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Ciò che sen'altro colpisce di Jurassic World è il crescendo narrativo. La sceneggiatura, a braccetto con la musica e una regia più che determinata, ha un crescendo narratico impeccabile, creando un filo sempre crescente di suspence fino al picco dell'esplosione. E questo crescendo è sostenuto da un ECCEZIONALE lavoro visivo, una gioia per gli occhi, una grande prova tecnica e visiva con effetti speciali stupefacenti ma non solo, anche saputi sfruttare bene. La regia di Colin Trevorrow va decisamente premiata e applaudita, un prodotto sorprendente per un pubblico che aveva voglia di stupirsi. Le pecche, però, come in ogni film che si rispetti, ci sono e vanno ritrovate nella sceneggiatura. Una scrittura che fa acqua da molte parti, che convoglia verso la "spettacolarizzazione" visiva a discapito delle storie umane, gestite in modo davvero pessimo. Sembrano quasi ritagliate fuori ma forzatamente integrate, qualche indizio di troppo sui due fratelli e sul divorzio dei genitori, nulla che servisse o che poi avrà un suo completamento (per non parlare della "storia d'amore", che si reggeva per un pelo su un avvenimento passato cui il pubblico non aveva assistito e che si completa in modo precipitoso e inappropriato). Le storie umane non hanno avuto nemmeno un dignitoso spiraglio in questo film all'insegna del puro edonismo visivo.
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