Villa Touma |
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Un film di Suha Arraf.
Con Nisreen Faour, Ula Tabari, Cherien Dabis, Maria Zreik, Nicholas Jacob.
continua»
Drammatico,
durata 85 min.
- Palestina 2014.
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La Palestina che verràdi Gianna50Feedback: 109 | altri commenti e recensioni di Gianna50 |
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sabato 11 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Villa Touma di Suha Arraf L’ipocrisia e l’indifferenza di una aristocrazia che vive nel passato chiudono la porta in faccia alla realtà della Palestina attuale. Tre sorelle, Juliette, Violette e Antoinette, chiuse nella loro Villa a Ramallah rifiutano di vedere ciò che le circonda. Nella loro ostinata visione di un mondo fatto di regole e rituali ripetitivi finalizzati a conservare una visione della vita, avulsa dalla realtà, cercano di plagiare anche l'esistenza della giovane nipote che entra improvvidamente nella loro casa. La giovane inesperta, cresciuta in un orfanatrofio, si lascia plasmare, seppure malvolentieri, ad una visione del proprio futuro che la vede addomesticata a dovere, pronta a diventare moglie di un buon partito. E' nell'accettazione forzata di un ruolo tutt'altro che spontaneo unito alla mancanza di amore che percepisce nelle azioni delle zie volte a salvare la forma e prive di qualsiasi contenuto di affetto che la giovane si trasforma in vittima sacrificale; lei stessa dichiarerà di essere già morta quando è arrivata nella loro casa. Ma il destino travolgerà i progetti delle tre sorelle e le porrà di fronte ad un evento inaspettato che non è possibile fingere di non vedere e che non è possibile chiudere del tutto fuori della porta. A fare il lavoro "sporco" sarà chiamato il giardiniere -contadino che non a caso la nipote, a dispetto delle zie, continuerà sempre a chiamare "zio" . Come non intravedere nelle figure grottesche delle tre sorelle, cattoliche un pò bigotte, dallo stile occidentalizzante anni cinquanta, la miope visione dell'Occidente sulla Palestina ? Vittima di complessi di colpa del passato, incapace di scindere la propria visione del mondo da quella di potenze superiori, succube di un nichilismo morale che gli impedisce di guardare oltre una visione precostituita della realtà. Così la Palestina chiusa in una visione claustrofobica, vittima sacrificale della cecità del mondo sulla dura realtà dei campi profughi, dei martiri, delle guerre e del cinismo dell'occupazione militare israeliana, muore. A sfuggire al ripetersi di una volontà perversa è la nascita di un nuovo essere umano, unica ,incontrovertibile speranza e unico incontrovertibile desiderio di libertà.
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