Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza |
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Un film di Roy Andersson.
Con Holger Andersson, Nisse Vestblom, Lotti Törnros, Charlotta Larsson.
continua»
Titolo originale En Duva Satt På En Gren Och Funderade På Tillvaron.
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Svezia 2014.
- Lucky Red
uscita giovedì 19 febbraio 2015.
MYMONETRO
Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Noi vogliamo che la gente si diverta
di FabioFeliFeedback: |
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mercoledì 25 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ l’uomo che osserva il piccione imbalsamato nel museo o è il piccione che osserva l’uomo? Si possono portare i propri beni nell’aldilà? Che fare di un sandwich e una birra già pagati, se chi li ha ordinati è morto? I tre quadri del prologo a camera fissa sono tre riflessioni sulla morte. Ed anche sulla vita. La camera resta fissa per tutti gli altri quadri, occupandosi del rapporto tra due amici, commessi viaggiatori con scarsa fortuna di articoli “che vogliono far divertire le persone”: denti da vampiro finti, sacchetti con risate registrate e una maschera di Zio Dentone. Figuriamoci! I due non si sopportano, l’uno bisbetico e l’altro piagnucoloso, ma non possono fare a meno l’uno dell’altro, come una coppia di anziani che hanno già esaurito il desiderio sessuale e si avversano dicendo di volersi sostenere a vicenda: vivono in un gramo ostello che somiglia a un carcere; lì e in strada danno continuo spettacolo con i loro bisticci. Gli altri quadri a seguire illustrano: una scuola di danza nella quale la coreografa attempata insidia un allievo; insignificanti telefonate, nelle quali si afferma solo “sono contento che stiate tutti bene”; appuntamenti mancati per equivoci che mascherano scarso interesse; un re, Carlo XII, invade un bar con le sue milizie cacciando via le donne per bere una minerale e corteggiare un giovane e poi vi ritornerà, sconfitto, per un impellente bisogno fisiologico; l’osteria di Lotta, frequentata da un uomo da 60 anni, dove i bicchierini si pagano con i baci. Ma le scene più dure, quelle che illustrano il comportamento dell’homo sapiens, agghiacciano: un primate prigioniero di un macchinario infernale lancia roche urla di dolore mentre a due passi la ‘scienziata’ al cellulare ripete “sono contenta che stiate tutti bene”; un esercito costringe esseri umani ad entrare in una enorme pentola di rame ruotante, un incubo surreale alla Magritte, sotto la quale viene acceso il fuoco, spettacolo serale per un gruppo di anziani, presumibilmente danarosi, che beve champagne. Una riflessione sulla vita e sulla morte, quella di Andersson, che fotografa l’insensatezza di una realtà amara, dove tutto fila liscio per condurre rapidamente alla malora. Il regista sceglie il registro dello humour nero per riflettere sull’esistenza e sulle miserie umane. Il film, recitato in modo straniato, brechtiano, da tutti i personaggi, è stato premiato col Leone d’oro a Venezia ed è di alto livello: la critica ha citato Otto Dix e Peter Brueghel; ma abbondano anche tocchi surreali. Quello che è certo è che si tratta di un film da non mancare.
Valutazione ***1/2 FabioFeli
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