mickey97
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sabato 13 luglio 2013
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uno sci-fi tecnicamente impeccabile ma non epico
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Sono passati cinque anni dall'ultima regia di del Toro, il quale ritorna dopo tre lunghi anni di lavorazione con un progetto che aveva sia nella mente che nel cuore, si tratta di Pacific Rim, un colossale prodotto che porta felicemente sul grande schermo anche per poter appagare i nostalgici della fantascienza. Pacific Rim è nato sulla sceneggiatura di Travis Beacham, rivista poi dallo stesso regista che di questa ne esegue un' approfondita traduzione, la quale si esprime in immaggini dove alberga e pullula la pura tecnologia di ultima generazione, all'interno della quale figura un 3D fin troppo funzionale ed efficace. Il film non è altro che un magnifico tripudio di effetti speciali, i quali vengono sfoggiati mentre godono di una luce propria, Guillermo del Toro ritornando alla vera fantascienza pone in ostilità giganteschi mostri marini ed enormi macchine da guerra, simultaneamente controllate da una coppia di piloti, le cui menti vengono collegate tramite un ponte neuronale che li costringe a combattere in perfetta sicronia e a risultare reciprocamente allineati.
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Sono passati cinque anni dall'ultima regia di del Toro, il quale ritorna dopo tre lunghi anni di lavorazione con un progetto che aveva sia nella mente che nel cuore, si tratta di Pacific Rim, un colossale prodotto che porta felicemente sul grande schermo anche per poter appagare i nostalgici della fantascienza. Pacific Rim è nato sulla sceneggiatura di Travis Beacham, rivista poi dallo stesso regista che di questa ne esegue un' approfondita traduzione, la quale si esprime in immaggini dove alberga e pullula la pura tecnologia di ultima generazione, all'interno della quale figura un 3D fin troppo funzionale ed efficace. Il film non è altro che un magnifico tripudio di effetti speciali, i quali vengono sfoggiati mentre godono di una luce propria, Guillermo del Toro ritornando alla vera fantascienza pone in ostilità giganteschi mostri marini ed enormi macchine da guerra, simultaneamente controllate da una coppia di piloti, le cui menti vengono collegate tramite un ponte neuronale che li costringe a combattere in perfetta sicronia e a risultare reciprocamente allineati. Naturalmente non si tratta della copia esatta dei Transformers di Michael Bay, i quali a loro volta risponderanno con un quarto capitolo ( in uscita il 29 giugno 2014 ) ma di una vera e propria rivisitazione, in chiave del tutto moderna, di certo non si può negare l'ispirazione tantomeno criticare la messa in opera di Pacific Rim, un prodotto che pone delle differenze ma ugualmente destinato a fare dimenticare i Transformers che in effetti nell'ultimo capitolo della trilogia avevano perso un po' di vigore. Il film di Del Toro è visivamente appagante ed invita lo spettatore ad assistere al puro spettacolo, gli effetti speciali vanno completamente in scena e trovano la massima libertà di espressione insieme ad un eccezzionale impianto visivo. Il protagonista di questo sci-fi è Raleigh Backet, il quale dopo avere perso il fratello co-pilota durante una battaglia e lavorato duramente alla costruzione della muraglia della vita, rimane l' ultima speranza del progetto Jaeger, il quale deve evitare a tutti i costi che un'apocalisse sopraggiunga. Il cast è a dir poco notevole, tutti gli attori sono bravissimi e vengono posti tutti sullo stesso piano, non vengono fatte preferenze e ognuno di loro gode della propria importanza. Guillermo del Toro alla fine realizza un prodotto tecnicamente impeccabile ma non epico, infatti la guerra tra robot e belve marine si prende troppo sul serio e durante i loro scontri da un lato si apprezzano le atmosfere dark ma dall'altro risulta palese quanto l'intensità fatichi ad immergere visto che la tecnica rappresenta l'essenza di questo prodotto. Comunque gran bel film, lo consiglio vivamente ai nostalgici della fantascienza che di sicuro verranno appagati.
P.S: una volta finito il film, non alzatevi dalla poltrona, dovete aspettare per poco tempo una breve scena.
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nickritz
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lunedì 15 luglio 2013
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quel vecchio giocattolo in soffitta
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Ora posso dirlo con certezza: avevo un bisogno fisioogico di un film come Pacific Rim. Sebbene fossi entrato in sala con non pochi dubbi sull'utilità di spendere una decina d'euro per dei robottoni che prendono a cazzotti dei mostri, alla comparsa del primo Kaiju ogni dubbio si è dissolto nel nulla: sì, ne vale assolutamente la pena. Con una trama ridotta all'osso, delle scene topiche del genere e degli effetti speciali da far sembrare Transformers il filmetto amatoriale di un ragazzino, Guillermo Del Toro sforna un giocattolone coi fiocchi, un puro spettacolo di intrattenimento che non può non far scendere una lacrimuccia a coloro che, come il sottoscritto, sono cresciuti a cartoni giapponesi, innumerevoli film di Godzilla e Jurassik Park.
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Ora posso dirlo con certezza: avevo un bisogno fisioogico di un film come Pacific Rim. Sebbene fossi entrato in sala con non pochi dubbi sull'utilità di spendere una decina d'euro per dei robottoni che prendono a cazzotti dei mostri, alla comparsa del primo Kaiju ogni dubbio si è dissolto nel nulla: sì, ne vale assolutamente la pena. Con una trama ridotta all'osso, delle scene topiche del genere e degli effetti speciali da far sembrare Transformers il filmetto amatoriale di un ragazzino, Guillermo Del Toro sforna un giocattolone coi fiocchi, un puro spettacolo di intrattenimento che non può non far scendere una lacrimuccia a coloro che, come il sottoscritto, sono cresciuti a cartoni giapponesi, innumerevoli film di Godzilla e Jurassik Park. Rido quando leggo recensioni chee sostengono che Guillermo Del Toro abbia dato avvio a un "nuovo genere", perché trascurano il vastissimo (se non inifnito) bagaglio "culturale" (si fa per dire) che c'è dietro a un lavoro di questo tipo. Chi come me ha tutte le versioni possibili di giocattoli di Godzilla chiusi in un vecchio scatolone in soffitta, chi come me ha trovato bellissimo persino Jurassik Park III e chi, com me, guardava comunque i Power Rangers al mattino, seppur consapevole che fossero orribili, insomma, chi è come me, avrà sicuramente scorto gli innumerevoli riferimenti a tutti i possibili monster movies mai comparsi nella storia della cinematografia mondiale (nipponica in primis): Il Kaiju che scompare nel nulla per poi riapparire all'improvviso attraverso un palazzo è un saccheggio benevolo dal Godzilla del '98, così come il pugno razzo dello Jaeger è preso direttamente da Mazinga e così via. Insomma, Guillermo Del Toro crea un film d'azione nel senso più puro del termine, che non manca di essere nostalgico per coloro che, come me, ogni tanto vanno a riaprire quel vecchio scatolone in soffitta e, con un sorrisetto malinconico, riprendono in mano quel vecchio giocattolo di Godzilla senza pile, ripensando che, in un tempo non troppo remoto, quella era la cosa più bella che si potesse desiderare. Un consiglio per le nuove generazioni: andate a vedere Pacific Rim. E' un ordine.
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darkenry
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martedì 23 luglio 2013
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guillermo colpisce ancora!
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*la recensione potrebbe contenere spoilers*
Pacific Rim è un film fantascientifico del 2013 diretto da Guillermo del Toro con Charlie Hunnam, Rinko Kikuchi e Rob Perlman.
In un mondo futuro la terra è stata attaccata da dei giganteschi mostri alieni, chiamati Kaiju, emersi sul fondo dell'oceano Pacifico attraverso un portale interdimensionale. Poichè, per distruggere uno solo di quei mostri molte vite umane vengono sacrificate, si decide di costruire dei robot giganti chiamati Jaegers controllati da due piloti. Inizialmente i robot riescono ad avere la meglio sui mostri ma quest'ultimi sembrano adattarsi alle nuove armi e cioè spinge l'umanità sull'orlo del disastro.
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*la recensione potrebbe contenere spoilers*
Pacific Rim è un film fantascientifico del 2013 diretto da Guillermo del Toro con Charlie Hunnam, Rinko Kikuchi e Rob Perlman.
In un mondo futuro la terra è stata attaccata da dei giganteschi mostri alieni, chiamati Kaiju, emersi sul fondo dell'oceano Pacifico attraverso un portale interdimensionale. Poichè, per distruggere uno solo di quei mostri molte vite umane vengono sacrificate, si decide di costruire dei robot giganti chiamati Jaegers controllati da due piloti. Inizialmente i robot riescono ad avere la meglio sui mostri ma quest'ultimi sembrano adattarsi alle nuove armi e cioè spinge l'umanità sull'orlo del disastro. Gli ultimi Jaegers rimasti vengono portati ad Hong Kong e l'ex pilota di Jaeger, Raleigh Becket (Charlie Hunnam) viene convinto a tornare nella squadra che aveva lasciato dopo aver perso il fratello, anche lui pilota, scontrandosi contro un Kaiju. Qui inizia l'ultimo attacco per salvare l'umanità.
Nonostante sembri non seguire i canoni del regista, Pacific Rim è un prodotto di Del Toro e lo possiamo vedere nel prologo, che serve immeggerci nel mondo in cui vengono narrate le vicende e anche nei ricordi di Mako (Rinko Kikuchi) molto ben fatti.
Il film si ispira molto agli anime degli anni '70 e anche a quelli di oggi (soprattutto Neo Genesis Evangelion).
La trama non spicca per originalità ma non è per niente banale o scontata. La fotografia del film è ben fatta così come gli effetti speciali (bellissimi come vengono caratterizzati i Kaiju e gli Jaegers).
Le scene di combattimento tra i colossi sono ben reallizzate e si vede chiaramente che sono state fatte in stile anime (come ad esempio le mosse speciali degli Jaegers).
Il film riesce anche a divertire con un umorismo per niente forzato e mai volgare o esagerato.
Non sarà un capolavoro ma Guillermo è riuscito a creare un ottimo film.
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killbillvol2
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lunedì 12 agosto 2013
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pacific rim
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Dopo averci lasciato cinque anni fa con il grande HellBoy The Golden Army, e dopo cinque anni di assenza dalle sale, Del Toro è tornato con un film d'intrattenimento, che non pretende e non chiede molto allo spettatore: è, come ha detto lo stesso regista, "un film su fottuti robot giganti che combattono contro fottuti mostri giganti". È il film è proprio questo. Si sbrigano in due minuti scarsi gli inizi e i motivi dell'invenzione degli Jaeger (=cacciatore) e si parte subito con il combattimento che ha rimescolato le carte in questo epico scontro. È molto lontano dai Transformers di Michael Bay, dove le esplosioni erano immotivate e l'intero film sembrava "una pubblicità di macchine fiche", e diverte per almeno un ora e un quarto, mettendo in scena un grandissimo 3D a favore degli enormi robot e dello spettacolare combattimento a Tokyo.
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Dopo averci lasciato cinque anni fa con il grande HellBoy The Golden Army, e dopo cinque anni di assenza dalle sale, Del Toro è tornato con un film d'intrattenimento, che non pretende e non chiede molto allo spettatore: è, come ha detto lo stesso regista, "un film su fottuti robot giganti che combattono contro fottuti mostri giganti". È il film è proprio questo. Si sbrigano in due minuti scarsi gli inizi e i motivi dell'invenzione degli Jaeger (=cacciatore) e si parte subito con il combattimento che ha rimescolato le carte in questo epico scontro. È molto lontano dai Transformers di Michael Bay, dove le esplosioni erano immotivate e l'intero film sembrava "una pubblicità di macchine fiche", e diverte per almeno un ora e un quarto, mettendo in scena un grandissimo 3D a favore degli enormi robot e dello spettacolare combattimento a Tokyo. E il film sarebbe dovuto finire in quel momento, ma Del Toro ci mette un altro, lungo e noioso combattimento finale, che risulta persino prevedibile. È uno dei film più spettacolari di sempre, che va visto in IMAX 3D, e ricrdiamoci che Del Toro non è Bay (il primo sa girare, e bene, il secondo non sa che significa neanche riprendere) e anche in un film esagerato, dove quasi tutto in Green Screen, sa dive piazzare la macchina da presa (la scena della piccola bambina giapponese è l'esempio di maggiore impatto), ma nonistante questo sviluppa pochi alcuni spunti interessanti tipo il fatto che gli jaeger sono pilotati da due piloti che devono essere in sincronia o che gli stessi robot siano, in realtà, dei mostri, come la profondità dei personaggi si ferma agli addominali di Hunnam. Ci si diverte molto, mma non basta, e si rimpiange il Guillermo Del Toro del Labirinto Del Fauno.
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ilmengoli
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venerdì 26 luglio 2013
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pacific rim (2013)
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Sono passati ormai cinque anni dal suo ultimo film ("Hellboy: The Golden Army") e nel frattempo chi poteva immaginarsi che Guillermo Del Toro stesse realizzando uno dei migliori film di fantascienza dell'anno? Ha rinunciato a dirigere "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" per questo film. Ha impiegato tre anni per realizzarlo e lo considera il suo sogno nel cassetto. Il titolo? "Pacific Rim".
"Pacific Rim" è tutto quello che si può desiderare per una titanica lotta tra maxi robot, chiamati Jaeger (cacciatore in tedesco) e mostruosi alieni/dinosauri, i Kaiju (in giapponese bestia strana) devastatori di intere città.
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Sono passati ormai cinque anni dal suo ultimo film ("Hellboy: The Golden Army") e nel frattempo chi poteva immaginarsi che Guillermo Del Toro stesse realizzando uno dei migliori film di fantascienza dell'anno? Ha rinunciato a dirigere "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" per questo film. Ha impiegato tre anni per realizzarlo e lo considera il suo sogno nel cassetto. Il titolo? "Pacific Rim".
"Pacific Rim" è tutto quello che si può desiderare per una titanica lotta tra maxi robot, chiamati Jaeger (cacciatore in tedesco) e mostruosi alieni/dinosauri, i Kaiju (in giapponese bestia strana) devastatori di intere città. Come dichiarato dallo stesso Del Toro, egli si è ispirato ai manga giapponesi, imitando mostri famosi come "Godzilla" e robot come quello dei "Power Rangers". Il suo è quindi un omaggio a questo mondo nipponico che lui ama e dal quale ha sempre tratto spunto per la realizzazione dei suoi film.
Se pensate di non andare a vedere questo splendido film poiché lo ritenete una tamarrata, beh, vi sbagliate di grosso. Infatti i robot e i mostri sono realizzati talmente bene da sembrare vere creature lottatrici. Il film non è un'esplosione dopo l'altra come avviene in "Transformers" di Michael Bay, anzi, esso è travolgente e coinvolgente, oltre che per nulla fastidioso o stancante. Inoltre gioca a suo favore anche la distribuzione delle scene d’azione durante tutta la durata del film. Essa è ben amalgamata e non stanca affatto. Il montaggio è talmente ottimo da far strepitare lo spettatore, risucchiato nell'azione prima e ansioso di vederne altra e altra ancora poi.
Ma "Pacific Rim" trova il suo più grande punto di forza negli effetti speciali e nella loro CGI. Le scene di combattimento sono magistrali ed emozionanti, così come tutti i monitor scientifici in cui viene sfruttato al meglio il 3D. Tutte le scene seppur del tutto fantasiose e paradossali sono però realistiche e, soprattutto, vive, trasmettendo eccitazione e intrattenendo in ogni loro singolo secondo.
Anche la CG (computer grafica) è sensazionale, con la costruzione virtuale di intere città e la loro successiva distruzione. Per non parlare poi dei mostri e dei robot, bellissimi e colossali. Dei dinoalieni mi è piaciuto molto il loro liquido blu elettrico proveniente dalle enormi fauci e anche i loro enormi corpi geneticamente modificati dalle radiazioni del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki (infatti sono presenti in fumetti fantascientifici giapponesi).
Naturalmente la componente più banale e scontata del film è la storia, come d'altronde in tutti gli altri film del genere. Questa però a differenza di altri presenta sprazzi brillanti e geniali e ciò che più mi ha intrigato e affascinato é stata l'idea del "drift", ossia del collegamento neurale dei due piloti a guida dello Jaeger. É stata un'ottima idea quella di Del Toro di mostrarci le motivazioni di alcuni personaggi proprio attraverso il drift, avvalorandone ancor di più l'importanza nella storia.
Per quanto riguarda i personaggi sono rimasto anche lì molto piacevolmente sorpreso. Mi aspettavo infatti per un film del genere dei protagonisti sciocchi e marginali alle vicende. Invece proprio grazie all'idea del drift divengono figure interessanti da analizzare e approfondire. Come é noto, Del Toro cerca in ogni suo film di caratterizzare ogni personaggio, dal più insignificante a quello più importante. Facendo così si è caratterizzato lui stesso, divenendo ormai l'unico in questa raffinata operazione. Ed é così che abbiamo un Charlie Hunnam (“Sons of Anarchy”) un po' orgoglioso, spaccone ma anche comprensivo e profondo, molto legato sentimentalmente alla morte del fratello durante una lotta marina contro un Kaiju. La sua interpretazione non è favolosa ma neanche scarsa. Per il ruolo che ha è più che sufficiente, forse svantaggiato dal tipo di personaggio, stereotipato e caricaturale.
I migliori in assoluto del film sono però lo straordinario Idris Elba ("Luthor","Prometheus") e l'attore feticcio di Del Toro Ron Perlman ("Hellboy", "Hellboy: The Golden Army"). Il primo interpreta un personaggio rigido e apparentemente freddo (infatti la sua uniforme è grigia) ma anche premuroso e sentimentale (forse solo un po' troppo eroe nella parte finale), mentre il secondo, seppure faccia una breve comparsa (per essere poi mangiato stupidamente da un Kaiju appena nato), interpreta un meschino, egoista e spudorato venditore d'organi Kaiju ad Hong Kong. Ron Perlman è fantastico in quanto diverte e inquieta al tempo stesso con discorsi e movimenti agghiaccianti. Ciò che più mi è piaciuto di Hannibal Chau (il personaggio che interpreta) è l'abbigliamento, rosso porpora con occhialini neri e scarpe eleganti ma molto kitsch (lamine d'oro sul collo). Il suo look è conforme alle insegne della città, per lo più rosse e gialle, sgargianti, eccentriche e abbaglianti in un'atmosfera così cupa e piovosa.
Il personaggio che invece mi ha meno emozionato e affascinato é stato quello di Mako Mori, interpretato dalla giapponese Rinko Kikuchi ("Babel", "The Brothers Bloom"). Già in Babel di Inarritu (amico sin dall'infanzia di Del Toro) non mi aveva stupito più di tanto, così come lo stesso film. Del Toro per me ha sbagliato a sceglierla per il ruolo di Mako Mori. Infatti questo personaggio soffre, sta male, ha perso i genitori ed è ancora troppo giovane per essere passata oltre la loro morte. I suoi ricordi si focalizzano solo su quell'evento (come mostratoci dal drift con Raleigh Becket/Charlie Hunnam), molto significativo per lei e per la sua esistenza. Invece il volto della Kikuchi è del tutto inespressivo e non traspare un minimo di sofferenza e dolore. È un personaggio passivo e blando. Non dico che lei sia un'attrice scarsa (se no non sarebbe stata candidata agli Oscar come migliore attrice non protagonista in "Babel"), ma penso che questo ruolo non sia quello adatto alle sue abilità recitative.
Invece due simpaticissime cartole sono i due scienziati Newton e Gottlieb, interpretati rispettivamente da Charlie Day ("Come ammazzare il capo ... E vivere felici", "Monsters Univeristy") e Burn Gorman ("Il cavaliere oscuro - Il ritorno", "The Pusher"). Seppure questi due siano anch'essi abbastanza stereotipati, essi sono simpatici e divertenti. E anche qui Del Toro dimostra di essere uno dei più grandi registi contemporanei. Egli infatti utilizza due personaggi buffi e ridicoli per sdrammatizzare, alterando a scene d'azione emozionanti e catastrofiche altre più leggere e piacevoli.
Mi è piaciuto moltissimo anche il fatto che Del Toro abbia ricreato l'atmosfera scura e piovosa di Hong Kong prendendo spunto da un altro capolavoro fantascientifico, "Blade Runner" di Ridley Scott. Le luci colorate e calde che squarciano l'oscurità del cielo ricordano molto quelle del film di Scott, con cartelloni pubblicitari e insegne luccicanti (vi ricorderete la ragazza cinese della Coca Cola in "Blade Runner").
L' ultimo appunto che posso fare riguarda la colonna sonora. Anch'essa si amalgama benissimo con il contesto e le vicende cui dona il suo ritmo incalzante e quasi epico. Se notate, ogni volta che ci viene mostrato uno Jaeger si sente una musica gloriosa e imponente, dando la carica non solo ai personaggi ma persino agli spettatori seduti sulla loro comoda poltrona.
Insomma, "Pacific Rim" di Guillermo Del Toro è un grandioso film fantascientifico, magistralmente realizzato, con effetti speciali stravolgenti e CG splendida. Il regista dimostra ancora una volta di avere una grande sensibilità e altrettanto talento. Egli riesce a coniugare bellezza e spettacolarità estetica a profonda caratterizzazione etica dei suoi personaggi, talvolta stereotipati ma mai scontati o superficiali. Quindi concludo dicendo che per chi ama il genere fantascientifico, "Pacific Rim" è luce per gli occhi, mentre chi invece no, forse è meglio che incominci ad apprezzarlo proprio a partire da questo film. Wow!
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laurence316
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lunedì 21 maggio 2018
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baracconata lontana dalle migliori opere di d.toro
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A ben 5 anni dal suo ultimo film (Hellboy: The Golden Army), e dopo aver partecipato al progetto di Jackson di portare sullo schermo Lo Hobbit di Tolkien, del Toro ritorna al cinema con uno sperticato quanto imponente omaggio ad alcuni dei suoi miti dell'adolescenza. Realizza così un monumentale blockbuster di fantascienza che mescola due delle maggiori icone fantascientifiche del cinema nipponico: i mostri alla Godzilla (i kaiju, per l’appunto) e i mecha, i “robottoni” stile Gundam.
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A ben 5 anni dal suo ultimo film (Hellboy: The Golden Army), e dopo aver partecipato al progetto di Jackson di portare sullo schermo Lo Hobbit di Tolkien, del Toro ritorna al cinema con uno sperticato quanto imponente omaggio ad alcuni dei suoi miti dell'adolescenza. Realizza così un monumentale blockbuster di fantascienza che mescola due delle maggiori icone fantascientifiche del cinema nipponico: i mostri alla Godzilla (i kaiju, per l’appunto) e i mecha, i “robottoni” stile Gundam.
Grazie alla potenza della macchina produttiva hollywoodiana costruisce scene di battaglia spettacolari che spesso confermano il suo indubbio gusto per la creazione di personaggi e scenografie immaginifici, ma nel complesso il suo film non stupisce, certamente non annoia ma nemmeno appassiona.
E se comunque, in linea generale, le sequenze d’azione sono molto ben realizzate, sono un po’ troppe e alla lunga ripetitive, e gli intermezzi tra una e l’altra, invece, scontati e piuttosto deludenti, schiacciati tra una sceneggiatura e una regia più interessate agli scontri, incapaci di creare dialoghi significativi e personaggi (umani) a cui affezionarsi.
E' certamente ammirevole l'intento, esplicitato dallo stesso regista, di non degenerare nella elegia della guerra e dei suoi protagonisti, ma il film non riesce, purtroppo, a svincolarsi da alcuni stereotipi (primo tra tutti, quello dell'eroe macho dal passato tormentato) e da una concezione dello spettacolo che procede per accumulazione (per la quale, naturalmente, lo scontro finale deve coinvolgere molti più combattenti e concludersi con un supremo sacrificio eroico).
In ogni caso, per qualunque under 12 e chiunque nella giusta predisposizione mentale, Pacific Rim può anche rivelarsi un perfetto passatempo, un divertente, ingenuo, puerile film di fantascienza per tutta la famiglia che non si prende mai troppo sul serio ma nemmeno si prende mai troppi rischi (schiacciato com’è da ineludibili esigenze commerciali). E, in almeno una sequenza (quella del flashback di Mako circa il suo primo incontro con il marshal Stacker Pentecost) ricorda il del Toro migliore.
Costato la bellezza di 190 milioni di dollari, nonostante le critiche alquanto positive, non è un grandissimo successo di pubblico e ne incassa “appena” 411 nel mondo, mentre si rivela un totale flop negli Stati Uniti. Incredibilmente, ne viene ugualmente prodotto un seguito, uscito a 5 anni di distanza e passato nelle mani di Steven S. DeKnight: Pacific Rim – La rivolta, che registra ancor meno consensi.
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il beppe nazionale
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domenica 26 gennaio 2014
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emozionante... se si annulla il cervello
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Guillermo del Toro propone un film che "deve essere guardato con gli occhi di un bambino". Il bambino infatti non sta tanto a sindacare la coerenza logica della trama, ma si lascia emozionare dalla scenografia, dalla magnificenza dei robot, dagli scontri accaniti e dai suoni imperiosi. Pacific Rim ha tutto questo. Robot e Kaiju sono disegnati e animati da una computer grafica di prim'ordine, s'impongono sullo schermo (più grosso è, meglio è) del cinema e fanno esultare gli occhi. Il livello di dettaglio delle macchine e dei mostri è a dir poco ossessivo, tuttavia l'imponente mole di lavoro degli animatori e dei designers pesa solo su questi ultimi, in quanto la scena nel complesso colpisce lo spettatore causandogli una certa "cecità da disattenzione" nei confronti dei meccanismi idraulici, elettronici e simili; tutti elementi che si possono tranquillamente gustare nei contenuti speciali.
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Guillermo del Toro propone un film che "deve essere guardato con gli occhi di un bambino". Il bambino infatti non sta tanto a sindacare la coerenza logica della trama, ma si lascia emozionare dalla scenografia, dalla magnificenza dei robot, dagli scontri accaniti e dai suoni imperiosi. Pacific Rim ha tutto questo. Robot e Kaiju sono disegnati e animati da una computer grafica di prim'ordine, s'impongono sullo schermo (più grosso è, meglio è) del cinema e fanno esultare gli occhi. Il livello di dettaglio delle macchine e dei mostri è a dir poco ossessivo, tuttavia l'imponente mole di lavoro degli animatori e dei designers pesa solo su questi ultimi, in quanto la scena nel complesso colpisce lo spettatore causandogli una certa "cecità da disattenzione" nei confronti dei meccanismi idraulici, elettronici e simili; tutti elementi che si possono tranquillamente gustare nei contenuti speciali.
I personaggi si presentano più o meno tutti stereotipati: vi è il pilota talentato in crisi per la perdita del fratello, il generale autoritario che guida la resistenza, un duo comico di scienziati che interagisce con un sarcastico trafficante d'organi (un fantastico Perlman), vari piloti poco caratterizzati psicologicamente e una co-protagonista che ricorda vagamente Rei Ayanami di Evangelion. E' presente pure un insignificante cameo dell'interprete di Andy de "La vita secondo Jim".
Attraverso la pochezza dei dialogi bisogna dire che Hunnam fa il suo lavoro e si presenta bene, così come Elba trasuda carisma da tutti i pori. Carisma stereotipico, ma pur sempre carisma che ben si manifesta nell'epica scena del "non osi mai più toccarmi". La Mako Mori interpretata dalla Kikuchi è un personaggio dal background interessante ma poco sviluppato durante il corso della storia: si presenta come una ragazza intelligente e abile in combattimento, tanto basta per farla diventare compagna di lotta di Raleigh.
Dicevo, la trama presenta dei buchi impressionanti che alle volte si notano pure "a caldo", per poi moltiplicarsi "a freddo". Abbiamo terribili forzature nei combattimenti, nelle strategie adottate, nell'accoppiata Raleigh-Mako, nel continuo level-up dei Kaiju che salgono di livello come i Pokemon, nella resistenza dei robot e delle bestie a urti disumani. Sulla rete fioccano numerose recensioni, alcune delle quali con sapiente ironia hanno messo in luce ogni assurdità logica della trama di questo film. Per fare un esempio, Guillermo del Toro si preoccupa di disegnare ogni veicolo che cade dai containers utilizzati come tirapugni, tralasciando il fatto che elevare la "Muraglia della vita" sia una scelta totalmente insensata, irrealizzabile, inutile. Oppure, anzichè costruire delle macchine al limite della realizzabilità e ben sapendo da dove emergono i mostri, perchè non appostarsi e bombardarli appena questi emergono? Non sono falle da poco, tuttavia la prima volta che vediamo Pacific Rim restiamo presi dall'azione e dalla prepotente computer grafica. Veniamo così coinvolti da voler rivedere il film più e più volte, con una risoluzione video sempre superiore per cogliere tutte le sfaccettature del design.
In Pacific Rim abbiamo petroliere usate come armi contundenti e spade incorporate che si rivelano più letali dei cannoni al plasma, ma lo spettatore non deve farci caso, deve chiudere un po' il cervello e ritrovare il "fanciullino cinematografico" allevato dalla cultura anime giapponese. Pacific Rim è un film per gli occhi e studiato per sollecitare emozioni visive, compito che gli riesce alla perfezione. Come scena emblematica prenderei lo smembramento del povero Cherno Alpha da parte dei due Kaiju, una scena che sul grande schermo lascia attaccati ai divanetti. Lo Jaeger russo, inevitabile oggetto di simpatia per il concept suo e dei piloti, è vittima di tutta la bestialità dei Kaiju che lo affondano con mosse squisitamente animalesche. Un senso di orrida impotenza colpisce chi guarda, così come la drammatica morte dei piloti che hanno, inutilmente, dato tutto se stessi.
Insomma, Pacific Rim non ha sicuramente la criptica profondità di Evangelion nè la caratterizzazione delle prime serie di Gundam (se proprio dobbiamo far dei paragoni), ma ha immagini formidabili e immediate, che non necessitano di riflessione, tecnicamente eccelse. In un certo senso si può dire che chi si approccia a Pacific Rim è già in qualche modo predisposto al genere e non può rimanerne completamente deluso, pertanto suggerirei di godercelo appieno e di ridere solo in un secondo momento di tutte le incoerenze.
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(di parieaa)
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jaylee
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martedì 16 luglio 2013
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mazinga contro godzilla!
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Era inevitabile che, con gli effetti speciali che di fatto hanno reso reali i supereroi, arrivassero sul grande schermo un altro mito della Generazione X: Pacific Rim racconta di giganteschi mostri alieni (i Kaiju) che, arrivati sul nostro pianeta tramite un passaggio interdimensionale in fondo all’Oceano Pacifico, che saranno affrontati dall’umanità attraverso degli enormi robot dalle fattezze umane (gli Jaeger) e pilotati al loro interno da esseri umani. Ormai siamo arrivati allo scontro finale: i Kaiju sono sempre più forti e gli Jaeger sono ormai ridotti ad un numero molto esiguo. Spetterà al Generale Pentecost (Idris Elba, interessante attore) guidare l’ultima pattuglia di Jaeger per chiudere il portale tra i due mondi.
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Era inevitabile che, con gli effetti speciali che di fatto hanno reso reali i supereroi, arrivassero sul grande schermo un altro mito della Generazione X: Pacific Rim racconta di giganteschi mostri alieni (i Kaiju) che, arrivati sul nostro pianeta tramite un passaggio interdimensionale in fondo all’Oceano Pacifico, che saranno affrontati dall’umanità attraverso degli enormi robot dalle fattezze umane (gli Jaeger) e pilotati al loro interno da esseri umani. Ormai siamo arrivati allo scontro finale: i Kaiju sono sempre più forti e gli Jaeger sono ormai ridotti ad un numero molto esiguo. Spetterà al Generale Pentecost (Idris Elba, interessante attore) guidare l’ultima pattuglia di Jaeger per chiudere il portale tra i due mondi.
Eh sì, è proprio Mazinga contro Godzilla! Tolti ovviamente ogni riferimento per evitare problemi di copyright, i riferimenti alle opere nipponiche di provenienza sono molto evidenti, ma allo stesso tempo aggiornati alle aspettative attuali.
Più che da Neon Genesis Evangelion, che da un punto di vista visivo effettivamente non è lontano, il riferimento sembra direttamente l’opera di Go Nagai (autore dei vari Mazinga, Goldrake, Jeeg) dove i topoi ci sono tutti, dall’eroe prima reietto, poi salvatore; la storia romantica con la collega di battaglie; i rapporti difficili ma necessari tra fratelli, padre e figlio; i personaggi buffi di contorno ai protagonisti (ovviamente gli scienziati); lo spirito del sacrificio come scopo ultimo e onorevole del guerriero; i robot dove il pilota siede immancabilmente nella testa e le armi che vengono annunciate in stile “alabarda spaziale!”; e ovviamente i megacattivi che vengono per giunta battezzati con un nome in codice. Idem per quanto riguarda i mostri del filone di Godzilla che nascono come simboli del post-hiroshima, quasi delle forze della natura che travolgono tutto quello che incontrano, città incluse.
L’operazione di Guillermo Del Toro, raffinato regista fantasy/horror di lavori come Il Labirinto del Fauno e Hellboy, tenta (e riesce) nell’impresa di aggiornare quella mitologia di titani che ci teneva incatenati davanti alla TV degli anni 70-80, suscitando quel senso della meraviglia che ne aveva caratterizzato l’epopea; poco importa se i personaggi, in fin dei conti, appaiono bidimensionali e con un’introspezione psicologica pari a zero. La visionarietà quasi naif di Pacific Rim (mitica la scena dove Gipsy Danger, il robot dell’eroe principale, schiaccia la testa del rettilone di turno tra due container, in perfetto stile Bud Spencer) abbinati ad effetti speciali da stato dell’arte, crea una sospensione della critica adulta, lasciandoti godere la pellicola per quello che è: intrattenimento spensierato, ma non banale e mai noioso (vedi la saga dei Transformers). Il sogno di ogni bambino, anche di quelli che lo sono stati 40 anni fa. (www.versionekowalski.it)
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themaster
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venerdì 2 ottobre 2015
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quando arriva guillermone
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Ci voleva Guillermone DelToro,uno dei geni del gotico contemporaneo e tra i massimi esponenti del cinema e sottolineo CINEMA di intrattenimento moderno,uno con i controcoglioni che in vita sua ha realizzato lavori su commissione e lavori strettamente autoriali,pur rimanendo sempre,a parte qualche film d'esordio nel genere dell'intrattenimento.
Dopo gli infamanti film sui Transformers di quel cretino di Michael Bay io,e altri cinefili non abbiamo potuto evitare di sperare di non vedere mai più nella nostra vita film sui robottoni,tuttavia quando ho visto il trailer di questo Pacific Rim ho pensato subito che il capolavoro era alle porte,soprattutto vedendo il nome del regista.
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Ci voleva Guillermone DelToro,uno dei geni del gotico contemporaneo e tra i massimi esponenti del cinema e sottolineo CINEMA di intrattenimento moderno,uno con i controcoglioni che in vita sua ha realizzato lavori su commissione e lavori strettamente autoriali,pur rimanendo sempre,a parte qualche film d'esordio nel genere dell'intrattenimento.
Dopo gli infamanti film sui Transformers di quel cretino di Michael Bay io,e altri cinefili non abbiamo potuto evitare di sperare di non vedere mai più nella nostra vita film sui robottoni,tuttavia quando ho visto il trailer di questo Pacific Rim ho pensato subito che il capolavoro era alle porte,soprattutto vedendo il nome del regista.
Questo film probabilmente non è un capolavoro ma è sicuramente una lezione di stile che tutti i blockbusteroni moderni dovrebbero seguire.
DelToro gira ogni scena con gusto e riesce finalmente a far risultare perfettamente comprensibili i combattimenti tra i mecha che si muovono in maniera lenta e poderosa,ricordando un pochino la dirompenza di Godzilla e dei Kaiju in generale,che qui sono una delle cose più belle.
Il concept,realizzato interamente da DelToro è spettacolare,sia quello dei mostri,piacevolmente ispirati ai classici di Honda e simili sia quello degli Jager i robot di turno,la regia come ho detto è perfettamente orchestrata e la distruzione,i momenti tesi e le scene più posate sono alternate alla perfezione,il montaggio è roba da livello superiore e i personaggi se pur stereotipati funzionano tutti,a partire dal protagonista,l'americano di turno che farà il culo al nemico insieme alla collega orientale,interpretata da Rinko Kikuchi,sensuale,bellissima e brava a recitare che rispecchia un certo omaggio fatto dal regista ai classici del genere tra manga,anime e simili,come Evangelion,Gundam eccetera e un fan inutile dirlo viene solluccherato da tali riferimenti,mentre una persona che viene dalla nuova generazione,come il sottoscritto può venire affascinato dal tipo di estetica e andarsi a recuperare tutti i film di genere e diventarne un fanatico.
La sceneggiatura riesce a mettere in gioco una trama interessante nonostante non sia la cosa più importante,nonostante i numerosi stereotipi che possono dar fastidio,tuttavia la cosa geniale di DelToro è che risulta quasi parodistico,sia verso sè stesso che verso il genere,portando allo stremo certe peculiarità e,da difetto si trasformano in pregio.
Il regista riesce a lasciare un messaggio che,pur rimanendo sempre sottotesto per una persona attenta risultano delle chicche piacevolissime,come ad esempio il mostrare il lavoro che si cela dietro agli Jager e al loro funzionamento,un messaggio socialista da parte di DelToro che mostra l'importanza dell'operaio e del singolo bullone,l'immenso sforzo delle persone che tramite piccole azioni rendono possibile l'eroismo di chi sta al fronte,un messaggio che vede solo chi è di sinistra e che non viene visto da chi,di destra troppo stupido da vederci qualcosa di sinistra.
Pacific Rim è un film divertentissimo,uno dei migliori film dell'anno in cui è uscito e consigliato a chiunuque voglia divertirsi senza spengere il cervello e che dall'intrattenimento si aspetti il cinema e non solo cose che scoppiano a caso e schiene raddrizzate a pugni nel fisico. Non un capolavoro,ma decisamente un blockbuster riuscito su più livelli. Voto 8/10
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alexander 1986
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sabato 25 gennaio 2014
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quei giocattoli che prendono vita
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A partire dal 2013, la Terra è ciclicamente attaccata e devastata dai Kaiju, giganteschi mostri irrazionali. L'umanità ha un unico modo per difendersi: dei colossali robottoni (detti Jaegers, in tedesco ''cacciatori'') guidati al loro interno da una coppia di piloti. Col tempo, gli attacchi diventano sempre più serrati e difficili da contrastare, sicché il centro comando della Difesa mondiale dovrà riarruolare Raleigh Becket, giovane pilota dal passato tormentato. Riuscirà quest'ultimo a salvare la baracca?
Grazie a Guillermo Del Toro finalmente sappiamo che certi sogni d'infanzia nel cinema non sono più impossibili.
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A partire dal 2013, la Terra è ciclicamente attaccata e devastata dai Kaiju, giganteschi mostri irrazionali. L'umanità ha un unico modo per difendersi: dei colossali robottoni (detti Jaegers, in tedesco ''cacciatori'') guidati al loro interno da una coppia di piloti. Col tempo, gli attacchi diventano sempre più serrati e difficili da contrastare, sicché il centro comando della Difesa mondiale dovrà riarruolare Raleigh Becket, giovane pilota dal passato tormentato. Riuscirà quest'ultimo a salvare la baracca?
Grazie a Guillermo Del Toro finalmente sappiamo che certi sogni d'infanzia nel cinema non sono più impossibili. Palesemente ispirato alla più caratteristica sci-fi dei manga/anime giapponesi (invero, più NG Evangelion che i vari Goldrake, Uforobot &co), 'Pacific Rim' resuscita indirettamente anche il filone tipicamente nippo dei supermostri giganti: aspettatevi a breve un nuovo Godzilla e magari un crossover. Veramente: dopo Avatar, è forse sul piano visivo il film più spettacolare e impressionante mai visto finora al cinema. E come Avatar, alla ricerca meticolosa dell'effetto-spettacolo viene sacrificato tutto il resto: il cast se la cava con dignità, ma si compone di attori televisivi; la trama è convenzionale, scontata. Un film da vedere, per i patiti del genere rappresenterà senz'altro una pietra miliare.
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