediatica,ma capace di esaltazioni idilliache dei suoi
fans,dialogato perfettamente con qualche parolona tecnica di troppo.
Attori tutti bravissimi,ma personalmente ritengo bellissima la figura della sua segretaria interpretata dalla bravissima Kate Winslet,entrata magnificamente nel personaggio.
Michael Fassbender recita alla perfezione il ruolo di lui il grande direttore d'orchestra l'immenso e unico Jobs.
Un grazie al regista Danny Boyle per averci dato questo film,con le giuste emozioni per chi si sente Apple,ed aver menzionato Alan Turing il padre dell'informatica.
Ottimo film,da vedere.
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flyanto
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lunedì 25 gennaio 2016
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il ritratto più personale del creatore della apple
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Dopo la morte del grande Steve Jobs sono state girate svariate pellicole per ricordare la figura di questo grande innovatore per ciò che concerne il campo dell'informatica. L'ultima uscita nelle sale cinematografiche è quella del regista Danny Boyle che porta il titolo del nome stesso dell'importante figura a cui è stata dedicata.
Qui vi sono raccontati tutti gli studi e le ricerche, nonchè le felici intuizioni, condotti dal fondatore dei dispositivi che recano il marchio Apple ed anche i suoi iniziali fallimenti o, meglio, le grandi difficoltà incontrate a causa dei suoi detrattori e di coloro che poco credevano in lui, sino allo scintillante successo e la meritata consacrazione del suo geniale operato.
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Dopo la morte del grande Steve Jobs sono state girate svariate pellicole per ricordare la figura di questo grande innovatore per ciò che concerne il campo dell'informatica. L'ultima uscita nelle sale cinematografiche è quella del regista Danny Boyle che porta il titolo del nome stesso dell'importante figura a cui è stata dedicata.
Qui vi sono raccontati tutti gli studi e le ricerche, nonchè le felici intuizioni, condotti dal fondatore dei dispositivi che recano il marchio Apple ed anche i suoi iniziali fallimenti o, meglio, le grandi difficoltà incontrate a causa dei suoi detrattori e di coloro che poco credevano in lui, sino allo scintillante successo e la meritata consacrazione del suo geniale operato.
Obiettivamente il film non aggiunge nulla di nuovo ai fini biografici del padre dei siti informatici moderni, ma la pellicola di Danny Boyle pone, rispetto alle altre, maggiormente l'accento sulla figura individuale di Jobs, prendendo in esame e presentando anche il suo lato personale riguardante la sfera affettiva. E' così che si apprende la lunaticità ed una certa "freddezza" iniziale nei rapporti con i propri familiari, vedi con la figlia avuta da una relazione occasionale, dovuti ad un disinteresse a sua volta dei propri genitori naturali. Se a tutto ciò si aggiunge l' interpretazione dell'ottimo attore Michael Fassbender, si può a ragione affermare che il film di Boyle risulta superiore a quelli precedenti, interpretati da performers (vedi Ashton Kutcher) meno preparati.
Adatto principalmente a chi è seguace ed ammiratore di Steve Jobs, nulla di più.
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maumauroma
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martedì 26 gennaio 2016
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steve jobs
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Spiazzante e' il ritratto che questo film fa dell'ideatore della Apple,Rievocando il periodo della vita di Jobs dal 1984 al 1998 attraverso il lancio di nuovi sistemi informatici, la pellicola di Boyle delinea,o cerca di farlo,il carattere del personaggio e dei suoi difficili rapporti con i collaboratori nonche' il suo cinismo verso la sua compagna e la figlioletta,quasi costrette alla fame per mancanza di soldi. Ritratto spiazzante perche' nell'immaginario collettivo le Icone dei nostri tempi chissa perche' vengono spesso giudicate soltanto per le loro idee geniali, tralasciando tutte le sfaccettature della loro personalita' con i loro pregi e difetti.
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Spiazzante e' il ritratto che questo film fa dell'ideatore della Apple,Rievocando il periodo della vita di Jobs dal 1984 al 1998 attraverso il lancio di nuovi sistemi informatici, la pellicola di Boyle delinea,o cerca di farlo,il carattere del personaggio e dei suoi difficili rapporti con i collaboratori nonche' il suo cinismo verso la sua compagna e la figlioletta,quasi costrette alla fame per mancanza di soldi. Ritratto spiazzante perche' nell'immaginario collettivo le Icone dei nostri tempi chissa perche' vengono spesso giudicate soltanto per le loro idee geniali, tralasciando tutte le sfaccettature della loro personalita' con i loro pregi e difetti. Film prettamente teatrale,fortunatamente per nulla agiografico, a parte un po' nel finale. Sicuramente diretto da mano sicura, tutto sommato ben interpretato,anche se Fassbender recita sempre un po' troppo sopra le righe. I dialoghi pero' risultano alquanto verbosi e spesso noiosi , mentre la colonna sonora seppur interessante e ritmica e' eccessivamente invadente.
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filippo catani
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martedì 2 febbraio 2016
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un ritratto spietato
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Steve Jobs osservato in tre momenti importanti della sua carriera. Nel 1984 prima del lancio del Macintosh, nel 1988 per Next e 1998 per IMac.
Boyle realizza un piccolo capolavoro costruendo intorno alla figura di Steve Jobs un ritratto che non è nè un panegirico nè una damnatio memoriae. Jobs viene osservato prima della presentazione di tre importantissime sue creature mostrandone l'ambizione, il carisma e la voglia di lasciare un segno nel mondo. Allo stesso tempo si denota una pessima conduzione dei rapporti umani e della gestione dei sentimenti. Tutto questo senza bisogno di infilarsi in inutili tecnicismi o altro ma semplicemente facendo parlare il protagonista con poche ma selezionate figure importanti per la sua vita.
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Steve Jobs osservato in tre momenti importanti della sua carriera. Nel 1984 prima del lancio del Macintosh, nel 1988 per Next e 1998 per IMac.
Boyle realizza un piccolo capolavoro costruendo intorno alla figura di Steve Jobs un ritratto che non è nè un panegirico nè una damnatio memoriae. Jobs viene osservato prima della presentazione di tre importantissime sue creature mostrandone l'ambizione, il carisma e la voglia di lasciare un segno nel mondo. Allo stesso tempo si denota una pessima conduzione dei rapporti umani e della gestione dei sentimenti. Tutto questo senza bisogno di infilarsi in inutili tecnicismi o altro ma semplicemente facendo parlare il protagonista con poche ma selezionate figure importanti per la sua vita. Prima di tutte il suo braccio destro. L'unica donna e persona che riesce a tenergli testa e con cui si svolta una sorta di amicizia e interpretata da una sontuosa Winslet in odore di Oscar. Resta da dire però che gran merito del successo e della gradevolezza del film (a tratti anche davvero incalzante) si deve ad una splendida interpretazione di Fassbender che potrebbe insidiare l'Oscar di Di Caprio. L'attore è bravissimo a calarsi nei panni del leader della casa di Cupertino. Insomma un film che per taglio e per il ritratto del protagonista si richiama molto a quel The Social network che tanto fece discutere ma tanto piacque anche. Insomma un film intenso sapientemente diviso in tre parti che ci offre un ritratto di Steve Jobs e delle folle adoranti che sempre aspettavano il lancio di un suo prodotto in veri e propri show messi in piedi sulla maniacalità dei dettagli dello stesso Jobs. Davvero ottimo.
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